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Autore: Oktavia    03/04/2016    2 recensioni
Ora, Kido Saori era lì, davanti a lei, ma non era più la donna, la dea che era stata un tempo, non sarebbe mai più tornata a esserlo. La guardò, Shaina, la guardò a lungo, e in quell’istante, un istante che le parve interminabile, si sentì quasi come se fosse in simbiosi con lei, anzi, come se fossero un’unica persona.
[Post Canon - manga!verse - Shaina/Saori - accenni Seiya/Saori e Seiya/Shaina - #FearShainaLella]
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ophiuchus Shaina, Saori Kido
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Because Shaina is LELLA!'
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Autore: Oktavia
Fandom: Saint Seiya
Personaggi: Saori Kido, Ophiuchus Shaina
Coppia Principale: Shaina/Saori, accenni Seiya/Saori e Seiya/Shaina
Generi:  angst, malinconico
Avvertimenti: Post Canon, manga!verse
Prompt: A volte ci sono parole che non dicono niente, ma sguardi che dicono tutto”.

 

 
Hell in your eyes
 
Freddi.
Vuoti.
Glaciali.
Poteva vederlo chiaramente, Shaina di Ophiuchus.
Così gli occhi di Kido Saori erano diventati a partire da quel giorno, il giorno in cui la Guerra Sacra contro Ade, il signore degli Inferi, era finita. E nel sangue, il sangue di lui, di Seiya di Pegasus, l’uomo che lei – seppur schiacciata dal pesante fardello che l’essere la reincarnazione di Atena le aveva imposto – aveva amato più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Aveva completamente smesso di parlare da allora, era diventata come una bambola di pezza, come un manichino. Trascorreva le sue giornate nel più completo e assoluto silenzio, seduta su una poltrona della propria stanza da letto, a fissare il vuoto, lo sguardo vacuo, inespressivo, e le labbra semiaperte.
Ormai… ormai non c’era più traccia di Atena in lei…
Adesso… adesso non era più nessuno…
Ricordava, Shaina, di essere sempre rimasta fortemente affascinata, ammaliata dagli occhi di Kido Saori, da quelle due pozze limpide come il cielo d’estate, come le acque cristalline del mare che circondava la Grecia. Aveva sempre visto la luce in quelle iridi, la luce della sua dea, di Atena, di colei che aveva manovrato il suo destino, la quale le si era più volte mostrata in tutto il suo divino splendore, in ogni singola battaglia.
Quella visione!
Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di potersene beare ancora, ancora e ancora, come si fa con una droga, ma sapeva già di non poterlo fare, che non avrebbe mai potuto riassaporare quei momenti.
Ora, Kido Saori era lì, davanti a lei, ma non era più la donna, la dea che era stata un tempo, non sarebbe mai più tornata a esserlo. La guardò, Shaina, la guardò a lungo, e in quell’istante, un istante che le parve interminabile, si sentì quasi come se fosse in simbiosi con lei, anzi, come se fossero un’unica persona.
Poteva sentirlo fin troppo bene quel dolore, un dolore profondo, lancinante, un dolore che lacerava l’anima di entrambe, già, perché quell’uomo, Seiya di Pegasus, era finito – seppur in modo inconsapevole – per diventare il fulcro delle loro vite, e la sua precoce – e ingiusta – morte aveva lasciato in loro un vuoto incolmabile, un vuoto tale da spezzare il cuore, più e più volte, fino a ridurlo in mille pezzi.
Tremava, Shaina, tremava al solo pensiero di quell’amore che l’aveva stretta nella sua morsa d’acciaio e che tanto l’aveva fatta soffrire, un amore folle, quasi malato, squarciato per sempre dall’affilata lama di una spada maledetta, un amore che aveva distrutto sia lei che Kido Saori, unendole sotto un unico dolore che non lasciava scampo.
Si inginocchiò di fronte a lei, alla donna che un tempo era stata la sua dea, ma che ancora Shaina continuava ad amare incondizionatamente, nonostante tutto.
Le sue mani si posarono su quelle esili e pallide di Saori.
- Sono qui, Saori.
Da quanto tempo aveva smesso di chiamarla Atena? Shaina nemmeno lo ricordava, ma ciò ormai non aveva importanza, non più oramai. Nessuna risposta fuoriuscì dalle labbra di colei che le stava di fronte, come sempre; l’espressione sul suo viso, un viso delicato, di rara bellezza, ma irrimediabilmente segnato, quasi deturpato, da una sofferenza che la divorava nel profondo, non cambiò minimamente.
La Santa dell’Ofiuco sollevò gli occhi, incrociando quelli spenti e ormai opachi di Saori, mentre un amaro sorriso si disegnava sulla sua bocca.
Quello sguardo…
Era lo sguardo di chi aveva perso tutto, uno sguardo che significava molto, molto di più di ogni singola parola, perché in quegli occhi… in quegli occhi c’era l’Inferno.
 
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Angolo dell’autrice
Seconda fic per la #FearShainaLella week!
Stavolta, rispetto a quella precedente, ho voluto cambiare completamente genere, virando sull’angst e sulle lacrime, perché in fondo fare la stronza con i personaggi che manovro è la mia disciplina olimpica (?) preferita, LOL (anche se forse ci riesco ancora meglio con i personaggi che amo, con Saori è stato più complicato, dato che la detesto).
Ci tengo a precisare inoltre che come titolo ho voluto usare una canzone dei Disturbed, giusto perché mi è venuto assai facile associarla al prompt che mi è stato dato. Altra cosa importante (oltre al fatto che questa shot non tiene conto del Next Dimension), dato che io uso quasi sempre i colori del manga, qui gli occhi di Saori sono azzurri e non neri come nell’anime.
Bene, detto ciò, mi auguro che anche questo piccolo lavoretto vi sia piaciuto. Se vi va, fatemi pure sapere cosa ne pensate, ogni consiglio è ben accetto, anche le critiche, purché siano costruttive.
Vi do appuntamento alla prossima flash/one-shot/quellochesarà! 
   
 
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