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Autore: Undead    29/03/2016    2 recensioni
Storia partecipante al Torneo tre maghi, contest indetto nel forum.
Questa è una storia scritta a otto mani, da tre ragazze e un ragazzo (io).
Narra la storia di Valerie che è un mistero per voi quanto per noi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Primo capitolo: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3410263&i=1  di elanae
Secondo capitolo: www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3414955&i=1  di Barbara Baumgarten
Terzo capitolo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3416380 di Ausel



 
Un tocco viola nel verde
 
 
Valerie aveva colto quelle parole e non poteva credere alle proprie orecchie, pensava che il sonno appena abbandonato bruscamente le annebbiasse la mente facendole brutti scherzi.
«Ehm Cho, ho capito male o Etienne ha messo il suo nome nel Calice?»
«Proprio così Valerie, lo ha fatto poco prima che salissi per chiamarti e già è sulla bocca di tutti»
L’espressione della giovane Corvonero passò dall’incredulo, allo spaventato, all’arrabbiato nel giro di un millisecondo. Nelle testa le frullavano mille pensieri, le era anche passata la fame ma non poteva farsi vedere turbata per quella notizia. Raccolse la forchetta da terra e si riempì il piatto, conversò con le sue compagne cercando di mettere da parte Etienne, almeno fino a quando non si sarebbe trovata sola, al buio, nel suo letto.
 
Tornata in sala comune Valerie decise che il modo migliore per tenere la mente occupata era dedicarsi allo studio, prese un vecchio libro di pozioni della biblioteca e sfogliandone le pagine si accorse che ne mancava una, l’irritazione per il fatto che qualcuno aveva deturpato un libro fece presto posto ad una strana sensazione, quelle pagine le ricordavano qualcosa di familiare.
 
L’anno precedente Etienne le aveva chiesto di distillare per lui una pozione, le aveva semplicemente consegnato una vecchia pagina strappata e lei senza farsi domande lo aveva accontentato. Dopo quel giorno si era chiesta spesso a cosa servisse ma non glielo aveva mai chiesto, con il tempo la curiosità era scemata anche perché aveva ben altro a cui pensare.
Dopo che Valerie gli aveva fatto questo favore lui per un po’ di tempo sembrò essersi dimenticato degli esperimenti che, ormai, erano soliti fare insieme. A lei mancava la sua presenza ma sapeva che era impegnato con lo studio, almeno così le diceva durante i pomeriggi passati sulla riva del lago o a fare ricerche in biblioteca, diceva che gli dispiaceva non riuscire a passare tanto tempo insieme e lei, da giovane infatuata, gli aveva creduto. Poi un giorno di Primavera Etienne chiese nuovamente a Valerie di preparare la pozione che, a detta sua, la volta precedente era venuta perfetta. Lei era lusingata da suoi complimenti e quando si accorse che lui cercava sempre di raggiungerla mentre la preparava era felice e sicura che la loro complicità non era stata guastata da quel periodo di lontananza.
Per poter completare la misteriosa pozione ci voleva circa un mese ed Etienne si dimostrava sempre più impaziente, un giorno aveva insistito perché Valerie accelerasse i tempi, come se lei potesse interferire con lo scorrere del tempo, fino a farla piangere. Lei non piangeva quasi mai era una delle cose che aveva imparato a non fare quando era piccola e tutti continuavano a prenderla in giro, la nonna le aveva detto che non doveva mostrarsi triste così i “bulli” si sarebbero stancati e l’avrebbero lasciata in pace. Etienne rimase spiazzato, vederla piangere gli aveva fatto stringere lo stomaco, per quanto odiasse ammetterlo lui ci teneva a Val e non voleva farle del male, si scusò con lei e l’abbracciò, la tenne stretta per un tempo che sembrò infinito e lei si calmò, rassicurata dalle braccia forti e accoglienti di lui.
Quella sera, dopo cena, Etienne la raggiunge fuori dalla Sala Grande e le chiese di seguirlo, aveva una sorpresa per lei. Voleva mostrargli un posto che sarebbe stato solo loro.
Salirono al settimo piano, Etienne cammino per tre volte avanti e indietro di fronte all’arazzo di “Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll”, quando si fermò apparve una porta e Valerie rimase senza parole, guardò il Serpeverde che la ricambiò dicendole «Val, in questa stanza troveremo qualsiasi cosa desideriamo. Ho pensato che ti andasse di passare un po’ di tempo con me, da soli e senza essere disturbati» le sorrise e un lampo di luce gli illuminò quei bellissimi occhi grigi «Prego, entra».
Varcata la soglia la Corvonero si ritrovò in una stanza piena di libri, una postazione perfetta per poter inventare pozioni e… giù in fondo una tendina che sembrava fungere da separé. Il giovane le prese la mano e si incamminò proprio verso il fondo, scostò la tendina dietro la quale si trovava un letto che sembrava proprio comodo.
Etienne si sedette e invitò Valerie a fare lo stesso, la ragazza un po’ in imbarazzo accettò l’invito e pochi istanti dopo il giovane le posò un delicato bacio sulle labbra lasciandola senza fiato.
 
La stanza divenne il loro “nido d’amore”, ci passavano quasi tutti i pomeriggi tra studio, pozioni e dimostrazioni d’affetto.
I loro incontri diventavano sempre più intimi, fino ad arrivare alla scontata conclusione che entrambi aspettavano da quando avevano sfiorato, per la prima volta, quel letto segreto.
Passarono una nottata bellissima, rimasero fuori dai loro dormitori perché dopo aver fatto l’amore si addormentarono l’una tra le braccia dell’altro.
La mattina al risveglio Valerie non trovava più il suo reggiseno, ed Etienne insisteva dicendo che quando l’ha spogliata non lo aveva, era così convincente che lei ci credette e, dopo aver salutato il suo “ragazzo” con un bacio ed essersi rivestita, corse nel suo dormitorio per sistemarsi prima di andare a lezione, sperando che nessuno l'avesse notata.
Nel frattempo Etienne, più calmo e felice che mai, tornò nei sotterranei. Entrò nel suo dormitorio e da sotto il mantello estrasse il reggiseno viola di Val, dopo averlo ammirato, soddisfatto della sua conquista, disfò il letto e con grande cura sistemò l’indumento fra le lenzuola, assicurandosi che non fosse né troppo in vista né troppo nascosto. Voleva essere sicuro che i suoi compagni di stanza notassero il pizzo viola fra le verdi coperte.
Nei giorni successivi Valerie si sentiva sempre più osservata, la gente quando passava smetteva improvvisamente di parlare e appena lei dava loro le spalle un brusio o una risatina la seguiva, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, le cose non miglioravano quando era con Etienne, anzi sembrava anche peggio ma lui pareva non farci caso, anzi sembrava divertito.
La mattina prima della partita di Quidditch Corvonero contro Serpeverde, un gruppetto di suoi compagni Corvonero le si avvicinarono e le chiesero «Tiferai per noi o per quell’imbroglione del tuo ragazzo?» Valerie rimase immobile, sconvolta da quelle parole… loro come facevano a sapere cosa c’era tra lei e il “nuovo” cercatore dei Serpeverde? Cercò di riprendersi e darsi un contegno, rispose «Ovviamente farò il tifo per la mia Casa, come sempre» e stizzita si diresse verso il campo.
La partita la vinsero i Verdeargento che così avevano una nuova speranza per vincere il campionato.
Passarono i mesi e le voci di corridoio scemarono, ormai non era più una novità il rapporto tra la pozionista Corvonero e l’aitante Serpeverde. Sembrava che le cose tra i due andassero bene fino a che Etienne non perse la testa.
Era la sera prima dell’ultima partita di Quidditch, i due giovani erano nella stanza delle necessità e si stavano preparando per gli esami di fine anno, ad un certo punto un rombo esplose nel cielo e diede il via al temporale più potente al quale Valerie aveva assistito. Le tornò alla mente il ricordò di sua nonna sul letto di morte, una tristezza la investì e il terrore la fece correre tra le braccia di Etienne, il quale stava ammirando la boccetta con la “sua” misteriosa pozione verdastra e non si aspettava un gesto tanto brusco e fulmineo.
Accadde tutto in una frazione di secondo, il vetro si infranse e il liquido si sparse sul pavimento; il Serpeverde spinse via bruscamente la terrorizzata Corvonero e in preda al panico provò a salvare almeno qualche goccia della pozione, i suoi tentavi però furono vani e una collera incontrollabile lo assalì. Urlo contro Valerie, rintanata in un angolino tremante. Cercava di dirgli che gli dispiaceva, che gliene avrebbe preparate dell’altra, che non lo aveva fatto apposta. Aveva paura, il frastuono le faceva scoppiare la testa, le lacrime iniziarono a solcarle il volto e quando Etienne si voltò e si diresse verso la porta, lasciandola sola non poté fare altro che gridare.
Era la seconda volta che piangeva per lui.
Rimase rannicchiata sul pavimento per tutta la notte, fortunatamente il temporale era stato passeggero, ma lei non se l’era sentita di andare nei suoi dormitori. Non voleva dare spiegazioni per la sua faccia, che doveva essere sicuramente sconvolta. Non si aspettava un gesto del genere da Etienne, cosa poteva essere quella pozione per essere più importante di lei?
 
Valerie ancora non era riuscita a darsi una risposta, ora però voleva sapere, non era giusto pensare che fosse colpa sua se Etienne ormai non le parlava più.
Corse per i corridoio del castello, mancava poco al coprifuoco, si recò in biblioteca e trovò un’altra copia di quel vecchio libro che teneva in mano, lo sfogliò fino ad arrivare alla pagina che le interessava, fortunatamente era intatta, si immerse nella lettura e scoprì che la pozione tanto preziosa per Etienne serviva ad avere una vista d’aquila e permetteva di calcolare all’istante le traiettorie degli oggetti, ovviamente era vietata nelle competizioni.
Tutto adesso le era chiaro, Etienne era così bravo a Quidditch grazie a quella pozione, aveva barato, aveva ingannato tutti e ovviamente anche lei.
Adesso era sicura che lui non avesse mai provato niente e che l’avesse solo usata per i suoi piani meschini.
Non era solo un codardo perché non l’aveva mai affrontata dopo quella sera ma era anche un imbroglione. Voleva, doveva assolutamente chiarire la situazione, non poteva continuare a fargli credere di potersi prendere gioco di lei.
Valerie aveva già un piano, doveva aspettare per vedere se avrebbe potuto metterlo in pratica o se avrebbe dovuto ricorrere ad un altro modo.
 
*
 
L’inizio del torneo Tremaghi è alle porte, il calice sta per fare la sua scelta.
Silente è al centro della stanza, le fiamme blu del calice divengono rosse e sparano fuori il primo campione, è Fleur Delacour per la scuola di Beauxbatons; pochi istanti e nuovamente le fiamme tornano rosse e un altro campione viene selezionato, è la volta di Victor Krum per Dumstrang. Manca soltanto il campione di Hogwarts, tutta la scuola ha il fiato sospeso le fiamme azzurre sembrano durare un’eternità, dopo attimi che sembrano secoli, ecco per la terza volta le fiamme rosse e un terzo foglietto uscire dal calice. Silente prende in mano la pergamena bruciacchiata e con voce solenne dichiara «Il campione di Hogwarts è…»
 
 


Note dell’autore: Come prompt personale avevo “reggiseno viola fra le coperte in un dormitorio maschile”
Ora passo il gomitolo nuovamente nelle mani di elanae e attenderò di vedere come lei e le altre due ragazze continueranno lo sviluppo della storia.
Ci rivedremo al capitolo finale.

 
   
 
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