Oneshot su
Inside Out
Sì lo so…non hai anche altre due fanfiction
all’attivo, ma ti vuoi decidere a
concludere almeno una.
Chiedo scusa
a tutti
ma come già detto nei rispettivi loculi, ops luoghi, si sto
lavorando a due
opere (una ad Arendelle e l’altra nella savana delle Terre
del Branco) che però
sono long. E quindi quando mi sovviene la matta voglia di scrivere,
scrivo.
Però
solo oneshot, in
quanto le due long mi occupano buona parte del emisfero scrittore nel
mio
cervello.
Quindi due capitoli (uno per fanfiction) alla settimana appena mi metto in pari, più qualche oneshot qua e là quando mi viene la voglia.
Devo ringraziare ellacowgirl in Madame_Butterfly per avermi ispirato.Buona
lettura,
condividete e recensite…voglio migliorare sempre di
più.
Disgusto era disgustata.
Non che il ragazzo che Riley stesse
baciando non fosse bello,
anzi: morbidi ricci castani, occhi grigio chiari, fisico allenato,
carattere
schietto e gioviale.
Disgusto era semplicemente disgustata
dalla situazione e
quindi si avvicinò alla consolle e premette alcuni tasti.
Alla pressione dei tasti il corpo di
Riley reagì respingendo
il fidanzato.
“Che
c’è?” Chiese il ragazzo alla sua
fidanzata.
Nella testa di Riley era intanto
intervenuta Gioia.
“Ma che fai
Disgusto?” chiese, avvicinandosi alla tastiera e
impostando la modalità Gioia.
“Allora?” chiese
il ragazzo a Riley.
La ragazza trasformò la
sua espressione imbronciata in un
sorriso.
“Sto scherzando!”
Rispose poi tornando a baciare il suo
ragazzo.
Nella testa di Riley era scontro
aperto fra Disgusto e
Gioia.
“Disgusto sono
profondamente arrabbiata dal tuo
comportamento.” Disse Gioia:” Non possiamo agire in
danno di Riley. Lo capisci.”
“Capisco solo che da quando
ti sei fatta un giro nella testa
di Riley sei diventa ancor più spocchiosa.” Sbottò
Disgusto.
Poi cominciò a imitare
parodiando Gioia:” Guardatami sono
Gioia, sono l’emozione principale. Il leader della
consolle.”
“Disgusto
piantala.” Disse Gioia
“Altrimenti cosa
fai.” Ribatté acida Disgusto:” Ti metti
a
piangere come quel nanerottolo di Tristezza che ti porti sempre
appresso.”
“Non metterla in mezzo.
È una questione di disciplina per il
bene di Riley. Sono giorni che ti comporti cosi
indisciplinatamente.”
“E cosa pensi di
fare?”
“Sostituirti con un
Disgusto più affidabile.”
“Cosa?” -
“Tu sei pazza. Solo perché sei una emozione in
grado di concepire tutta la gamma delle emozioni, pensi di poterci
sostituire
perché non siamo come vuoi tu. Che ti libererai anche di
Tristezza, quando non
ne avrai più bisogno.”
“Lo sapevo che finivo messa
in mezzo.” Intervenne l’interessata:”
Ma come sono triste. Loro litigano e poi…e poi muoiono.
Muioamo tu.”
“Falla finita irritante
botolo blu!” Gridò allora Rabbia.
“Panico.” Fu
l’intervento di Paura.
Era il caos.
Ci volle parecchio tempo
perché ritornasse tutto in ordine.
Disgusto e Gioia si evitarono per
tutta la giornata.
Nessuno prestò attenzione
alla consolle che annunciava l’arrivo
di una nuova emozione nella giornata successiva.
Venne infine l’ora di
coricarsi per Riley e per le sue
emozioni.
Solo Disgusto era ancora sveglia a
fissare le varie Isole
della Personalità.
“Sai.” Disse una
voce dietro di lei:” Oggi hai dimostrato
rabbia, paura e tristezza tutte insieme.”
“E con questo?”
Disse senza voltarsi verso Tristezza.
“Significa che tutte noi,
che costituiamo l’emozioni di
Riley, abbiamo anche le nostre emozioni.” Continuò
Tristezza.
“…..”
“Vedi quando tornai dal
viaggio nella mente di Riley non l’avevo
ancora capito a fondo, ma poi qualcuno me lo ha
insegnato.”
“Chi?” Chiese
Disgusto.
“Paura.”
Rispose:” Esattamente due sere dopo il nostro
ritorno ero lì, proprio dove sei tu e arrivò lui. Mi si avvicinò
e disse che aveva avuto una paura
diversa da quella che aveva provato fino ad allora.”
“Di cosa aveva
paura?” Chiese Disgusto
“Di perdermi!”
Rispose Tristezza:” Mi amava. Così ho capito.
Ho capito che essere Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia o te, Disgusto,
è la
nostra qualifica: Io sono brava ad essere triste, ma non sono sempre
triste.”
“In conclusione?”
“La conclusione
è già dentro di te, falla emergere, non
averne paura.”
Fu come un conato, ma
anziché vomitare qualcosa o una qualche
cattiveria, vomitò il botolo nero che le pesava e disse:
“Io amo Gioia.”
“Lo so.” Disse
Tristezza con tono complice:” Ora pensiamo
come dirglielo.”
L’indomani Tristezza si
avvicinò al letto di Paura e lo
baciò teneramente sulla guancia:” Nervetto
sveglia.”
Paura si mise seduto sul letto e la
baciò teneramente sulle
labbra.
Staccatosi disse:” Ho paura
che ci sia una richiesta
rischiosa in arrivo.”
“Ho paura anche io che sia
cosi” disse Tristezza.
“Che cosa vuoi?”
Chiese dolcemente.
“Che provochi
Rabbia.”
“Cosa?”
Ribatté Paura:” Perché?”
“Perché Disgusto
e Gioia devono stare un po' da sole. Per
chiarirsi.”
“Capisco.” Disse
Paura baciando di nuovo Tristezza
Si avviò quindi verso la
stanza di Rabbia e con una tromba
da stadio lo svegliò di soprassalto.
“Io ti uccido.”
Gridò Rabbia tutto infiammato.
“Ho paura che tu mi debba
prendere.”
Nel frattempo anche Disgusto si era
preparata per parlare
con Gioia.
“Nervosa?” chiese
Tristezza.
Disgusto capì finalmente
perché Tristezza fosse la seconda
in comando: era in grado di penetrare nell’animo e dire e
fare la cosa giusta
al momento giusto.
Si avviò quindi verso la
stanza di Gioia e la trovò già
sveglia con gli occhi gonfi di pianto.
“Sei venuta di nuovo per
litigare?” Chiese con un filo di
voce
“Veramente.”
“Aspetta fammi scusare. Ho
avuto un pessimo comportamento
ieri e ho detto cose che non pensavo.” Riprese a parlare
Gioia.
“Non ti sostituirei mai,
anche perché non so come si fa?” –
“Sono
pessima non è vero?”
Disgusto stava per ribattere, ma di
nuovo Gioia la
interruppe.
“È che non so
mai come prenderla, Mi preoccupò tanto per
Riley. Siamo le sue emozioni, dopotutto. È nostro compito
vegliare su di lei e
proteggerla e guidarla. Solo che a volte mi scordo che non sono sola,
che ci
siete anche voi e mi scordo di chiedervi che cosa pensate.”
In lontananza si sentivano i gemiti
di Paura pestato da
Rabbia: lo aveva preso alla fine.
“Io so che ti devo chiedere
scusa e che devo mantenere l’ordine
e solo che tu non mi ascolti e sembri distante e non pensi a
collaborare, ma
sono io che non penso ad essere collaborativa.
Ecco, ci risiamo, cominciò
a straparlare. Vai prima che ti
possa offendere.”
“NO” disse
Disgusto e si avvicinò e la baciò.
Gioia rimase un attimo interdetta, ma
poi rispose al bacio
con più passione.
Si staccarono per prendere fiato.
“Devo prenderlo come un
sì?” chiese Disgusto.
Gioia non disse niente, ma la prese
semplicemente per mano.
Ed uscirono alla luce del sole mano
nella mano: erano una
coppia.
“Ma bene.” Disse
Rabbia quando le vide:” Quindi resto io da
solo.”
“Ehi Mattoncino.”
Disse una voce sconosciuta:” Se vuoi ci
penso io a te, Amo il temperamento focoso in un uomo.”
“E tu chi sei?”
chiesero all’unisono le emozioni.
“Sono Eros la nuova
emozione.” Disse lei, mettendo piede per
la prima volta nella sala della consolle.