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Autore: Ace of Spades    31/03/2016    4 recensioni
“Mio padre non era così, prima di perdere mia madre era un'altra persona. Di sicuro non una dolce e carina, ma almeno era una persona. Dopo la morte di sua moglie è diventato un mostro senza sentimenti, animato solo da ciò che ci potrebbe essere di più oscuro dentro un cuore vuoto.”
Degli occhi neri lo fissarono.
“Come se avessero aperto il Vaso di Pandora”
“Aperto? Direi più che è caduto al suolo e si è frantumato. Quando si perde una persona amata in modo traumatico è come perdere il sostegno che ti teneva sulla retta via, come la colonna su cui posava il Vaso. Senza quella, le piaghe dentro al tuo cuore prendono vita e ti divorano da dentro”
“Ho sempre trovato quel mito abbastanza insulso”
“Come mai?”
“Sai perchè esiste il detto ‘la speranza è l’ultima a morire’? Perchè è l’ultima che esce dal Vaso di Pandora. Ma perchè dovrebbe essere l’ultima se è ciò di cui si ha più bisogno?”
“Perchè le speranze le hanno le persone, ma i destini li distribuisce il diavolo.”
•••
DoflaCroc + Mihawk / AkaTaka/ KiddLaw/ KillerPenguin.
Genere: Angst, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo, Drakul Mihawk, Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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23) " La cosa che ci fa più paura ci è già successa. "

(The things we fear the most have already happened to us)




















 

Mihawk uscì dal bagno per la seconda volta, sperando di non dover ritornarci di nuovo causa ormoni adolescenziali dei suoi due compagni di camera. 
Fortunatamente sembrava che gli animi si fossero placati; Doflamingo infatti lo oltrepassò sorridendo tranquillamente per poi chiudersi la porta alle spalle.
Crocodile aspettó che l'altro fosse scomparso per iniziare a vestirsi; di certo non lo avrebbe fatto di fronte al fenicottero dopo quello che era successo qualche minuto prima. 
Il Falchetto si stese sopra il suo letto a pancia in su chiudendo gli occhi. La voce del moro lo raggiunse.
"Non una parola"

"Io non ho detto niente" rispose aprendo un solo occhio per sbirciare il ragazzo che si era seduto di fianco a lui.

"Ma la prossima volta avvertite prima di..."

"Ho detto 'Non. Una. Parola.' "

Mihawk sorrise leggermente senza farsi vedere dall'altro.
 

Nel frattempo Crocodile decise di riposarsi un po', almeno fisicamente dato che la sua mente non voleva saperne di spegnersi; aveva una tale confusione in testa da farlo quasi impazzire.
Ed ovviamente il tema principale dei suoi problemi era quell'essere biondo che stava uscendo dal bagno con un asciugamano striminzito stretto in vita; non poteva vestirsi in bagno? 
Stava minando alla sua sanità mentale, lo sapeva, entro la fine di quella che non avrebbe mai definito vacanza sarebbe impazzito.

Doflamingo si vestì con tutta la calma di questo mondo, mentre sul suo volto troneggiava il ghigno più strano che Mihawk gli avesse mai visto fare. Non era uno di quelli perversi o sadici, era più...rilassato.
Il soggetto in questione si sedette sul suo letto cominciando a giocherellare con un peluche di un pulcino rosa tirato fuori da chissà dove.

Crocodile tirò fuori il cellulare dalla tasca e controllò e-mail e messaggi; quelli dei suoi genitori - in cui sua madre si sbizzarriva con i nomignoli e con le sdolcinatezze - non li lesse neanche; ignorò Bon Clay che lo invitava a prendere un the a casa sua - sapeva benissimo la velata minaccia di ritrovarsi Ivankov tra i piedi e non ci teneva affatto a rivederlo - e rispose in modo affermativo solo ad Akane, che gli chiedeva se stava bene e se quando tornava si sarebbero potuti vedere.

Colpi sulla porta spezzarono quella strana tranquillità che si era creata.
Doflamingo si alzò in piedi e rispose di entrare.
Vergo aprì la porta con una faccia che Mihawk e Crocodile definirono a dir poco funerea.
"Signorino, non vorrei disturbarla, ma abbiamo un grosso problema" disse lievemente agitato.
Il biondo lo fissò incuriosito continuando a sorridere. "E quale sarebbe?"
"Ikki Yukimura è qui"

Bastarono quattro parole a mutare l'espressione del fenicottero, che sbiancò e strinse i pugni.
Mihawk se ne accorse e si girò verso Crocodile per cercare una risposta, ma si trovò ancora più confuso quando lo vide contrarre la mascella e assottigliare lo sguardo.
Doflamingo uscì dalla camera seguito da Vergo.

"Dov'è"

"Nel salotto del primo piano"

"Vai a vedere che fine hanno fatto le guardie fuori, io cerco di tenerlo occupato"

"Ma Signorino-"

"Vai."

Il moro si congedó di malavoglia; non aveva una buona sensazione a riguardo, anche perchè sapeva bene che se Yukimura si trovava lì non era certo per fare due chiacchiere in compagnia.
Anzi, probabilmente aveva saputo della mancanza del capofamiglia e aveva deciso di approfittarne.
Con mille dubbi si allontanò.

 

Doflamingo si diresse subito nel luogo in cui si trovava quell'uomo e lo trovò in piedi nel salotto, con due guardie all'ingresso della stanza.

"Guarda chi si vede!"

L'uomo si girò verso di lui; altezza nella media, un po' in sovrappeso ma con muscoli ben sviluppati, capelli (o quelli che rimanevano) tirati indietro dalla brillantina, vestiti beige eleganti e scarpe nere, sul volto svettavano un paio di occhi grigi.

"Yukimura, non aspettavamo una visita da parte vostra" disse quelle parole con tutto il veleno che era capace, pronunciando il 'vostra' con falso rispetto, cosa che non sfuggì all'uomo.

"Oh, su, pensavo fossimo amici." Fece una pausa dedicandogli un'occhiata fredda che gli ricordò lo sguardo di un avvoltoio mentre guarda una carogna.
"Era da un sacco di tempo che non venivo a farvi visita, ho saputo proprio ora che tuo padre non c'è" commentò avvicinandosi a lui.
'Che bugiardo' pensò, mentre le due guardie entravano nella stanza calpestando i preziosi tappeti persiani con quelle che Doflamingo ritenne fossero scarpe da quattro soldi; esattamente quanto valeva il loro Boss.



 



 

Crocodile si alzò in piedi e cominciò a camminare avanti e indietro; il biondo era uscito senza dir loro niente, ma lui sapeva bene chi fosse il tizio che si era presentato senza preavviso, o almeno sapeva che non era una buona cosa lasciare andare l'altro da solo.
"Mihawk, io vado a dare un'occhiata, tu rimani qui"
Il Falchetto gli dedicò uno sguardo enigmatico ma assentì con la testa.



 

• 

 

"Vedo che ti mantieni in forma, come va con la scuola?" commentó l'uomo mentre Doflamingo deglutiva; ovviamente quel tizio era venuto lì per provocarlo.

"Tutto bene, grazie per l'interessamento"

La risata sgraziata del Boss mafioso gli fece venire la nausea.

"Su, su,  non essere così freddo con me, ormai ci conosciamo da tanto tempo, da quando la tua povera madre ci ha lasciato"

Doflamingo strinse i pugni rimanendo in silenzio.

"Quanto era bella, tuo padre è stato molto fortunato, aveva un bel corpo e una grande personalità, ma ciò che più mi piaceva di lei era il suo sguardo"
 

Nominare sua madre era un colpo basso, degno di un uomo vile e senza scrupoli; da quando aveva capito che il suo tallone d'Achille era lei non mancava mai di parlarne, giusto per fargli perdere la calma.
Maledizione, c'era troppo caldo in quella stanza, da quando era diventato così afoso lì dentro?

 

"Aveva degli occhi davvero particolari, sai, mi ricorda molto il tuo adorabile fratellino... povero, lui è quello che ha sofferto di più, se mi concentro riesco ancora a sentire le sue urla di dolore davanti al corpo senza vita di vostra madre..."
 

Suo fratello. Il suo volto rigato dalle lacrime calde e la sua voce rotta dal pianto. Gli ritornò in mente tutto, ogni cosa che cercava di dimenticare inutilmente, gli sembrava di vedere la scena davanti a sè talmente era nitida nella sua memoria.
Il respiro si stava facendo pesante; non poteva avere un attacco in quel momento, non poteva dargliela vinta.

 

"Non ti azzardare a nominare mia madre e mio fratello" ringhiò Doflamingo alzando finalmente lo sguardo e trovandosi vicino all'uomo che sorrideva.

"Stavo solo rivangando il passato, non arrabbiarti. A proposito, da quanto porti questi occhiali? E dire che hai gli occhi uguali a tua madre, non dovresti coprirli." disse allungando una mano verso il volto del ragazzo.
"O forse" continuò "lo fai per poter parlare con tuo padre e con i tuoi amici? Ahaha ma quali amici, tutte le persone a cui tieni finiscono male"

Doflamingo non si mosse più, di nuovo colpito dalle parole troppo vere e velenose che quell'uomo gli aveva rivolto per la seconda volta, distruggendolo dall'interno. Sentì la mano dell'uomo vicinissima al suo viso e chiuse gli occhi per non vedere, come un bambino che si nasconde sotto le coperte per sfuggire a demoni immaginari.
Quando sentì un crack seguito da un urlo strozzato riaprì le palpebre e si trovò davanti ad una schiena che conosceva bene.

"...Croco-chan" sussurrò mentre il moro lasciava il polso ormai rotto del mafioso, che cadde in ginocchio.

"Mi dispiace Signor Yukimura, ma è proprio ora che lei se ne vada"

"Brutto ragazzino impertinente, chi diavolo sei? E come ti permetti di parlarmi in questo modo irrispettoso?" ringhiò l'uomo fissandolo negli occhi neri.

Crocodile sorrise con uno di quei ghigni che ricordavano più l'altro ragazzo che lui.
"E dire che mi sono anche trattenuto e non le ho detto dove deve andare"

"Maledetto-"

Le due guardie si mossero in avanti verso di loro, ma finirono a gambe all'aria cadendo all'indietro e sbattendo la testa rimanendo stordite per qualche secondo.
Gli altri tre si girarono verso la porta trovando un Mihawk piuttosto tranquillo che teneva in mano un lato del tappeto.
"Questo tappeto non si abbinava al resto dei mobili, andava rimosso" disse semplicemente mentre Yukimura fumava di rabbia.

"Ragazzini, voi non sapete contro chi vi siete messi" ringhiò nuovamente alzandosi mentre le due guardie si alzavano e tiravano fuori una pistola dalla giacca.

"Contro una persona che non ha il minimo gusto nel vestirsi" commentò Crocodile.
"E che ha un polso rotto e una voce sgradevole" concluse affiancandolo Mihawk.
In quel momento entrarono nella stanza degli uomini armati capeggiati da Vergo.

"Le visite a quest'ora non sono per niente gradite, la pregherei di andarsene, fategli vedere dov'è l'uscita"
L'uomo li fissò nuovamente per poi dedicare un sorriso divertito a Doflamingo, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo.

"Decisamente non potrai mai essere un degno successore" commentò uscendo dalla stanza seguito dai suoi uomini.
Il biondo si rilassò. Forse aveva ragione Yukimura, non avrebbe potuto essere un boss mafioso perchè non era abbastanza cattivo.

"Grazie" disse guardandoli.
Crocodile annuì distrattamente guardando altrove.

"Io cercavo il bagno" commentò Mihawk grattandosi la nuca e facendo sorridere Doflamingo mentre il coccodrillo si spalmava la mano sulla faccia.

"No seriamente, dov'è il bagno?"
"Ne abbiamo uno in camera, testa di rapa!"
"Giusto... e dov'è la camera?"
"Oddio santo!"

Sorrise mentre Crocodile trascinava per un polso Mihawk; si sentiva uno straccio ma vedere quei due lo tirava su di morale come nient'altro.
Era ancora lontano dal diventare il perfetto successore di suo padre, per avere una famiglia, persone che vedessero in lui un punto di riferimento e lo considerassero degno di rispetto.

'Una famiglia...'


 

"Ti muovi o devo prendere per mano anche te?" sbottò Crocodile rientrando nella stanza scocciato.

"Mi sa che ti toccherà prendermi per mano perchè anche io potrei perdermi" rispose raggiungendolo.

"In casa tua."

"Sarà che ultimamente ho una costante fonte di distrazione nelle mie vicinanze e sono parecchio distratto..." commentò dedicandogli un sorrisetto di scherno che fece alzare un sopracciglio al moro.

"Ma non mi dire..."
Crocodile lo superò ma lasciò il braccio indietro e aprì la mano.
Doflamingo prese la rincorsa e avvolse il proprio braccio attorno al collo del moro.

"Uno ti dà la mano e tu ti prendi il braccio." ringhiò di risposta.

"In realtà quello che voglio prendermi è un'altra parte del tuo corpo, anzi, diverse, probabilmente tutte, sai, non faccio differenze, poi potrebbe sembrare che io sia razzista~"

"Ma ti ascolti quando parli?"

"Dio sì, ho una voce meravigliosa, adoro ascoltarmi"

Crocodile scosse la testa mentre si trascinava dietro - o meglio addosso - il biondo, sul cui viso era tornato il solito ghigno sprezzante e sadico.






 

Dopo circa un'ora erano a tavola per cenare.
"Mihawk ti abbiamo lasciato da solo un secondo e tu sei sparito! Come hai fatto a finire nella serra se dovevi semplicemente salire delle scale non lo so" commentò incredulo Crocodile mentre tagliava un pezzo di carne a cottura media.
Vergo annuì, un pezzo di pane si era attaccato alla sua guancia ma lui sembrava non essersene accorto; quella sera si era unito a loro anche lui.

Il ragazzo preso in causa finì di masticare e rivolse uno sguardo infastidito al moro.
"Questa casa è un labirinto"

"Fufufu~ Falchetto, ho come l'impressione che se giocassimo a nascondino non ti vedremmo mai più. Fortuna che io conosco questa casa fin troppo bene e alla fine ti troverei" si intromise il biondo con gli occhiali pulendosi la bocca con un fazzoletto di tessuto finemente ricamato.
I quattro ragazzi si guardarono.

"Suona come una sfida" commentò Mihawk.

"Per una volta hai avuto un'idea interessante." disse Crocodile.

"Si potrebbe fare una scommessa. Estraiamo a sorte chi conta, e se non riesce a trovare gli altri entro un tempo limite ha perso; al contrario perdono tutti quelli che vengono scoperti, facciamo a turno così ognuno di noi deve trovare gli altri una volta" disse Vergo guardando il Signorino che capì immediatamente cosa volesse dire.

"Chi vince dovrà dare un ordine al perdente; nel caso in cui chi conta non trovasse una persona sarà quella a darglielo, altrimenti, se tutti vengono trovati in tempo, si cambia chi conta e si ricomincia finchè qualcuno non perde." esclamò con enfasi Doflamingo.

"Ci sto" disse Mihawk.
"Io pure" rispose Vergo aggiustandosi gli occhiali.
"Ho una pessima sensazione a riguardo ma ci sto anche io" commentò Crocodile.

 

Dopo aver decretato che chi pescava la carta più bassa contava, vennero scelte le parti: Vergo venne estratto per primo; avrebbe dovuto trovare gli altri, che si sarebbero nascosti all'interno della casa, in un tempo di 1 ora e la conta sarebbe stata di 60 secondi.

Quando il moro diede il via, tutti e tre i ragazzi partirono in direzioni differenti.

"Devo fare in modo che Croco-chan perda contro di me, così dovrà mettersi quel bel completino che gli ho preso con l'aiuto di Vergo. Fufufufu ~ " sussurrò Doflamingo mentre saliva le scale.

Sfortunatamente per i due ospiti, anche il ragazzo con la fetta di pane sulla guancia era pratico della casa e non ci mise molto a trovare Crocodile - che si era nascosto dietro una poltrona nel salotto del primo piano - e Doflamingo - che si era ficcato sotto un letto.
Per trovare Mihawk impiegò più tempo ma alla fine lo vide nella stanza delle armi che fissava una spada con aria assorta.
Il secondo estratto fu proprio quest' ultimo.
L' unica cosa che nessuno aveva previsto era che il Falchetto si addormentasse durante la conta. I tre andarono a vedere cosa gli fosse succcesso dopo un quarto d'ora che non sentivano più nulla e lo trovarono in piedi contro il muro con gli occhi aperti nel mondo dei sogni. 
Lo svegliarono recitando ogni possibile dolce (sembrava che stessero evocando un demone) ma funzionò. Mihawk riprese a contare e i tre andarono a nascondersi.

Vergo camminava in un corridoio del primo piano, nell' ala opposta a quella in cui il nemico stava contando. Si scelse un posticino dietro ad una enorme pianta in un salottino, sicuro che lì nessuno lo avrebbe trovato.

Doflamingo si trovava al secondo piano e anche lui cercava un posto adatto per far perdere le sue tracce. Diede un' occhiata all' armadio davanti a lui; in legno non molto spazioso, era il luogo ideale. Lo aprì e tolse le scope che si trovavano al suo interno, poi si infilò al loro posto e chiuse l'anta.

Crocodile stava all' erta ascoltando ogni minimo rumore proveniente dalle scale che aveva appena salito; al momento si trovava al secondo piano dato che nel primo non aveva trovato un nascondiglio decente.
Camminò per un po' vagliando ogni possibilità, fino a trovarsi in un corridoio. Camminò ancora pensando che forse Mihawk avrebbe giranto a vuoto dall' altra parte. 
Stava pensando se fosse il caso tendergli una trappola con qualcosa quando una mano lo afferrò per la spalla e lo trascinò dentro un armadio.

"Sssh" sussurrò una voce alle sue spalle mentre la mano ora gli stava tappando la bocca.
Ora, chi poteva essere così idiota da nascondersi in un armadio?

Non dovette neanche impegnarsi per arrivare alla risposta dato che gli comparve un nome a lettere cubitali nella sua mente.

"Doflamingo che diavolo fai?" sussurrò il moro rimuovendo la mano dell'altro e girando leggermente la testa mentre gli occhi si abituavano all' oscurità.

Il biondo rise a bassa voce; Crocodile poteva sentire il suo respiro caldo sul collo, proprio dietro l' orecchio.
"Ti sto aiutando a trovare un nascondiglio sicuro"

"A me sembra che tu stia aiutando solo te stesso"

Dei passi li fecero immobilizzare; solo quando non sentirono più nessun rumore si rilassarono.

"Ti ho appena salvato il culo stronzo, un grazie non guasterebbe" rispose in un sussurro dal quale il moro potè capire quanto si stava divertendo.

"Io non ti ho chiesto nient- che diavolo fai?" ringhiò mentre una mano gli teneva fermo il mento costringendolo a guardare davanti a sè e l' altra lo avvolgeva bloccandogli i movimenti e schiacciandolo di più contro l' altro corpo.

"Ssshh, non vorrai farci scoprire"
Non poteva farcela, non con quel bastardo che invadeva il suo spazio personale; i capelli neri e lisci gli solleticavano il naso e il suo corpo aderiva fin troppo bene al proprio.
Inclinò il collo fino ad avere a portata di labbra quella porzione di collo dietro l' orecchio, che iniziò a mordicchiare e baciare lentamente.

Crocodile sobbalzò non aspettandosi un contatto del genere; poteva tirargli un pugno ma sapeva bene - come lo sapeva Doflamingo - che chi era lì fuori si stava aggirando ancora nelle loro vicinanze e non volendo perdere gli toccava stare in silenzio, riducendosi ad emettere dei bassi ringhi di disapprovazione.
E Doflamingo era proprio sull' orgoglio di Crocodile che faceva affidamento; anche un cieco avrebbe visto quanto fosse orgoglioso e quindi perdere sarebbe stato uno smacco. Questo voleva dire che per il momento il coccodrillo era inoffensivo e totalmente nelle sue mani.

Il moro imprecò a denti stretti e si dimenò leggermente; stava valutando se buttare fuori quell' imbecille era una scelta appropriata quando il suddetto cervello di gallina affetto da aviaria morse un punto sul suo collo particolarmente sensibile e lui non riuscì a trattenere un piccolissimo gemito che mascherò subito con un grugnito.
Sperare che l' altro non lo avesse sentito era pura utopia.

Doflamingo si immobilizzò immediatamente e il suo ghignò diventò qualcosa di enorme.
"Ah~ quindi è questo il punto!" commentò vittorioso ricominciando a torturarlo.

Crocodile sollevò una gamba pronto a tirargli un calcio quando successe qualcosa che nessuno dei due aveva previsto.


























 

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Mi scuso per l'aggiornamento a singhiozzo, ma prometto che proverò ad essere più veloce :(
Siamo arrivati alla fine di un altro capitolo con una mega gara a nascondino. 
Nella prima parte si mostra finalmente l' uomo che disturba il sonno del fenicottero, che si rivela essere un boss mafioso concorrente alla famiglia Donquixote.
Grazie all' intervento di Crocodile e Mihawk le cose sembrano essere tornate a posto. Per il momento.
E il coccodrillo sembra cominciare a capire di non essere del tutto indifferente al fenicottero ed era ora.
Ma! Cosa succederà che nessuno dei due ragazzi aveva previsto?

Lo vedrete.

A presto ☆

  
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