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Autore: mughetto nella neve    31/03/2016    2 recensioni
"Fosse dipeso da lei avrebbe aperto lo sportello, raggiunto il figlio e, afferratolo per l’orecchio, trascinato in macchina mentre ricapitolava il suo ultimo misfatto e spiegava quali ne sarebbero state le conseguenze. Saori non voleva questo - certo che no! Mai una volta che fosse d’accordo con lei su come educare Kouga! - e l’aveva, non a caso, coinvolta in un approccio più gentile che comportava la presenza di entrambe al ritorno da scuola per una serena e pacata discussione."
[ Shaina/Saori | Parent!AU | #FearShainaLella ]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Ophiuchus Shaina, Pegasus Kouga, Saori Kido
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: mughetto nella neve [ FB e A03 ]
Fandom: Saint Seiya Ω
Personaggi: Kido Saori, Ophiuchus Shaina, Pegasus Kouga; [nominati] Lionet Souma, Pegasus Seiya
Coppia Principale: Shaina/Saori; [accenni] Seiya/Shaina, Seiya/Saori
Generi: fluff
Avvertimenti generali: AU, fem!slash, OOC (?)
Avvertimento principale: Parent!AU 
Prompt: “Legge del capitano Penny: Si può fregare tutti per un certo periodo, o qualcuno per sempre, ma non si può fregare la mamma” [ Legge di Murphy ]
 
 
 

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Shaina odiava aspettare. L’attesa la rendeva pari ad un animale che si aggirava furioso in gabbia dopo mesi di digiuno sbattendo la propria coda con le pareti e ringhiando sommessamente. In meno di dieci minuti aveva acceso e spento la propria macchina, urlato a dei liceali di spostarsi dal cofano e brontolato sotto voce che era colpa di Saori se Kouga aveva preso questa brutta abitudine di attardarsi fino all’ultimo con gli amici.
Tamburellò nervosamente sul volante, aggrottando le proprie sopracciglia nel lanciare frettolose occhiate allo specchietto retrovisore: Kouga continuava a chiacchiere con quello che pareva essere un suo compagno di classe - Souma, se ben ricordava - e rideva in modo così ( “così cretino!”, “non dire così, Shaina” )  stupidamente allegro da irritarla ulteriormente.
Accanto a lei, Saori tolse i guanti e tirò fuori dalla propria borsa lo specchietto tascabile. Passò le dita sul volto, controllando che il mascara non avesse ceduto, e accarezzò la propria guancia per accertarsi che il nuovo fondotinta non fosse troppo scuro per la propria pelle. Shaina la osservava in silenzio, seguendo i movimenti delle dita su quella pelle madreperlacea che tanto le piaceva accarezzare nel letto prima di addormentarsi.
Trasse un veloce respiro e tornò a guardare Kouga, sperando di riuscire a rivolgere a lui le sue attenzione. Il ragazzino aveva raccolto la cartella da terra e se la teneva sulla spalla continuando a gesticolare come un forsennato mentre i suoi amici ridevano divertiti.
« Sta peggiorando la sua situazione » ringhiò, allora, stringendo il volante fra le mani per dissimulare vanamente la crescente rabbia.
Fosse dipeso da lei avrebbe aperto lo sportello, raggiunto il figlio e, afferratolo per l’orecchio, trascinato in macchina mentre ricapitolava il suo ultimo misfatto e spiegava quali ne sarebbero state le conseguenze. Saori non voleva questo - certo che no! Mai una volta che fosse d’accordo con lei su come educare Kouga! - e l’aveva, non a caso, coinvolta in un approccio più gentile che comportava la presenza di entrambe al ritorno da scuola per una serena e pacata discussione.
La donna, infatti, riteneva la violenza sbagliata e non educativa per il figlio.
Da sempre, era lei a difenderlo dalla furia dell’altra che ululava minacce di morte nel vedere la sua pagella o nel trovarlo sporco di fango e terra dopo pomeriggi passati a correre al parco. Prendeva perennemente le parti del figlio come un caro angelo custode - o diabolico avvocato, a detta di Shaina -  e sviolinava insensati monologhi sull’importanza dell’ammettere i propri errori e sul come Kouga si fosse già pentito di ciò che aveva combinato.
Non c’era, dunque, da stupirsi se il figlio la preferiva ed era sempre a lei che dedicava ogni gesto vagamente gentile.
Shaina sbuffò al ricordo di quanti mazzetti di fiori Kouga aveva consegnato orgogliosamente alla compagna, ridendo imbarazzato nel notare la gioia della madre. Il suo ruolo era certamente quello più ingrato e con minor soddisfazioni.
« Lascia che gli parli prima io » intervenne d’improvviso Saori chiudendo la borsetta e sistemandola sulle gambe. Con un rapido gesto si portò indietro qualche ciocca di capelli ed alzò il viso di qualche centimetro per sistemarsi ulteriormente: « In fondo, potrebbe non essere lui ».
Shaina assottigliò infastidita lo sguardo.
« Già, potrebbe avere un gemello - un altro! - uguale identico a lui che abita nello stesso quartiere e veste nel suo stesso modo! » commentò sarcastica sfoderando un’espressione fintamente rasserenata che riuscì a destare nell’altra una breve risata. Sbuffò ed abbandonò il volante per stringere le proprie mani in una ferrea presa che fece scrocchiare le dita: « Questa volta non la passa liscia. Oh, no. Non mi farà fessa. Non questa volta. »
Saori portò la mano, nuovamente guantata, sulle sue labbra e nascose vanamente il proprio sorriso. Probabilmente, in un altro momento, avrebbe avuto il coraggio di definirla tenera e ridere della sua reazione imbarazzata; e, tuttavia, forse perché in un luogo pubblico, preferì tacere e continuare ad osservarla con quei grandi occhi che da sempre ricordavano quelli di una civetta.
A guardarla adesso aveva poco e nulla di quella madre premurosa che Kouga pareva tanto apprezzare. Ricordava più la giovane che Shaina si era ritrovata davanti al suo appartamento - bagnata come un pulcino per via del temporale in corso - che balbettava scuse per aver rovinato la sua relazione con quello sbarbatello di Seiya.
Il viso di Saori brillava ancora di quella luce innocente - eppure incredibilmente seducente - che l’aveva portata fra le sue braccia. Shaina portò, quasi istintivamente, il viso verso quella della più giovane che le si avvicinò sorridendo appena.
Le loro labbra si sfiorarono appena e subito Kouga aprì la portiera posteriore e si fiondò nella macchina continuando a salutare i suoi amici dal finestrino. Shaina quasi affondò il viso contro il volante mentre Saori riprendeva a ridere ingenua mentre si voltava verso il figlio.
« Saori! » esultò il ragazzino tirandosi immediatamente verso di loro con le guance rosse per l’imbarazzo. Lanciò la sua cartella nel porta-bagagliaio e si sistemò fra i due sedili, saltellando come un bambino in attesa di caramelle: « Sei tornata oggi dal Giappone? Come è andata? Hai portato qualcosa anche per me? - ah, ciao mamma! »
Shaina emise un grugnito in sua direzione, dedicandogli un’occhiata veloce dallo specchietto retrovisore, mentre azionava la camera.
Accanto a lei, Saori continuava a sorridere angelicamente e faceva passare la mano sulla guancia dell’altro, accarezzandolo quasi fosse un bambino ancora bisognoso di coccole e continue premure. Kouga avvicinò istintivamente il viso contro questa e le diede un bacio sulla guancia.
Shaina sospirò, improvvisamente sprezzante di simile dolcezza fra madre e figlio. Strinse il volante fra le mani e qualcosa, dentro di lei, parve quasi rassegnarsi al ruolo di “poliziotto cattivo”.
Tanto valeva fare come voleva lei, a questo punto! - si disse con voce rassegnata, mentre chiudeva gli sportelli della macchina con improvvisa cautela - Comunque lo avrebbe fatto nero una volta che Saori si fosse allontanata.
« Kouga » lo chiamò con voce piatta ed incolore mentre iniziava ad uscire dal parcheggio e malediva mentalmente le auto rimaste in doppia fila nonostante, ormai, gli studenti liceali fossero usciti tutti.
Il ragazzo smise immediatamente di parlare con l’altra donna e portò quei grandi occhi - scuri e profondi, eppure incredibilmente teneri ed innocenti - verso di lei. Per qualche istante, nella sua mente, si affollarono i ricordi di lui, ancora neonato, che la osservava nella culla e protendeva le sue mani con una tenerezza capace di scaldarle il cuore.
Le venne istintivamente da sorridere e, tuttavia, trasse subito un respiro ed ordinò i propri pensieri, rimpiazzando simile immagine con il volto scandalizzato di Seiya a scuoterla - buon Dio, come era riuscita ad amarlo all’epoca? - gridando che “Kouga aveva questo e quello e bla bla bla” con voce stridula e fastidiosa.
Il desiderio di soffocare il figlio nel lavello della cucina si fece di nuovo forte nel suo animo.
« Seiya mi ha detto che Shiryu gli ha riferito che Shun-Rei pare averti visto fumare » proferì con voce secca mentre si rigirava per guardare il viso d’improvviso pallido del ragazzino. Una voce dentro di lei urlò “centro!” e un sorriso sadico le si dipinse in volto: « Sei morto, ragazzino ».
Saori sospirò rassegnata e l’auto partì a tutta velocità trascinando Kouga in un inferno di grida e minacce.
 
 

 
~Il Mughetto dice~
Non sperate di avermi viva tanto facilmente: corro veloce e francamente non mi pento di nulla.
Questa coppia merita tanto e mi piange il cuore nel saperla così poco calcolata in questo fandom pieno di testosterone. La Shaina/Saori è una coppia bellissima, interessante e soprattutto così ben fatta da conquistare persino me. Se c’è qualcosa che mi è piaciuto molto in Omega è il dettaglio sull’infanzia di Kouga, ovvero, che è stato praticamente cresciuto da due donne che queste - almeno così a me pare - se la intendono d’improvviso tantissimo.
Dunque, in questa one-shot, vediamo Shaina e Saori sposate (ovviamente! Perfino la Grecia è avanti a noi in questo!) e con un figlio adolescente a cui badare. Kouga stava davvero fumando o Seiya è un delatore inattendibile? Non lo sapremo mai. E forse a Shaina non interessa nemmeno. Sappiate, semplicemente, che Kouga passerà due mesi chiuso in casa senza televisione e cellulare.
Grazie per aver letto questa one-shot e, se avete tempo o modo, lasciate pure un commento! Mi rendereste davvero felicissima!
… oh, e non sperate davvero che sia finita qui! #FearShainaLella
  
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