Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: piccolimarcoakajohn    31/03/2016    0 recensioni
Quella che vuole essere appresa, condivisa, qui, ora, è la constatazione che alcune cose posso piacere e gustare e che la prima cosa che viene in mente in seguito a questa espansione interiore è la necessità inclusiva verso chi è ancora come io ero.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Il fisico è separato dalla mente. Non sta succedeendo quello che vedo davanti a me. Successe. Io non lo vidi. Me lo raccontarono. Ma è talmente familiare da essere come vissuto. E in questo vorrei negare il senso di disgusto che provo per le cose prive di arroganza. Le mie parole non si capiscono. Risultano inutili. Nessuno mi capisce. Mi sento l'unico in grado di non poter affrontare paure che si allargano come funghi in pieno autunno, e crescono come le ombre al crepuscolo. Parlare di spiriti, di streghe e demoni (entrambe gli accenti) avrebbe senso se solo la terra potesse essere piatta e il sole discendere dentro la terra dopo esservi emersa. Non posso tornare indietro anche se lo vorrei, anche se lo volessi, anche se lo voglio, anche se lo vorrebbi. 
 Poter scrivere di parole urlate, ferme, irriducibili è l'unico piacere che una persona piena di cerimoniosa ammirazione può concedersi; a scapito della noia di chi volesse in qualche modo distrarsi, sollevarsi, felicitarsi con delle parole altrui, composte ad arte; con la precisione che conviene ad una persona dotata dei migliori device tecnologici, talmente precisi da stabilire in modo automatico e indiscriminato il refuso ed eliminarlo di soppiatto, senza che l'utente possa accorgersene, possa ridire sopra l'adeguatezza di sì preciso mezzo. 
 Non riesco a impegnare il mio tempo concatenando parole utili a suscitare, emozionare, la catarsi può avvenire ma senza che me ne accorga, la catalisi è troppo complessa da poter esser recepita. Eppure rimango. Eppure rimani. Qualcosa evidentemente manca, nella sua più putrida essenza. Lo so io. Lo sai tu. Lo sanno loro. Lo sappiamo noi. 
 Oggi siamo sempre più vicini all'indifferenza eppure questo mi rattrista. Mi rattrista nonostante l'indifferenza fosse stata sognata come liberazione dalla discriminazione. Accettare il dolore è implicito alla noia della calma, del vento, del sole che lentamente cuoce la carne, bagnata di sudore, solleticata dal frinire di un grillo giapponese emigrato in una scatola di raffinata lacca antica. 
 Non sono vicino al nucleo, lo lambisco, me ne accorgo, sto cercando di salire le scale, di scenderle, di traslare lateralmente, di colmare le mie lacune con alcuni numeri. Manca la 12 e la 13 e poi posso passare alla prossima stagione, per poi shiftare al secondo episodio della prima stagione del prequel di quella serie che mi riporta seriamente e serialmente e lentamente e temporaneamente e ripetutamente ad ambientazioni diverse, calde, tranquille poco reali, molto immaginate, mai accadute.   310321060327
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: piccolimarcoakajohn