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Autore: Mentemaniacale_    31/03/2016    0 recensioni
Credo di avere dei problemi anche con il cibo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho dei problemi con il cibo. Passo dall'inizio dell'anoressia, a episodi isolati di bulimia fino a frammenti dove il cibo è onnipresente in tutta la giornata. Ho un rapporto strano con gli alimenti. Da pasti regolari passo a giornate intere senza voler toccare nemmeno un 'oliva. Soffro per il mio fisico. Non mi rappresenta il corpo che vedo riflesso nello specchio, nonostante non abbia neanche un'ispirazione o un'immagine da cui trarre riferimento. È triste. Vestire è il dramma. Prima riuscivo a nascondermi nei vestiti larghi, in modo da nascondermi dal mondo esterno. Per non far vedere la disarmante differenza tra le gambe, così stecche e reputate dagli altri 'perfette e sottili' e i miei fianchi e vita così spropositamente larghi. Ora invece mi restringo in abiti della mia misura attuale dove però mi sento inadatta. Ho sempre odiato la mia figura e nonostante (digiuno o meno) sia riuscita ad arrivare a 62 chili, mi sento lo stesso ripugnante. Perché sono anni che combatto con la mia autostima. Che distruggo il fisico attraverso divieti forzati di cibo e abbuffate con retrogusto di conati. E nonostante mi stia avvicinando all'idea di 'numero perfetto' ho vergogna. Provo disagio anche nel fare la doccia con il mio ragazzo ormai marito in bagno con me. Mi sento profondamente fuori luogo. E il pensiero costante è che potrebbe di sicuro trovare di meglio. Mi torturo nel capire perché stia con me. Con questo ammasso informe con più complessi che pregi. Mi sottovaluto in continuazione. E perdo ogni giorno di più quella forza di vivere che in qualche modo ero riuscita a creare. Mi ritrovo taciturna, a criticarmi mentalmente in modo molto pesante e forse tutt'altro che oggettivamente davanti allo specchio. Non credo che questa lotta con il mio fisico finisca presto. Suppongo che non avverrà mai. Almeno fino a quando non accetterò me stessa ma so che è un percorso lungo e insidioso a cui per ora, non sono riuscita a concedermi passi avanti. Mi guardo. Osservo il mio corpo con disgusto, in piedi davanti allo specchio. Le gambe secche ma non così tanto come dicono gli altri. I fianchi toppo larghi. Il seno di natura troppo formoso, le spalle minute e le braccia sottili. Nulla di omogeneo. Mi sento un mostro. 'Vai in palestra!' seh, la palestra. Con qual coraggio? 'Guardate la, avoja a lavorà per mettersi apposto'. Non ho il coraggio. Non ho la forza. Poca dignità. Mi disgusto. Potrei mangiare, assaporare i sapori per poi vomitare tutto, magari anche qualcosa in più. Ma è tutt'oggi che cerco di vomitare e non ci riesco. E non riesco a tollerare di mangiare qualcosa. Perché oggi va così. Non mangio nulla da ieri a pranzo. L'altro giorno ho mangiato fino a esplodere, fino a sentirmi piena alla gola. L'altro giorno ancora ho mangiato poi rimesso. Vacillo fra queste mie tre parti. Creando scompiglio al mio povero guscio che racchiude la mia anima persa e ormai lontana. Ripenso al suicidio. Al perché no? E al perché NO. Ho forse bisogno solo di parlare, di esprimere parole, frasi e discorsi di senso compiuto che mi aiutino a sfogarmi. Cosa che durante la scrittura viene naturale, spontanea mentre nella comunicazione verbale avviene con più difficoltà. O meglio, non avviene proprio. I pensieri e ciò da che ho da dire si creano, e hanno senso. Ma al momento di azionare le corde vocali, le parole si tramutano in sospiri d'arresa. Quest'ultime muoiono. Senza neanche dignità. Che fallimento. Mi riscopro per l'ennesima volta così paradossalmente contraddittoria. Ed è così frustrante. Agonia.
  
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