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Autore: Fabbricante Di Sogni    02/04/2016    0 recensioni
Distopico/Futuristico | One Shot | Introspettivo | Happines Centric | Ascoltando Psycho dei Muse
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In un mondo futuristico hanno installato all'interno della testa delle persone un software che annulla la forza di volontà e da in cambio felicità. Le persone sono come automi, non si rendono conto di ciò che le circonda e la stessa felicità è utilizzata come mezzo per indurle a compiere azioni rischiose o sbagliate. I ribelli o le persone contrarie sono state uccise o sottomesse al programma, ma forse c’è ancora una speranza.
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La tua mente è solo un programma
Io sono un virus
Sto cambiando la stazione
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tua mente è solo un programma
Io sono un virus
Sto cambiando la stazione
(Muse)

 
I passi rimbombano lungo il corridoio, e tu accosti automaticamente la schiena al muro, schiacciandola ancora di più, nonostante paia impossibile.
Sai a chi appartiene quel rumore di passi, la loro andatura metallica e regolata al millimetro ne definisce chiaramente i proprietari, ciò nonostante t’imponi di mantenere la calma. Non puoi rinunciare proprio adesso e se anche lo facessi, non potresti più tornare indietro, decidi di persistere nella crociata che tu stessa ti sei scelta.
Premi i tasti sul mini computer portatile con rapidità fulminea, lo hai scritto tu quel virus, lo conosci a memoria, non puoi scordarlo, è come se facesse parte del tuo DNA.
La tastiera touch è silenziata, ciò nonostante sei facilmente rintracciabile, hai ancora pochi minuti prima che ti trovino, pochi minuti per cambiare disattivare un programma che sta logorando la vita delle persone.
Non è stato facile introdursi all’interno della centrale operativa del benessere, quella da dove trasmettono a tutti il programma della felicità nel cervello, il senso d’appagamento e di contentezza non sono altro che stimoli procurati da un programma che stimola determinate parti della materia grigia.
Per il benessere comune i governanti hanno scelto di imporre che ognuno all’interno dello stato abbia il programma all’interno della mente, in questo modo si può garantire il benessere e la felicità di chiunque.
Chi si opponeva veniva ucciso dagli altri, il premio per l’uccisione dei ribelli è una doppia trasmissione della felicità che andava a rinforzare l’idea che uccidendo chi non voleva utilizzare il programma la felicità sarebbe aumentata.
Del resto era da considerarsi patetica una persona che non voleva la felicità garantita per il resto della sua vita, chi mai desidererebbe l’essere infelice.
Questo software può essere utilizzato all’interno di ogni mente un numero limitato di volte al giorno, in eccesso impedirebbe alle persone di svolgere al meglio il loro lavoro o comunque andrebbe a consumare il cervello anzitempo.
Da quando esiste, il programma vi sono stati un sacco di miglioramenti in ambito lavorativo, anche i vagabondi e i disoccupati sono stati costretti a installare il programma, adesso si divertono a lavorare nelle miniere a rischio di crollo o nelle zone radioattive. La morte media delle persone gira intorno ai cinquant’anni, ma nessuno se ne cura perché sono tutti occupati a svolgere i loro compiti per riceve in cambio felicità e benessere. Più duro e rischioso è il tuo lavoro e maggiori sono gli agi concessi dal programma.
Dopo i venticinque anni ogni persona single deve trovare un proprio compagno, è il programma a suggerirglielo ed è sempre voluto dal programma che ogni coppia che vada in porto debba avere un figlio entro il tempo massimo di tre anni.
Tu però non eri d’accordo, la felicità data dal nulla rende le cose tristi e monotone, hai provato a spiegarlo, ma il solo risultato è stato quello di fargli sorgere dei sospetti nei tuoi confronti.
Quando anche a te è stato inviato il programma, non lo hai installato, hai iniziato a coprire le telecamere della tua abitazione con fotografie che ritraevano le medesime stanze, per ogni volta che dovevi svolgere azioni lecite, denominate illegali dallo stato.
Ti sei rifiutata di morire in modo vano, protestando contro il programma, meglio fingere di averlo in mente, copiando i modi di parlare e l’apparire lieto delle persone.
Ti eri laureata in informatica, conoscevi già le conseguenze dell’importazione di un programma all’interno del cervello, il programma reca un danno che può causare un tumore cerebrale, oltre al totale annullamento della volontà.
Per questo tra le altre cose hai impedito al programma di entrare nel tuo cervello.
Non avevi mai preso in considerazione l’idea di diventare un hacker, ma a volte la vita ti costringe a scegliere tra la consapevolezza e la totale negazione della realtà.
Tu hai scelto la prima.
Hai facilmente imparato come creare un virus, come si fa a distruggere un programma, come riscriverlo o semplicemente disattivarlo.
In oltre avendo la chiavetta USB che contiene il programma che ti era stato destinato, hai avuto modo di studiarlo in lungo e in largo, conoscere tutti i minimi dettagli ti ha dato le informazioni necessarie per capire come doveva essere stato scritto il programma, e di conseguenza sei stata in grado di scrivere un virus su misura per quest’ultimo.
Il giorno che sono venuti a perquisirti la casa è stato chiaro che sospettavano di te, fortunatamente la chiavetta contente il programma originale e tutti le notizie che avevi scoperto si trovava dove nessuno avrebbe mai pensato di cercarla, fra i tuoi capelli camuffata da molletta per tenerli su.
Avevi sentito di storie di persone sospettate di non usare il programma che erano state uccise a sangue freddo solo per un sospetto. Questo perché lo stato teme chi ragiona con la propria testa, vi è un numero ristretto di persone al governo che non subiscono il programma, ma ne manovrano i soggetti che lo subiscono a loro non importa delle conseguenze o dei rischi che corrono le persone, quanto del modo in cui possono sfruttarle fino all’osso.
Sapendo del pericolo che correvi hai capito che non potevi più aspettare, hai deciso di scaricare la piantina della centrale operativa del benessere e hai studiato un piano per entrare senza dare nell’occhio.
Adesso che sei all’interno del loro programma non stai facendo altro che riscrivere il virus che hai studiato a memoria, hanno pensato al perquisirti la casa, ma non possono sottrarti ciò che hai immagazzinato in testa.
I passi nel corridoio si fanno più vicini, presto scopriranno dove sei e allora per te sarà la fine.
Clicchi l’invio definitivo e chiudi il computer cancellando ogni traccia del virus; il tuo compito è terminato, il virus s’insinuerà nel programma principale distruggendolo e disattivando dunque tutti i collegamenti all’interno delle menti delle persone.
Hai agito di notte sia perché la sorveglianza è più scarsa, sia perché la disattivazione del programma non rischi di provocare danni all’interno delle menti delle persone innocenti. Infatti durante la notte il programma è spento, se lo avessi disattivato di giorno con ogni probabilità molti ne avrebbero subito gravi lesioni.
Senti la porta che si apre e ti ritrovi un poliziotto in divisa blu di fronte a te.
I suoi occhi vuoti ti osservano identificandoti subito come nemico, vedi la sua mano correre alla rivoltella e puntartela contro, solo in quel momento ti rendi conto di conoscerlo.
Lui era un tuo compagno di liceo, un ragazzo solare che amava l’astronomia, ti chiedi cosa lo possa aver portato a indossare la divisa blu; ah giusto, dimenticavi il programma.
Ti chiedi se in quei occhi abituati ad odiare e vedere solo i suoi nemici morire possa esistere ancora una qualche umanità che gli ricordi il tuo volto, ma niente da fare, il programma deve aver disintegrato anche quella.
Decidi di fissarlo con i tuoi profondi occhi neri, mentre porta l’indice al grilletto, non vuoi nasconderti, sei fiera di ciò che hai fatto, mira alla testa e il colpo parte, tu in automatico chiudi gli occhi nonostante la tua precedente scelta, è istintivo, lo fai per proteggerti.
Senti un dolore lancinante al petto, ma sai di essere ancora viva, ti chiedi come un miratore allenato a sparare a colpo sicuro come lui possa aver sbagliato da una distanza del genere, mirava chiaramente alla testa.
Lo vedi cadere in ginocchio mentre dalle suo orecchie e dai suoi occhi fuoriesce sangue e nelle ue orbite vuote cogli finalmente un emozione; il dolore.
È il virus che sta facendo il suo dovere, lo senti urlare per il profondo male, e provi quasi un senso di pace.
Il programma aveva deciso di impedire il dolore per far si che le persone vivano senza provarne, quando qualcuno si feriva in automatico la zona corrispondente veniva anestetizzava. Anche per l’amore funzionava così, quando una coppia si lasciava i ricordi inerenti all’altra persona venivano cancellati automaticamente dal cervello, in modo da non turbare la vita degli altri.
Non servivano più gli ospedali così, in guerra quando qualcuno moriva, il programma gli mandava una registrazione di tutti i momenti più belli della sua esistenza in diretta in modo da farlo morire con il sorriso.
Lui adesso e piegato in due e si tampona con i palmi i timpani da cui sgorga sangue, adesso ti fissa, ma le sue orbite non sono più come vuote, ti vede, ti riconosce.
«Ma… Maia, mi spiace di averti fatto del male…» lo senti sussurrare mentre pare sempre più ripiegato su se stesso.
Intanto tu senti il sangue che caldo si espande sui tuoi vestiti, il male al petto è atroce, ma non ti muovi, resti li ferma ad aspettare la morte.
Sapevi che con ogni probabilità saresti morta in questo modo, ma del resto c’è una morte migliore di quella per le proprie idee?
«Non c’è problema, lo avevo scelto.» lo rassicuri, mentre lo vedi per terra che si contorce, come un’animale che lotta per non morire, inutilmente.
Provi come un senso di pietà per lui, il programma lo ha portato a fare ciò che non avrebbe mai voluto, ha uccidere senza nemmeno avere la consapevolezza di aver spezzato una vita.
Ciò non fa altro che rinforzare l’idea che quello che hai appena commesso non è un crimine, ma piuttosto un’opera di bene.
«Il mio nome… non so più il mio nome… Maia come mi chiamo?» biascica fissandoti mentre il suo viso sta perdendo rapidamente colore e il sangue oramai inizia a incrostarsi sui vestiti luridi.
«Il tuo nome è Federico.» sussurri piano, consapevole che presto non avrai neanche più le forze per parlare.
«Gr…  grazie.» dice prima di chiudere gli occhi e questa volta capisci che sarà per sempre.
Il programma ti lascia tutta la felicità del mondo, ma ti fa morire non ricordandoti più come ti chiami, pensi triste mentre senti che i battiti del tuo cuore lentamente rallentano, la ferita fa male, ma è come non sentirlo, dentro di te sei in estasi, niente più felicità e amore programmato, libertà di pensiero, volontà, è questo che ti fece sorridere nell’ultimo istante della tua esistenza.
Trovarono, infatti, due morti, uno che non ricordava il suo nome e una che sorrideva di felicità non programmata con la testa rivolta alle stelle.




Smiley's Conner:
Premetto che è la prima storia originale di questo tipo che scrivo e onestamente non so se esistano storie o fiction del genere, so che l'idea non è certo il massimo dell'originalità, quindi in caso abbia per errore copiato o imitato una qualche storia già esistente fatemelo sapere e lo inserirò. 
Più che altro non sono affatto una lettrice di questo genere e quindi vorrei evitare di aver magari avuto la stessa idea di qualche grande fiction scientifica senza saperlo lol.
Ho scritto questa storia dopo aver letto Fahrenheit 451 e penso che questo abbia contribuito in qualche modo, come del resto l'ascolto della canzone Psycho dei Muse, di cui ho riportato alcune parole qua sopra.
Mi sono lasciata molto sul generico sperando di non apparire troppo banale, in realtà non ho la più pallida idea di come si scriva un virus o cose del genere anche se stimo molto e approvo l'Anonymous.
Detto questo vi saluto e spero che la storia sia stata di vostro gradimento.
Kisses


Smiley

 
  
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