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Autore: Tezca    30/03/2016    1 recensioni
Un re caduto, tredici guerrieri, sette principesse: la leggenda del Xblade viene finalmente svelata. Sora e i suoi amici dovranno affrontare il potere di Dark Heart e dei suoi cavalieri. Come andrà a finire?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Un uomo in armatura osservava impassibile lo scontro che si svolgeva a qualche chilometro da lui. C'era un gran polverone e i combattenti volteggiavano sul campo di battaglia con grazia ed eleganza ma soprattutto ad una velocità impressionante, nessun essere umano avrebbe potuto cogliere le pieghe che stava assumendo questo scontro anche se lo avesse osservato a pochi centimetri di distanza, ma l'uomo in armatura lo seguiva benissimo. Seppur a grande distanza riusciva a cogliere ogni minima sfumatura della battaglia, e come poteva non farlo? Era stato addestrato fin da quando aveva cominciato a camminare alla nobile arte della scherma. Per lui quelle persone non andavano a velocità supersonica, no, tutt'altro loro erano lenti e impacciati a suo giudizio. Si stava annoiando, quanta incapacità su quel campo di battaglia, eppure a sentire quel vecchio questa guerra avrebbe cambiato il mondo. Scoppiò a ridere, nessuno lo poteva sentire tanto, il pensiero che il destino del mondo era nelle mani di tali incapaci lo faceva sbellicare ma gli metteva a dosso anche una profonda rabbia.
"Come aveva potuto?" pensò " come? lasciare a quel vecchio incapace di fare a modo suo. Bisognava eliminarlo, in fondo era solo un vile traditore, ma no, l'ha lasciato fare...quell'uomo a volte mi lascia perplesso".
Intanto lo scontro aveva dato vita ad un arma: il Xblade. La luce che si propagava da quel luogo arrivò fino a lui, ma il guerriero non fece cenno di muoversi. Intanto il combattimento si era fatto più convulso, vedeva la disperazione in alcuni e la soddisfazione in altri. 
"Patetici" pensò e cominciò ad avanzare verso il campo di battaglia.
Oramai il combattimento era agli sgoccioli, lui riusciva a sentirlo, anni di innumerevoli battaglie gli avevano conferito il dono di percepire quando uno scontro stava per giungere al termine. Quando era ormai a pochi passi di distanza il polverone aveva cominciato a dileguarsi e la contesa aveva rivelato i suoi vincitori: i così detti guardiani della luce. Doveva muoversi! Doveva recuperare il x blade prima che quel branco di mocciosi lo prendesse. Non gli andava di combattere, sapeva che li avrebbe eliminati facilmente e non c'era alcun divertimento in questo. Giunto ormai sul campo di battaglia evocò il suo keyblade e disse:
 “Stop”.
 Il tempo si bloccò e i combattenti si fermarono. Rallentò e cominciò ad avanzare tra i guerrieri, li osservò uno per uno, e anche se era più vicino, il suo giudizio non mutò, erano degli incapaci. Si fermò di fronte ad un uomo steso a terra, lo guardò con disprezzo e ripeté a se stesso la parola traditore poi si diresse verso il x blade. Era lì a terra, lo afferrò, provò qualche affondo fendendo l'aria, poi disse:
"Stupido giocattolo" e svanì in un portale oscuro.
 *******
 

 

Un corridoio si aprì nel bel mezzo dell'oscurità. Rimase aperto giusto il tempo per permettere all'uomo di venire fuori per poi sparire nel nulla. 
Avanzò lungo il sentiero nel mezzo del buio osservato da tante lucine gialle. Così sembravano i tanti occhi di shadow che lo scrutavano dall'ombra. L'utilizzatore del keyblade si fermò all'improvviso ed evocò la sua arma. Alzò il braccio all'altezza della spalla e dalla punta della sua chiave uscì una sottile striscia che perforò le tenebre per poi bloccarsi, come se ci fosse un muro. Un tonfo sordo e poi dal nulla si spalancò un enorme portone. L'uomo lo varcò e le ante si richiusero dietro di lui.
Un castello si parava di fronte alla sua vista. Tredici  torri altissime circondavano quella centrale che si stagliava imperiosa. Ogni torre recava un effigie ma l'oscurità ne precludeva la vista. Si affrettò ad entrare nella struttura centrale. La sua torre era la numero 5 in senso orario, quella con un drago stilizzato raffigurato sullo stemma, simbolo del potere. Doveva, però, fare rapporto e consegnare il x blade, quindi si diresse verso l'edificio nel mezzo. Dopo un breve corridoio, raggiunse una stanza circolare con tredici troni tutti alla stessa altezza e tutti recanti i simboli che si intravedevano sulle torri. Si sedette su quello che gli apparteneva e rivolse lo sguardo verso un punto oscuro del cerchio. Lì era situato il quattordicesimo trono avvolto nel buio più nero. L'uomo in armatura si tolse l'elmo, la faccia avvolta nella penombra della sala non lasciava scorgere particolari, ed iniziò a parlare:
"Mio signore ho recuperato il x Blade come avevi chiesto"
"Eccellente lavoro" una voce gli rispose dall'oscurità.
" Posso porvi una domanda?"
"Certamente....ma prima..." 
Improvvisamente la sala si riempì di undici cavalieri, tutti nella loro possente armatura. Quando tutti furono al loro posto la voce continuò:
"Ora che siamo tutti puoi formulare il tuo dubbio"
"Bene mio signore. Mi chiedevo perchè nella sua grandezza ha permesso a un vecchio di tradirci. Ma soprattutto di creare questo scempio che dovremmo chiamare xblade"
"Come osi!!" la voce tuonò in tutta la sala. Proveniva dal numero uno, il fedele guerriero del supremo, colui che impersona il dominio. Il suo simbolo era il leone ed era sempre lui a riferire gli ordini. 
"No, era mia intenzione spiegarvi i motivi della mia accondiscendenza nei confronti del numero tredici" 
Il brusio che si era alzato dopo la domanda divenne silenzio surreale.
"Miei adorati figli, fedeli a me fino alla morte, grazie per aver eseguito i miei ordini anche se divorati dal dubbio. Ora la vostra fedeltà verrà ripagata con la verità. Il tradimento di colui che impersona la curiosità, la scimmia, ha spianato la strada ai nostri futuri piani. Ora sappiamo chi dovremmo affrontare per raggiungere il nostro scopo e conosciamo il loro potere. Sappiamo dove colpirli, sappiamo dove sono più deboli. Il cuore è la loro più grande forza ma anche la loro più grande debolezza. Quando attueremo il nostro piano saranno impotenti e inermi."
"Mio signore- fece il numero 5- "dopo la sconfitta di Xehanort ci serve un tredicesimo membro, qualcuno con le caratteristiche adatte, e solo Xehanort le possedeva, lui era il tredicesimo frammento di oscurità"
"Corretto, ma i vari piani del nostro ex membro nel suddividere il suo frammento in tredici pezzi hanno portato alla creazione di un altro detentore. Il ragazzo a cui l'heartless del traditore si è unito possiede il frammento che ci serve"
"Cosa? Come è possibile?" la rivelazione aveva posto in tutti tale quesito.
"Il traditore non ha mai abbandonato il corpo del ragazzo, o almeno il suo heartless. Nel profondo di quel cuore, che all'apparenza domina le tenebre, c'è il frammento che noi bramiamo. Sarà sufficiente risvegliarlo."
"Ma, mio signore, anche un altro ragazzo è stato posseduto da Xehanort e la sua oscurità è molto più grande"
"è vero figlio mio,ma la sua oscurità è legata al potere, molto simile al tuo frammento. Il ragazzo di quell'isola invece....è simile a Xehanort...lui è curioso...lui ha ottenuto il frammento del figlio perduto. Lui sarà il nostro nuovo membro, il mio nuovo figlio. Inoltre su quell'isola risiede anche una delle sette luci, una delle principesse. Prenderemo anche la ragazza e grazie a lei alimenteremo il frammento che risiede nel cuore del ragazzo."- si voltò verso il numero dieci, il detentore del frammento della paura- “va, figlio mio, prendi entrambi e torna vittorioso"
"E in quanto al terzo ragazzo?"
"Non mi risulta ci sia un terzo ragazzo..."
Nella penombra, prima che indossasse l'elmo sul volto del numero dieci, lo spettro, si poteva scorgere un sorrisetto compiaciuto.
"Si mio signore" e scomparve nell'ombra.
"Bene figli miei ritiratevi nelle vostre stanze, presto avrò nuovi ordini per voi"
"Sì" fecero in coro gli undici rimasti prima di scomparire uno ad uno.
Rimase solo il numero uno. Si alzò e prese in mano il x blade. Poi disse:"Credi davvero che il ragazzo abbia tale potere?"
"Certamente, basta solo la giusta leva"
"Mh, spero sia in grado di reggere sennò..." 
Il xblade tra le sue mani, con una piccola pressione, andò in mille frammenti.
********


Allievo e maestro avanzavano fianco a fianco. Attraversarono la prima rampa di scale e di fronte a loro si parò il primo livello della prigione sotterranea. Una grande stanza circolare con varie celle poste l'una di fianco all'altra. Le sbarre erano impregnate di una potente magia che impediva l'utilizzo di qualsiasi arma o incantesimo. L'arrivo dei due ospiti destò interesse nei carcerati. Un brusio si levò nella sala e non si placò nemmeno quando i due se ne erano andati.
Presa la seconda rampa l'allievo, prendendo a due mani tutto il suo coraggio, si decise a porre la fatidica domanda.
"Maestro Yen Sid, dobbiamo proprio incontrarlo? Crede che ci dirà quello per cui siamo venuti?"
Il vecchio mago si lisciò la barba come al suo solito, crucciò lo sguardo per un momento e infine iniziò a parlare.
"Caro Topolino, la scomparsa del Xblade dalla battaglia ha lasciato enormi quesiti sia a me che a te. Non è una questione che dobbiamo sottovalutare. Un nuovo pericolo incombe sui mondi. E solo Xehanort può garantirci delle risposte. Non sono sicuro che acconsentirà a parlare, non sono sicuro che potremo fidarci di lui, ma rimane la nostra unica fonte di conoscenza."
"Sì, maestro." Topolino era comunque perplesso. Xehanort avrebbe tentato di sviarli? Era un altro dei suoi piani? I suoi dubbi erano tanti e voleva delle risposte.
"Maestro Yen Sid mi...." una mano dello stregone si alzò come a zittirlo, il re si voltò e lo vide. Seduto in un angolo della sua cella. La solita posizione rilassata, lo sguardo enigmatico, il sorriso beffardo, Xehanort era di fronte a loro.
"Ma che sorpresa! Il mio caro amico Yen Sid e, quale onore, il re del castello Disney in persona" abbassò la testa in un gesto che era più di scherno che di riverenza.
"Xehanort!" disse a denti stretti il re. La rabbia ribolliva nel corpo del topo.
Yen Sid lanciò un occhiata a Topolino e cominciò a parlare con Xehanort.
"Xehanort, come tu sai il xblade è scomparso...e a quanto vedo non sembri affatto sorpreso. Quindi dimmi, Xehanort, cosa ne è stato di quell'arma? Chi vuole una nuova guerra dei keyblade?"
Xehanort sorrise beffardo poi iniziò a parlare.
"Un povero vecchio non può godersi i suoi ultimi giorni nella sua comoda residenza, scelta dai suoi più cari amici?"
Topolino si trattenne dal fare gesti inconsulti, sapeva bene cosa voleva dire l'occhiata del suo maestro, non voleva rischiare di compromettere tutto. Yen Sid replicò pacato.
"Xehanort, la residenza l'hai scelta tu, perseguendo un obbiettivo hai messo in gioco troppe vite, ci hai portato tu a questo. Ma ora puoi redimere le tue colpe...puoi vivere i tuoi ultimi anni nella tranquillità e magari in libertà..."
" Posso redimermi? Mh mi stai lusingando amico mio, sono quasi commosso. Ho messo in gioco le vite che era giusto mettere in gioco per la conoscenza. Il sapere richiede dei sacrifici amico mio. Entrambi abbiamo buttato i nostri anni migliori a studiare come la luce fosse caduta e poi tornata. Per anni abbiamo ucciso e combattuto in nome di essa. Lo facevamo senza se e senza ma. Senza sapere se gli uomini erano degni di possederla ancora. La mia era la Prova. Mi rammarico che voi stolti non siate riusciti a comprendere la grandezza dei miei progetti."
"Xehanort, i tuoi fallimenti non ti hanno insegnato nulla, dunque? Non hai visto come gli eroi che ti hanno sconfitto hanno lottato con tutte le loro forze per difendere quella luce che tu volevi di nuovo spegnere? Perché ti ostini nella tua cecità? Possibile che l'oscurità ti abbia intaccato così nel profondo amico mio!"
Topolino guardç il suo maestro commosso mentre pronunciava quelle parole. In fondo al cuore dello stregone era rimasto l'enorme affetto che provava per il suo vecchio amico. Ma Xehanort non sembrava affatto toccato.
" Voi due e i vostri soliti discorsi sentimentali. Mi date il voltastomaco! Comunque sia non voglio perdere tempo con voi e con le tue stupidaggini, ho molte cose da fare..."
"Quindi non intendi aiutarci?"
"E perché dovrei?"
Lo stregone si voltò e disse:
"Andiamo Topolino, quell'uomo non ha più nulla da dirci"
A grandi passi prese le scale e sparì dietro l'arcata. Topolino rimase lì, si voltò e andò verso l'odiato vecchio. Si avvicinò così tanto che se non fosse per le sbarre gli sarebbe saltato a dosso.
"Che c'è sua maestà? Vuole farmi l'onore della sua seccante presenza per un altro po' di tempo?"
Topolino represse tutta la sua rabbia e cominciò a parlare.
"Xehanort le tue azioni hanno fatto soffrire troppe persone e nessuno di loro lo ha dimenticato. Ma sotto le tue oscure macchinazioni hai permesso a dei ragazzi di stringere forti legami, di aprire i loro cuori, di renderli più forti. hai permesso a me di conoscere persone meravigliose. Mi rammarico che la tua sete di conoscenza ti abbia impedito di fare ciò che era giusto fare in passato. Ora qualcun altro vuole fare lo stesso, vuole compiere quello che tu hai lasciato in sospeso, oppure vuole altro! Ma te il grande Xehanort sei proprio sicuro che ti basta osservare gli eventi? Ti basta guardare come gli altri vincono dove te hai fallito? Sei caduto in basso Xehanort..."
Fece per andarsene quando una voce lo raggiunge.
"Mpfh...spendi delle belle parole in mio onore piccolo re. Sei più astuto di quello che immaginavo. E sì hai capito che l'orgoglio è il tasto debole di molti uomini. Peccato che non sia il mio...Ma sono disposto a darti qualche dritta, in fondo mi sento quasi lusingato eh eh..."
Si alzò e si avvicinò alle sbarre.
"Ascoltami bene: un'entità oscura vuole ottenere il potere, io ero parte di quel progetto prima che li tradissi, Kingdom Hearts è in pericolo. Il potere antico è forte ma non invincibile...i tuoi cari compagni sono nelle sue mire..."
"Cosa?" Topolino sgranò gli occhi incredulo "de-devo andare"
Corse via per raggiungere il suo maestro e rivelargli le nuove scoperte.
Xehanort tornò seduto, rise beffardo e pensò tra sé:
" Be quel topo ha proprio ragione, non permetterei mai a lui di riuscire dove io ho fallito! Mai!"
 
 

   
 
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