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Autore: NinaD    01/04/2016    2 recensioni
Dal Testo:
“non te lo chiederei se non fossi disperato” disse lui guardandola negli occhi, con quegli occhi grigi così profondi, illuminato dalla tenue luce artificiale sopra al bancone, Mira sentì la forza delle gambe cedere a causa di quel contatto profondo, sembrava che le stesse implorando l'anima e Mira gliela avrebbe anche concessa “ok” disse sicura buttando giù alla goccia quel bicchierino che pensava non avrebbe bevuto.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elfman, Lisanna, Luxus Dreher, Mirajane, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una mano si insinuò sotto la maglietta del pigiama ad accarezzare la pelle morbida e calda del ventre, l'altra era come sempre aggrappata all'angolo del cuscino, era una cosa che faceva sin da piccola e ormai senza accorgersene quando le calava il sonno si aggrappava al lato sporgente e morbido del cuscino così anche se stai facendo un incubo e ti sembra di non riuscire a svegliarti, avrai sempre qualcosa di reale a cui tenerti le parole rassicuranti della madre le venivano in mente tutte le volte che si ritrovava a riflettere su quella strana abitudine. Come al solito Mirajane si era svegliata prima che l'allarme della sveglia le spaccasse i timpani, battendo le palpebre un paio di volte mise a fuoco le pareti di camera sua: l'armadio color panna, l'attacca panni in legno dietro la porta e la bacheca in sughero con le foto di famiglia. Si alzò sbuffando, l'aria fredda fuori dal piumone le attanagliò le caviglie come tanti spilli, l'autunno stava piano piano scadendo nell'inverno e quel cielo nero di fine novembre non faceva che ricordarglielo. Odiava svegliarsi presto quando faceva così freddo, a piedi nudi uscì dalla sua stanza bussando sulle due porte accanto alla sua “sveglia!” urlò per il corridoio entrando poi in cucina, accese il fornellino con la caffettiera già pronta e la piccola radio sul bancone in un gesto meccanico e naturale. 
“Lisanna, Elfman in pedi!” urlò ancora, sovrastando la musica di cui la cucina si era riempita, sentii il cigolio di una porta aprirsi e un sorriso vittorioso piegò le sue labbra “Buon giorno” disse Elfman stiracchiandosi, si dovette abbassare un po' per passare sotto la porta della cucina “Lisanna?” chiese Mira versando il caffè nelle tazzine, notando l'assenza della sorellina  “ancora a letto” rispose asciutto il ragazzone grattandosi la testa  “è sempre la solita” si disse Mira fra sé e sé caricando il corridoio come un toro “Lisanna! è possibile che tu..” non finì la frase che, entrando di prepotenza nella stanza della sorella, si trovò davanti un disastro di vestiti e scarpe. Ancora bloccata sulla porta Mirajane scrutò quell'ammasso di coperte dove doveva dormire sua sorella, un mugugno la fece sobbalzare, entrò nella stanza chiudendo la porta alle sue spalle avvicinandosi in punta di piedi. Un movimento del cumulo di coperte fece scoprire un braccio abbronzato quel braccio non è di Lisanna pensò Mira in piedi accanto a quel letto, abbassò piano la coperte con la punta delle dita ,come se stesse toccando qualcosa di sporco o infetto, scoprendo il volto beato di un ragazzo dai capelli castano chiaro che ronfava sonoramente accanto a sua sorella.
“ma che diavolo..?” la mente di Mirajane era troppo scioccata per elaborare un pensiero compiuto, poi la sorpresa fu sostituita dalla rabbia “ma sei impazzita?” si trattenne di non urlare l'albina, rischiando di attirare così l'attenzione del fratello ignaro in cucina, strattonando la sorella ancora nel mondo dei sogni “cosa c'è?” chiese quest'ultima svegliata bruscamente “cosa c'è? Ma se fosse entrato nostro fratello? Cosa gli avresti detto?” la rimproverò Mirajane indicando con una mano il bel giovane che dormiva profondamente, Lisanna si stropicciò gli occhi assonnati per poi rivolgere un sorriso malandrino alla sorella “che stavamo studiando?” scherzò tirando uno spintone al compagno accanto a lei che, dopo un grugnito, si sollevò sui gomiti scoprendo il petto nudo e allenato, per poi rivolgere un sorriso vivace ad entrambe “ma buon giorno!” disse cordiale quest'ultimo passando lo sguardo sulle belle sorelle  “giorno” rispose stizzita Mira “fallo sparire da qui” disse infine rivolgendosi a Lisanna e dirigendosi a passo svelto fuori da quella stanza, ne avrebbero parlato più tardi. 

La vita muta aldilà della grande vetrata del Book Cafè sembrava più triste e desolata del solito, forse era a causa di quel tempo scuro e minaccioso, Mirajane se ne stava appollaiata sul bancone della caffetteria con lo sguardo annoiato rivolgendo di tanto in tanto occhiate a suo fratello che riponeva un plico di libri su uno scaffale alto. Mandavano avanti quella libreria-caffetteria in centro da ormai qualche anno, non che avessero molti clienti, ma abbastanza da far andare avanti la baracca e pagare le bollette.
“Tutto bene?” chiese all'improvviso Elfman rompendo il silenzio di quel negozio “non c'è nessuno” disse Mira indicando con una mano il negozio deserto, il viso leggermente imbronciato “come al solito” la voce squillante e in arrivo di Lisanna  fece sorridere Elfman “me lo fai un cappuccino?” disse poi la ragazza sporgendosi sul bancone “tu dovresti stare alla cassa” la rimbeccò Mira spingendola sullo sgabello di fronte a lei “certo per far pagare tutti questi clienti” la incalzò ironica Lisanna, Mira alzò gli occhi al cielo, doveva fare sempre come le pareva “non temere sorella, il tuo cavaliere imbronciato si farà vivo” disse poi facendosi girare sullo sgabello “si certo” rispose  Mira, apparentemente priva di interesse per l'argomento. Il cavaliere imbronciato, così lo chiamava Lisanna, era l'unico cliente fisso del Book Cafè, tutti i giorni si presentava e, per niente interessato ai libri, si dirigeva nella caffetteria ordinando il pranzo, era un ragazzone alto e biondo con una strana cicatrice a rigargli il volto, era sempre silenzioso e apatico, raramente rispondeva ai cordiali saluti di Lisanna, a parte quando a servirlo era la bella barista. Non parlavano molto, quasi per nulla, il loro era solo uno scambio di saluti e di sorrisi, Mirajane avrebbe voluto sapere qualcosa di più sul misterioso ragazzone in giacca e cravatta che pranzava li tutti i giorni, ma qualcosa, forse l'imbarazzo, le impediva di andare oltre ai sorrisi di cortesia.
“Quel tipo ti piace!” disse Lisanna continuando il suo girotondo sullo sgabello
“Smettila, hai cinque anni? Non ci ho nemmeno mai parlato” rispose sulla difensiva Mira fingendosi impegnata a mettere a posto delle tazzine, Elfman si era dileguato da quei discorsi da ragazze prendendo il posto di Liz alla cassa “ma se tutte le volte che entra arrossisci” disse convinta Lisanna
“nei tuoi sogni” rispose ridendo Mira
“e tutti quei sorrisi e quelle attenzioni?” chiese la sorellina fermando bruscamente quel nauseante girare su sé stessa
“si chiama educazione Liz, dovresti imparare” rispose Mirajane convinta nel suo non voler cedere alle parole insistenti della sorella
“come vuoi tu” disse infine Lisanna, alzando le mani in segno di resa.
L'orologio segnava le 13:30 e Mirajane era appena tornata dal bagno quando la sorella le passò davanti con una pila di libri in mano “ti sei truccata?” le chiese ridendo sparendo poi fra gli scaffali della libreria, Mira arrossi leggermente, in fondo si era messa solo un po' di mascara e di blush. Il campanello della porta segnò l'entrata di un cliente nel negozio, Elfman non sembrò curarsene molto preso a scribacchiare qualcosa su un libriccino, Lisanna sorrise radiosa al familiare cliente che, come sempre, non la degnò di molta attenzione “Ehilà” lo salutò Mira, tutte le volte che vedeva quel tipo qualcosa di strano le riempiva il petto, una mancanza di ossigeno, come se il cuore le saltasse un battito.
“Ciao” rispose lui con un mezzo sorriso di cortesia sedendosi ad un tavolino vicino all'ampia finestra, si sedeva sempre li “cosa ti porto?” chiese l'albina avvicinandosi al tavolo con il blocchetto delle ordinazioni stretto nelle mani, il ragazzone guardò il menù per qualche secondo “sorprendimi” disse soltanto, bastò quella parola per far venire i brividi a Mira che ,sorridendo, prese il menù dalle mani del ragazzo, le dita si sfiorarono per un secondo ma Mira nascose quella scintilla elettrica che invece le percorse tutto il braccio. Gli aveva portato la sua specialità, e adesso se ne stava dietro al bancone buttando occhiate furtive verso l'unico tavolo occupato del negozio, una ragazza era entrata poco prima ordinando un libro scolastico, ma poco importava a Mira che si chiedeva che lavoro potesse fare il suo cavaliere imbronciato. Era sempre vestito così bene, doveva lavorare in ufficio, ma il suo portamento fiero e sicuro era troppo per essere solo un impiegato, che fosse un dirigente di qualche azienda? Eppure lo vedeva sempre sprovvisto di valigetta, era strano per un dirigente non averne una, no? Mira ne sapeva poco e nulla di quegli ambienti, aveva sempre lavorato in quel negozio con i fratelli, solo pensare al colore triste dei muri e ai mille uffici e scale di quelle aziende le faceva venire il magone. Il cavaliere finì di pranzare in troppo poco tempo per i gusti di Mira che lo vide scomparire dal negozio, guardava ancora la porta con occhi tristi e sognanti quando la voce di Lisanna dietro di lei la fece sobbalzare “sei un disastro”.
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Fuori dalla finestra il buio regnava sovrano nonostante fossero appena le otto di sera, Mira se ne stava in panciolle sul divano facendo zapping tra i canali del televisore, un rumore di chiavi catturò la sua attenzione “dove vai?” chiese ad un Elfman vestito e profumato “esco con i ragazzi” disse sistemandosi il colletto della giacca davanti allo specchio dell'ingresso “non fare tardi” aveva fatto in tempo a dirgli la sorellona prima di sentire la porta bruscamente chiusa. Mira stava per mettersi a letto, forse troppo presto per una ragazza della sua età, quando sentii lo scrosciare dell'acqua provenire dal bagno
“posso?” chiese bussando alla porta
“entra” disse Lisanna sotto la doccia
“dovremmo parlare di oggi” disse Mira sedendosi sul coperchio del wc incrociando le braccia sotto al seno
Alberi infiniti quando tu sei vicino a me” cantava Liz senza dare retta alla sorella
“Lisanna” la richiamò Mira cercando attenzione
Questo soffitto viola no, non esiste più, io vedo il cielo sopra noi” continuò Lisanna facendo esasperare la sorella maggiore
“Per l'amor del cielo Lisanna” la richiamò bruscamente
“Si può sapere di cosa vuoi parlare? Mi sono portata a casa uno, punto” rispose la minore facendo sbucare la testolina bagnata dalla tenda a pois rossi della doccia
“ e ti sembra una cosa così normale?” rispose la maggiore, scioccata dalla piega libertina che stava prendendo la vita della sorella
“Avanti Mira non fare la puritana!” la incalzò Lisanna
“Non sono puritana! Dico solo..” non finì di parlare che la sorella la interruppe con un'altra serie di domande
“sei sicura? Non ti ho mai vista con nessuno, non mi hai nemmeno mai detto se ti piace qualcuno! Sei per caso asessuata?” disse tutto d'un fiato la ragazza sotto la doccia, Mira spalancò la bocca senza emettere un suono, era così che la vedeva la sorella? Come una povera imbecille che guardava da lontano un cliente se non come una completa suora orsolina? “va bene, ho capito” rispose ferita Mira uscendo in fretta dal bagno.
Quel giorno il negozio aveva avuto qualche cliente in più, Mira se ne compiaceva mentre strusciava meccanicamente lo staccio sul bancone, le luci ormai mezze spente “Io vado” disse disinvolta Lisanna saltellando verso l'uscita coperta fino al naso da una spessa sciarpa “Dove vai?” la fermò Mira “Esco” disse soltanto Lisanna indicando con il pollice l'uscita del negozio, Mira si sporse sulla vetrina vedendo il tipo dai capelli castani sopra una motocicletta nera “Vai con quello?” chiese la sorella maggiore sgranando gli occhi “Quello, come lo chiami tu, ha un nome, si chiama Hibiki” disse Lisanna alzando gli occhi al cielo “Lisanna tu su quella motocicletta non ci..” aveva provato ad imporsi Mirajane ma Lisanna era ormai uscita dal negozio salutando il ragazzo con un bacio veloce.
Ancora una volta Mira non era riuscita a farsi rispettare, lei era la sorella maggiore, l'unico punto di riferimento per i fratelli dopo la morte dei genitori, si portò una mano sulla fronte, che stesse sbagliando tutto? Forse avrebbe dovuto essere più severa, solo che non voleva finire per diventare il cane da guardia odiato, a cui magari non confidano più nulla, il solo pensiero la fece rabbrividire “non ti preoccupare, è un tipo apposto” disse Elfman sfiorandole il braccio, interrompendo quel flusso di coscienza “lo conosci?” chiese Mira “giochiamo a calcetto insieme” rispose abbracciando la sorella che, pur essendo la maggiore, scompariva tra le braccia grandi del fratello, probabilmente aveva notato il turbamento sul volto di lei  “è un vero uomo” disse facendola ridere “era da tanto che non ti sentivo ridere” ammise Elfman tenendosi la sorella ancora fra le braccia “scusate” disse Mira scostandosi, forse si preoccupava troppo.
Elfman le lasciò un ultima carezza sulla guancia “dove vai?” chiese poi Mira notando che il fratello aveva il giaccone di pelle addosso “esco” rispose in uno sbuffo divertito il fratello, Mira sorrise “va bene, chiudo io” disse poi intimando con la mano al fratello di uscire tranquillamente.
Aveva appena chiuso la porta del negozio, la strada di città era illuminata dalla luce artificiale dei lampioni, fece solo qualche passo prima di scontrarsi rovinosamente contro qualcuno “Scusi” si apprestò a dire Mira alzando lo sguardo “No scusa tu” disse il ragazzo, lui, il suo cavaliere imbronciato “hai chiuso?” chiese lui indicando il negozio alla loro destra, Mira guardò dove il ragazzo indicava come se non sapesse di cosa stesse parlando, ancora troppo stupita di trovarlo li, con quel cappotto lungo e scuro e la sciarpa grigia arrotolata distrattamente al collo, aveva un'aria meno professionale ma comunque affascinante “si si” disse sorridendo, il ragazzo infossò le mani nelle tasche guardando ancora per un secondo la ragazza davanti a sé, portava un lungo giaccone giallo senape, la sciarpa le fasciava il collo magro e bianco, la punta del naso, le guanciotte appena arrossate e gli occhi azzurri lucidi a causa del vento freddo e serale, Mira guardò il ragazzo notando qualcosa di diverso in lui, i suoi occhi in qualche modo le sembrarono più cupi del solito.
“come ti chiami?” gli chiese di getto, il ragazzo sorrise sfoggiando una tenera fossetta al lato delle labbra “Laxus” disse sicuro “e tu?” chiese facendo un passo in avanti “Mirajane” disse lei, si guardarono per ancora qualche secondo “ti va di entrare? Per un bicchierino della buona notte magari?” disse l'albina stupendosi della sua stessa intraprendenza, Laxus guardò il negozio “mi ci vorrebbe proprio” disse annuendo quasi fra sé e sé.
In tutta fretta Mira aveva riaperto la porta del negozio accendendo le luci della zona caffetteria, il cuore le batteva a mille, non tanto per la presenza di Laxus, ma perchè se solo due giorni prima le avessero detto che avrebbe invitato un bel ragazzo per un bicchierino della buona notte non ci avrebbe mai creduto. Con disinvoltura Mira passò dietro il bancone prendendo due bicchierini e del Burbon, in silenzio li riempì e ne porse uno al ragazzo seduto davanti a lei, aldilà del bancone, questo lo buttò giù alla goccia senza troppi complimenti, Mira invece dovette trattenere le smorfie di disgusto per quel bruciore che sentì alla gola e al petto, non era abituata a bere. Senza scambiarsi una parola il ragazzo prese la bottiglia versandosi un altro bicchiere, Mira lo guardò perplessa “hai detto che ne avevi bisogno...” si azzardò a dire vaga, forse si sarebbe dovuta fare i fatti suoi, Laxus alzò lo sguardo guardandola interrogativo “giornataccia?” chiese Mira versandosi un altro bicchiere che tanto non avrebbe bevuto, voleva solo apparire disinvolta “si”disse asciutto lui. Di certo Mira non si aspettava che le avrebbe raccontato tutta la sua vita, ma almeno qualcosa di più, annuii comunque comprensiva “mi ha chiamato la mia famiglia” cominciò a dire il ragazzo guardando come ipnotizzato il bicchierino vuoto fra le sue mani “mio nonno sta male” continuò, Mira apri la bocca stupita “mi dispiace tanto” disse sincera, di certo lei sapeva cosa si provava “il vecchio ha detto che vuole che lo vada a trovare” disse lui, l'albina restò un attimo interdetta da quell'appellativo che il ragazzo aveva riservato al nonno, forse per lui era un modo affettuoso di chiamarlo “capisco” disse incoraggiandolo a continuare “con la mia ragazza” aggiunse Laxus sottolineando il tono di voce, come se il problema fosse tutto lì, Mira annuii nascondendo quell'amarezza che le bruciò il petto più del Burbon. Aveva una ragazza, stupida lei a pensare il contrario, non sapeva che dire, non voleva essere troppo invadente “e lei non vuole andare?” chiese titubante guardandolo di sottecchi, Laxus rise, una risata corta e priva di qualsiasi divertimento “lei non è mai esistita!” disse allargando le braccia, come se avesse sganciato una bomba. Mira cominciava a non capire “non esiste?” chiese storcendo il capo,come se non avesse sentito bene “Da quando mi sono allontanato da casa per prendere la mia strada mio nonno non ha fatto che dirmi di trovarmi una compagna perché la vita da soli non vale la pena di essere vissuta, era assillante, se me lo avesse detto un'altra volta lo avrei ucciso io” disse digrignando i denti, Mira sbuffò leggermente divertita “e quindi?” chiese curiosa “lo zittii dicendogli che l'avevo trovata, ma adesso che sta male e la vuole conoscere...” disse lui con un sorriso amaro “adesso non sai chi portargli” Mira finii la frase per lui annuendo, era un bel casino “hai mai pensato di dirglielo?” chiese Mira ormai disinvolta “come potrei? Tutti questi anni non ho fatto che saltare noiose riunioni familiari grazie alla mia fantomatica ragazza, se glielo dicessi adesso non solo gli prenderebbe un colpo, ma mi ammazzerebbe” rispose Laxus passandosi una mano fra i capelli.
I due rimasero in silenzio, Mira avrebbe voluto trovare una soluzione per il povero Laxus, ma proprio non le veniva in mente niente “Mi dispiace” disse piano sfiorandogli la mano lasciata sul bancone, il biondo alzò lo sguardo sulla barista sorridendole, Mira non lo aveva mai visto sorridere così, era un sorriso dolce che le sciolse il cuore, poi una scintilla gli cambiò lo sguardo “tu.. tu? No...” cominciò a farfugliare  “cosa?” chiese Mira “tu fingeresti di essere la mia ragazza?” chiese di botto “cosa?” alzò la voce Mira, era per caso impazzito? “solo per farti vedere dal vecchio e poi giuro che tornerai alla tua vita” la implorò il biondo, Mira lo guardò con occhi sgranati, mai si sarebbe aspettata che quel fiero cavaliere si sarebbe ridotto a pregarla “ma io non ti conosco nemmeno!” disse lei sulla difensiva “beh mi hai fatto entrare nel tuo negozio dopo chiusura, se avessi voluto ti avrei già stordita e derubata” disse pratico lui “rassicurante” rispose ironica lei “non te lo chiederei se non fossi disperato” disse lui guardandola negli occhi, con quegli occhi grigi così profondi, illuminato dalla tenue luce artificiale sopra al bancone, Mira sentì la forza delle gambe cedere a causa di quel contatto profondo, sembrava che le stesse implorando l'anima e Mira gliela avrebbe anche concessa “ok” disse sicura buttando giù alla goccia quel bicchierino che pensava non avrebbe bevuto.

Spazio di Nina
sfrutto questo piccolo spazio per dire alcune cose:
- è da un bel po' che non scrivo, quindi chiedo scusa se i discorsi non scorrono bene e se l'ortografia non è la migliore, cercherò di migliorare
- sono qui su EFP non solo perché adoro leggere storie e raccontare storie, ma anche per imparare, qui ci sono tanti bravissimi scrittori e io spero un giorno di essere brava almeno un po' quanto loro.
- come ho detto prima sono qui per imparare, quindi per favore siate senza peli sulla lingua, se i dialoghi non sono realistici o altro, ditemelo, adoro le critiche costruttive
- ultimo punto, diciamo che la trama di questa storia è un po' banale e già risentito, ma sempre carino da leggere, credo, poi non ho voluto azzardare troppo per una alle prime armi come me. cercherò di aggiornare regolarmente, spero tanto che vi possa piacere
Ps. se ve lo stavate chiedendo, la canzone che canta Lisanna sotto la doccia è "Il cielo in una stanza" di Mina

  
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