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Autore: Em_    30/03/2016    7 recensioni
«Perché è capitato ad Oliver? Che cosa aveva fatto di male? Non è giusto!»
«È stato uno stupido incidente, capitato alla persona sbagliata. Mi dispiace tanto, tesoro.» continuò Cait accarezzandole i capelli.
«Io lo amavo da morire…» rispose singhiozzando la bionda.
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Cosa succederebbe se Oliver fosse naufragato nelle fredde acque della Russia?
Come reagirebbe Felicity alla notizia di aver perso per sempre suo marito?
Oliver tornerà, pieno di segreti e di dubbi, ma cosa accadrebbe se il segreto più grande se lo portasse dentro Felicity?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Chapter fifteen - A nightmare 





Felicity
Era tutto così surreale. Mi sembrava impossibile essere in una situazione del genere. Io non ci credevo, non potevo! Queste cose accadevano nei film, non nella vita reale. I bambini non scomparivano nel nulla da un momento all’altro, era troppo strano. Stavo vivendo un incubo, un vero e proprio incubo. Avevo chiamato Oliver più volte e quando finalmente mi aveva risposto ero crollata, stavo piangendo da allora nell’attesa che lui arrivasse. Era l’unica persona sulla faccia della terra che capiva come mi sentissi in questo momento ed io avevo bisogno di lui. Mentre aspettavo che Oliver arrivasse da Starling City avevo telefonato a Caitlin, Barry e Sara, non ce la facevo a stare da sola ed avevo bisogno dei miei migliori amici. Ormai era da più di un’ora che cercavano in tutti i modi di farmi smettere di piangere, ma non c’era verso. Avevano chiamato loro la polizia al posto mio perché io ero completamente andata, non mi rendevo nemmeno conto di dove fossi, riuscivo solamente a pensare al peggio. Da quel che avevo sentito il detective della polizia di Central City, Joe West, aveva subito contattato l’FBI visto che di norma si occupavano loro delle sparizioni legate ai minori. Il pensiero di tutti quegli agenti in giro per casa mia mi faceva rivoltare lo stomaco, ma cercavo di non darlo a vedere e mi limitavo a starmene seduta sul divano a singhiozzare. Non era da me comportarmi così, per niente, però qualche assurdo blocco m’impediva di fare qualunque cosa. Sara e Barry stavano ancora parlando con la polizia, il mio amico conosceva bene il detective West ed ero sicura che si sarebbe fatto passare tutte le informazioni necessarie. Caitlin, invece, mi stava preparando una cioccolata calda, o almeno così credevo visto l’odore di cioccolato in tutta la cucina e il salotto.
«Felicity, tieni.» mi raggiunse la mora qualche secondo dopo «Ci ho messo anche la panna.»
«Grazie, Cait.» le sorrisi tirando su col naso.
«Asciugati il viso. Vedrai che staranno bene.»
«Vorrei solo che Oliver fosse qui.» dissi io prendendo un sorso di cioccolata.
«Sta arrivando, ormai mancheranno pochi minuti.» affermò la mia amica abbracciandomi.
Avrei voluto ringraziare i miei amici come si deve, ma ora come ora non riuscivo nemmeno a formulare una frase di senso compiuto, figuriamoci a fare qualcos’altro. Vidi due poliziotti spostarsi dall’entrata di casa mia per lasciar spazio a qualcuno… Oliver. Era qui, era arrivato. Mi alzai di corsa dal divano e mi buttai letteralmente tra le sue braccia scoppiando nuovamente in lacrime. Lui mi strinse forte sussurrandomi di non piangere ed io non potei fare altro che abbracciarlo ancora più forte.
«Felicity, ehi, guardami.» mi disse costringendolo a guardarlo negli occhi «Sono qui.»
«Oliver… I-I miei bambini…» balbettai ancora scossa dalle lacrime.
«Ascoltami, li troveremo, te lo prometto. Ma tu devi calmarti adesso, okay?» rispose dolcemente.
«Se gli succedesse qualcosa… Io… Io…» continuai, pensando alle ipotesi peggiori.
«Felicity.» esclamò serio.
Bastò quello a tranquillizzarmi, non sapevo perché, ma il suo tono sicuro riuscì a calmarmi. Le lacrime se ne andarono e dopo essermi ricomposta un po’ andammo insieme a parlare con gli agenti. 
«Ci sono novità?» chiese Oliver schietto.
«No, mi dispiace signori Queen. Stiamo facendo il possibile e utilizzando ogni mezzo a nostra disposizione, ma sembrano spariti nel nulla.» rispose l’uomo.
«Allora fate di più.» intervenni io fulminandolo con lo sguardo.
Me ne andai da lì subito dopo, mi veniva il nervoso solo a sentirle certe cose! Era il loro lavoro cercare i miei figli, come cavolo facevano ad essere spariti due bambini di tre anni e mezzo? Come facevano a non essere stati visti da nessuno? All’asilo tutti li conoscono, maestre, mamme, papà, bambini, e allora com’era anche lontanamente possibile che nessuno li avesse visti uscire con una persona che non fossi io?
Chiesi a Sara, Caitlin, Barry e ovviamente Oliver di raggiungermi in cucina senza farsi seguire dai poliziotti, avevo una qualche sorta di piano in testa, ma avevo bisogno anche di loro per metterlo in atto.
«Felicity?» mi chiamò Sara.
«Ho un piano. Ma non è del tutto legale.» dissi guardando tutti dritti negli occhi.
«Di che stai parlando?» chiese Oliver confuso.
«Forse so come rintracciare i bambini, perché credo di aver capito chi ha falsificato la mia firma nella delega.» risposi.
«Come fai a saperlo?» domandò Caitlin scambiandosi un’occhiata incuriosita con Sara.
«È una lunga storia, ragazzi… Ma c’è una donna di mezzo.» esclamai ed Oliver abbassò lo sguardo, forse aveva capito di chi parlavo.
«E perché questa donna avrebbe preso Elizabeth e Lucas?» mi chiese Barry. Lui non era ch
certamente stupido, sapeva bene che Oliver ed io nascondevamo qualcosa.
«Perché ce l’ha con me.» intervenne Oliver «È complicato da spiegare, dovete solo sapere che l’ho incontrata durante i quattro anni in cui non c’ero e che mi odia.»
«Non appena troveremo i gemelli pretendo una spiegazione da te, lo sai vero?» disse il mio amico guardando Oliver.
«Lo so, Barry, lo so.» annuì lui.
«In cosa consiste il piano, Fel?» esclamò Sara.
«Oliver, ce l’hai il numero della strega?» chiesi facendo ridacchiare i miei amici, ero sicura che avessero già capito ogni cosa.
«Sì, purtroppo ce l’ho, è pur sempre una finanziatrice dell’azienda. Ecco, tieni.» rispose porgendomi il suo cellulare.
«Perfetto.» esclami accendendo il mio computer portatile.
«Allora, che vuoi fare?» insistette Sara.
«Voglio rintracciarla. Se ha il telefono acceso, o se lo aveva acceso fino a poco fa sarò in grado di tracciare i suoi spostamenti e capire più o meno dov’è.» 
«E puoi farlo?» domandò Caitlin titubante.
«Sì, posso. Se invece parli di legalità, teoricamente credo di non portelo fare.» risposi.
«Non mi importa niente della legge, se questo significa riportarli a casa: fallo.» affermò Oliver.
«Infatti, Ollie ha ragione, al diavolo la legge.» lo supporrò Barry.
Mi misi al lavoro all’istante, collegai il cellulare di Oliver al mio computer e scaricai tutti i dati telefonici di Isabel. Inserii il numero in un programma apposito per rintracciare i gps e attesi con gli altri che desse qualche segno. Non era stato difficile utilizzare il programma per la ricerca e speravo vivamente che non avesse spento il telefono, così da potermi collegare direttamente e poter seguire i suoi movimenti in tempo reale.
«Ragazzi! Ha trovato una corrispondenza!» urlai facendoli voltare tutti e quattro.
«Allora?» mi chiese Oliver apprensivo.
«Purtroppo il cellulare risulta disabilitato, il che significa che l’ha spento o si o si è scaricato, però sono riuscita a rintracciare i suoi ultimi movimenti. Alle 15.02 era qui a Central City, davanti all’asilo di Elizabeth e Lucas, poi ha iniziato a muoversi, pare abbia preso la Dodicesima e poi sia entrata in autostrada. Il segnale si interrompe alle 17.08… Vediamo un po’… Vicino a… Starling City.» spiegai restando a bocca aperta.
«Che diamine è tornata a fare in città?» sbraitò Oliver.
«Non lo so, ma è stata lei, Oliver. Il suo cellulare era qui un paio di ore fa.» dissi sospirando.
«Ehi, cercate di stare calmi.» ci richiamò Barry «Avete idea di cosa voglia dai bambini?»
«No! Non capisco perché abbia preso loro quando poteva prendersela direttamente con me!» esclamò Oliver alzando la voce.
«Pensi che potrebbe far loro del male?» provò a chiedere Sara facendomi rabbrividire.
«No, non credo. È una persona vendicativa, ma non penso arriverebbe mai al punto di ferire due bambini così piccoli.» rispose mio marito.
L’idea che Isabel potesse far del male a Liz e Luke mi faceva andare sull’orlo di un precipizio. C’era una parte di me che voleva prenderla a calci e pugni per farle provare solo la metà di ciò che provavo io, l’altra parte invece voleva pregarla di lasciarli andare e restituirmeli. Sicuramente erano spaventati e volevano la loro mamma, ed io non ero lì… Non ero lì a proteggerli come gli avevo sempre promesso, mi sentivo come se avessi fallito il compito più importante di tutti, ovvero l’essere madre.
«Ho parlato con gli agenti, hanno allertato la polizia di Starling, il capitano Lance sta andando nell’ultimo posto in cui c’è stato il segnale.» mi avvertì Oliver.
«Okay, bene…» risposi soltanto.
«Felicity… Mi dispiace tanto.» mi disse provando ad abbracciarmi, ma io mi scostai «Cosa c’è?» 
«Niente, sto cercando di metabolizzare.»
«So che è colpa mia, ma ti prego non allontanarti.»
«Non ho mai detto che sia colpa tua.»
«Beh, te lo leggo in faccia.» affermò lui.
«Scusami.» esclamai osservandolo «È solo che non riesco a tenere a bada tutte queste emozioni.»
«Ti capisco, credimi. Ma ti giuro che li riporteremo a casa sani e salvi.»
«Dovremmo esserci noi là, non i poliziotti.» dissi.
«Stavo pensando la stessa cosa. Andiamo.» dichiarò porgendomi la mano.
«Dici davvero?»
«Assolutamente. I nostri figli hanno bisogno di noi.»
Spiegammo a Caitlin, Sara e Barry cosa volevamo fare e stranamente loro non obiettarono, ci dissero solo di stare attenti e di riportare a casa i loro nipotini. Prendemmo la macchina di Oliver in direzione di Starling City, io mi portai dietro il pc così da poter rintracciare nuovamente Isabel se mai avesse acceso il telefono di nuovo. 
Ero spaventata, anzi forse addirittura terrorizzata all’idea che loro non stessero bene, ma provavo in tutti i modi ad essere fiduciosa, sapevo che li avremmo trovati in qualche modo ed io l’avrei fatta pagare a quella vipera. Oh sì, gliel’avrei fatta pagare alla grande!
«Ehi, stai bene?» domandò Oliver.
«No. Starò bene quando avrò di nuovo i miei figli accanto.»
«Li riavrai, Felicity.»
«Sì, lo spero veramente… E sai che dopo ti aspetta la parte più difficile, no?»
«Cioè?» chiese senza distogliere gli occhi dalla strada.
«Fare il papà di quelle due piccole pesti.» risposi accennando un piccolo sorriso.










Angolo autrice
Eccomi qui di nuovo! 
Capitolo un po' di passaggio, in cui vengono descritte principalmente le sensazioni di Felicity riguardo la scomparsa dei gemelli.
E chi poteva esser stata se non la cara vecchia Isabel Rochev? Molte di voi l'avevano intuito... E beh, avevate ragione! Il GPS del cellualre conferma che fosse davanti l'asilo dei bimbi...
È stata Fel in questo caso a salvare un po' la situazione, e chissene frega della legge e delle regole!
Ora lei ed Oliver sono diretti a Starling City dove sembra essere andata Isabel... Riusciranno a riavere i bambini?

Grazie a tutti come sempre per le bellissime recensioni e per l'affetto verso questa storia <3 
Ho scritto il terzo capitolo dell'altra, la posterò presto...! :D
Questa avrà ancora qualche capitolo.. Non so quanti precisamente, ma non tanti.

Un grande abbraccio,
Anna
   
 
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