Libri > Shadowhunters
Ricorda la storia  |      
Autore: otppurefuckingmagic    31/03/2016    1 recensioni
Alec è uno sportivo e ha assolutamente bisogno di aiuto per non essere bocciato in chimica.
C'è solo un problema: il suo tutor è troppo bello per riuscire a concentrarsi.
[Storia Revisionata]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Malec Tumblr Drabble'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Otppurefuckingmagic è un'autrice straniera, il link alla sua pagina originale è inserito nelle note dell'account, che è attualmente gestito dalla persona che traduce le sue storie, con il suo consenso.

Una Buona Reazione

Ispirata a questo prompt: "Sportivo!Alec e Nerd!Magnus. AU in cui ad Alec serve un tutor in chimica e passa da figo che fa sport a idiota balbettante quando sta con Magnus. Ne ho bisogno per dei motivi."



"Dove vai, Lightwood?" urlò Jace dall'altra parte del campo. Alec si limitò a mostrargli il medio, anzichè rispondergli, sapendo che il suo migliore amico lo stava solo prendendo in giro perchè doveva andarsene prima dagli allenamenti di rugby per incontrare il suo tutor. Ma il loro coach incrociò lo sguardo del moro e gli fece segno di andarsene, urlando a Jace di chiudere quella fogna e concentrarsi sulla palla. Lui pensava che l'idea delle ripetizioni fosse buona (era uno di quei coach che stressavano i giocatori sui buoni voti quanto sul gioco di squadra) e Alec aveva davvero bisogno di aiuto.

Il corso di chimica gli stava dando seri problemi e, se i suoi voti non fossero migliorati, avrebbero potuto davvero cacciarlo dalla squadra di rugby.

Si mise il borsone a spalla, attraversò il cortile e si diresse verso l'edificio della scienza. Era una struttura nuova, fatta di vetro e metallo che si ergeva al centro del campus e, per quanto suggestiva, Alec ne odiava la sola vista.

Non era mai stato particolarmente bravo in niente che avesse a che fare con la matematica avanzata, ma era sempre riuscito a cavarsela da solo – fino ad ora. Non riusciva a bilanciare le reazioni, non era in grado di ricordare cosa fosse acido e cosa basico ed era certo che, prima o poi, avrebbe accidentalmente dato fuoco al palazzo della scienza dal valore di qualche milione di dollari, mischiando le sostanze sbagliate. Ed era frustrante, perchè con il rugby se la cavava. Avrebbe potuto scegliere più o meno qualsiasi sport e cavarsela bene – football, calcio, basket, tiro con l'arco... Ma bastava metterlo in un laboratorio e i suoi occhi, il suo cervello e le sue mani smettevano di comunicare gli uni con gli altri, figuriamoci coordinarsi.

Gli venne indicato come raggiungere l'aula dedicata allo studio dalla donna al bancone dell'ingresso e lui seguì le istruzioni. Era ancora sudato per l'allenamento, ma non così tanto. Se non fosse stato un po' in ritardo, si sarebbe tolto l'uniforme, inclusi la protezione per le ginocchia e le scarpe con i tacchetti, ma in quel momento era in ritardo di cinque minuti e lui odiava esserlo.

Quando arrivò dall'altra parte dell'edificio, era esausto. Odiava la chimica, odiava quell'edificio e odiava esser stato costretto a prendere un tutor. Aveva il viso torvo, le sopracciglia corrugate e le spalle ricurve in avanti...

Ma la sua visione della vita si ravvivò nell'istante in cui vide l'uomo in piedi sulla soglia della sala studio con un Ipad in mano.

L'uomo aveva dita lunghe e le sue unghie erano decorate come la tavola periodica degli elementi. Indossava degli occhiali neri e i suoi capelli erano pettinati come se avesse passato tutta la mattin a perfezionare un look alla sono appena uscito dal letto. La sua pelle ricordava ad Alec il caldo e l'estate. Indossava una camicia tutta colorata dalle tonalità sgargianti, con i primi due bottoni slacciati e le maniche arrotolate sugli avambracci – che esponevano più muscoli di quanti Alec ne avrebbe attribuiti ad un esperto di chimica.

L'uomo alzò lo sguardo e il ragazzo ebbe modo di vedere il colore giallo-verde dei suoi occhi, semi-nascosti dalla montatura nera da hipster e incorniciati da una sfumatura di kajal che aveva un effetto devastante.

"Sei Alexander Lightwood?"

Alec giocò nervosamente con la cinghia della sua borsa e provò a dire qualcosa, ma emise solo una sorta di semi-lamento e arrossì, cercando di ritrovare un po' di compostezza. Un po' sarebbe stata fantastica, in quel momento. "Cos… Chi… Già… Uh… Ciao. Sì. Sono, um, Alec."

Le labbra dell'uomo guizzarono, come se stesse cercando di trattenere un sorriso. "Sei in ritardo, Alexander."

"Mi dispiace. Sono venuto via prima dall'allenamento" indicò la sua divisa per provare il punto e, questa volta, l'uomo sorrise, facendo pensare ad Alec che non fosse affatto giusto che il suo tutor fosse così bello "... e ho cercato di arrivare in tempo. Ma non ci sono riuscito. E mi dispiace. Mi dispiace davvero. Scusa se ti ho fatto aspettare. Ecco."

"Nessun problema" disse lui, lasciando vagare lo sguardo sul ragazzo. "Sono Magnus Bane, dottorando in chimica teorica. Sarò il tuo tutor."

Alec aprì la bocca per rispondere, ma semplicemente non ci riuscì. Magnus stava provocando qualsiasi tipo di reazione possibile nel suo corpo. Se pensava che essere bocciato in chimica fosse pericoloso, avere lui come tutor lo sarebbe stato ancora di più.

"Tu puoi insegnarmi tutto quello che vuoi" disse improvvisamente, bisognoso di riempire il silenzio teso che aleggiava nell'aria. Rimpianse subito di essere nato.

Le sopracciglia di Magnus si sollevarono. "Buono a sapersi." Digitò qualcosa sull'Ipad, poi indicò la porta. "Cominciamo."




Magnus sapeva che Alec era agitato. Lo sguardo del ragazzo continuava a passare sulle sue labbra e seguiva ogni movimento delle sue mani. Era seduto sull'orlo della sedia e si sporgeva verso di lui, rapito. L'uomo era sicuro che non fosse il libro di testo che aveva davanti a catturare la sua attenzione. Sapeva riconoscere l'attrazione, quando la vedeva.

Ma era raro che la percepisse anche da parte sua.

Per quanto potesse apparire tranquillo, spontaneo e distaccatao, in quel momento non lo era affatto. Di solito non gli piacevano i tipi sportivi – troppo testosterone e troppo poco cervello – ma Alec non rientrava in quella categoria.

Dalle domande che faceva, sembrava sorprendentemente intelligente e riusciva a vedere i collegamenti tra concetti che altri ragazzi impiegavano anni per notare. Semplicemente, il suo cervello non era portato per l'algebra*. Così Magnus cambiò approccio, usando più spunti visivi del solito e il ragazzo iniziò a rilassarsi. Rise persino, quando Magnus fece un gioco di parole particolarmente brutto su acidi e basi.

Nessuno rideva mai ai suoi brillanti giochi di parole – soprattutto non Catarina o Ragnor – ma Alec si comportava come se riconoscesse le sue capacità comiche. E questo era allo stesso tempo dolcissimo ed eccitante.

Magnus non era fiero del modo in cui il suo ego era alimentato da quella risata.

Ma la felicità di Alec durò poco e il ragazzo tornò a corrugare le sopracciglia, con la mascella tesa. Magnus mise una mano sulla sua e la testa del moro si sollevò di scatto.

"Alexander" disse Magnus, "questi concetti non sono semplici."

"Lo sono per te!"

Lui allontanò la mano. L'aveva lasciata su quella dell'altro per più tempo di quanto fosse opportuno. "Ognuno di noi ha qualcosa in cui eccelle. Per me è la chimica. Per te credo siano... gli sport?"

"Rugby" specificò Alec e un'espressione beata gli si dipinse sul viso. Era esilarante.

"Non sono in questa squadra" continuò il ragazzo, arrossendo. "All'università, intendo, sai. Qui."

"L'avevo capito. Immagino questo voglia anche dire che sei bravo ad usare le mani."

Alec si fissò le mani, come se lì avesse potuto trovare la risposta. "Um, sì. È importante per il mio corso?"

Era effettivamente importante per la chimica, solo non per il tipo che Alec stava cercando di imparare in quel momento. "Era solo un'osservazione." Magnus alzò le mani per chiarire il punto. "Dovremmo smettere di divagare, visto che abbiamo ancora poco tempo. Ma, prima, vuoi sentire altri giochi di parole?"

Alec sorrise e si sporse verso di lui. "Um, forse?"

"Non preoccuparti. Te li dirò solo... periodicamente."

Alec rise e non importava che la battuta non fosse affatto divertente, lui credeva che lo fosse. Questo gli fece pensare che fosse valsa la pena di prestarsi a fare il tutor per quella sessione, per contro del suo perennemente-ingrato amico Ragnor.

Alec stava ridendo così forte che attirò l'attenzione degli altri alunni e tutor nella stanza e dovette coprirsi la bocca con le mani. I suoi bicipiti si gonfiarono nel movimento e Magnus si ritrovò ad interessarsi alla teoria delle particelle che si erano fuse in modo tanto perfetto a creare quel particolare essere umano.

Il tutor si sistemò gli occhiali sul naso, lanciando uno sguardo accaldato ad Alec. "Il tuo sorriso è bello da togliere il fiato. Dovresti mostrarlo più spesso."

Sì, non era stato per niente discreto, ma non riusciva a trovare la forza per interessarsene – poi i lineamenti di Alec si indurirono e il ragazzo di spostò i capelli neri come l'inchiostro dal viso.

Tornò nervoso in pochi istanti. "Magnus, io... non so quale sia il modo migliore per dirlo, ma non so se sia una buona idea che tu continui ad essere il mio tutor."

"In queste circostanze? Nemmeno io penso che lo sia" concordò Magnus. "Ma non dobbiamo preoccuparci di questo. Sto solo sostituendo un amico per oggi. Questa è la prima e ultima sessione che faccio con te."

Il viso di Alec si oscurò. "Non lo sapevo... Immagino sperassi che..."  ricadde all'indietro sulla sua sedia. "Ok, allora."

Alec sembrava positivamente impaziente e Magnus voleva solo baciare il broncio che aveva sulle labbra. Si allungò sul tavolo e chiuse il libro di chimica con un colpo secco. "Questa è stata la nostra ultima sessione ufficiale, ma..."

Il ragazzo sollevò un sopracciglio "Ma?"

"Ti andrebbe di andare a bere qualcosa insieme?"

Alec gli mostrò il suo sorriso più sincero. "Sì, sembra... sembra una buona idea. Quando?"

"Che ne dici di ora?"

"Ok."

"Eccellente." Magnus si alzò e iniziò mettere via le sue cose, guardando Alec da sopra la sua spalla. "Ho ancora un sacco di giochi di parole in serbo per te. Solo che non so se otterrò una buona reazione."

Alec si mise il borsone a spalla, alzando gli occhi al cielo. "Basta."

"Oh, non ho intenzione di smetterla. Sono nel mio elemento."

Alec sbuffò e scosse la testa affettuosamente. "Avanti. Andiamo a bere qualcosa."

Note della Traduttrice:
* In America, la chimica come materia è soprattutto stechiometria, quindi si basa totalmente sull'algebra.

Un enorme grazie a Yvaine_ che ha betato la storia *.*
Alla prossima,
testo

Link alla storia originale: http://archiveofourown.org/works/6269767

Traduttrice: Katerina Hummel Di Angelo (Qui potete trovare tutte le altre storie che ho tradotto)

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: otppurefuckingmagic