Avrò cura di te
 

Spalancò gli occhi, non riuscendo a credere a ciò che stava guardando. Mick era Chronos, lo stesso che li aveva seguiti nelle ultime settimane cercando di fermare la loro missione. Si chiedeva com'era possibile una cosa del genere, lo aveva lasciato nel passato, vivo ma pur sempre in un anno ben lontano da quello in cui si trovavano adesso.
I suoi dubbi vennero risolti subito quando Mick gli raccontò di come i Signori del Tempo lo avessero raccolto e intrappolato in quella specie di limbo, dove lo avevano torturato più e più volte. Sentì il cuore perdere qualche battito, come se un accenno di senso di colpa si stesse  facendo strada dentro di sé. La colpa era sicuramente di entrambi:  lui lo aveva lasciato indietro, Mick aveva fatto il resto. Se solo non avesse tradito la squadra, se solo si fosse limitato a seguire il piano…
Niente di tutto questo, però,  era importante quando le parole seguenti di Mick vennero ad interrompere i suoi pensieri. Lo guardò terrorizzato, quando si trattava della sua sorellina e della sua incolumità non riusciva a trattenere la paura. Non riusciva a credere che Mick stesse minacciando Lisa solo per vendicarsi di lui. Avrebbe preferito essere torturato, ucciso persino, ma non Lisa, nessuno doveva toccarla. Urlò, strattonando le mani che erano ancora bloccate da quelle manette del futuro che non sarebbe mai riuscito a forzare con facilità. La mente vagava su ogni possibile modo per impedire il folle piano di quello che sembrava essere il suo partner, ma che in realtà era solo il guscio vuoto di qualcuno che ormai non conosceva più.
"Mick, non riuscirai a torcerle un solo capello" disse, mutando lo sguardo angosciato in uno di puro odio. L'unica risposta che ricevette fu una risata e poi Mick si allontanò, mormorando qualcosa su come avrebbe ucciso ogni singolo membro della squadra.
Per quanto si fosse affezionato ad ogni singolo membro del team, non riuscì a fare a meno di rivolgere la sua preoccupazione all'unica persona a cui voleva bene. Lui doveva proteggerla a tutti i costi, era l'unico che poteva farlo, da sempre, fin da quando erano piccoli.
Provò  di nuovo a strattonare le mani, cercando un modo per liberarsi, ma niente sembrava scalfire quelle manette. Anzi sembravano distruggere alcuni pezzi del tubo della ringhiera di metallo a cui era legato, tanto erano indistruttibili.  
Si alzò in piedi, percorrendo l'unico percorso disponibile fino alla fine, bloccandosi quando anche l'ultimo pezzo fu distrutto. Mick, come al solito, non aveva pensato ai dettagli e aveva lasciato la sua arma in bella vista e in qualche modo raggiungibile. Con un calcio ben assestato, riuscì a buttarla a terra dal suo piedistallo, ma mirare le manette sembrava un'impresa troppo difficile persino per Captain Cold e aspettare che qualcuno venisse a salvarlo non era da lui, oltre al fatto che non ne aveva il tempo.
Prese la decisione più difficile della sua vita, mettendo la vita di qualcun altro davanti alla sua. Premette il grilletto della cold-gun con l’unica parte del corpo disponibile per quell’azione, i piedi, e il dolore fu insopportabile, ma per lei l'avrebbe fatto. Con un colpo secco, colpì il pavimento con la mano appena congelata che si spezzò in tanti minuscoli pezzi. L'urlo fu disumano, ma il pensiero del motivo per cui lo stava facendo lo rendeva quasi sopportabile.
Per Lisa.