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Autore: Mirtilla Schwarz    03/04/2016    1 recensioni
"Abigail, hai mai giocato a "Il cacciatore e il cervo"?-
Lo guardai e scossi la testa.
"È un gioco molto semplice:il cervo scappa, il cacciatore lo insegue. Il cervo deve cercare di essere più furbo per potersi salvare, ma se il cacciatore dovesse essere più veloce..."-
"Il cervo morirebbe."-
"Il cervo morirebbe"-sussurrò.
"Non voglio che il cervo si ferisca"
"Ab, è solo un gioco, fidati. Ora cerca solo di essere più furba di me"
"Quindi io sono il cervo... e tu il cacciatore?"-
Lo fissai mentre si alzava dal prato, scostandosi i capelli dal viso riuscì a vederlo mentre sorrideva. Ero un cervo e come tutti i cervi avevo paura del mio cacciatore.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio colore preferito è il rosa, è l’unico colore che mi rappresenta completamente in tutte le sue sfumature. Mi piace indossarlo, mi piace usarlo, mi piace sfoggiarlo, mi piace esserlo. Adoro la tonalità di rosa che hanno usato per scrivere degli insulti sulle mure della mia città, oserei chiamarlo un rosa pastello.

La troia in rosa, è così che mi chiamano ma, sinceramente non m’importa ora e mai potrà; vivo in una città tanto vasta quanto vuota, tutti conoscono tutti e tutti sparlano di tutti. Non puoi trovare dei veri amici o conoscere gente nuova quando in un’ora ci sarebbe abbastanza tempo per stilare la lista dei nomi degli abitanti.

Sono sola, triste eppure non trovo abbastanza coraggio per farla finita, ogni giorno spero in un miracolo, ma il vero miracolo è che io lo stia ancora aspettando. Se avessi una valigia abbastanza grande per contenere tutte le mie scarpe sarei già scappata mesi fa. Dovrei mollare tutto, senza far sapere niente a nessuno, lo dico come se avessi delle persone a cui dovessi preoccuparmi di dirlo.

Vivo dentro una bolla di sapone, c’è posto solo per me qui; ogni giorno resto nell’aria e mi lascio trasportare ovunque ma, prima o poi la bolla scoppierà e io mi cimenterò in una discesa verso il suolo, una lunghissima caduta e alla fine non ci sarà nessuno a prendermi, cadrò di schiena e sentirò ogni cellula del mio corpo frantumarsi come ha fatto la mia mente già da alcuni anni.

Quando salgo sulla mia bicicletta e lascio che sia solo il vento a portarmi avanti, smetto di pedalare, chiudo gli occhi e sollevo le braccia verso il cielo una alla volta. In quei momenti mi sento libera come una bellissima farfalla che sta imparando a volare, che è pronta a vivere anche solo quelle poche ore che le aspettano, ma è consapevole di averle vissute felicemente.

Non sarò mai una farfalla, non ho le ali abbastanza grandi per poter prendere il volo, il mio cuore pesa troppo per essere sollevato e purtroppo non posso alleggerirlo.
Penso troppo, affogo nei miei pensieri e mi stringo la gola con le mie mani. Io che provo anche a salvarmi da questo schifo, ma infondo sono solo la troia in rosa, no?

   
 
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