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Autore: Kiara_Wolf    01/04/2016    4 recensioni
Sonic the Hedgehog, chi non lo conosce?
Il riccio che ha salvato non uno, ma due pianeti da minacce sempre ritenute impossibili, inumane. Ma Sonic l'ha fatto.
E' speciale? Probabile.
Ma in questa nuova avventura questa sua particolarità può risultare dannosa, per lui e per chi gli sta vicino.
Un nemico che pare imbattibile sorge dalle tenebre e minaccia non solo Mobius, ma l'intero universo!
Sonic verrà messo alla prova scoprendo i suoi punti deboli, ce la farà a resistere o, questa volta, il Destino ha deciso di scrivere Fine alla sua storia da eroe?
-Nulla è buono o malvagio in sé, è il pensiero che lo rende tale- cit. William Shakespeare
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo I: L’inizio di una profezia

 
Odi questa melodia?
E’ la canzone della Morte appena destata
che dolcemente ti porterà via,
con passo lieve per te è arrivata.
Canta con me il suo ritornello,
così la tua anima non avrà più fardello.
Vola con le altre nel mio mondo,
lì il Destino non sarà il tuo padrone
nè la Vita il tuo dolore
sarai  libero di volteggiare
e tra le Stelle serenamente andare ,
basta solo un altro secondo.
Verrà la Morte, e a te che non sei niente 
porgerà la mano, in mezzo all’altra gente…
 
 
  Era strano come tutto poteva cambiare senza preavviso, come una parola di troppo avesse generato una catena di eventi insoliti, inaspettati, eppure tu ora stai camminando per quelle strade begnate proprio per questo, perché è stata detta una parola di troppo.
  Perle cristalline scendevano con furia questa notte, ma sono come una fredda carezza sul tuo corpo, coperto solo di una logora felpa inzuppata ed un paio di jeans appiccicosi, ma tu cammini comunque trascinando le tue carni verso il loro ultimo respiro.
  Nella mano sinistra brilla un ciondolo, quel ciondolo.
Perché non è sul tuo collo come sempre?
  Cosa ti ha spinto a togliertelo, forse quella parola di troppo?
  Il passo è ciondolante, quasi stessi per cadere da un momomento all’altro, il cappuccio copre un viso pallido e scarno.
  Da quanto non mangi?
  Che importa, pensi, tanto non hai più motivo d’esistere, almeno, non più in questo mondo.
  Occhi rovinati dal pianto, incavati e circondati da fosse scure, ecco cosa nasconde realmente il cappuccio, occhi che hanno sofferto e che ora, stanchi, non mostrano più nulla, pozze vuote prive di emozioni e di sogni.
  La tua meta è quasi raggiunta, pochi passi e le tue scarpe infangate si posano su del legno umido, legno che compone un’imponente struttura, un ponte magnifico, perfettamente in equilibrio tra moderno e natura, tra civiltà e selvaggio, niente poteva competere con quest’opera creata inizialmente da Madre natura e poi accuratamente modificata dall’Uomo.
  Quante volte ci sei passata su questo ponte?
  Un’infinità di volte, e sempre con lei.
  Con nessun’altro osasti passare su questo ponte, o con lei con nessuno, ma oggi sei in mia compagnia, ti infastidisce?
  Imperturbabile il tuo viso non accenna un movimento, solo il lieve calare delle palpebre sui tuoi spenti occhi mi fa capire che hai sentito ciò che ti ho detto, ed i tuoi pensieri me lo confermano. Non ne sei infastidita, sai bene che ti dovevo stare vicino in questo momento, d’altronde chi meglio di me ti poteva accogliere nel tuo nuovo Destino?
  Se potessi sorriderei, molto logica la tua risposta, come sempre del resto. Non mi aspettavo nulla di diverso da te.
  Ametto di essere sorpreso dal minuscolo sorriso che s’accenna sulle tue labbra screpolate, ed i tuoi pensieri lo fanno ancor di più: la logica serve solo a lenire un qualcosa che, in teoria, non dovresti neanche provare.
  Può davvero quella parola di troppo averti fatto quest’effetto?

Capisco…
  Arriviamo in silenzio al centro del ponte dove si trova un piccolo balconcino naturale coperto di fiori, la pioggia sempre più impetuosa però ne ha danneggiati la maggior parte rendendo il balconcino alla vista abbastanza triste. Non te ne curi e ti ci avvicini da sola, da dietro posso solo vedere le tue mani carezzare piano il bracciolo zuppo di acqua e di fiori ora appiccicosi, con gesto risoluto fai scendere il cappuccio dal tuo viso così che la pioggia possa bagnarlo interamente, i capelli corvini legati in un nastro azzurro vengono sciolti con un movimento altrettanto deciso ed ora sventolano trascinati dal forte vento. Con solennità leghi con forza il nastro sul bracciolo, posso solo immaginare cosa pensi ora.
  Ti giri verso di me e vedo i tuoi occhi azzurro spento cercare i miei, ma sai bene che saranno solo frutto della tua immaginazione.
   -Vorrei avere ancora i capelli neri, dopo.- dici con voce incolore. E’ straziante sentirtela, ho passato millenni al solo scopo di proteggerti, eppure ancora oggi non ci sono riuscito nemmeno una volta, non capisco come puoi chiamarmi ancora…
   -Padre, non darti colpe che non hai.- mi supplichi tristemente.
  Se potessi sospirerei, quante volte me lo ripeti?
  Ti vedo prendere con forza il bracciolo del balconcino e, issandoti, ti prepari a cadere. –Appena abbandono questo corpo, portami via…- sussurri con malcelata paura, anche se ormai dovrebbe essere una routine ti fa ancora impressione, come la prima volta.
  Mentre ti vedo cadere so che, anche nel nuovo mondo dove andrai, accadranno fatti stazianti che ti lasceranno altri segni. Ma non posso impedirlo.
  Se potessi mi ribellerei, ma infondo sono solo la Morte e come potrei mai, io, ribellarmi al Destino se ne sono un servo?
  L’unica cosa che posso darti, bimba mia, è la completa fedeltà del nostro caro corvo, che ti sosterrà sempre anche da parte mia. Ma nonostante già sapessi tutto, nonostante conoscessi perfettamente che era impossibile non mi posso impedire di sperare che vada in maniera diversa…
 
 
Osservi, che altro puoi fare?
  Osservi il ciclo continuo delle vite su quel pacifico pianeta, e vorresti vivire anche tu come loro.
  Ma puoi solo osservare ed imparare.
  Sai tutto di loro, le loro lingue, le loro abitudini, le loro conoscenze…
  E ti piacerebbe andare lì e vederle da vicino, capirle sino in fondo, farle tue.
  Sospiri, stanca, mentre sospesa guardi il continuo di quelle vite. Una in particolare ti ha catturato l’attenzione da ormai cinquant’anni, e pensare che, come te, lui è nato qui: nello spazio freddo e immenso.
  Sarebbe bello vederlo da vicino, un desiderio irrealizzabile… forse.
  Ci rimugini da anni ormai, potresti farlo tranquillamente, nessuno ti obbliga a restare. Qualcun altro prenderebbe il tuo posto abbastanza in fretta e nessun potere ti verrebbe negato, in quella vita che vorresti tanto avere.
  Una vocina, sempre più forte ti dice che no, non vuoi più solo guardare, puoi benissimo farlo e, l’obbligo che dovresti mantenere, è facile.
  Qualcosa, finalmente, scatta, potente ed innarestabile. Finalmente ti sei decisa.
 
 
   -Ecco qua, il nuovo sensore del Tornado è montato!- disse allegro Tails a nessuno in particolare. Ci lavorava già da un po, ma adesso era completato e il risultato era meraviglioso!
  Sbadigliando la giovane volpe guarda casualmente verso la finestra, fuori un cielo limpido e stellato fa da padrone in qella notte così calma.
  Sorride, pensando che quella pace sarebbe stata veramente bella da godere, soprattutto in compagnia di qualcuno con cui si stava bene.
  Incupendosi un po abbassa lo sguardo e, sul davanzale della finestra, fissa l’unica cosa rimasta della ragazza con cui avrebbe voluto condividere questo, ed altri, momento tranquillo.
   -Adesso sei in un posto migliore vero, Cosmo?- chiede sussurrando.
  Ma il ritorno ai ricordi che riguardano la dolce piantina è appena accennato, un luccichio lo porta a fissare di nuovo fuori dalla finestra e, senza fiato vede un evento raro e bellissimo. –Una stella cadente!-
  Non riesce proprio a fermarla questa esclamazione, fatta con stupore e gioia. Era luminosa come mai ne aveva viste e la sua coda andava sul colore blu, abbastanza insolito. Ma era stupenda.
  Alternando lo sguardo dalla finestra alla pianta gli viene spontaneo dirlo.
  E’ stupido, è insensato, è pieno di illusione, ma è liberatorio affidare a quella stella il suo desiserio più profondo, un po egoista probabilmente.
   -Vorrei che Cosmo tornasse qui con me…-
  Poco dopo il garage diventa buio, e la stella ora non vista, brilla di più accettando quel desiderio.

 
 
 

Angolo Della Lupa Matta
Buonsalve a tutti, Kiara_Wolf è tornata per la milionesima volta a rompervi le scatole! XD
Spero che questa fic piaccia, è un progetto che ho in cantiere da quando sono entrata su Efp, ed ho anche provato ad accennarlo…
Maaaaa…
Non è andato come speravo ^^’’’
Adesso però sono sicura delle mie idee e, questa storia, la farò diventare il mio capolavoro! **
Un po troppo in alto eh?
Ho dei sogni irrealizzabili XD
Ringrazio da ora chi apprezzerà il mio lavoro, e chi non lo apprezza è pregato di criticarmi in maniera educata. Sono apertissima ai consigli e riconosco i miei errori, sono umana dopo tutto ^^
Il prossimo capitolo arriverà a breve, un abbraccio a tutti voi! <3
Con affetto da Kiara_Wolf X3

 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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