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Autore: Mentemaniacale_    31/03/2016    0 recensioni
Caffè.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caffè. Puro e semplice caffè. Miscela di polvere e acqua. Che incanta palati e unisce persone in determinati luoghi comuni solo per degustarne il sapore. Scusa per appuntamenti, rimedio casalingo per il mal di testa, piccola sostanza da cui si può sfociare in una leggera dipendenza e costantemente presente nella routine quotidiana. Per me è diventato addirittura una sottospecie di amico inseparabile. Nei miei momenti buii, soli e freddi, il caffè mi scalda nelle mie riflessioni, nei miei pensieri. Ultimamente l'umore non è dei migliori ma paradossalmente, mi ci sto abituando. Ogni tramonto che passa la mia aura si fa più cupa, meno vitale. Abitudine. Brutta bestia. Accettare inevitabilmente una condizione, indipendentemente dal fatto che possa essere positiva o il suo contrario. Il mutismo mi corteggia, sempre più spesso, con insistenza e io, sto cedendo. Nei pochi momenti dove decido di reagire, di parlare e liberarmi dai pesi che schiacciano il petto in modo estremamente soffocante, mi ritrovo sola e mi abituo a questa condizione, isolandomi. Mi ritrovo infastidita, inoltre, dai rumori troppo forti, dalle voci sopra alle righe. Comincio ad amare il silenzio e a mutare il mio tono di comunicazione, prima così alto e 'pimpante', pieno di vita, ora tetro e cupo, un piccolo sospiro. Alzare la voce mi smbr inutile e durante le litigate mi sorprendono di come invece di urlare a mia volta, strillare i miei pensieri senza ritegno, mi ritrovo a parlare piano, calma, con davanti un caffè creando nel mio 'avversario' un sentimento distorto quasi da scherno da parte mia. Rimuginandoci sopra, la chiamerei quasi l'arte dell'indifferenza alle provocazioni altrui. Una sorta di mania per far sentire a disagio l'altro. Non toccandomi con le sue istigazioni. Nonostante nel profondo ogni attaccoo ferisce, mi umilia. Ma no, non cadrò così in basso da farlo vedere. Mi chiudo e sorseggio il caffè. Proteggendomi. Mostrando quell'indifferenza falsa. Senza cadere in una crisi isterica. O per lo meno, non esternamente.
  
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