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Autore: eugeal    30/03/2016    0 recensioni
Lo sceriffo di Nottingham ha organizzato un complotto per andare in Terra Santa a uccidere il re, ma quando Guy di Gisborne si ammala gravemente prima della partenza, è costretto a partire senza di lui.
La storia inizia poco dopo l'episodio 2X11: Guy ha scoperto che Marian è il Guardiano Notturno e lo sceriffo sta organizzando il viaggio per andare a uccidere il re.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allan A Dale, Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Guy rotolò a terra e si girò sulla schiena appena in tempo per vedere Robin che si avventava su di lui con un pugnale in mano.
- Mi ucciderai così, senza che possa difendermi? Non dicevi di essere un eroe, Hood?!
Robin tagliò la corda che gli teneva legate le mani, lanciandogli uno sguardo di sufficienza.
- Non ho intenzione di prendere a pugni un uomo legato.
Gisborne si rialzò in fretta e Robin gli fu addosso di nuovo.
Guy si spostò per evitare il suo colpo e Robin lo guardò, furioso.
- Prova solo a sfiorarla ancora e sei morto, Gisborne. Avrei dovuto aspettarmelo da uno come te, approfittarti di lei mentre io sono lontano!
Stavolta fu Guy a balzare verso di lui con un ringhio. Lo afferrò per le braccia e rotolò a terra insieme a Robin, cercando di colpirlo.
- Io non mi approfitterei mai di Marian!
- E quello di poco fa cos'era?!
Continuarono ad azzuffarsi sotto lo sguardo inorridito di Marian e la ragazza cercò aiuto per separarli guardando sia Allan che gli altri membri della banda di Robin.
Ma Allan si limitava a tenere Lupo per il collare, mentre gli altri non sembravano aspettare altro se non vedere Robin che dava una lezione a Gisborne.
Sussultò nel vedere che Guy stava sanguinando da un labbro mentre Robin aveva un graffio vicino all'occhio.
- Smettetela! - Gridò, ma nessuno dei due la ascoltò.
- Tu la hai lasciata sola per mesi! Credi che non vedessi quanto era delusa nel veder passare i giorni senza ricevere tue notizie?!
Guy piantò un ginocchio nella schiena di Robin, cercando di bloccargli le braccia per immobilizzarlo, ma l'altro reagì, riuscì a spingerlo a terra e lo colpì di nuovo.
- Dovevo salvare il re dai vostri complotti!
- Ah, sì, lo hai fatto molto bene, vedo! Ti sei lasciato sfuggire Vaisey!
- E questa ti sembra una buona scusa per baciare la mia promessa sposa?!
Robin afferrò Guy per la giacca e alzò il pugno per picchiarlo ancora. Contemporaneamente Gisborne strinse una mano attorno al collo di Robin, ma nessuno dei due riuscì a portare a compimento l'azione perché furono colpiti entrambi da una secchiata d'acqua fredda.
Robin e Guy smisero di lottare e si voltarono a guardare Marian: la ragazza aveva in mano un secchio vuoto e fremeva d'ira. Gettò via il contenitore e sbatté un piede a terra.
- Vi ho detto di smetterla! Alzatevi, tutti e due!
- Ti ha baciato! - Protestò Robin e Marian arrossì, ma non si lasciò intimidire.
- Sono io che ho baciato lui. - Disse, sinceramente. - Ma di questo sarebbe meglio parlare in privato.
- Come hai potuto?!
- Ti ha detto che vuole discuterne in privato! - Esclamò Guy e Robin lo fulminò con lo sguardo.
- Non sono affari tuoi, Gisborne.
- Lo sono, visto che ha baciato me.
Robin fu sul punto di attaccarlo ancora, ma Marian si mise in mezzo ai due uomini.
- Ora basta!
Robin la guardò per un attimo e fece un sospiro.
- Torniamo al castello! - Ordinò.
I soldati guardarono Gisborne, incerti, e Robin esitò. Lo avrebbe legato di nuovo volentieri e se fosse stato per lui lo avrebbe trascinato fino al castello scegliendo un percorso che passasse tra cespugli di rovi e pozze di fango, ma sapeva che Marian non avrebbe mai approvato e aveva l'impressione che anche gli abitanti dei villaggi non avrebbero capito.
- Sali sul carro. - Disse seccamente, rivolgendosi a Guy. - E non pensare nemmeno di scappare.
Gisborne lo guardò male, ma non si oppose e raggiunse Allan sul carro. Lupo gli saltò addosso scodinzolando, ma Guy non si sentiva dell'umore adatto per giocare con lui e si limitò ad accarezzarlo sulla testa.
- Tutto bene, Giz?
- Ti sembra che qualcosa vada bene? - Rispose Guy, tetro.
- Marian ha baciato te, non Robin.
Gisborne lo guardò e si lasciò strappare un leggero sorriso, ma scosse la testa.
- Marian è stata molto chiara sui propri sentimenti, purtroppo. Ora che Hood è qui non mi faccio troppe illusioni, sarò già abbastanza fortunato se non finirò appeso a una forca o chiuso nelle segrete.
- Robin non è ingiusto. Quando saprà come hai amministrato la contea in questi mesi, ne terrà conto.
Guy non gli rispose, Allan sembrava fiducioso, ma lui non lo era altrettanto. Rimase in silenzio ad accarezzare distrattamente la testa del cane mentre il carro tornava lentamente verso Nottingham.

Marian trattenne il cavallo per restare in fondo al gruppo. Voleva riflettere per un po' sui propri sentimenti prima di essere costretta ad affrontare Robin e Guy.
Avrebbe dovuto essere felice di riabbracciare il suo promesso sposo dopo tanti mesi, ma non riusciva ad allontanare dal suo cuore il sordo rancore che l'aveva tormentata in tutti quel tempo in cui era stato lontano. Perché non riusciva a perdonargli il fatto di essere stata lasciata indietro?
Se Robin l'avesse lasciata andare con lui, lei non avrebbe mai pensato a baciare Guy, avrebbe continuato a ignorare l'uomo che Gisborne poteva essere una volta libero dall'ombra dello sceriffo.
Se non avesse imparato a conoscerlo meglio, non si sarebbe mai sentita così lacerata dentro al pensiero di dovergli dire addio.
Non si sarebbe mai innamorata di lui...
Marian sussultò e si coprì la bocca con una mano.
Non era possibile, lei amava Robin, lo avrebbe sposato e sarebbero stati felici insieme, come poteva pensare di essersi innamorata di Gisborne.
Eppure anche in quel momento non riusciva a distogliere gli occhi dal cavaliere nero.
Guy era seduto sul carro accanto ad Allan, col muso di Lupo appoggiato in grembo e accarezzava il cane con aria malinconica. Aveva il viso e gli abiti sporchi di fango e un taglio sanguinante sul labbro e Marian provava il desiderio di allungare una mano per pulirgli il viso e consolare la tristezza che leggeva sul suo viso.
Come era possibile?
Siamo amici, nient'altro. Gli voglio bene, ma amo Robin.
Però il bacio di poco prima non aveva nulla a che fare con l'amicizia e non poteva negarlo. Le sensazioni che aveva provato non erano le stesse che avrebbe potuto sentire nell'abbracciare Allan o Much.
Guardò le mura della città, sempre più vicine e si sentì morire dentro.
Robin avrebbe voluto una spiegazione e lei si sentiva divorare dai sensi di colpa, ma che spiegazione poteva dargli quando non sapeva nemmeno lei cosa provava?
E poi c'era anche l'ansia per il ritorno del re.
Cosa sarebbe successo una volta che Re Riccardo avesse ripreso il trono?
Avrebbe voluto Robin sempre al suo fianco impegnando tutto il suo tempo? E cosa avrebbe fatto a Guy? Avrebbe punito anche lui per i misfatti di Vaisey?
Poco prima era stata furiosa anche con Gisborne perché era partito senza salutarla, ma in quel momento riusciva a capirlo, avrebbe voluto voltare il cavallo e fuggire via, lontana da tutto e da tutti.
Ma sapeva che non sarebbe riuscita a sfuggire ai suoi sentimenti.

Vaisey osservò il gruppo di soldati a cavallo che passava lungo la strada, nascosto dalle imposte della finestra della locanda. Il proprietario di quel posto lo temeva abbastanza da renderlo sicuro che non avrebbe denunciato la sua presenza a nessuno, ma per maggior sicurezza lo sceriffo aveva preferito tenere nascosto il volto sotto il cappuccio di un mantello. I cavalieri neri superstiti che lo accompagnavano celavano le loro fattezze allo stesso modo.
- Quel maledetto Locksley è ancora sulle nostre tracce.
- Quello non è il tuo uomo? Quello che avrebbe dovuto attentare al re? Non doveva essere morto?
Vaisey fissò Gisborne, seduto su un carro scortato dai soldati di Locksley, ma non riuscì a capire se fosse prigioniero oppure se fosse con loro di sua volontà.
- Sembrava moribondo quando siamo partiti. - Disse, in tono asciutto.
- Mi sembra piuttosto vivo adesso. Ci si può fidare di lui?
- Gisborne era un cane fedele, avrebbe obbedito a ogni comando finché era sotto il mio controllo. Ma dopo tutto questo tempo sotto l'influenza di quella donna malefica, chi può dirlo? Ha sempre cercato di sviluppare quella stupida umanità che lo indeboliva e da cui non riusciva a liberarsi. A questo punto non possiamo fidarci di nessuno, nemmeno di Gisborne. No, uccideremo il re basandoci solo sulle nostre forze, senza l'aiuto di altri.
- Quel Gisborne ci conosce, potrebbe testimoniare contro di noi. Come potremo essere certi che non ci ostacolerà?
Vaisey lanciò un ultimo sguardo a Guy e alzò le spalle.
- Se questo vi preoccupa uccidete anche lui. Per me non fa differenza.
   
 
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