Buio, tutto attorno era nero, gli occhi rimasero chiusi sotto la benda e il corpo si tese.
“Ah... Tetsurou” Fu un ansito trattenuto quello di Kenma, le corde che lo stringono in quella posizione innaturale iniziarono a pizzicargli la pelle.

“Cosa vuoi che faccia, gattino?” Sentì la voce roca del moro alle sue spalle e non poté fare a meno di ansimare, strinse i pugni mentre tutto il suo corpo avrebbe voluto urlare. Ti voglio dentro di me. Il suo corpo e la sua mente lo urlarono ma lui sembrò essere senza voce.
“Ti prego...”

Sentì la risata leggera di Kuroo e una lieve carezza fra le natiche, sospirò soddisfatto e si spinse contro quelle dita calde aspettando con ansia il momento in cui sarebbero state dentro di lui.
“Voglio che lo dici, dimmi che cosa vuoi e sarò ben lieto di accontentarti.”

Kenma avrebbe voluto urlare, odiava quel lato del carattere del suo sultano, odiava il fatto che lo portasse al limite ogni volta.
“V... Vi voglio dentro di me.... Mio signore.” E' un giochetto che ormai Kenma ha imparato bene, Kuroo adorava avere il controllo, adorava sentirsi chiamare così e soprattutto adorava vederlo in quello stato.
Il tempo sembrò fermarsi, la stanza fu riempita dai lievi ansiti di Kenma, il biondo fu già pronto per protestare ma d'un tratto l'aria sembrò mancargli: il membro del sultano si stava facendo strada dentro le sue carni e lui non poté fare a meno di gemere e aprire come meglio poteva le gambe pronto ad accoglierlo.

“Sei così caldo che non riuscirò a durare molto...” Un'altra cosa che Kenma aveva scoperto era il fatto che a Kuroo piacesse parlargli durante il sesso, si divertiva a sussurrare frasi per imbarazzarlo e al biondo sentire quella voce roca spezzata dagli ansiti non dispiaceva molto.
Le spinte di Kuroo erano lente e profonde, il corpo di Kenma si tese nuovamente e le corde iniziarono a graffiare i suoi polsi.

La stanza fu pregna dei loro gemiti e l'aria sembrò essersi fatta più calda, l'odore del sesso inebriò i due giovani amanti che erano ormai giunti al limite.
“Ko...Kozume.” Kuroo emise un lungo gemito prima di raggiungere l'orgasmo riversandosi dentro il corpo dell'amante, il biondo lo seguì a ruota sporcando del suo piacere le lenzuola vermiglie.

Il corpo del biondo tremò scosso ancora dal piacere dell'orgasmo, restò fermo e dopo poco sentì le corde allentarsi e poi venir tolte, anche la benda che gli copriva gli occhi venne rimossa e il ragazzo aprì lentamente gli occhi.
Kuroo era sopra di lui e lo guardava sorridendo, si guardarono per qualche secondo prima di baciarsi dolcemente come a suggellare quel momento.
“Allora? Al mio gattino è piaciuta questa nuova esperienza?” Chiese il sultano sdraiandosi al fianco del biondo.
Kenma arricciò appena le labbra poi scosse il capo rifugiandosi fra le braccia del moro. “Lasciamo le corde e le bende a Bokuto-san e Akaashi-san.” Borbottò stancamente.
La risata di Kuroo gli fece alzare il capo “Va bene, preferisco farlo in modo normale e soprattutto voglio vedere il tuo viso quando vieni per me.”

Il morso che ricevette in risposta a quell'affermazione fece ridere il più grande. “Non dire cose del genere!”
“Va bene micetto.” Accordò il sultano stringendo a se Kenma; rimasero così, l'uno fra le braccia dell'altro intenti a cullarsi con il rumore dei loro cuori che avevano iniziato a battere all'unisono.