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Autore: http_clori    30/03/2016    0 recensioni
Questa storia descrive il cambiamento di Pran, non solo nel luogo, ma anche nel relazionarsi con gli altri a scuola. E' sempre stato uno dei ragazzi 'esclusi' dai compagni di classe perchè considerato di un'altra razza e quindi diverso da quella italiana. All'inizio del quarto anno di superiori, Pran si ritrova a svolgere un compito con la persona che più lo offendeva, Michela. Da quel compito tutto cambia e il mondo intorno a loro si stravolge anche se devono superare alcuni problemi che coinvolgono loro stessi ma anche i loro genitori. Dopo aver superato tutte le prove che la vita mette davanti loro, insieme ai genitori affronteranno un lungo viaggio improvviso e inaspettato.
La storia è ambientata a Frattamaggiore, una città vicino Napoli. E' una città molto grande con molti abitanti, alcuni molto affettuosi altri invece tutt'altro che gentili. A Frattamaggiore la maggior parte delle persone hanno una mentalità aperta ma, come ogni città, ci sono persone che la pensano in modo diverso. Questa città è caratterizzata e conosciuta per la canapa e per la fune. Qui c'è un centro dove ogni sabato sera i ragazzi adolescenti escono per fare una passeggiata, stare in compagnia e mangiare una pizza.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Sono Pran, un ragazzo indiano di 18 anni e mi sono trasferito a Frattamaggiore all'età di tre anni. Sono uno dei pochi ragazzi che ci tiene davvero alle persone e che non è 'arrabbiato col mondo' come la maggior parte dei ragazzi di oggi. Ho i capelli castani, gli occhi castani, ho una carnagione scura e sono snello e alto. 

Il liceo mi era sempre sembrato l'ultimo obbiettivo da raggiungere, e ora mi ritrovo al quarto anno delle superiori, dove la gente ti chiede che scuola vorresti fare dopo le superiori prima ancora di chiederti come ti chiami. Quest'anno inizio la scuola con la paura - anzi il terrore - di affrontare l'esame di Stato, con l'ansia di poter sbagliare qualcosa e dover ripetere l'anno.                                                                                                                                                 Fin da bambino, sono stato educato a raggiungere un solo traguardo: finire gli studi e sposarmi con una ragazza indiana scelta sin dalla nascita dai miei genitori, ma fortunatamente sono qui in Italia da ben quindici anni.
15 anni prima...
Vedo mia mamma e mio papà tra la folla di persone che hanno fretta di prendere l'aereo. Non so cosa mi aspetterà perchè mamma mi ha raccontato molte cose belle sull'Italia e spero di trovare anche lì amici con cui giocare e passare del tempo. Infatti, sull'aereo chiedevo continuamente a mio papà e a mia mamma: << Mamma, papà, ma in Italia troverò tanti amici con cui giocare come avevo qui in India? Mi manca già Manish, il mio migliore amico e Ranjana, la mia migliore amica!>>
In quel momento vedo i miei genitori guardarsi in modo strano e poi dirmi: <>
In parte i miei genitori quella promessa non l'hanno mantenuta, perchè per colpa mia e della mia origine, sono considerato diverso - un alieno quasi - dalla maggior parte delle persone; ma dall'altra parte sono riuscito a trovare un amico, Riccardo, con il quale confidarmi e imparare l'italiano senza essere preso in giro, soprattutto per la mia cosiddetta 'R moscia'. In questa nuova città sono andato alla scuola  materna 'Marconi' e mi sono ritrovato sempre solo nell'angolo dell'aula dei giochi 'la tana'. 
Una mattina, notai che non ero solo nella mia 'tana', ma c'era un altro bambino; decisi di provare a parlargli per conoscerlo perchè speravo diventasse un fidato amico come Manish e Ranjana. Parlando e giocando con Riccardo mi sono reso conto che era molto simile a me e a lui non importava da dove provenivo, mi voleva bene comunque a differenza degli altri che, a causa della mia origine, del mio colore di pelle e della mia religione diversa dalla loro, mi insultavano. 
Col tempo la situazione non cambiava - anzi peggiorava - perchè i bambini, anche se piccoli, ridevano sempre di me e mi obbligavano a stare nella mia 'tana' lontano dalla classe. Anche se sembravo forte davanti agli altri, quando tornavo a casa abbracciavo mia mamma, mi buttavo in un mare di lacrime e stavo tutto il pomeriggio a giocare col trenino che ancora oggi ho sulla mensola perchè ci tengo molto e mi ha aiutato nei momenti più bui della mia infanzia. 
Sono sempre stato insieme a Riccardo dall'asilo fino alla superiori e col passar del tempo non abbiamo avuto più segreti. 
Ora sono al quarto anno del liceo Scientifico 'Miranda', io e Riccardo siamo sempre più uniti, nonostante il suo carattere sia cambiato da alcuni punti di vista. Lui ha diciotto anni, ha i capelli neri, occhi azzurri ed è il solito ragazzo menefreghista 'arrabbiato con il mondo'. 
Nonostante siano passati tre anni, tutte le persone della scuola mi prendono ancora in giro, sopratutto la ragazza che mi piace. Lei si chiama Michela, ha diciassette anni, è la classica ragazza strana ma alla moda che tutti vorrebbero avere al proprio fianco, ha i capelli lunghi e ricci fino alla spalla,di un rosso rame, occhi verdi e corporatura magra da vera ballerina. 
Michela ha una miglire amica che fa tutto con lei, Alessandra; che ha diciotto anni, ha i capelli neri lunghi fino la schiena, gli occhi castani e corporatura snella.
La sveglia suonerà da un momento all'altro. Non ho chiuso occhio: ho passato la notte a rigirarmi nel letto, a fissare il soffitto e a ripetere a mente il programma scolastico.
Altre persone contano le pecore, io pianifico. Il cervello non mi concede tregua; e oggi mi ritrovo a pensare alle persone che continuano - e sicuramente continueranno - ad offendermi. 
<> chiama mia mamma dal piano di sotto. Con un tonfo cado dal letto, mi massaggio delicatamente la testa e penso: " Sicuramente mi verrà un bernoccolo."
Senza genio sistemo il letto, mi preparo e, dopo aver salutato mia madre, mi avvio verso la scuola. Mentre cammino incontro Riccardo che, con la sua buffa camminata , mi strappa un sorriso, per via della sua battuta a proposito del mio bernoccolo e mi saluta con una pacca sulla spalla. Incamminandoci e lamentandoci dei futuri giorni di intenso studio, arriviamo  fuori scuola e subito noto Michela ridere e parlare con un gruppo di ragazzi che giocano nella squadra di calcio del paese: la gelosia si impossessa di me, e Riccardo, notando questo mio improvviso cambiamento d'umore, mi trascinò all'interno dell'edificio nell'aula di chimica perchè questa è sempre stata la mia materia preferita. Dopo qualche minuto di imbarattente silenzio, Riccardo mi chiede:
<
<> rispondo abbassando lo sguardo. 
<>
Questa risposta mi sta facendo riflettere molto, ma dato che non so cosa rispondere, faccio un cenno del capo per fargli intedere di aver capito. Subito dopo sentiamo il suono della campanella e ci dirigiamo nella nostra classe dove inizierà una lunga e faticosa giornata scolastica. Come sempre, i miei compagni iniziano a provocarmi con le loro stupide e squallide battute, ma per fortuna vengono messe a tacere dall'arrivo in classe del professore di inglese. 
La campanella che indica la fine delle lezioni, interrompe i miei pensieri su una mia improbabile relazione con Michela, per tutta la mattinata ho valutato seriamente i pro e i contro di un rapporto stabile con lei; pensando a questo, non ho potuto prendere appunti com'era mio solito fare. Sono arrivato alla conclusione che se io avessi avuto Michela come fidanzata, gli insulti riguardo la mia origine sarebbero diminuiti ma avrebbero preso il loro posto delle inutili discussioni sul fatto che io non sia abbastanza per lei.  
   
 
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