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Autore: carota26    03/04/2016    2 recensioni
[Aro\Carlisle]
E si chiese che effetto avrebbe potuto avere su di lui in ben altre situazioni, poco caste, certo, dannatamente poco virili, questo era chiaro; ma indubbiamente piuttosto eccitanti.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aro, Carlisle Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Coppia strana lo so...se siete particolarmente legati alle coppie ufficiali della saga e questa storia potrebbe darvi fastidio, non leggete. Agli altri, buona lettura :)
 
 
 
 
 
 
Aro non era il tipo di persona propensa ai cambiamenti, in realtà nei suoi molti secoli di lui era cambiata solo la mole di potere in suo possesso; certi tipi di cambiamenti si accettano, un po' perché portano benefici, un po' perché in fondo era sempre stato un tipo assetato di potere.
 
 
Il fatto che Carlisle Cullen fosse in una delle stanze del palazzo, e che fosse potenzialmente all'oscuro dei pensieri di Aro, non c'entrava nulla con il fatto che proprio quest'ultimo stesse percorrendo il castello a piccoli passi da più di un'ora, tenendosi le mani alle tempie. Come se poi un vampiro potesse soffrire qualche tipo di male umano.
Si era presentato quella mattina ai battenti del grande palazzo, dietro di lui Volterra annunciava il suo risveglio ed i primi raggi di un nuovo sole si erano posati sulla sua pelle eterea illuminando i capelli di quel biondo che Aro, nella sua mente, aveva definito angelico; perché chiariamoci, il solo fatto che ammettesse di trovare Carlisle perfetto era un fatto fuori dal normale, e nella sua mente era stato piuttosto difficile accettare quel tipo di cambiamento. 
La sua lotta in quel momento consisteva nel reprime il pensiero di aver avuto il desiderio di sfiorare il suo vecchio amico quella mattina, quasi fosse stata la sua fonte di approvvigionamento; Ma tutto ciò che aveva fatto era stato invitarlo ad entrare per evitare di attirare l'attenzione, anche se il motivo reale doveva trovarsi nel volere che solo i suoi occhi beneficiassero di quella vista, che in realtà stava diventando insostenibile, perché ancora qualche secondo e gli sarebbe saltato al collo.
Aro non era il tipo di persona che si distraeva, ma non si era ancora accorto che il protagonista dei suoi pensieri era nella sala e lo stava guardando come se lo vedesse per la prima volta; perchè in fondo anche Aro era dannatamente bello, e non era un segreto che metà della guardia femminile fosse in innamorata di lui, compresa la piccola Jane.
Ed Aro lo sapeva bene, per questo il fatto che fosse attratto da Carlisle, non che lo avesse mai ammesso, non era mai sfociato nella disperazione della consapevolezza di non poter essere ricambiato, per il solo fatto di non essere attraente; Semplicemente, a sua detta, non era un frocio. E nemmeno Carlisle.
Sta di fatto che la scena si presentava piuttosto particolare, e forse anche quell'idiota di
Felix avrebbe capito che stava accadendo qualcosa che avrebbe implicato un cambiamento ed una successiva ribellione da parte del sovrano di Volterra; perché Aro si era definito tale da tempo, un po' per il fatto che Marcus era ormai un fantoccio somigliante ad un becchino, un po' perché Caius risultava piuttosto fascista, e certe volte gli era capito di chiedersi se nella seconda guerra mondiale non avesse avuto qualche ruolo al fianco di Hitler.
 
Lo spazio disponibile ai piccoli passi di Aro era terminato, come se il suo procedere fosse scandito da un qualche tipo di destino, e si era voltato per affrontare quel nuovo percorso, ma si era bloccato alla vista degli occhi neri di Carlisle.
Ed il pensiero che quegli occhi avessero cambiato colore a causa sua gli aveva sfiorato la mente per soli pochi secondi, prima di essere respinto ed essere sostituito da quello più banale di ovvia natura.
 
- Mio caro amico -
 
Disse sorridendo affabile.
 
- Lo sai bene che sei libero di uscire per cacciare, a meno che tu non abbia preso la scelta di cambiare la tua, definamola così, dieta-
 
E non si era accorto che nel pronunciare quelle parole gli si era avvicinato pericolosamente trovandosi a pochi centimetri dal suo volto. Ed ebbe l'impulso di leggere i suoi pensieri, molto prima che Carlisle, preso di sprovvista dalla vicinanza, potesse fermare le sue azioni.
Ed Aro aveva perso un battito inesistente del suo cuore morto di fronte ai pensieri repressi di Carlisle.
Era dunque nella sua stessa, medesima, situazione?
Si convinse anche questa volta di no, in fondo nel trovare una persona attraente non vi era nulla di malvagio, ed Aro era, con già detto, ben consapevole del suo fascino.
 
-Temo che la causa scatenante dell'improvviso cambiamento di colore degli occhi siano molte mie preoccupazioni-
 
Ed Aro, che teneva ancora stretta la sua mano, finse di non sentire quel pensiero che incolpava della sua presenza il turbamento dell'amico.
Carlisle sembrò realizzare solo in quel momento di aver mentito sotto la lettura del pensiero e desiderò aver appreso lo spegnimento di quei fastidiosi ragionamenti celebrali.
 
- Sarebbe un peccato mio caro amico non poter più leggere i tuoi pensieri.
Ma posso insegnartelo, questa sera.
Raggiungimi nelle mie stanze-
 
Ed Aro cercò di convincersi di non aver appena invitato Carlisle nelle sue stanze invece che in qualsiasi altro luogo di quel palazzo e, lasciandogli andare la mano, si convinse di aver solo immaginato l'entusiasmo e la successiva agitazione nei pensieri di Carlisle.
 
-Non vorrei arrecarti disturbo-
 
-Lo sai che non hai mai disturbato, Carl-
 
E Carlisle pensò di aver solo immaginato che quella frase fosse stata detta dolcemente, con la voce vellutata che solo poche volte era stato in grado di attribuirgli.
Ed il nomignolo che non sentiva da anni sulle sue labbra aveva provocato un cedimento nella sua sicurezza ma lo aveva salutato riluttante e si era voltato.
 
La notte era serena, dal giardino centrale proveniva il leggero frinire dei grilli e l'aria fresca della sera entrava dalla finestra lasciata leggermente socchiusa.
Aro fissava un punto al di là dell'orizzonte, lì dove solo la sua mente avrebbe potuto vedere.
 
Un lieve bussare annunciò l'arrivo di Carlisle, che entrando si ritrovò a lasciar vagare lo sguardo sulla camicia di Aro che lasciava intravedere del suo petto molto più di quel che avrebbe dovuto, ed Aro, dal canto suo, si godeva la scena delle labbra rosa di Carlisle che tremavano in un movimento spamosmodico alla continua ricerca di quell'aria che in realtà gli era inutile.
E si chiese che effetto avrebbe potuto avere su di lui in ben altre situazioni, poco caste, certo, dannatamente poco virili, questo era chiaro; ma indubbiamente piuttosto eccitanti.
La forza di volontà di entrambi era stata tenuta a bada per secoli, ed un certo limite non lo aveva mai superato, non prima di quella sera.
Avevano mandato tutto al diavolo, ed Aro si era avvicinato, colpevole, ma Carlisle non si era ritratto.
 
-È un punto senza ritorno mio caro, giovane, bellissimo amico.
Sei sicuro di volerlo superare? -
 
E Carlisle gli aveva stretto la mano, e qualsiasi cosa vi avesse visto Aro, era stato abbastanza per spingerli ad azzerare le distanze.
Ed il frinire dei grilli aveva un attimo tacciuto al suono dolce di labbra che si erano attese per secoli.
   
 
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