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Autore: girlmoon    01/04/2016    0 recensioni
Riuscite a vedere quel gruppo di scapestrati vicino al cancello della scuola? Beh, quelli siamo noi. Sono Melanie Daffodil Rutherford, ho diciannove anni e quest’anno terminerò il mio corso di studi alla Green Valley College di Londra; prenderò il mio diploma e finalmente comincerò la mia nuova vita. Per ora mi limito a vivere la mia vita al meglio facendo festini con i miei migliori amici e vivendomi questi ultimi momenti da studentessa. Formavamo un bel gruppetto, ormai da tre anni a questa parte: Greg, Clary e Ed erano ufficialmente i miei compagni di avventure. Fu però durante il terzo anno del college che nel nostro corso arrivò Jamie. Non esagero se dico che dopo il suo arrivo, insieme ci sentivamo talmente forti da poter conquistare il mondo intero.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAP.6
-“Ti ho già detto di no Clary”- insisto parlando al telefono con la mia amica.
-“Dai, ti prego Mel, domani mattina dormirai nell’aereo, vieni a casa mia”- continua ad implorarmi lei.
-“Clary.. ho lavorato come una dannata negli ultimi tredici giorni, stasera faccio l’ultimo turno e mio zio mi paga, non posso mancare, gli ho fatto una promessa.”-
-“D’accordo, fa come vuoi, poi se cambi idea avvisami”- mi chiude il telefono in faccia lei leggermente offesa.
*Io lavoro.. perché non lo vogliono capire?!*- penso leggermente furiosa tra me e me.
Nel pomeriggio la scuola sarà aperta solo per due ore dalle quattro alle sei; devo fare in modo di trovarmi lì un po’ prima per raccogliere tutte le cose che sono rimaste nel mio armadietto e che mi potrebbero rubare e dopo esco con mamma a comprare le scorte di cibo.
 
-“Salve signor Cooper”- saluto il professore mentre cerco di forzare il mio armadietto difettoso.
-“Buonasera signorina Rutherford.. come  mai da queste parti?”- mi chiede gentilmente bevendo dalla bottiglietta che ha in mano.
-“Prendo le ultime cose che rimangono qui a scuola e le porto a casa.. domani partiremo ad Amsterdam come viaggio per i ragazzi dell’ultimo anno; voglio assicurarmi che non rimanga niente di mio qui”- spiego velocemente iniziando a versare tutti gli orecchini, bracciali, auricolari, e trucchi che da un anno a questa parte accumulo nel mio “mini-ripostiglio”.
-“Oh vero, io accompagnerò la mia classe, e voi?”-
-“Sul serio? Ci sarà anche lei?”- chiedo con gli occhi lucidi dalla felicità. Cooper è il migliore.. fortunati i suoi allievi. –“Comunque, la nostra accompagnatrice sarà la signorina Allen, l’ insegnante di religione”- concludo io chiudendo l’armadietto.
Cooper annuisce, poi inizia a ridere dopo aver sentito la mia frase..
-“Perché qualche volta non fate a cambio? Magari la signorina Allen va con la sua classe e lei viene da noi, lo sa che è il nostro preferito”-
-“Come accaparrarsi la sufficienza in filosofia modalità master.. vero Rutherford?”- mi dice scherzando.
-“No, sul serio professore.. lei è più accondiscendente ché la professoressa di religione.”- concludo seriamente io.
-“Ahh.. visto? Sotto sotto un valido motivo c’è. Si vedrà Melanie, vedrò di accontentarvi, però non farne parola con nessuno. Mi raccomando.”- dice serio lui una volta usciti dalla scuola.
-“Grazie professore, buona serata… Ah! Veda di fare tutto per esserci lei quando faremo l’accampamento in spiaggia”- grido leggermente io salendo in macchina di mia madre, che mi ha aspettato fino ad adesso. Il professore mi fa l’OK e saluta con un cenno della testa mia madre.
 
-“Andiamo a comprare le scorte?”- mi chiede mia madre sorridente.
Strano, ma vero.. mia madre sta collaborando.
-“Si, andiamo”- le rispondo contenta.
Nemmeno due minuti e mi squilla il cellulare.
-“Pronto J, dimmi”- è Jamie.
-“Clary mi ha detto che vai a comprare il cibo di riserva.. mi passi a prendere?”- chiede.
Mia madre sentendo la voce di Jamie mi fa un cenno di conferma con la testa.
-“Stiamo arrivando, sbrigati!”- gli dico e chiudo la chiamata.
 
Abbiamo comprato tutte cose secche o che per lo meno non necessitavano del frigo o di un forno: patatine in busta, grissini, biscotti, merendine prettamente salutari e non al cioccolato e quattro barattoli di nutella.
-“Che ci dovete fare con tutta quella Nutella?”- dice mia madre guardando me e Jamie con i barattoli in mano.
-“Mamma abbiamo comprato tutte cose secche che fanno.. detto sinceramente.. il solletico al nostro stomaco affamato; quindi.”- dico io mettendo tutto nel cestino.
-“Quindi cosa Melanie?”- mi chiede lei dandomi un leggero schiaffetto dietro la nuca ed io rido.
-“Quindi nulla, abbiamo bisogno della Nutella, per accompagnare i biscotti, i grissini.. è fondamentale!”- dice quasi seriamente Jamie parlando a mia madre, che ci guarda subito malissimo.
 
Usciti dal supermercato, lascio a mia madre le buste con la spesa, mentre io e Jamie ci facciamo un giro a piedi.
-“Che fai stasera?”- mi chiede dopo aver guardato l’ora al telefono.
-“Penso che farò una specie di straordinario volontario lì al bar di mio zio. Credo che andrò lì verso le sei e mezza”- gli dico prendendolo da sotto il braccio.
-“Melanie..”- mi chiama lui e io mi volto a guardarlo per capire cosa vuole. Indica il quadrante dell’orologio e dice –“Sono già le sei e mezza”- trattiene una risata, giusto per non farmi sentire in colpa di “godere” di questa immensa stupidità.
-“Merda, allora tra un’oretta”-
-“Ti conviene tornare a casa, ci vuole tempo per prepararsi e arrivare”- mi consiglia J continuando a camminare con una me appiccicatagli al braccio destro.
-“Però volevo stare ancora un po’ in giro con te, che palle. Vabbè fa niente vado alle otto normalmente”- dico con un po’ di amarezza.
-“Perché questa voce triste? Che succede?”-
-“Se avessi fatto lo straordinario da adesso fino a mezza notte avrei guadagnato 30£ in più oltre ai 60£ che guadagno giornalmente andando a lavorare alle otto”- gli spiego mentre mi accendo una sigaretta.
-“Se vuoi stare con me, ti accompagno a casa e sto un po’ anche lì al bar”-
Lo guardo praticamente con gli occhi a forma di arcobaleno e ci incamminiamo verso casa mia.
 
-“Zio Frank, sono Melanie, tra meno di un’ora solo lì da te, inizio alle sette. Un bacione”- registro il mio messaggio nella segreteria mentre Jamie mi sceglie i vestiti da mettere.
-“Questi ti vanno bene?”- mi mostra un paio di jeans lunghi ed io gli faccio di no con la testa.
-“Lì dentro fa caldo dopo che ci stai quattro ore.. tu sceglimi la maglietta qui ci penso io.”- dico iniziando a cercare qualcosa di più fresco da mettere.
-“Questa mi piace”- dice poggiando una maglietta a maniche corte bianca con delle scritte rosse e nere stampate sopra, sulla sedia.
Si stende sul mio letto e inizia a giocare con il cubo di rubik che c’è sul mio comodino.
-“Perfetto”- bisbiglio io, tirandomi su i pantaloncini di jeans che avevo appena trovato buttati nell’armadio e iniziando ad infilarmi la maglietta scelta da J.
-“Che scarpe?”- gli chiedo leggermente in ansia.. voglio arrivare puntuale!
-“Queste!”- mi dice mentre mi lancia vicino ai piedi le converse bianche.
Annuisco, le infilo e lo lascio solo in camera mentre io vado a lavarmi i denti e a truccarmi.
 
-“Ok, ho finito Jamie possiamo andare”- dico mettendomi il giubbino di pelle nera e afferrando la borsa al volo.
Stavo aprendo la porta convinta, con Jamie che mi stava alle spalle.
Mi giro di scatto ricordandomi di non aver preso le chiavi della macchina e mi ritrovo con la faccia quasi sul petto di Jamie, che mi sventola le chiavi argentate in faccia con un sorrisetto da sbruffone, mormorando.. –“Le chiavi..”-.
Ci infiliamo in macchina e andiamo verso il bar di Frank. Con il culo che mi ritrovo non c’è troppo traffico e riesco ad arrivare in perfetto orario.
-“Le sette precise”- dico entrando nel bar e guardando l’orologio appeso al muro.
-“Le sette sono perfette”- mi dice Jimmy il cameriere gay dandomi un pizzicotto sullo zigomo.
-“Buonasera a tutti”- dico leggermente ad alta voce cercando di attirare l’attenzione di Ronda, che una volta capito che gli avevo praticamente spiattellato in faccia Jamie, mi fa un occhiolino e mi dice di aiutarla al bar.
 
Iniziano a parlare, Jamie si presenta e ordina pure un cappuccino. Ronda inizia a riempirlo di complimenti e sono sicura che Jamie si sente super fiero della sua bellezza.
-“Jamie.. troppo gonfio”- gli dico dandoli uno schiaffetto in fronte mentre beve.
-“Gonfio?”- mi chiede lui stranito e sorridente.
-“Il tuo Ego”- gli tocco il naso con l’indice e mi riprendo la tazza da cui stava bevendo fino a pochi secondi prima.
-“C’è chi può. E chi non può”- fa per dire lui mettendosi un palmo sul petto.
-“Oh, cielo che galletto”- dice Ronda entrando in cucina per prendere gli ordini mentre io e J scoppiamo a ridere.
Dopo mezz’ora Jamie se ne va ed io rimango a fare il mio normale turno serale.
 
All’una meno un quarto lo zio mi si avvicina e mi consegna i soldi tanto attesi e tanto promessi.
-“Ecco a te Melanie cara, spendili bene e vedi di non consumarli tutti”- mi da un bacio sulla fronte e insieme ce ne usciamo dal locale, abbassando la saracinesca.
 
5:22 a.m..
Apro gli occhi lentamente e mi faccio coraggio per alzarmi.
Vado in cucina nel buio più totale facendo il minor rumore possibile. Mi preparo un caffè, mangio un pancake e corro in bagno a prepararmi.
Il nostro aereo parte alle sette e mezza dall’aeroporto di Londra e ci impiegheremo un’ora esatta per fare il volo diretto ed arrivare ad Amsterdam.
Sveglio mia madre, che mi chiude le valige preparate ieri notte alle due dopo che son tornata da lavoro mentre io dopo una bella doccia mi vesto.
Jeans a vita alta strappati, maglietta a maniche corte bianca, converse rosse, e il famoso zaino a righe con annesso giubbino di pelle nera legato alla spalla.
Ci impieghiamo un po’ ad arrivare, le mie valige poi pesano un sacco per lo stuzzicadenti che sono e rischio di trovarmi senza le braccia tra meno di due minuti.
Greg mi vede in difficoltà e mi viene a dare una mano caricandosi anche la mia di valigia. Clary e Jamie hanno già fatto tutto e sono poco più avanti di noi, già in cammino verso l’aereo. Ed e gli altri ragazzi sono invece dietro di noi.
Ho salutato mia madre dieci minuti fa e mi sono messa in coda per fare tutti i vari check-in e controlli.
Finalmente partiamo.
Accanto a me c’è Ed che è già addormentato con gli auricolari alle orecchie. Non tardo nemmeno io. Il tempo di fare una foto al cielo visto dall’alto che mi addormento dopo pochissimo.
-“Mel, svegliati, stiamo scendendo”- vedo il viso contendo di Clary che ci ha appena svegliati.
Scendiamo finalmente da quella fatti specie di tugurio e…
 
Benvenuta  Amsterdam!
   
 
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