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Autore: _evans_    01/04/2009    3 recensioni
- HP 7 from Hermione pov -
Dal capitolo 7 :
[...]Ma in fondo Ginny continua a illudersi, pensai, ed è anche in parte colpa mia.
Soltanto due sere prima l’avevo rassicurata dicendole che per lei ed Harry poteva esserci un futuro, ma in quel momento la realtà mi crollò addosso come un castello di carte: nessuno poteva avere certezze sull’avvenire in un momento come quello.
Nessuno sapeva se saremmo sopravvissuti alla ricerca degli Horcrux o a una battaglia contro lo stesso Voldemort.
Io avrei dovuto saperlo. Non avevo forse modificato i ricordi dei miei genitori proprio perché non corressero pericoli e non soffrissero la mia eventuale perdita, continuando a vivere serenamente?
Fu come se tutte le ansie e le paure che mi avevano assillato dopo la morte di Silente, e che erano state represse in quegli ultimi giorni, fossero tornate a galla tutt’a un tratto. E la consapevolezza di avere davanti a me solo il nulla, l’ignoto, mi investì come una doccia fredda.[...]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Another Mudblood Story

Luglio.
Ero a casa e ,seduta sul letto, in camera mia,con il libro di incantesimi in mano, pensavo. Riflettevo su quello che stavo per fare. La magia che dovevo compiere non era difficile. Difficile sarebbe stato accettarne le conseguenze.
Avevo preso la mia scelta già da molto tempo: esattamente sei anni prima, quando divenni una delle migliori amiche del Prescelto.
Non avevo nessuna intenzione di abbandonarlo.
Ma se la nostra missione fosse fallita, se il mondo magico ,e non, fossero stati ancora in pericolo, se io non avessi più avuto la possibilità di tornare dalla mia famiglia, rivedere e stare ancora una volta nel luogo, insieme a Hogwarts, dove sono cresciuta, beh, dovevo almeno assicurarmi che i miei cari non soffrissero e non patissero la mia stessa sorte.
Era necessario che lo facessi.
Per il loro bene. Per dare loro la possibilità di ricostruirsi una vita, lontano da lì.
Oramai mi ero quasi del tutto convinta e comunque non c’era più tempo : quella notte sarei andata alla Tana per decidere con la famiglia Weasley e gli altri membri dell’Ordine della Fenice il modo migliore per portare via Harry da Privet Drive evitando un attacco da parte dei Mangiamorte e di Voldemort.
Quindi dovevo agire in fretta. Quella stessa sera.
Scesi dal letto, aprii la porta e uscii dalla mia camera, per poi fare le scale e arrivare in salotto.
Mio padre era lì, come al solito. Scriveva degli appunti su un quaderno,seduto al tavolo.
- Hey, piccola. La mamma è in cucina.- mi disse
- Grazie, papà- risposi. E mi avviai nella stanza accanto.
-Ciao Mione, finito di studiare? – chiese mia madre. Stava tagliando delle verdure, i capelli così simili ai miei raccolti in una treccia.
Detestavo che mi chiamasse Mione: lo trovavo un nomignolo ridicolo, mentre lei sosteneva che fosse affettuoso.
In quel momento mi sembrò bellissimo e provai una fitta acuta di nostalgia ripensando al fatto che non l’avrei più sentita rivolgersi a me in quel modo per molto tempo.
Trovai la forza di parlare mantenendo un tono di voce più calmo possibile e ritrovando un po’ di determinazione.
- Sì, mamma. – risposi semplicemente cominciando ad apparecchiare la tavola.
- Bene, cara.- disse lei.
- Pensa, tra poco più di un mese inizierai il settimo anno!- disse mio padre mentre entrava anche lui in cucina.
I miei genitori erano contenti del fatto che fossi una strega. Non avevano mai avuto problemi ad accettarlo. Loro avevano sempre creduto in me e sapevano che ero felice di appartenere al mondo magico.
Sorrisi, ma senza entusiasmo.
La realtà era che non avrei finito gli studi, ma non potevo rivelarglielo.
- Già…- mentii – non vedo l’ora.-
Cominciammo la cena parlando del mio futuro da strega, finché non cambiai argomento.
Era troppo affrontare tutto in una giornata sola.
Più tardi, verso le 23, quando fui sicura che i miei genitori si fossero addormentati, mi intrufolai nella loro camera.
Li guardai per un lungo istante. Sentii le lacrime affiorare.
Per loro, pensai, affinché possano essere felici.
Poi sussurai mesta un -vi voglio bene- e sfoderai la bacchetta di legno di vite con l'anima di corda di cuore di drago. L’incantesimo per modificare i loro ricordi mi uscì spontaneamente.
Qualche minuto dopo mi ritrovai davanti due persone, ancora profondamente addormentate, che avevano solo l’aspetto dei miei genitori…in realtà erano degli sconosciuti.
Grazie alla magia che avevo eseguito ora erano convinti di chiamarsi Wendell e Monica Wilkins, di essere una coppia felicemente sposata e senza figli il cui più grande desiderio era trasferirsi in Australia. Avevo già programmato tutto. Sarebbero partiti per Adelaide tra quattro giorni.
Ora dovevo soltanto aspettare Ron.
Andai a chiudermi in camera mia. Rimasi immobile, con la schiena appoggiata alla porta per diverso tempo. Ore, minuti o forse solo alcuni secondi. Dopodiché cominciai a fare le valigie: tra due ore sarebbero venuti a prendermi Bill il signor Weasley e Ron, inoltre dovevo tenermi impegnata. Altrimenti sarei scoppiata.
Esaminai le carte sparse sulla scrivania, tra cui alcuni numeri della Gazzetta del Profeta, per decidere quali tenere e quali buttare; presi tutti i libri di magia decidendo che avrei fatto una selezione, per quelli da portare in missione, più avanti e misi tutto, insieme a dei vestiti in valigia. Poi i miei occhi si soffermarono sul baule di scuola.
Non l’avevo toccato, a parte per togliere i libri. Il resto, la divisa, il materiale per le pozioni e alcune pergamene, erano ancora lì dentro. Tutte cose che mi avevano accompagnato in sei anni. Temevo che aprendolo di nuovo avrei peggiorato la situazione. Hogwarts era stata la mia seconda casa.
Lì avevo conosciuto i miei migliori amici, avevo condotto gli studi di magia e preso parte ad avventure che avevano inciso e cambiato profondamente la mia vita. E non ci sarei più andata. Non come prima, almeno.
Avevo anche pensato molto a Silente dal suo funerale e non riuscivo ancora a capacitarmi della sua scomparsa…
Basta, pensai. E mi riconcentrai sull’imminente partenza.
Una volta che ebbi finito il mio sguardo cadde su una lettera. Me l’aveva mandata Ron qualche giorno prima.
Ron. Quel nome, insieme alla parola Horcroux mi assillavano.
Ci mandavamo lettere spesso, ma per parlare dovevamo usare nomi ed espressioni in codice. La posta via gufo non era affatto sicura.
Notai, per la centesima volta, leggermente divertita che la calligrafia, piccola e illeggibile, e il modo di fare, disordinato di Ronald Weasley non sarebbero mai cambiati.

Cara G.,
come stai? Dai, tra quattro giorni saremo ancora insieme. Tieni
duro!

L.

Era stato telegrafico, ma d’altra parte era meglio così. Meno scrivevamo minori erano i rischi di tradirci.
“Saremo ancora insieme”, quelle parole mi facevano uno strano effetto. Ma non indugiai oltre su quella sensazione, pensando, un po’ a malincuore, che mi voleva bene solo come amico. Poi Grattastinchi, il mio gatto, cominciò a fare le fusa. Mi ero quasi dimenticata di lui. Non l’avevo visto per tutta la giornata. L’avrei portato con me alla Tana, per poi affidarlo alle cure della Signora Weasley.
Mi sedetti sul letto con Grattastinchi sulle ginocchia.
Guardai la foto sul comodino a fianco a me. Io mamma e papà. L’anno prima. In vacanza. Tutti e tre sorridenti, felici, e uniti.
Adesso neanche sospettavano della mia esistenza. Di avere una figlia. Ero orfana. Mi sentivo sola e con tristezza pensai che era così che doveva sentirsi Harry.
Harry. Ero molto preoccupata per lui. Aveva una grande responsabilità e correva un pericolo enorme. Era la nostra unica speranza. L’unica possibilità di salvezza...
In quel momento sentii uno schiocco provenire dal piano di sotto.
Erano arrivati.



Ciao a tutti! ^^ Questa è la mia prima Long-Fic. Spero vi piaccia. Come avrete intuito è il settimo libro della saga dal punto di vista di Hermione.Un grazie a __granger (la mia bebby) che ha PAZIENTEMENTE messo tutti i codici. Thanks dear ^-^ Mi raccomando: commentate!
  
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