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Autore: Tinucha    29/03/2016    4 recensioni
Girovagai spaventata tra le carte sparse sul mobiletto del mio camerino. Poi sbiancai di colpo. Qualcuno aveva trovato la mia lettera e l'aveva letta. Qualcuno aveva conosciuto la mia storia. Qualcuno sapeva che mi ero innamorata di Jorge.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Una volta mi è stato chiesto di raccontarmi, nonna. Ma io non l'ho fatto. Non l'ho fatto perché non ne ero in grado. Non l'ho fatto perché ero troppo piccola ed ingenua per capire la vita, forse è per questo che per la prima volta sento di doverlo fare. La mamma mi ha detto che innamorarsi di papà è stato un colpo di fulmine, quel giorno ho riso tanto, sai? Ho riso fino a piangere, a consumare le lacrime. Poi le lacrime le ho consumate davvero poco tempo dopo, quando il colpo di fulmine l'ho avuto io. Quando è stata la mia pelle a rabbrividire, le mie labbra a dipingere un sorriso, il mio cuore a scalpitare. Nonna, è stato più difficile di come lo descrivono. Niente rose e niente fiori, solo pianti. Pianti per un motivo e pianti senza motivo. Non ci ho capito più niente. Ha gli occhi verdi nonna, proprio come piacevano a te. Ha due fossette adorabili che gli si formano ogni qual volta sorride. È messicano. Pieno di vita. È capace di accendere i sorrisi anche senza sforzarsi di farlo. È sempre al mio fianco. È il mio migliore amico, nonna. Ed ha una ragazza bellissima, nonna. Ed io piango la notte, nonna. Ed io mi sento il peso sulle spalle, nonna. Ha 5 anni in più di me ed è il mio collega di lavoro. Si chiama Jorge Güerena Blanco. Ha un sorriso che gli illumina il volto, gli occhi vivi e accesi, le labbra così belle ed invitanti che potrebbero farmi sanguinare il cuore. È il primo ragazzo che desidero anche fisicamente. E mi dispiace nonna, non volevo fare del male a Peter, ma l'ho lasciato. Mi ha chiesto di sposarlo ed io l'ho lasciato. Ho solo 18 anni, ma una vita per sbagliare. L'altro giorno camminavo per strada, una fan mi ha fermato. Non era solo una 'Violetteros' era una Jortini. Si, gli Jortini, siamo io e lui, insieme. Ha cominciato a mostrarmi svariate foto ed il mio cuore ha smesso di battere. Non so più che mi prende. Sono scappata, letteralmente. L'ho guardata e sono scappata. Sono corsa fino a casa, ed in tutte le coppie felici per strada c' ho rivisto Lui, e lei.. Si amano, nonna. Chi sono io per farli un torto? Chi sono io per mettermi in mezzo? Chi sono io? Non mi accusava ingiustamente Peter quando mi lasciava perché pensava che io mi fossi innamorata di Jorge, ma si sbagliava quando pensava che tra noi ci fosse stato qualcosa. Solo sguardi. Niente baci, niente tocchi, non conosco il suo sapore, nonna. E vorrei conoscerlo da sempre. Stephie dice che sa di tabacco e menta, e forse ha ragione. Sa di mare. Cioè, quando sento il suo profumo mi viene in mente il mare. Non quello d'Estate, sotto il sole, quando hai caldo, sudi e sei circondato da estranei, no. Il mare d'inverno, quasi malinconico. Il mare 'romantico', quello sotto le stelle, con una coperta e la luna che punta verso l'acqua rispecchiandosi in quel blu-azzurro. Quello isolato, quando puoi farci l'amore senza la paura di essere beccato. Quello triste, quando pensi alle cose brutte del passato. Quello in cui ti innamori. Mi piace l'Estate, nonna. Ma l'Inverno, l'Inverno è tutta un'altra storia. D'inverno fa freddo, d'inverno si ha il naso rosso e arricciato, si hanno le labbra viola ed i cappellini e le sciarpe di lana. Essere amati d'Inverno sarebbe meraviglioso, credo. D'inverno Jorge dovrebbe stringermi e riscaldarmi, magari con un bacio, magari facendo l'amore con me. E se accettasse il mio naso rosso e arricciato, le mie labbra viola e gelide ed i miei cappellini con le sciarpe di lana sarebbe tutto diverso. Innamorarsi di una ragazza d'Estate è più facile. Gambe scoperte per il caldo, abbronzature e trucco. No, dovrebbe amarmi d'Inverno, nonna per farmi felice. Sono stanca che la gente giudichi il mio corpo. Voglio che giudichino i miei sorrisi ed i miei occhi che parlano più di quanto io abbia mai fatto nella mia vita. 'Abbi cura di te, piccola mia.' Mi hai supplicata prima di spegnerti. No nonna, Scusami se non ho mantenuto la mia promessa. Scusami se ora piango, ma mi manchi. Mi manchi tutta. Mi manca guardare con te la pioggia che scende dal cielo, mi manca vederti dondolare sulla tua sedia, mi manca vederti nella mia camera pronta ad ascoltarmi. Non ce la faccio più, sto piangendo ora. Sto piangendo senza controllo, mi manchi nonna, Jorge non mi ama nonna, Jorge ama un'altra. Non c'è nessuno che si prende cura di me, perché io non lo permetto più. Sono strana, rifilo sorrisi falsi. Sono tutte sceneggiate. Stavolta sono a pezzi. Stavolta ho capito che lo amo. Mi stringe, nonna, lo fa in modo protettivo e fraterno, ma mi stringe forte. Mancano pochi giorni alla fine della tournée poi non lo rivedrò mai più. Non rivedrò mai più né lui, né i Violettos. Piango di più la notte, adesso. Non c'è più solo Jorge a farmi piangere. Adesso ci sei tu, nonna e ci sono loro. Insegnami ad andare avanti, per favore. Insegnami la vita, insegnami a non distruggere tutto. Insegnami a correre da Jorge senza più timore per baciarlo come se il domani non esistesse. Ho realizzato il mio sogno, ora sono Tini, la 'famosa' Tini. Ma ho perso te. E perderò tutti. Aiutami. Aiutami a non affogare nel mare che sono i miei pensieri, i miei ricordi. Il mio vissuto è tremendo. Non so niente della vita ora che ci penso bene, quindi come faccio a raccontarmi per davvero? L'unica cosa che so è che ti voglio bene dal profondo dell'anima. E che Jorge lo amo. Non come una fan. Non come una scellerata. Come una pazza. Dicono che i pazzi sono davvero innamorati. Quindi ciao, nò. Scusami se non sono pronta alla vita, Scusami se non so né raccontarla, né viverla. Sono sola. Non so vivere. Non ho un' insegnante come te. Perdonami nonna, se sono la tua allieva peggiore. Ma ti amo e questa è l'unica certezza che ho nella vita, oltre i miei sentimenti per lui." Rilessi quella lettera altre cento o forse mille volte, quando la porta del mio camerino si spalancò non osai fiatare. Martina tremava e singhiozzava. << L'hai letta? >> domandò titubante cercando di nascondere un velo di paura e facendo risaltare la sua rabbia o freddezza. << Si. L'ho letta. >> annuii lanciandoci ancora un'occhiata. << Dammela. Ora Jorge. >> scossi il capo. << Sei una bugiarda, Martina. >> << Si è vero. Ora dammi la lettera. >> << No, no Tinita, adesso parlo io. >> indicai la lettera con furore e la guardai incenerendola con lo sguardo. << Questa, questa è tutta merda. >> << Dammela ti ho detto. >> << Se mi avessi amato veramente Martina saresti corsa da me nel preciso istante in cui te ne sei resa conto. >> tenne lo sguardo fermo sulle sue converse e solo allora mi accorsi che si era cambiata. << Sei una ragazzina, come tante d'altronde. Ti sei innamorata di me? Dei miei occhi e del mio sorriso, no? >> << ..e delle tue labbra, delle tue mani, del tuo profumo, del tuo sapore che non ho mai assaporato. Dei tuoi sbalzi d'umore di merda, Jorge. Dei tuoi continui litigi con Stephie, delle tue incazzature, delle tue mani, della tua pelle. Di tutto, cazzo. Io mi sono innamorata di tutto. >> scandì bene le ultime parole e sorrise. << Ti piace, eh? Adori vedermi soffrire. Adori vedermi debole, mi volete così tutti. >> << Sei proprio fuori strada. >> << Dammi quel cazzo di foglio, Jorge. Oggi è l'ultimo giorno in cui ci vediamo. Sei libero di tornare da lei. >> non mi mossi di un millimetro, mentre i suoi occhi irati agguantarono il pezzo di carta che stringevo. Fece un passo. Poi due, o forse tre. Era così vicina. E sapeva di casa, di famiglia, di vita. Tentò invano di strapparmi la lettera dalle mani ma essendo più alto la sollevai in modo che non arrivasse a prenderla. << Cosa vuoi da me, Jorge? Sai tutto. Sono libera, no? >> << No, ora sei la mia prigioniera. >> non ebbe nemmeno il tempo di rimanere confusa. Le mie labbra si posarono con furia e violenza sulle sue. Era il nostro primo bacio, e in un certo senso riuscì a risultare persino dolce. Era ruvido, intenso, inimitabile. Lasciai cadere la lettera e con una spinta le feci attorcigliare le gambe intorno alla vita. La carezzai piano, insicuro. << Adesso te la insegno io la vita, piccola. >> avvertii la sua pelle rabbrividire a quelle parole e senza pietà buttai via la sua maglietta agguantando un suo capezzolo con i denti. Mugugnò, mugugnò felice e tremò. Piccola ed innocente. Dedicai all'altro le stesse attenzioni per poi risalire a baciarla. Non passò molto tempo. Ci ritrovammo però entrambi nudi. Sul pavimento. E stavamo per fare l'amore. Stavamo per vivere. Entrai in lei con un colpo secco ed un urlo di dolore abbandonò le sue labbra perfette, mentre le sue unghie quasi perforarono la mia schiena conficcandocisi dentro. La sentii così calma ed agitata. Così stretta. 'Stretta', sgranai gli occhi e lei mi fece segno di stare zitto continuando a piangere. Ma poi sorrise ed io feci lo stesso. Ritornai sulle sue labbra e continuammo a vivere. << Stoessel? >> boccheggiai verso il punto di non ritorno. << Mh? >> rispose solo spingendo la testa verso dietro ed irrigidendo le gambe. << Mi sono innamorato di te quando ti ho vista entrare sul set. Ed era inverno. >>
   
 
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