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Autore: Josephine_    02/04/2009    2 recensioni
DALLA STORIA: "Ci sono giorni nei quali non vorrei aprire gli occhi. Vorrei potermene restare ferma, a occhi chiusi, stesa nel letto, sola con me stessa. Il problema è che stare con me stessa è ancora più difficile che stare con gli altri. In certi momenti mi sembra di essere in un' altra dimensione, in un universo alternativo dove tutto può ritorcersi contro di me da un momento all' altro, dove arranco chiamando aiuto con una voce che non mi appartiene e delle lacrime non mie." Semplicemente... terra e pioggia. E l' umanità. Una metafora, un sogno, la relatà. Vedetela come vi pare. All' interno anche la canzone di Jovanotti "Fango", che non ha funzionato da ispirazione, ma che ho pensato si intonasse perfettamente con ciò che ho scritto. Se rcensite mi fate un regalo immenso. Ma potete anche non farlo. A voi la scelta.
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bhè... eccomi qui tornata con un' altra storia. Se vi aspettate qualcosa di comico e divertente non penso che questa sia la storia adatta a voi. E' più una cosa introspettiva, nonsense, ecco. Senza senso. Questa storia è un po' una metafora. Se avete letto almeno due delle mie storie dovreste sapere che adoro le metafore. Quello che rappresentano, però, lo lascio immaginare a voi^^ Tanto per fare un po' la bastarda. Mi piacerebbe davvero tanto ricevere qualche recensione, sul serio. Tanto per sapere se è una storia idiota oppure degna di restare pubblicata. Adesso vi lascio. Vorrei però dire un' ultima cosa: la canzone messa alla fine, fango, non mi ha fatto da ispirazione. Anzi, a dirla tutta, l' ho ascoltata per la prima volta dopo mesi solo due giorni dopo aver scritto. E ho pensato ci stesse bene. Grazie mille a chi legge e a chi recensirà, sperando sul serio che questa storia piaccia^^ Ciao, gelb_augen






TERRA
& PIOGGIA


Certe volte mi sento così vicina al mondo... altre così lontana... come se fossi dentro ad una scatola da dove io posso vedere tutto e tutti, ma gli altri non possono vedere me. E' frustrante. E' patetico. Ci sono giorni nei quali non vorrei aprire gli occhi. Vorrei potermene restare ferma, a occhi chiusi, stesa nel letto, sola con me stessa. Il problema è che stare con me stessa è ancora più difficile che stare con gli altri.
In certi momenti mi sembra di essere in un' altra dimensione, in un universo alternativo dove tutto può ritorcersi contro di me da un momento all' altro, dove arranco chiamando aiuto con una voce che non mi appartiene e delle lacrime non mie. Chiedo aiuto e nessuno mi soccorre. E resto lì, disperata, incurante della pioggia che scende da un cielo che non esiste, senza badare al tempo che si deforma, al terreno sotto di me che frana ma sul quale io resto in equilibrio. Nessuno arriva ad aiutarmi, ma allo stesso tempo io non posso gettarmi nella voragine aperta sotto di me. Non mi muovo, spero solo che qualcuno possa udire la mia muta richiesta spaesata, che la mia disperazione sia così forte da raggiungere il cuore degli altri. Ed è lì che capisco.
Capisco... ma ciò non mi rende più felice o meno volenterosa di aiuto. Capisco che tutto il resto del mondo si trova nella mia situazione. Che non esistono persone capaci di cadere nel buco nero o di smettere di chiamare aiuto e accettare le cose così come vengono, ingoiando la pioggia mescolata alla terra. Capisco. Ma continuo a urlare aiuto. Forse perchè non so che altro fare, forse perchè in fondo ci spero, in una voce di risposta. O forse semplicemente perchè il fiato me lo consente, e io non ne posso fare a meno. Grido aiuto con le labbra rivolte alla pioggia, ma con gli occhi guardo la voragine. Mi piace tanto. Vorrei potermici tuffare, vedere il vuoto
sopraffarmi, sentirmi lo stomaco in gola mentre atterro su una superficie che non riesco a vedere e che posso solo immaginare.
Il cielo non mi dà rassicurazioni, anzi, mi fa sentire piccola e stolta, e forse lo sono davvero. La cosa peggiore è che non ci sono un Sole e una Luna.
Niente illumina quell' oscura distesa impalpabile. Ci sono alcuni minuscoli frammenti di diamante che riescono a brillare anche coperti dalle nuvole, e la loro presenza un po' mi distrae. Chissà se quei diamanti sono solo per me, o se tutte le persone riescono a vederli. Non saprei proprio dire. So solo che rendono quello che chiamo cielo un po' meno triste.
La pioggia continua a scendere. Non si ferma e mai si fermerà, lo sento. Di solito le nuvole dopo un po' si sgonfiano e spariscono, e con loro anche la pioggia. Qua no. Qua è tutto diverso. La pioggia continuerà a scendere imperterrita, le nuvole non cambieranno mai colore o consistenza, resteranno sempre sopra di me come un' oscura presenza onnisciente, che tutto vede e tutto sà. La faglia nel terreno ha smesso di aprirsi. E' grande, molto grande, e terribilmente affascinante.
Certe volte penso sia meglio il buio della luce. Al buio tu non vedi gli altri... ma nemmeno gli altri vedono te. E mentre la luce ti irradia, il buio ti circonda, e ti fa sentire un po' meno stupido. Cristo, proprio non ci riesco a cadere dentro a quel pozzo naturale. Non mi è possibile, mi sento come ancorata a questo suolo sporco e fangoso, eppure così familiare... penso ci voglia molta forza, per riuscire a separarsi dal terreno paludoso e tuffarsi nel vuoto senza rimpianti o dolore. E io non ne sono capace. Per quanto detesti questa pioggia inesistente, per quanto la melma possa macchiare la mia pelle e per quanto le stelle possano invogliarmi ad andarmene... non ci riesco.
Forse conviene aspettare. Magari qualcuno alla fine udirà la mia disperata richiesta d' aiuto. Qualcuno che lascerà il suo posto per venire a prendermi e tenermi compagnia. Devo solo aspettare. Mi troveranno. Se non gli esseri umani, gli angeli. E verranno a prendermi. Ne sono sicura. Aspettare... aspettare... aspettare... aspettare... aspettare... aspettare.













Io lo so che non sono solo

anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo

sotto un cielo di stelle e di satelliti
tra i colpevoli le vittime e i superstiti
un cane abbaia alla luna
un uomo guarda la sua mano
sembra quella di suo padre
quando da bambino
lo prendeva come niente e lo sollevava su
era bello il panorama visto dall'alto
si gettava sulle cose prima del pensiero
la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero
ora la città è un film straniero senza sottotitoli
le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli
il ghiaccio sulle cose
la tele dice che le strade son pericolose
ma l'unico pericolo che sento veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
il profumo dei fiori l'odore della città
il suono dei motorini il sapore della pizza
le lacrime di una mamma le idee di uno studente
gli incroci possibili in una piazza
di stare con le antenne alzate verso il cielo
io lo so che non sono solo

io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango

la città un film straniero senza sottotitoli
una pentola che cuoce pezzi di dialoghi
come stai quanto costa che ore sono
che succede che si dice chi ci crede
e allora ci si vede
ci si sente soli dalla parte del bersaglio
e diventi un appestato quando fai uno sbaglio
un cartello di sei metri dice tutto è intorno a te
ma ti guardi intorno e invece non c'è niente
un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che
hanno ancora il coraggio di innamorarsi
e una musica che pompa sangue nelle vene
e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi
smettere di lamentarsi
che l'unico pericolo che senti veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
di non riuscire più a sentire niente
il battito di un cuore dentro al petto
la passione che fa crescere un progetto
l'appetito la sete l'evoluzione in atto
l'energia che si scatena in un contatto

io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che nn sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango

e mi fondo con il cielo e con il fango

e mi fondo con il cielo e con il fango
  
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