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Autore: giambo    30/03/2016    6 recensioni
Il cielo divenne scuro, illuminato da tuoni e lampi, che rombavano tra le nuvole. L'aria mutò, diventando densa, carica di elettricità, mentre la tensione saturava l'ambiente. I volti dei presenti erano illuminati dalla lucentezza delle sfere che, ormai riunite, sfavillavano come mille e più gemme preziose, rivelando così parte del loro immenso potere.
Alla fine, dal gruppo, emerse una figura. Quest'ultima alzò le mani al cielo, pronunciando le fatidiche parole per risvegliare la divinità che risiedeva all'interno delle sfere.
“Appari, grande Shenron! Esaudisci le nostre richieste!”
Le sfere si illuminarono come mille soli, mentre la tensione nell'aria aumentò fino al punto di rottura. Ormai era tutto pronto: entro pochi istanti, il potente Shenron avrebbe fatto la sua maestosa comparsa, pronto ad esaudire qualsiasi richiesta venisse a lui fatta.
Peccato però che nulla di questo accadde.
...
“Dove diavolo è Shenron?!” sbraitò il regista, sputacchiando saliva addosso alla propria assistente. “Qua c'è bisogno di lui! Ci abbiamo messo ore per creare l'atmosfera adatta, ed ora quello sciagurato ritarda?!"
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Polunga, Shenron, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autore:

 

Allora... salve! Non ho la più pallida idea di come questa... cosa sia potuta uscire dalla mia mente. Sarà il fatto che in questi giorni sono stato impegnatissimo, che non scrivevo da una settimana, e che sono leggerissimamente sotto stress (in pratica, è già tanto se dormo la notte in questo periodo). Fatto sta che stasera, per la prima volta da oltre otto giorni, sono riuscito a mettermi al pc, e prima ancora che potessi iniziare a terminare le mie long, ecco che arriva l'ispirazione demenziale, ma che più demenziale non si può. Vi sto avvertendo, miei cari lettori. Da qui in avanti potreste leggere di tutto, ed anche di più! Pertanto, coloro che non sono mentalmente preparati ad una simile marea di cazz... ehm, volevo dire, ad una simile marea di cavolate, è meglio che lasci stare in partenza.

Bene! Come sempre auguro a tutti buona lettura! Chi volesse lasciarmi un proprio pensiero (positivo o negativo) sappia che è ben accetto!

Un saluto!

Giambo

 

La rottura delle sfere di Shenron

 

 

 

 

Il cielo divenne scuro, illuminato da tuoni e lampi, che rombavano tra le nuvole. L'aria mutò, diventando densa, carica di elettricità, mentre la tensione saturava l'ambiente. I volti dei presenti erano illuminati dalla lucentezza delle sfere che, ormai riunite, sfavillavano come mille e più gemme preziose, rivelando così parte del loro immenso potere.

Alla fine, dal gruppo, emerse una figura. Quest'ultima alzò le mani al cielo, pronunciando le fatidiche parole per risvegliare la divinità che risiedeva all'interno delle sfere.

Appari, grande Shenron! Esaudisci le nostre richieste!”

Le sfere si illuminarono come mille soli, mentre la tensione nell'aria aumentò fino al punto di rottura. Ormai era tutto pronto: entro pochi istanti, il potente Shenron avrebbe fatto la sua maestosa comparsa, pronto ad esaudire qualsiasi richiesta venisse a lui fatta.

Peccato però che nulla di questo accadde.

 

 

“Stop! Stop! STOP!”

“Dove diavolo è Shenron?!” sbraitò il regista, sputacchiando saliva addosso alla propria assistente. “Qua c'è bisogno di lui! Ci abbiamo messo ore per creare l'atmosfera adatta, ed ora quello sciagurato ritarda?! Ma io lo disintegro! Lo anniento! Lo polverizzo!!!” con il viso sempre più rosso, quasi in procinto di scoppiare, il regista si mise ad agitare il megafono a mo di spada, sognando di poterlo frantumare in testa a quel maledetto viziato con le fisse da star.

“Vado subito a cercarlo! Forse ha avuto un malore...” azzardò la sua assistente, desiderosa soltanto di poter mettere il maggiore numero possibile di miglia tra la sua persona e quella del suo capo.

“Prega che sia così!” ringhiò quest'ultimo, ormai sull'orlo di una crisi isterica. Stava lavorando ininterrottamente da diciotto ore, ed ormai il suo cervello era come una bomba pronta ad esplodere. “Perché se ciò non fosse, glielo procuro io! A badilate sui denti!”

Annuendo freneticamente, la ragazza schizzò verso i camerini, alla ricerca di Shenron, mentre il regista si accasciò sulla propria sedia. Era fermamente deciso a prendersi una piccola, minuscola, pausa da quell'orribile lavoro quando, all'improvviso, arrivarono i suoi peggiori incubi, sotto forma del resto del cast.

“Insomma! Quanto dobbiamo rimanere qua, conciati in questo modo?! Sono una persona importante io!” sbraitò l'attore che impersonava Vegeta, con una ridicola parrucca in testa. “Ho da fare ben dodici interviste nelle prossime quattro ore, quindi muoviamoci!”

“E' inammissibile!” borbottò il protagonista assoluto, colui che vestiva i panni di Son Goku. “Io, una star mondiale, costretta a sottostare ai capricci del primo bamboccio del set di turno! Io, un famoso attore, vincitore del premio Saiyan per otto anni di fila, che deve attendere quella merdaccia?! Ma io...”

“Smettila!” replicò l'attrice che impersonava l'affascinante cyborg numero 18. La modella stava approfittando della sosta per limarsi le unghie e per rifarsi il trucco. “Uff! Era ora che andassimo in pausa! A furia di rimanere seria mi stavano venendo un sacco di rughe! Dov'è la mia truccatrice personale?! Portatela qui immediatamente!”

“Ma se abbiamo girato due minuti scarsi!” obiettò Gohan, imbalsamato sotto strati di trucco, impersonando il sedicenne che non era più da oltre un decennio. “Cosa ti serve ancora la truccatrice?”

“Taci!” abbaiò la bionda, la faccia angosciata. “Non capisci?! La mia preziosissima pelle è rimasta per oltre centoventi secondi sotto i malefici raggi artificiali del set! Se non corro subito ai ripari, tempo dieci anni e sembrerò un'orrida quarantenne!”

“Tesoro, ma tu tra dieci anni avrai quarant'anni.” sghignazzò l'attore di Crilin, togliendosi la parrucca per grattarsi la pelata. “Questo dannato parrucchino è odioso! Non potrei semplicemente farmi ricrescere i capelli e basta?!”

“No, perché nella scena dodici, della puntata tremilanovecentoquarantaquattro, tua moglie te li rasa a zero per l'ottava volta.” gli spiegò pazientemente uno stagista schiavo.

“MUTO!”urlarono tutti gli attori all'unisono, sbraitandogli contro con feroce sadismo. “SE NESSUNO TI INTERPELLA TU DEVI STARE MUTO! SEI SOLO UNO SCHIAVO!”

“E comunque, cosa hai osato dire riguardo la mia età?!” proseguì successivamente l'attrice di 18, squadrando con odio il suo 'consorte' che si stava finemente grattando un orecchio.

“Beh, se non sbaglio tu ora hai circa trent'anni, giusto? Quindi è ovvio che tra dieci anni...”

“COME OSI?!” strillò, con voce acutissima, simile a quella di una gallina strozzata, la modella. “IO AVERE QUARANT'ANNI?! NON SONO MAI STATA OFFESA COSI' TANTO IN VITA MIA!” successivamente, rivolse il proprio sguardo contro il regista, puntando il dito verso 'l'amato maritino'. “Esigo che ci sia un divorzio immediato tra 18 e Crilin! Non esiste che gli faccia ancora gli occhi dolci a questo miserabile cafone!”

“Io cafone?! Ma se l'altra sera hai ruttato davanti al cameramen!”

“Ruttato?! CI STAVO PROVANDO CON LUI, IMBECILLE!”

“Immagino che il tuo alito da pesce sia stato perfetto per scopartelo. Dopo quanto tempo ha vomitato?”

“ADESSO BASTA!” di colpo, tutti gli attori si girarono, osservando l'inquietante tic dell'occhio sinistro del regista.

“Se qualcuno osa ancora sillabare una parola... potrei non rispondere più delle mie azioni, chiaro?” dichiarò subito dopo, con tono orribilmente calmo, quest'ultimo.

In quell'istante, l'imbarazzante silenzio fu rotto dal ritorno dell'assistente, che squadrò con terrore il volto folle del suo superiore.

“Sì?” chiese quest'ultimo, sempre con tono pericolosamente tranquillo.

“Beh... ecco...” la ragazza prese fiato, convinta ormai di essere morta. “Shenron si è chiuso nel suo camerino e si rifiuta di uscire. Vuole lasciare.”

Sul set cadde un silenzio di tomba. Con faccia impassibile, il regista si alzò, dirigendosi a passo lento verso i camerini, sotto lo sguardo preoccupato della ragazza.

“Adesso lo ammazza!” borbottò angosciata. “Lo dicevo io che otto caffè in un giorno sono troppi.”

Nello stesso istante, dal fondo della scena, si udì un principesco starnuto, dalla potenza di una tromba d'aria.

“Scusatemi!” esordì, con un sorriso, la donna che impersonava Bulma. “Ma i ventidue strati di cipria cominciano a darmi fastidio. Non si potrebbe usare la mia controfigura per questa scena? Avrei una cena all'ultimo grido stasera!”

L'assistente decise che era il veramente giunto il momento del suo tredicesimo caffè. Dopotutto, lei era giovane, ed aveva ancora tempo per rovinarsi definitivamente lo stomaco, oltre che il sistema nervoso.

 

 

“No! No! E sai una cosa? No! Ormai ho deciso! Io ho chiuso con Dragon Ball!”

“Shenron, cerca di ragionare!” sbraitò il regista, sull'orlo delle lacrime. “Tu non puoi lasciare Dragon Ball, sei la star portante!”

“La star portante?! Questa è buona! Ma se compaio solo ogni trecento puntate per fare lo schiavetto di turno! Ma che sono diventato, il Genio della Lampada?! Che sfreghi le sfere e fuoriesco blaterando 'Comanda padrone?'?! Voi siete fuori! Io mi sono rotto le sfere, va bene?! Basta ho chiuso, me ne vado ad Honolulu, alla faccia vostra e dei fans di questa schifosa serie!”

“Shenron, cerca di essere... comprensivo! Se si tratta solo dei problemi per il tuo ventiquattresimo aumento di stipendio posso metterci una buona parola io con la dirigenza.”

“Aumento di stipendio?! Ma per chi mi hai preso?! Ti pare che io sia così materialista da attaccarmi ai soldi?! È una questione di principio! Io lavoro per amore dell'arte, e Dragon Ball non lo è più da un bel pezzo! Ora, scusami, ma sono impegnato al telefono, sto prenotando un volo privato d'oro massiccio per il ritorno a casa.”

Sospirando pesantemente, e chiedendosi chi glielo aveva fatto fare quella volta di darsi al cinema, suo zio diceva sempre che aveva un talento nato per fare il bidello, l'uomo fuori dalla porta del camerino di Shenron si decise a giocarsi la sua ultima carta.

“Shenron, se tu molli, io pubblico le foto. E penso tu sappia di quali sto parlando.”

Da dietro la porta, per parecchi secondi, non si udì il minimo rumore.

“Quali foto?” chiese, con tono di indifferente, l'attore.

“Quelle tue, a quella festa, assieme a Polunga e quei due travestiti nigeriani... ti ricorda qualcosa?”

“Erano colombiane!” sbottò Shenron, pentendosi subito di ciò che aveva detto. “Cioè... volevo dire...”

“Immagino che ciò che intendessi dire era che, tempo dieci minuti, sarai sul set, a lavorare come sempre, dico bene?” il tono del regista era talmente dolce da risultate fastidioso.

“Beh... ecco... precisamente! Proprio così! Ma ci hai creduto davvero che mollassi tutto?! Ahahaha!” la risata di Shenron era talmente falsa che perfino un sordo l'avrebbe capito. “Comunque sia, riguardo quella faccenda dell'aumento, se ci mettessi una buona parola... magari lodando la mia impeccabile professionalità...”

L'uomo si mise la mano sul cuore.

“Consideralo già fatto!”

“Grazie, sei proprio un amico tu! Comunque ora mi preparo ed arrivo, aspettatemi lì, eh?”

“Fai pure con calma, non c'è fretta!” replicò cortesemente il regista, sfoderando un sorriso più falso della patacca che portava al polso.

Piccolo stronzetto con la mania dei travestiti! Quella volta ho fatto bene ha comprare quell'album compromettente di tutti gli attori, sapevo che mi sarebbe tornato utile.

In ogni caso ho deciso! Scaduto il contratto mollo tutto e vado alla concorrenza! Mille volte meglio girare le puntate del 'Il Dottor Brief l'aggiustatutto' piuttosto che questo covo di pazzi!

 

 

“...”

“Pronto?”

“Ciao Polunga. Sono io, Shenron.”

“Shenron?! Quante volte ti ho detto che non devi chiamarmi al telefono mentre lavoro! Sto girando la centoventesima puntata di 'Amore Namecciano 5', ora non posso mettermi a parlare!”

“Qualcuno ci ha fotografato al festino della fine delle riprese di 'Saiyan e Donne 3', mentre eravamo intenti a flirtare con Tesoria e Selvaggia.”

“Cos...?! Ma porc... dimmi che stai scherzando!”

“Purtroppo no. Temo che dovremo rimandare il nostro incontro di stasera. È meglio non alimentare questi pettegolezzi per qualche tempo.”

“Sì, comprendo. Peccato però: quella suite a venti stelle è già prenotata per i prossimi sei mesi da altra gente.”

“Vedrai che ci rifaremo. Ora devo andare, che aspettano anche me sul set, e... Polunga?”

“Sì?”

“La prossima volta stai sotto tu!”

 

 

FINE

  
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