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Autore: kenjina    02/04/2009    10 recensioni
L'aveva sempre pensato, sempre.
Spesso aveva provato ad auto-convincersi, ripetendosi “magari mi sbaglio”, “ma no, in fondo sono io che ho un carattere particolare.”
Invece no, aveva maledettamente ragione.
Ed era quasi ovvio, lui aveva
sempre ragione.
La sua donna era matta. Totalmente matta!

Prima classificata e premio stile al "Contest - Inuyasha. Le relazioni che fanno sognare..." indetto da Roro
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'New Born - Quando la vita ti riserva due sorprese'
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Rieccomi tornata dopo qualche mese con un'altra shot sulle (dis)avventure di Sesshomaru! L'ispirazione è arrivata istantanea appena ho letto del contest indetto dalla grandissima Roro (Contest Inuyasha - Le relazioni che fanno sognare...) e… puff! L'ho scritta in un pomeriggio! :°D

Non so neanche io come, ma questa creaturina è arrivata prima, con anche il premio per lo stile! Oh my gosh! *_*

Grazie a chi mi è stato vicino in questo periodo, grazie a tutti … ciao mamma! [manco fossi alla serata degli Oscar X°D]

/Intanto mostra baldanzosa i bannerini pucchosi/



Che dire… Spero sia di vostro gradimento!

Buona lettura e buon divertimento! ;)

Sweet Dawn

Dolce è l'alba che illumina gli amanti.

[William Shakespeare]

L'aveva sempre pensato, sempre.

Spesso aveva provato ad auto-convincersi, ripetendosi magari mi sbaglio”, ma no, in fondo sono io che ho un carattere particolare.

Invece no, aveva maledettamente ragione.

Ed era quasi ovvio, lui aveva sempre ragione.

La sua donna era matta. Totalmente matta!

Perchè una persona sana di mente, per di più in stato interessante da sei mesi, non si sarebbe alzata alle cinque del mattino, solo per un suo capriccio!

O uno dei tanti, ecco.

E soprattutto non svegliava lui, lui!, che ancora si sentiva nelle orecchie il vociare scocciato dei suoi colleghi nel sapere che le loro azioni stavano cadendo a rotoli piano piano, e giustamente avevano affidato a lui tutte le rogne del caso.

No, Rin a quelle cose non ci pensava minimamente. Era ingenua come una bambina di otto anni, spensierata e senza preoccupazioni di sorta. Tutto era rosa e fiori, tutto doveva andare per il meglio.

Bello il mondo delle favole, eh?

«Dai, Sessho-chan! Alzati!», gli mormorò scuotendolo, anche se a lui, ancora mezzo addormentato, sembrava stesse gridando come una povera pazza alle sue delicate orecchie.

«Hn.», mormorò, girandosi infastidito sull'altro fianco e coprendosi il viso con un cuscino.

«Dai, accontenta una povera donnina incinta di due gemelli!», proseguì imperterrita lei.

Mai l'avesse detto.

Alle parole due-gemelli gli salì un magone allo stomaco che, era sicurissimo, non l'avrebbe fatto mangiare per almeno due settimane. Lui, padre tra pochi mesi… di due pesti, per giunta! Ma a cosa diavolo stava pensando la notte che l'aveva messa incinta?!

Senza fiatare allungò una mano al comodino, cercando a tastoni la sveglia e piantandogliela sotto il naso.

Rin giocò distrattamente con il bordo del lenzuolo, arrotolandoselo attorno ad un dito. «Sì, lo so che è un po' prestino…»

«Un po'?!», esclamò da sotto il cuscino l'uomo. «Rin, accidenti a te, sono le cinque!»

La sua donna ridacchiò, divertita, come se niente fosse. «Dai, è San Valentino!»

«E ciò implica che mi debba svegliare all'alba?», chiese spazientito Sesshomaru, uscendo finalmente dal suo nascondiglio caldo e puntando i suoi occhi ambrati in quelli grandi e nocciola di Rin. A parte il fatto che San Valentino era una delle tante feste che considerava inutili e a discapito delle tasche di tutte quelle persone dementi che spendevano metà del loro patrimonio per mazzi infiniti di rose e/o regali e/o scatole di cioccolatini a forma di cuoricino. Se lui amava una donna, l'amava ogni giorno, non uno solo!

«No, qui ti sbagli.», fece lei, puntandogli un dito affusolato contro e destandolo dai suoi contorti pensieri. «Non è ancora l'alba!»

Il ringhio sommesso che fuoriuscì dalla gola dell'uomo, e che avrebbe fatto scappare a zampe levate anche un labrador, non fu assolutamente rassicurante, ma lei sembrò non accorgersene. Come se il fatto che non fosse ancora l'alba avesse dovuto fargli capire il senso della vita!

«Su, Sesshomaru, non fare il bambino! Ti preparo una tazza di caffè, tu intanto preparati!», esclamò lei, dandogli un bacino sul naso e trotterellando pimpante verso la cucina del loro appartamento.

Non fare il bambino? Preparati?!

La guardò sparire dietro l'angolo, con quella buffissima andatura goffa, da quando il pancione aveva iniziato ad ingrandirsi, e quella salopette che era il doppio di lei, coloratissima come un abito di carnevale.

Poi sarei io il bambino.

Si trascinò senza voglia al bagno, passandosi stancamente una mano tra i lunghi e fini capelli argentati. L'immagine che vide riflessa nel grande specchio sopra il lavandino, quando vi si poggiò sopra con entrambe le mani, era il massimo della tristezza: occhiaie che gli arrivavano al mento, occhi gonfi ed ancora mezzo chiusi per il sonno, cuscino stampato in faccia. Quasi non riusciva a capire come diavolo avesse fatto a fare quei pochi metri senza crollare a terra, in catalessi.

Fu solo perchè era l'uomo tutto d'un pezzo per cui era conosciuto che non si mise a piangere nel vedere l'ora che la sveglia, abbandonata sul letto sfatto, indicava, quando uscì dal bagno.

05:29

Se non fosse stato per l'odore di caffè che lo destò tutto d'un colpo, si sarebbe rimesso a ronfare, per risvegliarsi a primavera come un orso. Oh, l'avrebbe fatto, eccome.

S'infilò con tutta la calma del mondo – non sia mai che un movimento brusco gli facesse male, rimbambito com'era – un paio di jeans chiari e una camicia blu, che iniziò a chiudere bottone per bottone mentre si dirigeva in cucina.

«Dai, Sessho-chan, sbrigati!», lo esortò la moglie, ficcandogli la tazza fumante in mano e andando a recuperare cappotto, sciarpa e cuffia, anch'essi coloratissimi. La neve, ormai, era passata da qualche settimana, ma c'era ancora parecchio freddo fuori, soprattutto la mattina presto.

Ma è ancora notte fonda!, avrebbe protestato lui, se avesse avuto il dono di intrufolarsi nei suoi pensieri.

«Si può sapere che intenzioni hai?», le chiese, quando se la ritrovò nuovamente davanti, pronta a puntino sulla soglia di casa.

«Oh, una cosa che ti piacerà, son sicura!», rispose lei, battendo le mani entusiasta.

Aiuto.

Era incredibile come lui, l'uomo dal sangue freddo e che non si tirava indietro in nessuna circostanza, neanche le peggiori, potesse sudare freddo e trovarsi al tappeto per qualche diabolica idea della sua adorabile donna.

Non era malefica, no. Semplicemente, quando si comportava così, era più che sicuro che lo odiasse. Non trovava altra spiegazione plausibile, altrimenti.

* * *

L'aria di primo mattino – E' ancora notte fonda! – era frizzante, il tanto giusto per farli rabbrividire anche sotto i grossi cappotti che li coprivano. Rin, letteralmente appesa al braccio del marito, aveva un sorriso che più radioso di così non poteva essere, e lui, vedendola così felice per non sapeva quale strambo motivo, non poté non rimanerne incantato. Aveva veramente l'espressione beata e raggiante di una bambina. Da quel punto di vista non sarebbe mai cambiata, neanche mettendola a testa in giù.

Ovviamente, in giro per le strade deserte di Tokyo c'erano solo loro, due poveri pazzi – perchè, se la stava seguendo e le stava dando retta, era pazzo anche lui – che si stavano dirigendo verso il parco immerso nel verde e nel silenzio, a pochi passi da casa loro. Questo sorgeva su una collinetta abbastanza alta da permettere la visuale di gran parte della città ancora addormentata, ed il panorama era senza dubbio incredibile.

Il cielo stava lentamente prendendo tonalità più chiare e le stelle della notte, così come la luna, pian piano iniziavano a sparire, lasciando spazio al prossimo giorno.

Rin si sedette sull'erba bagnata di rugiada, con un po' di fatica. Vedendo che Sesshomaru la guardava con un'espressione più perplessa che altro, gli allungò una mano. «Dai, siediti vicino a me.»

Non guardarmi con quegli occhi, che poi non so dirti di no.

L'uomo, come da copione, acconsentì, accogliendo la donna tra le sue braccia per riscaldarla un po' con il calore del suo corpo – anche se in realtà lui stesso stava andando lentamente in cancrena.

Rimasero abbracciati a guardare il sorgere del sole in silenzio, con il sottofondo dei primi cinguettii della mattina e la vita della città che lentamente iniziava a svegliarsi.

Lo spettacolo di sfumature arancioni e rossastre che prese vita davanti ai loro occhi li lasciò senza parole. L'alba era veramente uno di quei momenti magici della giornata.

«Non è bellissima?», domandò Rin, accoccolandosi meglio tra le braccia di suo marito e accarezzandosi il pancione.

Lui abbassò lo sguardo su di lei, dandole un bacio tra i capelli castani e ribelli. «Sì, bellissima.»

Rin arrossì, nonostante tutto quel tempo insieme, consapevole che quello era un complimento più che velato da parte sua. Era incredibile quanto potere avesse su di lei.

«Buon San Valentino, Sessho-chan. Ti amo, anche se lo sai già.»

L'espressione sempre impassibile di lui, per un attimo, si distese, solo per lei. «Non smettere mai di farlo, Rin.» Si chinò su di lei, per baciarle le labbra con dolcezza. «Amo te.», le mormorò a poca distanza da lei. «E amo già loro.», finì, dando due baci anche alla sua pancia. Rin sorrise, passandogli una mano tra i capelli setosi, che tanto adorava accarezzare.

Sì, sua moglie era matta, l'aveva sempre detto.

Ma era un'adorabile matta, non poteva negarlo. Ormai non poteva più fare a meno delle sue follie, della sua ingenuità.

Quando si alzarono per tornare a casa, il sole ormai era già alto nel cielo e, nonostante tutto, Sesshomaru non aveva più sonno.

Perchè passare un'altra giornata con la donna che gli aveva cambiato la vita valeva molto di più di una bella ronfata al caldo delle coperte.

Anche se, in effetti, non gli sarebbe dispiaciuto per niente.

Angolino dell'autrice:

Colgo l'occasione per ringraziare tantissimo tutti coloro che hanno commentato alla fanfiction precedente, Christmas Time, ossia ryanforever, mikamey, miloxcamus, celina e ran ugajin92! Siete splendide, non ho parole, davvero! *_*

A presto, un abbraccio! ^^/

   
 
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