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Autore: Ofeliet    01/04/2016    0 recensioni
La calura estiva permeava il Santuario. Il sole picchiava senza pietà e le bianche colonne del luogo sacro parevano liquefarsi sotto di esso. Apparivano più chiare di quanto non fossero in realtà, deteriorate dal tempo e dalla inerzia. La vegetazione che le decorava appariva appassita, spesso secca, in attesa di piogge benedette che le avrebbero fatte rinascere.
Le stanze interne delle stanze di Atena apparivano scure e riparate. Secoli di esperienza decoravano la camera della dea con pesanti tende che escludevano i raggi solari, rendendo più sopportabile il trascorrere della stagione alla divinità.

{ Shaina/Saori | accenni Seiya/Saori | post!canon | #FearShainaLella }
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Ophiuchus Shaina, Saori Kido
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '#FearShainaLella'
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Avvertimenti: Postcanon (ND non esiste)
Prompt: A volte ci sono parole che non dicono niente, ma sguardi che dicono tutto.
Stanze interne: ed eccoci qui al secondo giorno. Appena in tempo, eh!
C'è ben poco da dire. Penso di essermi spiegata abbastanza nella one!shot stessa. Solo che mi rendo conto di quanto io stia iniziando ad amare queste due, e di quanto io ami sviluppare una loro possibile relazione (sia nel canon sia nelle AU).
Perciò, enjoy~





La calura estiva permeava il Santuario. Il sole picchiava senza pietà e le bianche colonne del luogo sacro parevano liquefarsi sotto di esso. Apparivano più chiare di quanto non fossero in realtà, deteriorate dal tempo e dalla inerzia. La vegetazione che le decorava appariva appassita, spesso secca, in attesa di piogge benedette che le avrebbero fatte rinascere.
Le stanze interne delle stanze di Atena apparivano scure e riparate. Secoli di esperienza decoravano la camera della dea con pesanti tende che escludevano i raggi solari, rendendo più sopportabile il trascorrere della stagione alla divinità.
Ormai mancava poco al compimento dei suoi vent’anni. Il tempo pareva essere volato, dalla battaglia contro Hades. Il mondo era precipitato nel caos, alla scomparsa della morte, ma ancora una volta Atena e i suoi Saint avevano riportato di nuovo un fragile equilibrio.
La pace regnava nuovamente sulla terra.
Ben poco rimaneva delle sue truppe, ben poco ormai rimaneva di lei stessa. La morte del suo Saint più fedele aveva lasciato un’indelebile cicatrice, indimenticabile e incancellabile. Non c’era giorno in cui riviveva quell’istante, quello della sua esitazione.
« E’ inutile. » una voce scuote l’immobile silenzio che aleggiava nelle stanze. Atena si volta, facendo frusciare il lungo abito bianco, verso la sua fonte. Ophiuchus Shaina. La Saint più potente, quella che rimaneva salda alla sua posizione. Altri erano morti o l’avevano abbandonata. Ormai solo lei le era rimasta veramente fedele. « Rimuginarci, intendo. E’ inutile. » la donna sospira, tornando ad osservare un rilievo che ritraeva le sue antiche gesta. Appariva così austera, così poco se stessa, da destarle quasi estraniamento dalla sua propria esistenza.
Atena non replica, ascoltando il suono secco della maschera che veniva rimossa. Solo dopo si volta lentamente, ad osservare la donna che si è inchinata davanti a lei.
Gli occhi di Shaina bruciavano, sempre e comunque. Erano così diversi dai propri, scuri e imperscrutabili. Ardevano fin dal loro primo incontro, quando urlavano solo ostilità, fino a quel momento in cui esprimevano cieca devozione a lei e alla sua causa. Gliel’aveva detto, in fondo. Voleva rimanere fedele alla dea, a ciò che rappresentava, anche se quella maschera che la nascondeva le imponeva una legge severa. Non voleva amare, non voleva abbandonare ciò per cui aveva iniziato a vivere.
« Sei troppo severa con te stessa. » le sfugge un lieve sorriso a quel rimprovero, che la fa sentire ancora un’ingenua ragazzina che ha appena messo piede al Santuario.
« Non è così. Piango la morte di ogni mio Saint. »
« La sua in particolare. » le parole di Shaina sono dirette e pungenti come frecce. Atena si morde il labbro, sentendosi quasi colpevole per essere così limpida nei propri sentimenti di fronte a lei. Le da le spalle, nascondendosi alla sua vista nonostante la sua occhiata le bruci la pelle.
« Perché sei qui, Ophiuchus? »
« Il vostro cosmo è turbato. Le stesse fondamenta del Santuario tremano. » la donna si volta di nuovo, sorpresa. I loro sguardi si scontrano, e si incontrano. Non c’è davvero bisogno di parole, apparirebbero solo superflue ed appesantite dall’atmosfera fresca della stanza.
Gli occhi di Shaina le parlano, più del dialogo, più dello stesso cosmo che arde nelle sue membra.
Ne è così fortemente attratta, tanto che si avvicina e si china su di lei. Il contatto è semplice e casto, le loro mani si stringono, i loro cosmi si avvicinano per qualche breve istante. L’incanto è breve ed intenso, ma si spezza con grande facilità.
D’altronde, Shaina è una Saint. Le è semplicemente devota. E’ una cosa di cui continua a convincersi, mentre si allontana e sistema personalmente la sua maschera, celando nuovamente i suoi occhi ardenti dietro di essa.
La Saint si inchina, non porgendole nemmeno i suoi soliti riguardi e la abbandona.
Non c’è bisogno di altre parole. I loro sguardi hanno parlato abbastanza.



   
 
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