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Autore: Ashbear    03/04/2016    1 recensioni
Un incontro casuale su una spiaggia porta a scoperte inaspettate; una semplice passeggiata cambia il destino di due persone. Niente battaglie né guerre... solo la vita e le paure che si devono affrontare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quistis Trepe, Seifer Almasy
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

KNIGHT OF SUNSET
scritta da Ashbear, tradotta da Alessia Heartilly
I. Storia...

Balamb sembrava sempre pacifica. Era la tranquillità che si cerca nei recessi della propria mente. L'aria salata dell'oceano le riempiva i sensi mentre le onde salutavano dolcemente la riva. La schiuma bianca si sciolse teneramente nella cresta d'onda, lasciando solo scarti sparsi dell'oceano e uno strato di sabbia umida. Le sue lunghe ciocche di capelli biondi le si incollarono al viso per la pura umidità dell'aria. Lentamente, camminava nella sabbia secca al di sopra della portata della marea. C'era una calma che la tranquillizzava, lì nel mare. Forse era qualcosa che si era portata dietro dalla sua infanzia.

Quando fu stanca di camminare, permise al suo corpo di cadere dolcemente sulla sabbia. Si sedette con le gambe davanti a sé mentre i granelli le danzavano sulla pelle. Il tramonto era sempre il momento che preferiva della sera. Quistis aveva fatto svariate volte questo viaggio alla spiaggia isolata, nell'ultimo anno. La sconfitta di Artemisia era stata dura per tutti loro, e ognuno affrontava le conseguenze a modo suo.

Eppure, lei sembrava sempre essere sola.

Uno strano senso di presentimento la riempì, e un improvviso gelo la percorse. Guardava il tramonto indirettamente, perché il riflesso sulle onde era troppo accecante per essere guardato del tutto.

Poi si rese conto di non essere più sola.

Se l'addestramento le aveva insegnato qualcosa, era di percepire la presenza di chi era nei paraggi. Velocemente si impuntò contro la sabbia, preparandosi ad alzarsi, quando una mano le si posò sulla spalla.

"Non alzarti," disse una voce rauca al di sopra del rumore dell'oceano.

La paura la paralizzò momentaneamente, mentre ricordava la voce. "Seifer?" chiese, con più paura che curiosità.

"Sì, maestrina," rispose con la disinvoltura che poteva essere solo sua. "Non alzarti per colpa mia. Prometto, non ti farò del male."

Voltando la testa, fissò direttamente gli occhi dell'uomo che una volta aveva cercato di porre fine alle loro vite. Eppure, c'era qualcosa che non aveva mai notato prima. Il solito sguardo duro e presuntuoso era ora rimpiazzato da uno sguardo di dispiacere. Il suo aspetto esteriore sembrava ancora lo stesso, a parte il soprabito visto la calda aria estiva. Il suo viso aveva ancora la cicatrice che rispecchiava quella di Squall, un promemoria costante di entrambi i loro fallimenti... e successi.

"Posso sedermi?" chiese; non era sicuro della sua risposta.

"La spiaggia non è mia, Seifer. Sei libero di sederti dove vuoi."

Normalmente, se si fosse detto a Quistis Trepe che avrebbe incontrato l'ex Cavaliere, sarebbe stata terrorizzata la pensiero. O, se era dell'umore giusto, gli avrebbe gridato contro per tutto il dolore che aveva causato. Ma lui l'aveva sorpresa in una buona giornata, almeno per lui. Interiormente, non sentiva alcun desiderio di combattere, e in uno strano modo spontaneo era grata della compagnia. Persino di qualcuno marchiato come suo nemico.

"Vieni qui molto spesso?"

"Seifer Almasy... stai cercando di avere una conversazione normale, con me?" La domanda sembrò uno scherzo, ma entrambi sapevano che non lo era.

"Forse. Sembra la cosa giusta da fare. Voglio dire, non capita spesso che possa incontrare qualcuno del mio passato, senza ritrovarmi un gunblade in faccia... non che non me lo meriti."

Guardando due gabbiani che giocavano in aria, lei si scostò i capelli dal viso. Mentalmente, rifletteva sull'uomo seduto accanto a lei, e tutto il dolore che aveva causato. Si era spesso chiesta perché lui avesse tradito il Garden, ma ovviamente lui non c'era e non poteva chiederglielo. All'improvviso la vide come una sfida, per capire di più delle sue azioni. Forse, capendolo, avrebbe potuto essere un'insegnante migliore, cercare i segni nei suoi altri studenti... prima che anche loro tradissero la SeeD.

Per la prima volta, si voltò a guardarlo, i suoi occhi azzurri fissi in quelli di lui. "Perché, Seifer?" Era una domanda semplice, ma entrambi capivano cosa implicava.

"Intendi perché sono diventato il Cavaliere di Artemisia?"

Scuotendo la testa, lei rispose, "no... perché volevi diventare un Cavaliere? Sappiamo tutti come è andata a finire, ma cosa ti ha portato a quel sogno? Ti sei semplicemente svegliato una mattina dicendo, 'voglio diventare il Cavaliere di una strega'? O c'era di più?"

Lui distolse lo sguardo, sentendo all'improvviso il bisogno di andarsene. La domanda che pensava che lei gli avrebbe fatto, quella per cui aveva già la risposta pianificata e fatta con lo stampino... non fu quella a essere posta. Quello che aveva chiesto... beh, era troppo difficile da comprendere. Persino per lui. Quindi, Seifer fece ciò che sapeva fare meglio; si voltò verso di lei e cercò di essere il più compiaciuto possibile.

"Che diavolo importa? Non vado in giro a chiederti perché sei diventata insegnante... si è soltanto presentata l'occasione. Così l'ho colta. Contenta?"

"No," affermò lei in tono piatto. "Non hai ancora risposto alla mia domanda. È come chiedere perché il cielo è azzurro senza prima capire che cos'è il cielo. Per capire davvero il motivo, devo capire il desiderio."

Lui afferrò alcune conchiglie rotte, e le gettò con rabbia nell'oceano. Lei le guardò sparire nelle acque scure. Forse si trattava davvero semplicemente di un'insegnante che cercava di capire meglio un suo studente. D'altra parte, forse era un'amica che cercava di aiutare un altro amico che ne aveva bisogno. A quel punto, non ne era sicura. Ma sarebbe dannatamente riuscita a scoprirlo. Quistis fu sorpresa quando l'uomo accanto a lei si alzò in fretta, togliendosi radi granelli di sabbia dai vestiti. Quando si voltò a guardarlo, lui le tese la mano.

"Andiamo a fare una passeggiata."

Scioccata dalle sue stesse azioni, o dalla sua mancanza di buon senso, lei accettò la proposta. Lui allora la aiutò ad alzarsi. Lei si tolse le scarpe mentre camminavano insieme sul frangente. L'acqua giocava dolcemente con i suoi piedi nudi, mentre la terra si scioglieva tra le dita. Lui tenne addosso gli stivali; sembrava non notare l'acqua che ci si infrangeva contro.

"Quando avevo dodici anni," iniziò esitante. "Ho ricevuto una lettera da-" Fermandosi a metà frase, la guardò negli occhi. "Ripetimi perché te lo sto dicendo? Non l'ho mai raccontato a nessuno... nemmeno Fujin o Raijin."

Continuando a camminare lungo la spiaggia, lei rispose, "forse perché vuoi farlo. Forse è qualcosa di cui volevi parlare da tanto tempo... solo che avevi paura."

Una mezza risata gli sfuggì dalle labbra, mentre pensava, paura? Io che ho paura? Forse."

Inspirò profondamente, lasciando che l'aria salata gli solleticasse i sensi, prima di lasciar andare rumorosamente l'aria. Dentro era un rottame nervoso, ma al di fuori cercò di rimanere calmo e sicuro di sé.

"Quando avevo dodici anni, Cid mi chiamò nel suo ufficio. Immaginai che fosse per qualcosa che avevo fatto... tipo radere a zero il gallinaccio mentre dormiva... e prima che tu lo chieda, sì, sono stato io. Come se non lo sapessi." Lei fu costretta a ridere alla sua ammissione, agli aggiuntivi vividi ricordi di uno Zell bambino e pelato.

Lui continuò lentamente, "in realtà avevo ricevuto un pacchetto dal governo galbadiano... da mio padre. A volte si sta meglio senza sapere dei propri genitori biologici. Forse sarei stato meglio. Mio padre era un Maggiore dell'esercito, durante la prima guerra della Strega. Per farla breve... lui li tradì, Galbadia, e si unì alle forze di Esthar. Immagino che la mela marcia non cada lontano dall'albero, vero?"

"Seifer..." disse lei in tono fraterno, più che da insegnante. "Per favore, non preoccuparti di questo adesso. Sono qui ad ascoltare... per favore, continua."

"Sì, comunque ho avuto una scatola delle sue cose. Era stato ucciso in una delle battaglie che Galbadia combatté contro Adele. Il bastardo era il suo Cavaliere. Il dannato Cavaliere di Adele."

Quistis si fermò improvvisamente, raggelata dal pensiero. "Seifer, non ricordo che Adele avesse un Cavaliere. Non ci sono notizie di questo. La storia ci ha insegnato che era da sola... ed ecco perché il suo spirito era dominato da una forza più oscura."

Momentaneamente, lui si fermò quando lo fece lei. Scuotendo la testa, lui continuò a camminare lungo la battigia senza di lei. "La storia è sbagliata. È quello che Galbadia voleva far credere alla gente. Pensi che volessero dar pubblicità al fatto che uno delle truppe si era unito al nemico? Dopo la guerra, Esthar praticamente sparì. La storia ha un modo di scriversi da sola, quando è detta da una parte sola."

Lei poteva percepire il dolore nella sua voce; doveva ucciderlo parlarne. Non solo portava il fardello dei suoi fallimenti, ma anche di quelli di suo padre.

Ad un'età così giovane, portava il peso di una tale colpa.

"Quindi, comunque, Cid mi ha dato le sue cose... tra cui l'Hyperion che porto. All'inizio, non potevo sopportare di vederlo... ma con il passare del tempo, ho iniziato a studiare meglio l'essere Cavaliere. È diventata un'ossessione per me, ossessione che sentivo di dover nascondere a tutti gli altri. Dopo molto tempo, rimasi affascinato dalla vita di mio padre, e dai suoi fallimenti. Ero determinato a fare quello che lui non era riuscito a fare. Dove lui aveva fallito, io potevo avere successo. Lo odiavo per avermi abbandonato. Mia madre era stata uccisa durante la guerra anni prima, quando ero piccolo. Ecco come arrivai all'orfanotrofio. E il resto è ciò che chiamano storia..."

Allungando la mano lei gli afferrò delicatamente il braccio, costringendolo a fermarsi.

"E così hai fatto degli errori. Sei sopravvissuto. Forse puoi essere più forte di tuo padre, cercando il perdono che lui non è mai riuscito ad avere. Seifer, c'è più nell'essere Cavaliere che il solo avere una Strega."

"Non dirlo a Squall," ribatté lui sprezzante.

"No, Seifer, Squall lo sa," cercò di spiegare. "Sei stato via per un po'. Se fossi stato nei paraggi avresti visto che c'è così tanto di più. Non è che sia successo e basta. E non è ancora nemmeno diventato un Cavaliere con tutti i crismi. Ma vedi, tu non hai mai amato Artemisia... amavi il sogno. La fantasia. Non la realtà. Squall si allena duramente il doppio, adesso. Non è prestigioso, non ci sono titoli o privilegi, ma ama Rinoa. È questa la differenza - lui la ama con tutto il cuore. Fallirai sempre se non c'è amore. Io credo che la storia di tuo padre fosse molto simile."

Per un secondo, lui si scoprì a riflettere sulle sue parole. Dannazione, aveva ragione.

"Non lo ricordavo, prima. Intendo, avevo dimenticato anch'io la nostra infanzia. Voi ragazzi, la Madre, e l'orfanotrofio... lei mi ha aperto la mente a questo. Avevo la possibilità di vedere la mia infanzia attraverso i suoi occhi. Ma solo pezzi e frammenti, illusioni che lei creava e manipolava per adattarle ai suoi scopi malati."

"Tipo cosa?" domandò lei incoraggiandolo a continuare.

"Le parti negative... solo le parti negative. Squall e io che lottavamo, Ellione che ci abbandonava, e tutti che mi odiavano... ecco cosa vedevo. Solo dopo la sua sconfitta ho ricordato i bei momenti."

"Bei momenti?" domandò, cercando disperatamente di ricordarne qualcuno. Tutti i suoi ricordi erano praticamente simili a quelli descritti da Seifer. Con forse alcuni altri riguardanti Squall di cui non le interessava parlargli, ma fondamentalmente gli stessi.

Afferrandole la mano nuda, Seifer la bloccò dall'andare avanti. "Non ricordi nemmeno tu, vero?" Lui sembrò un po' deluso, ma anche leggermente divertito dall'avere informazioni che lei aveva dimenticato da tempo. Lei scosse la testa, con un sorriso leggero sui suoi lineamenti delicati che cercava di coprire il dispiacere. "Sì, avrei dovuto immaginarlo. Beh, maestrina, lascia che ti aiuti a ricordare."

Lei non fu consapevole di molto mentre lui la afferrava alla vita e la sollevava da terra. Troppo scioccata per lottare, lei si sentì del tutto impotente. Lui corse verso l'oceano, senza mai fermarsi mentre il livello dell'acqua saliva. Poi lei si rese conto che sarebbe finita sott'acqua. Ad ogni modo, era un po' tardi per lottare. L'acqua fredda dell'oceano era un contrasto fresco contro l'umidità di agosto. L'acqua offriva davvero un certo sollievo, mentre si trovava a tornare in superficie. Riemerse boccheggiando, non proprio arrabbiata, non proprio ridendo... una media serena.

"Ricordi adesso?" chiese lui, con l'aspetto di un topo bagnato. "Voi ragazze vi arrabbiavate così tanto con me quando lo facevo, ma i maschi erano sempre sulla spiaggia a ridere come pazzi. A dire il vero, facevano il tifo per me."

Sentendosi quasi in colpa perché non ricordava il passato, lei immaginò vividamente la scena. Eppure il ricordo sembrava ancora appartenere a qualcun altro. Come leggerlo da un libro, o guardare un vecchio film.

"Seifer, io-" Mordendosi il labbro, cercò di continuare.

Lui nuotò verso di lei, ancora vestito e con gli stivali. "Non preoccuparti, Quistis. Io sì. Io adesso ricordo. Ecco a cosa mi sono aggrappato nell'ultimo anno. Quei pochi ricordi felici in cui andavamo tutti d'accordo... quando piacevo alle persone."

Allungandosi per prendergli le braccia lei si alzò, con l'acqua salata che le si asciugava sulla pelle. "Potresti piacere ancora. Ti fidi di me?"

Lui le sorrise furbo per un momento, e guardò le sfumature dorate e rosse del tramonto riflesse nei suoi occhi. Le credeva. Per qualche ragione sconosciuta, si fidava davvero di lei. Anche dopo tutto quello che era successo... si fidava di lei.

"Sì, Quistis Trepe... penso proprio di sì."

Sorridendogli, con una preghiera negli occhi, lei disse semplicemente, "allora torna al Garden."

*****
Nota della traduttrice: come sempre, ogni commento sarà tradotto e inviato all'autrice, così come ogni sua eventuale risposta sarà riportata come risposta alla recensione (nei siti che lo permettono) o comunque sul mio blog.
Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! Alessia Heartilly

   
 
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