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Autore: lady lina 77    02/04/2016    2 recensioni
Credevo che l'avrei salvata sempre, magari all'ultimo, ma in fondo al cuore lo sapevo che non sarebbe stato così e che forze più potenti di un semplice essere umano quale io sono, me l'avrebbero strappata dalle braccia. Lo sapevo io e sicuramente lo sapeva anche lei meglio di me. In fondo le persone come lei si sa, non muoiono anziane nel loro letto, no. Le persone come lei muoiono presto, lasciando in eterno il mondo a ricordarsi di loro, delle loro gesta e vivendo nel loro mito e nella loro leggenda.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gourry Gabriev, Personaggio originale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Adoro la mia nipotina e d'altronde quale nonno non stravede per i figli dei propri figli?

La prendo per mano, mentre mia moglie, mio figlio e mia nuora scorazzano per le bancarelle di Zephilia, decisi a scovare le migliori bottiglie dell'ultima annata, al miglior prezzo.

Beh, la mia nipotina si annoia alla fiera d'autunno e in fondo è normale, quale bambina di quattro anni non si annoierebbe ad ascolare ore ed ore di trattative su prezzi e qualità dei vini. La cosa forse meno normale è che mi annoio anche io, che di anni ne ho quasi ottanta, ho i capelli bianchi da molto tempo e dolori alle ossa che mi fanno schricchiolare le giunture in modo molto fastidioso.

Insieme, soli io e lei, ci allontaniamo dal villaggio. E' una giornata autunnale calda, il cielo è terso, è la giornata ideale per una passeggiata e c'è un posto dove voglio andare, che mi attente ogni volta che rimetto piede da queste parti. Di solito ci vado da solo ma questa volta non posso farlo, mia nipote mi ha implorato di portarla via da quello strazio della fiera.

Arriviamo in un prato immenso, colorato dai colori dell'autunno. Tutto è pace quaggiù e io inspiro profondamente, pensando e ripensando a quanto tutto sia mutevole, fugace e veloce nella vita. Camminiamo in silenzio per un pò, con la piccola di casa che mi guarda incuriosita, senza trovare il coraggio di chiedermi dove stiamo andando ma felicissima di passare del tempo da sola con me. D'altronde, chi meglio di un nonno sa far divertire una nipotina?

Ci fermiamo solo quando arriviamo lì, dove le mie gambe mi portano automaticamente, quasi conoscessero da sole la strada.

Una lapide, una pieda, un nome e due date, quella di nascita e quella di morte, troppo vicine fra loro.

"Ma nonno, è una tomba! Di chi è?" - mi chiede mia nipote.

Il mio sorriso da nonno si inclina per un attimo. "E' di una persona che conoscevo tanto tempo fa. Sai, si chiama come te".

"Come me?".

Annuisco. Già, la persona che da tanto tempo riposa quì si chiama come la mia nipotina ed è incredibile pensare a questo bizzarro scherzo del destino, a come un semplice nome accomuni le due persone che amo più di me stesso. Scuoto la testa, ricordare è ancora doloroso, dopo tutto questo tempo. Ricordare il ragazzo che sono stato e l'uomo che poi sono diventato e ricordare lei e tutte le volte che ho impugnato la mia spada per difenderla e proteggerla da tutti i guai che si attirava addosso. Lei, che era diventata la mia ragione di vita e per la quale avrei dato la mia di vita. Credevo che l'avrei salvata sempre, magari all'ultimo, ma in fondo al cuore lo sapevo che non sarebbe stato così e che forze più potenti di un semplice essere umano quale io sono, me l'avrebbero strappata dalle braccia. Lo sapevo io e sicuramente lo sapeva anche lei meglio di me. In fondo le persone come lei si sa, non muoiono anziane nel loro letto, no. Le persone come lei muoiono presto, lasciando in eterno il mondo a ricordarsi di loro, delle loro gesta e vivendo nel loro mito e nella loro leggenda. E di leggende su questa persona che riposa quì, a pochi passi da me, ne circolano tante e con una punta di orgoglio, quando ne sento parlare, ricordo di averne fatto parte anche io, per un pò.

L'ho protetta prima come una sorella e poi come la donna che era diventata, bellissima e talmente forte da sembrare quasi indistruttibile ed eterna. E poi l'ho amata e sapevo che era un privilegio che solo a me avrebbe concesso, lei che voleva sembrare algida ed irraggiungibile agli occhi di tutti.

E poi le ho detto addio, nel giorno più brutto della mia vita. Perché vedere la donna che ami morirti fra le braccia, piena di sangue, dopo un combattimento con dei demoni, è una cosa che ti corrode dentro e non smette mai di scavarti nel tuo dolore. Un dolore prima lancinante e poi sordo, strisciante. Ma che ti accompagna tutta la vita.

Le avevo detto, in un'ultima disperata sua richiesta mentre la vita scivolava via dal suo corpo, che non avrei passato l'esistenza a piangere e a deprimermi, che avrei vissuto. E con fatica l'ho fatto. Tanta fatica, tanto dolore...

Ma mi sono rialzato, anche se il mio animo era spezzato e mai sarebbe tornato come prima.

Ho di nuovo impugnato una spada e ho combattuto ancora per le cause che ritenevo giuste. Ma non con lo stesso ardore con cui mi battevo per lei.

Ho amato un'altra donna, tranquilla e silenziosa, che fino ad oggi non ha mai fatto domande e non si è mai lamentata di dividere lo spazio nel mio cuore con un'altra donna. Una donna speciale mia moglie, che forse non ho mai meritato davvero ma che ho sempre amato teneramente e a cui non ho mai mancato di rispetto. Una donna che mi ha regalato un figlio scavezzacollo, attirato da miti e leggende, poco incline allo studio e molto portato a cacciarsi nei guai quando era piccolo. Un figlio per cui spero di essere stato un buon padre, per quelle che erano le mie possibilità. E che ho tirato fuori dai guai innumerevoli volte, tanti anni fa.

Ma poi è cresciuto anche lui e come me ha trovato l'amore e il suo posto nel mondo, diventando un buon marito e un buon padre a sua volta.

E che sorpresa quando nacque lei, la piccoletta che ora tengo per mano.


"Sai papà, da ragazzino avevo letto un libro che narrava le imprese leggendarie di una maga di Zephilia, morta molti anni fa. Lina Inverse. Beh, era una tipa tosta sai? E voglio che mia figlia lo sia altrettanto. E quindi, tua nipote si chiamerà Lina. Io e Gemmeline ne abbiamo discusso e piace ad entrambi. Che ne pensi?".


Già, che ho pensato in quel momento? Beh, a parte essere sbiancato dal sentir pronunciare quel nome a mio figlio a cui non avevo mai parlato di Lina e che non sapeva nulla del mio passato prima del matrimonio con sua madre, in quel momento sono stato solo sorpreso e felice. Era come se lei fosse tornata... Diversa, con una storia nuova da scrivere sul suo futuro, ma Lina. Le Lina sono persone sempre eccezionali, io lo so.

E mia nipote è la bambina migliore che il mondo abbia mai visto. Parola di nonno, assolutamente imparziale! E' bionda, come me. Ma ha la lingua lunga e la vivacità della persona da cui ha preso il nome. Questo è splendido ma fa anche un pò paura...

"Nonno Gourry, mi annoio! Dai, andiamo a mangiare il gelato".

Mi implora. E io non so dirle di no. Ama il cibo, mangerebbe a qualsiasi ora...

Annuisco e saluto in silenzio l'altra Lina, forse un pò orgoglioso di averle fatto conoscere mia nipote. A volte mi chiedo come sarebbe diventata, come sarebbe ora. Se avrebbe avuto i capelli bianchi ad esempio... O se si sarebbe addolcita con l'età...

Beh, qualche risposta abbastanza veritiera credo di essermela data. I capelli bianchi li avrebbe avuti di certo, come tutti. E avrebbe usato il suo bastone da passeggio per bastonare in testa chiunque avrebbe ritenuto meritevole di quel trattamento. Oh, ci scommetterei tutto l'oro che ho che sarebbe stato il suo sport preferito della terza età.

"Nonno, stai sbagliando strada! La fiera è di la".

Mia nipote mi richiama all'ordine e mi rendo conto di essermi incamminato nella direzione sbagliata. D'altronde ho sempre avuto uno scarso senso dell'orientamento. A volte mi chiedo se ci sia qualcosa di Lina Inverse in mia nipote, se per magia sia riuscita a trasmettere qualcosa di se in questa bambina, per starmi ancora vicino in qualche modo e per non permettemi di perdere la strada di casa. Lei ne sarebbe capace...

"Hai ragione, sono davvero distratto".

"E anche un pò vecchio, nonno".

Sorrido. Ha la lingua lunga e tagliente come la sua omonima. E io, che per tanti anni ho sperato di raggiungere la donna che amo nel regno dei morti, ora mi ritrovo a sperare di vivere ancora abbastanza a lungo per vedere che persona diventerà questa nuova piccola Lina che corre sui prati di Zephilia con la stessa vivacità di una bimba che proprio quì ha giocato tanti anni fa, come lei.

  
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