Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: Ipernovae    29/03/2016    1 recensioni
Non ti aspettavi niente di quel genere da lui. Se sul campo aveva imparato a collaborare, ad essere un soldato circondato dai suoi compagni pronti a combattere insieme a lui, fuori continuava ad essere il Re di una corte vuota su cui regnava il gelo più assoluto. Non potevi aspettarti che quei sentimenti venissero ricambiati, era solo un gioco dove lui ti possedeva e poi ti lasciava andare. Sfogare istinti che fino a quel momento entrambi avevate ignorato ma che da quando avete cominciato a giocare, insieme, erano affiorati in modo totalmente naturale.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

At the side of the King.


La palla rimbalza a terra, creando quel tipico rumore di lucido che sfrega contro al lucido, esattamente come la suola delle scarpe di Tobio, che con aria minacciosa e passo pericoloso, si avvicina con tutte le intenzioni di ucciderti.
Hai imparato da tempo a riconoscere il grado di pericolosità che si cela dietro al suo sguardo e sai che non devi avere poi così tanta paura di lui quando è agitato in quel modo. È quando è calmo che i brividi ti percorrono la schiena, quando il suo sguardo è glaciale e spiritato che ti rendi conto di quanta paura fa realmente.
Perciò rimani fermo, senza alcuna paura sul viso solo l'attesa dell'imminente ramanzina. Hai sbagliato un'altra schiacciata. Tobio ha alzato la palla in maniera impeccabile, lì dove tu l'hai sempre presa. Ma non questa volta. Troppi pensieri ti affollano la testa e sai perfettamente che non è solo per colpa della sconfitta contro la Nekoma, in quella partita d'allenamento che sostanzialmente non serviva a nulla. Però ricordi a te stesso che non ti è mai piaciuto perdere e quella sconfitta brucia, esattamente come quella che hai subito contro la squadra della scuola media di Kageyama.
Ti asciughi il sudore dal viso e incontri lo sguardo dell'alzatore senza nessuna paura; calmo e tranquillo, come mai sei stato in vita tua, lo fissi ed è come se lo sfidassi.
Forse è per via del risentimento o forse è perché ogni volta che lo guardi il tuo stomaco non può fare a meno di rivoltarsi su se stesso come se facesse delle capriole, obbligandoti ad ostentare quell'espressione che non è da te. E tutti hanno notato che, da un po' di tempo, qualcosa non va. Non sei mai stato un tipo silenzioso, fai chiasso e ti rimproverano per questo in classe come in palestra. Non ti è mai importato del giudizio altrui su questa parte di te, tranne che da una persona.
Tobio ti fissa rabbioso, come se fosse sul punto di tirarti un pugno su quella testa vuota che ti ripete sempre possiedi. Ancora una volta rimani impassibile e mentre senti Tsukishima bisbigliare a voce fin troppo alta “Ed ecco che Re e consorte stanno per dare spettacolo”, accompagnato da una risatina di Yamaguchi, continui a sfidare Kageyama la cui faccia è divenuta rossa per la rabbia.
-Che cazzo fai, idiota? Era una palla perfetta, come hai fatto a non prenderla?- ancora una volta senti la voce sibillina di Tsukishima apostrofare Tobio con la sua solita frase “ed ecco che il Re ritorna in tutto il splendore”, accompagnata da un sorrisetto di scherno che anche Yamaguchi ostenta.
E ti saltano i nervi per le reazioni di quei due. Eppure quella volta non puoi che dargli ragione. Non puoi ribattere, perché Kageyama ti sta incolpando di qualcosa che sai di aver sbagliato in pieno e la consapevolezza dell'errore ti crea quel mal di stomaco che detesti.
Tuttavia non abbandoni il suo sguardo, anzi, continui a sostenerlo con sfida e le mani di Tobio prendono svelte i lembi della maglietta, lì all'altezza del collo.
-Parla, idiota! Lo fai sempre e ora stai zitto?- ringhia e ti ritrovi a pensare che preferivi quando quei ringhi erano riservati ad altri momenti, più intimi e solo vostri.
Distogli lo sguardo e lo spingi via, premendo i palmi con la stessa rabbia sul suo petto. Non diresti mai le parole che la tua mente formula e ti trattieni dal farlo perché nonostante tutto i sentimenti che provi ti impediscono di ferirlo, come lui ha ferito te senza pensarci due volte.
Perdi sempre, quando ti confronti con lui e solo sul campo riuscite a funzionare come coppia. Questo te lo ha ricordato una settimana prima, dopo la partita contro la Nekoma.
Non ti aspettavi niente di quel genere da lui. Se sul campo aveva imparato a collaborare, ad essere un soldato circondato dai suoi compagni pronti a combattere insieme a lui, fuori continuava ad essere il Re di una corte vuota su cui regnava il gelo più assoluto. Non potevi aspettarti che quei sentimenti venissero ricambiati, era solo un gioco dove lui ti possedeva e poi ti lasciava andare. Sfogare istinti che fino a quel momento entrambi avevate ignorato ma che da quando avete cominciato a giocare, insieme, erano affiorati in modo totalmente naturale.
Ma ora che ci ripensi, ti rendi conto di essere sempre stato tu a volerlo e non puoi biasimarlo se ha insistito per chiudere quel qualcosa che non poteva avere un nome, se non “sbagliato”, “disgustoso”.
-Vado in infermeria.- è tutto quello che ti esce dalle labbra prima che Sugawara teni di raggiungerti e, come una madre amorevole, chiederti che cosa stesse succedendo così senza nessun preavviso. Non rispondi, limitandoti a scuotere la testa e a stringerti nelle spalle mentre un sorriso che cela ogni sentimento ti increspa le labbra.
-Hinata-kun, è successo qualcosa con Kageyama?- ed eccola, la domanda che hai temuto più di tutte. Era successo qualcosa? Potevi davvero definire “qualcosa” quello che era accaduto tra di voi? No, certo che no. Perciò continui a sorridere e a scuotere la testa, senza accorgerti che le lacrime hanno preso a scendere sulle guance senza preavviso, senza farsi sentire in una silenziosa risposta che diede tante risposte a Suga.
-Vai a casa, Hinata. Ti copro io con gli altri.- una carezza lievi, fatta con la punta delle dita sui capelli arancioni, resi ancora più tali dal sole che andava a macchiare l'orizzonte con il suo tramonto, ti convince che Sugawara è qualcuno di speciale e, ne sei sicuro, il capitano Daichi è fortunato ad avere.
Cammini lento, senza curarti della reazione che Kageyama ha avuto a quella tua uscita impassibile e fredda, così poco da Hinata più da lui ora che ci pensi a mente un po' più lucida.
Ti asciughi gli occhi e, dopo esserti cambiato nell'aula del club, recuperi la tua bicicletta e lasci che il vento ti sferzi il viso ancora bagnato. Non hai mai amato piangere, eppure lo stai facendo da quando sei uscito dalla palestra. Non avresti mai pensato di abbandonare un allenamento di pallavolo per qualsiasi cosa. Tanto meno per qualcosa di così stupido come Kageyama Tobio e i sentimenti che provi per lui.
Stringi il manubrio della bicicletta e pedali per la salita che ti porta fino a casa, dove sai essere al sicuro da ogni possibile visita, da ogni dolore. Anche se ricordi a te stesso che a rimanere solo ti lasci prendere da ogni immagine, ogni piccolo ricordo e dove la sconfitta non solo contro la Nekoma, ma quella dell'anno precedente contro Kageyama, ti assale e brucia.
Abbandoni la bicicletta nel campo e una volta dentro casa ti liberi della divisa della squadra per indossare gli abiti con cui ti sei allenato prima di entrare al Karasuno.
Sono piccoli, forse non troppo, visto che non sei cresciuto poi di molto, ma senti la differenza tra la persona che eri e quella che sei, solo indossandoli. Sei spaventato da quella consapevolezza e l'unica cosa che ti viene in mente è alzarti e uscire con rabbia di casa, pronto a lanciarti nel freddo serale montano. Non lo senti, non con i muscoli che si muovono in perfetta sincronia tra di loro, creando nel tuo corpo quella sensazione piacevole di nulla. Non pensi, non senti ed è così che vorresti essere domani, quando sarai costretto a incontrarlo di nuovo e scontrarti con la realtà del suo animo di Re solitario che non ha bisogno di nessuno se non di se stesso.


-Mi dispiace, Suga-san, ma ho la febbre e mia madre mi ha proibito di uscire. Se lo faccio mi ritira dal club di pallavolo.- Senti la sua voce al telefono, gracchiante e flebile. Del suo tono chiassoso e acuto, non c'è traccia. Suga scuote la testa e gli intima di rimettersi presto, che lo avrebbero aspettato tutti con impazienza, nessuno escluso. Ed è in quel momento, quando chiarisce quel “nessuno escluso”, che ti lancia un'occhiata. Troppo intima, troppo indagatrice e ti viene da chiederti se quell'idiota di Hinata abbia spifferato a Sugawara della loro relazione. Che relazione non poteva chiamarsi. In effetti, non sai proprio che nome dargli, a quello che era successo e a cui hai messo fine senza troppe remore. Ti sei ritrovato spaventato a dover affrontare quella marea di emozioni che non conoscevi, tutte insieme in un unico e terribile momento. Perché non poteva essere così semplice anche per Hinata? Perché non poteva accettare che solo i loro corpi erano in grado di agire in sincrono? Troppo sentimentale per te, meglio chiudere, ti sei detto e ripetuto mentre il cuore ti martellava nel petto.
La sconfitta con la Nekoma ti ha lasciato l'amaro in bocca più di quanto vorresti ammettere e sai che è stato così anche per Hinata. Ma hai preferito mettere un punti finale proprio dopo quella partita, che ha fatto rimanere male entrambi.
-Finiamola qua. È stato divertente, ma ora basta. La pallavolo è la mia priorità e solo sul campo funzioniamo. A volte nemmeno lì, perciò basta. Siamo compagni di squadra, tutto finito.- e da quel giorno, il comportamento di Hinata è cambiato. Con te soprattutto. In silenzio, riceveva le tue alzate. Con un sorriso falso, urlava e giocava con Noya e Tanaka come al solito.
Ma tu sai e hai sempre saputo che quella era la sua maschera. Lo hai osservato da lontano, nel tuo più completo silenzio e il suo comportamento ha cominciato ad irritarti. Perciò hai iniziato ad alzare male e lui a sbagliare. Non c'era più coordinazione e quando il giorno prima, ha sbagliato quell'alzata troppo veloce, troppo indirizzata fuori campo, e lui non è riuscito a prenderla ti sei alterato al punto da riversare ogni colpa su Hinata.
Hai messo tu fine a tutto, con le tue parole ma ad averlo fatto definitivamente è stato proprio lui con i suoi gesti e suoi sguardi, freddi e tristi, velati di un malessere che hai creato tu.
Quel giorno è stato diverso. Era la prima volta che Hinata si ammalava e tu sei rimasto smarrito per tutto l'allenamento. Ogni alzata sbagliata, ogni schiacciata contro rete e la testa persa a cercare di scoprire se il ragazzo stesse bene.
Non senti le battutine di Tsukishima e Yamaguchi, ti scivolano addosso come l'acqua di una doccia fredda. Tutte, tranne una.
-Hai spezzato il suo cuore, con quel comportamento.- il gelo ha percorso la tua schiena e lo sguardo ti si è sbarrato. Come facevano a sapere? Sugawara forse aveva parlato con loro, aveva rivelato tutto. Ma poi ti tranquillizzi e capisci che non parlavano con te, anzi, erano intenti a conversare con Noya e Tanaka di qualcosa che non ti interessa.
-Kageyama-kun?- cerchi di apparire tranquillo, quando la voce di Sugawara ti richiama, con quel tono materno che riserva sempre a tutti senza distinzione. Tranne a Daichi, dove quel tono assume una diversa sfumatura, più intima e calorosa, qualcosa che hai sempre invidiato al capitano.
Non perché volessi quello stesso tono da Suga, ma perché inconsciamente hai sempre desiderato qualcuno che ti parli allo stesso modo. Qualcuno che ora di te probabilmente non ne vuole più sapere.
Ti si avvicina, Sugawara, e con sguardo tranquillo ti scruta. Sei in soggezione ma non lo fai notare, rimani impassibile di fronte a quegli occhi indagatori alla ricerca di qualcosa che probabilmente solo lui sai.
Un sorriso gli increspa le labbra e riconosci che non capisci per niente le persone, in alcun modo possibile. Lasci che ti posi una mano sulla spalla e inclini la testa in un gesto che più volte gli avevi visto fare.
-Hinata-kun mi ha chiesto di chiederti di portargli gli appunti di matematica di questo pomeriggio. Hai il permesso di uscire prima dall'allenamento.- per qualche istante il tuo cuore smette di battere e lo fissi. Non sai come prendere quel “permesso”. Non hai mai saltato un allenamento e ti fa così male che non sai come agire o reagire. Ma Sugawara è più rapido e stringe la tua spalla.
-Abbiamo bisogno di te e di Hinata, Kageyama-kun. Perciò, qualsiasi cosa ci sia tra voi è giusto che la chiariate.- vorresti sbraitare a quell'insinuazione che ti fa contorcere lo stomaco, ma non lo fai. Rimani in silenzio e senti come se volesse parlare e dire altro perciò ti limiti a guardarlo, in un invito a continuare.
-Non è facile conciliare la pallavolo con l'amore, Kageyama. Ma se ciò che senti è forte abbastanza da resistere fuori dal campo, dovresti buttarti senza pentirti.- la vedi, la fugace occhiata che Sugawara lancia al capitano del Karasuno, intento a fare un'ennesima ramanzina a Noya e Tanaka per il chiasso che provocano ogni volta che Shimizu-san faceva la sua comparsa in palestra.
Ostenti il silenzio per diversi minuti e annuisci, notando il sorriso comprensivo che Sugawara ha sulle labbra sottili.
-A domani, Kageyama-kun. Porta i miei saluti ad Hinata.- senza aggiungere altro, con passo svelto e sventolando le braccia come a richiamare la resa, lo vedi avvicinarsi a Daichi che, dopo essersi guardato intorno e aver constatato che nessuno li guardava, andava a posare le dita sul fianco di Suga per brevi istanti. Un gesto intimo che ti scuote dentro e ti fa capire, comprendere ancora una volta che non sei più da solo.
E così, corri.


Frastuono. Fu la prima cosa che Hinata percepì da sotto le coperte, tirate sapientemente fin sopra alla testa per barricarsi dal freddo e dai brividi che la febbre gli provocavano. Non aveva voglia di alzarsi e sperò con tutto se stesso che Natsu o sua madre andassero ad aprire. Quando sentì di nuovo bussare, capì che nessuno avrebbe aperto la porta e la cosa innervosì al punto che con un “WAAH” si alzò dal letto, imbacuccato nelle coperte che aveva praticamente sradicato. Uno starnuto palesò la sua presenza a chi attendeva dietro la porta, costringendolo così a bussare ancora una volta con impazienza. Lassù faceva proprio freddo.
-Gyaaa! Un attimo.- non poté fare a meno di far uscire quei suoi soliti versi dalla gola, che gli bruciava al punto da rendere la sua voce gracchiante e bassa, fin troppo.
Armeggiò da sotto le lenzuola con la maniglia della porta e, quando la presa fu ferrea e riuscì ad aprirla un sorriso soddisfatto gli catturò le labbra, prima che andasse a spegnersi quando i suoi occhi si scontrarono con quelli di Kageyama.
Le guance rosse e il respiro corto, segnalarono ad Hinata che il compagno di squadra aveva corso fin lì e non riusciva proprio a capire il perché si ritrovasse davanti a lui. Non chiese nulla, si limitò a farsi di lato per lasciarlo entrare e chiudere finalmente la porta da cui entrava, per lui, un freddo glaciale.
-Sugawara-san ha detto che avevi bisogno degli appunti di matematica.- gli aveva appena dato le spalle, Hinata, quando Tobio parlò rivelandogli qualcosa che non aveva mai richiesto e per qualche istante pensò che forse si era dimenticato di quella richiesta fatta all'alzatore ufficiale della Karasuno.
-Non dovevi perderti l'allenamento per portarmeli.- gli fece così notare Hinata, indicando a Kageyama l'orologio nell'entrata che batteva la fine dell'allenamento, il primo che entrambi avevano perso.
Il silenzio calò sulla stanza e Tobio si chiese se fosse stata la mossa giusta da fare, quella di andare lì da lui, mentre era malato e ancora visibilmente arrabbiato e ferito.
Ancora in silenzio, Hinata cominciò a camminare e l'alzatore prese quei passi come un invito a seguirlo. Si ritrovarono nella sua stanza, dove solo una volta avevano consumato quello che per Tobio era stato così sbagliato.
Il più basso si sedette sul letto, creando una sorta di barriera di coperte che lo dividesse dall'alzatore che, con fare impacciato se ne stava di fronte a lui, a pochi passi che li dividevano.
-Non sei qui per gli appunti.- gli fece alla fine notare Hinata, spazientito da quel silenzio che si era andato ad insinuare con fin troppa insistenza tra di loro, lasciando un senso di disagio nel corpo di entrambi, troppo impegnati a combattere contro l'orgoglio di parlare o meno per primo. Orgoglio che il bloccante centrale aveva accantonato prima dell'altro. Kageyama si ritrovò spiazzato per alcuni istanti, senza premurarsi di nasconderlo, come se solo ad Hinata fosse permesso vedere quella parte di lui che nessuno conosceva.
Un regalo che si era preso la briga di fargli senza nessuna pretesa dietro.
-Sugawara-san mi ha fatto vedere una cosa.- finalmente, Tobio prese parola e il tono con cui parlò era fin troppo serio, tanto che Hinata ne fu quasi spaventato.
Tuttavia, non si lasciò intimidire, lo lasciò parlare e rimase in silenzio, riposando così la voce e le corde vocali che avrebbero tanto voluto prenderlo a pugni per averle ridotte così. Accorciò la distanza, l'alzatore, come se fosse pronto a lanciare la palla prima di una schiacciata che sapeva Hinata avrebbe preso, con precisione e quella forza innaturale che gli veniva fuori solo con lui. Si guardarono per qualche istante e Tobio si ritrovò a constatare quanto fosse ridicolo Shoyou avvolto da tutte quelle coperte che lo facevano sembrare più una palla che un essere umano.
Rimase immobile, l'altro, concedendo a Kageyama il privilegio di rischiare di prendersi un calcio in pieno stomaco se avesse detto o fatto la cosa sbagliata.
-Lui e Daichi-san stanno insieme.- il tono con cui sputò fuori quelle parole non sorprese Shoyou che lo guardò con fare ovvio.
-Lo sanno tutti. Se tu che sei troppo baka e non lo hai mai notato.- commentò con una punta di ovvietà nella voce, esattamente come lo sguardo che gli aveva rivolto. Kageyama si trattenne dal tirargli un pugno, perché sapeva che nemmeno Hinata ne era a conoscenza e che probabilmente quello era il suo modo di vendicarsi, mostrandosi superiore quando non lo era per niente.
Gli piazzò così un palmo davanti alla bocca e con non poche proteste, Shoyou cercò di liberarsi da quella presa fin troppo ferrea, da quelle dita callose per colpa dei troppi allenamenti, che aveva amato sentire viaggiare sul suo corpo in qualcosa di intimo come il sesso, qualcosa a cui non aveva mai pensato prima di Kageyama.
-Zitto e lasciami finire.- lo rimbeccò l'alzatore, cercando di trovare le parole giuste da dire senza rovinare tutto ancora una volta. -So che ho detto che funzioniamo solo sul campo, che quello che c'è stato è stato divertente e basta... Ma oggi, quando ho visto Daichi-san che accarezzava il fianco di Sugawara-san con quella delicatezza, ho capito che non è vero che non funzioniamo al di fuori del campo. Tra di noi c'è sempre stato questo rincorrersi e volersi superare, voler vincere l'uno contro l'altro. Abbiamo sempre voluto competere per capire chi era il migliore e tu mi hai sempre ricordato della vittoria in più che io ho. Non è più così, Hinata. Sono io ad aver perso. E perderò sempre se tu non sarai al mio fianco a prendere le mie alzate, a rialzarmi ad ogni sconfitta. Perciò, come tu mi hai chiesto di alzare ogni volta a te, io ti chiedo di rimanere al mio fianco.- tutto d'un fiato. Ora capiva che cosa volesse dire parlare senza prendere una pausa, con i polmoni che ti bruciano perché hai bisogno dell'ossigeno che stai consumando per parlare e dire tutto insieme così da non sbagliare nemmeno una parola. Kageyama sentiva bruciare i polmoni come pensava sarebbe successo e il respiro era accelerato esattamente come poco prima di arrivare lì dopo aver corso per raggiungere la casa il più in fretta possibile, dannando Hinata per abitare così lontano. Shoyou lo guardava con gli occhi umidi, mentre il naso gli colava non solo per il raffreddore ma per la commozione che quelle parole avevano provocato nel suo petto che batteva così solo quando Tobio gli alzava la palla.
Si districò dalle coperte con parecchia fatica e quando allungò la mano, tentò di agguantare la sua felpa per farlo avvicinare di più a sé. Ma l'alzatore non era dello stesso avviso e, preso un lembo della coperta, glielo premette sul naso, stringendone la punta per asciugarglielo.
-Che schifo, almeno pulisciti prima di tentare di baciarmi.- commentò Kageyama con tono schifato e sguardo alterato. Sapeva che probabilmente si sarebbe ammalato a stare ancora un minuto di più in quella stanza, ma poco gli importava, non dopo le parole dette. Hinata biascicò un “scusa” roco e dopo essersi liberato dalla coperta, si lasciò prendere il viso tra le mani. Quelle mani che ricordava bene in ogni parte del suo corpo e che ora carezzavano la sua pelle morbida e arrossata delle sue guance.
-Continua ad alzarmi la palla.- soffiò Hinata a pochi passi dalle sue labbra, portando una mano sulla sua per stringerla delicatamente prima di sentire le labbra di Kageyama premere con una delicatezza mai avuta sulle sue. Con fare immediato si adattarono le une alle altre, muovendosi senza fretta, nei momenti giusti. Tastavano e assaggiavano quella pelle delicata che constatarono non conoscere così bene come pensavano.
-E tu continua a prenderla e rimanere al mio fianco.- rispose Tobio contro le sue labbra, prima di leccare quelle di Hinata in un gesto malizioso. Lo spinse con la schiena contro al materasso e senza troppe cerimonie districò il bloccante dalle coperte per sdraiarsi contro di lui e Shoyou si rese conto di quanto fosse caldo il il semplice contatto con il corpo del suo alzatore.



   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Ipernovae