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Autore: Dragana    03/04/2016    4 recensioni
Una raccolta di storie su Clarisse la Rue e le persone che le girano intorno.
Quando non li picchia, ovviamente.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Chris Rodriguez, Clarisse La Rue, Silena Beauregard, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VECCHIE FERITE

Una delle prime cicatrici che Clarisse si era procurata al Campo era in un punto, tra la clavicola e il collo, in cui una lancia poteva aprirsi un varco attraverso l’armatura greca, come aveva scoperto parecchio tempo prima Ettore che in quella maniera c’era morto trafitto da Achille. Achille era uno degli eroi preferiti di Clarisse, e più che la ferita stessa le aveva fatto male l’umiliazione di non essere riuscita a evitare una mossa che avrebbe dovuto conoscere benissimo, visto che, tocca ribadirlo, Achille era sul serio il suo eroe preferito.
La lancia era da addestramento, lei era arrivata da poco al campo e non aveva per niente tecnica (picchiare mostri con la mazza da baseball del coach sembrava non fosse considerato scherma), ma per Clarisse non contava, era stata sconfitta e solo questo aveva importanza. La lancia la impugnava Luke, ed erano stati fortunati perché a quella lezione di scherma era presente anche l’allora capocabina di Apollo che era intervenuta immediatamente, curando una ferita che sarebbe potuta essere mortale anche con una lancia spuntata. Mentre la curava, la capocabina di Apollo si premurava di convincere Luke che non è assolutamente colpa tua, sono cose che capitano, lo sanno tutti. Clarisse se ne stava lì infilzata come un kebab e quella cretina consolava Luke, e va bene che Luke piaceva a tutti e Clarisse era solo una mocciosa arrivata da poco, però insomma, a tutto c’è un limite e da quella volta aveva segnato sul libro nero la casa di Apollo e naturalmente Luke.
Poi Luke le aveva anche chiesto scusa, facendola incazzare ancora di più perché lei lo sapeva benissimo che sono cose che capitano, e non se ne faceva niente della sua pietà. Quando anni dopo era tornato con una cicatrice lunga mezza faccia e un’impresa fallita, Clarisse intimamente aveva gioito e non si era sentita nemmeno una brutta persona, tanto Luke non sbagliava mai e quindi non è che avesse fallito la sua impresa, semplicemente Chirone aveva deciso che era sopra le possibilità di chiunque e aveva bloccato le imprese a tutti. Perché se falliva Luke, che era perfetto, potevano forse riuscire gli altri? Clarisse avrebbe tanto voluto provarci, a dimostrare che la risposta poteva anche essere sì, ma non c’era stato niente da fare.
Luke non le era mai piaciuto. Riusciva a sconfiggerla perché era più grande di lei, e aveva insegnato a quella secchiona saccente di Annabeth Chase come farla incazzare a morte per poi sfruttare i punti deboli della sua rabbia. Non che Annabeth Chase ci riuscisse tutte le volte, si era presa senza un lamento la sua bella dose di mazzate, ma è il principio che conta. Luke non le piaceva e invece lui piaceva a tutti, Clarisse non capiva come mai, e la cosa glielo rendeva ancora più odioso.
In ogni caso, non era stata quella sulla clavicola la ferita peggiore che Luke le avesse inflitto.
Connor e Travis dicevano sempre che era nomale che Luke avesse convinto Chris, perché tra loro due era lei l’uomo della coppia e si sa che Luke piaceva a tutte le ragazze. Ora che era tutto finito Clarisse prendeva la cosa a ridere, ma quando Luke aveva tradito portandosi dietro mezzo Campo, ecco, Clarisse avrebbe barattato quella sensazione con centomila lance, piuttosto. Dicevano che era posseduto da Crono, Annabeth insisteva tantissimo su questo punto, ma anche se Clarisse di queste cose non capiva mai niente, aveva capito benissimo che Annabeth cercava di convincere gli altri solo per riuscire a convincere se stessa. Luke era posseduto da Crono, e va bene, però per esserlo aveva dovuto fare una scelta e Clarisse sapeva che davanti a una scelta simile lei piuttosto sarebbe morta ridendogli in faccia. Era convinta che sarebbe stato così per tutti, al Campo, e invece Luke le aveva fatto scoprire che non era vero e lei non riusciva a perdonarlo per questo.
Sapeva che quando parlava la gente lo teneva in considerazione, e Clarisse doveva riconoscere che era un ottimo guerriero e un buon stratega, ma non capiva perché la sua opinione valesse così tanto anche se la domanda era “è meglio Mac Donald o Kentucky Fried Chicken”. Si era chiesta che diamine avesse raccontato a Chris Rodriguez, che all’epoca ancora non le piaceva, anche se Silena diceva che gli guardava le braccia e forse aveva ragione lei e le piaceva solo che non se n’era accorta. Chris poi era indeterminato per modo di dire, perché era evidente a chiunque che il suo genitore divino fosse Hermes, quindi Clarisse non capiva cosa ci fosse da rimuginarci tanto: sapeva chi era suo padre, non bastava? Cosa credeva, che i padri divini degli altri ci passassero i week-end, con i loro figli? Ma Chris le diceva che non poteva capire, lei che era stata riconosciuta non appena aveva messo piede al Campo e nella cabina di Hermes non ci aveva passato nemmeno un minuto, e in effetti era vero che Clarisse non capiva. Non capiva nemmeno cosa ci fosse da dover capire. Tanto Chris ci sarebbe dovuto stare comunque nella maledetta cabina di Hermes, visto che era figlio di Hermes, no? A quel punto lui le dava ragione e cambiava discorso. E alla fine se n’era andato con Luke, per poi ritornare completamente fuori di sé.
Connor e Travis lo dicevano sempre, che a tutte le ragazze piaceva Luke, e lo dicevano con un tono strano, perché nemmeno loro avevano mai veramente perdonato il voltafaccia del loro fratello preferito. Luke era riuscito a piacere anche a Silena, e poi a far leva su questo per costringerla a fare la spia per il Campo, e questo Clarisse non glielo avrebbe mai perdonato. Non l’aveva capito, e anche se provava a non pensarci, immaginava quanto avesse sofferto Silena, quanto si fosse sentita tradita e sola e colpevole, e sentiva il desiderio di scendere nell’Ade a prendere Luke e torturarlo per l’eternità, fargli sentire ogni momento di dolore di Silena moltiplicato per mille.
Luke era morto da eroe, dicevano. Gli avevano persino bruciato il drappo sulla pira funebre, come agli eroi veri, e Clarisse pensava che era solo perché piaceva a tutti, e che non era morto da eroe, porco cazzo, non era per niente morto da eroe. Beckendorf era morto da eroe, Lee, Castor, persino Michael Yew. Silena era morta da eroe. Lui no. Lui aveva solo pareggiato i conti, e proprio a voler essere generosi. Clarisse lo detestava, e detestava il pensiero che sarebbe andato ai Campi Elisi quando l’unico posto che si meritava era il Tartaro, da dove aveva tirato fuori il suo Crono a pezzi per poi ingegnarsi tanto a rimetterlo insieme. Ma Luke piaceva a tutti e sarebbe piaciuto anche ad Ade. Però nel frattempo era morto e invece lei era viva, e Clarisse avrebbe potuto archiviarlo nel passato, e anche dimenticarlo, se non ci si soffermava troppo a pensarci su.
Almeno Chris era tornato, stava bene, Clarisse si era resa conto che le piaceva e che lei piaceva a lui. Una volta le aveva sfiorato la pelle nuda, sotto la maglietta, con quelle sue dita lunghe da ladro, aveva sentito al tatto la cicatrice tra il collo e la clavicola e le aveva chiesto come se l’era fatta.
Clarisse non aveva voglia di parlare di Luke.
Voleva seppellirlo in una tomba senza nome, condannarlo all’oblio, ma sapeva che non era possibile, la cicatrice che le aveva lasciato non sarebbe mai sparita, a ricordarle che, se una volta era stata Achille, poteva essere anche Ettore. Ed Ettore proteggeva la sua città, il suo popolo, la sua famiglia, in prima linea, senza tirarsi indietro, e per questo era anche lui un eroe. Periremo, ma gloriosi, e alle future genti qualche bel fatto porterà il mio nome.
Chris aspettava una storia piena di arti mozzati e sangue e battaglie, e Clarisse non voleva dirgli la verità, voleva solo le sue dita e i suoi baci. Così si era stretta a lui, facendogli spostare la mano perché non ci pensasse più, a quella cicatrice.
-È solo una vecchia ferita-, gli aveva risposto.







Note: Storia scritta per la Spring Shower, organizzata dal campmezzosangue, con prompt “Vecchie ferite”.
Poco da dire, se non che sono sempre stata convinta che a Clarisse non sia mai piaciuto particolarmente Luke. D’altronde non è mai piaciuto nemmeno a me.
La frase “Periremo, ma gloriosi, e alle future genti qualche bel fatto porterà il mio nome” la pronuncia Ettore nell’Iliade.
La storia non è betata né niente e non ne sono molto convinta, in realtà, ma ho deciso che poche seghe mentali e la pubblicavo, sia come sia.
Grazie a chi è arrivato fin qui, e a presto!

   
 
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