Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |      
Autore: Ksanral    02/04/2009    4 recensioni
Questa fiction ha partecipato al contest Gimme Some indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 }
Un incubo tormenta la mente di Merlin. Vede il suo principe in pericolo, tenta di salvarlo, ma gli incubi sono tali perché non hanno un lieto fine no?!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Ma il bosco era scuro, l’erba già alta, /
dite a mia madre che non tornerò”
~ Sally, F. De André



Correvo. Correvo a perdifiato lungo i corridoi bui del castello. Nessuna torcia era accesa, erano tutte lì allineate a distanza regolare, spente. Regnava un silenzio surreale. Il mio respiro affannato e i miei passi erano suoni troppo forti per quella calma inquietante.
Stavo scappando, non sapevo da cosa, né a cosa andassi incontro. Non ricordavo nemmeno di essere arrivato lì, mi ero messo a correre, allontanandomi il più possibile dalla mia casa.
Non avevo la forza di girarmi e controllare cosa mi stesse inseguendo, ma a dire il vero, non volevo voltarmi.
Continuai ancora a correre, senza sentire alcun rumore alle mie spalle, ma sapevo che qualcuno mi stava alle calcagna. Alzai lo sguardo avanti a me, un solitario raggio di luna penetrava la stretta feritoia e illuminava di pallido la figura di Arthur.
La cotta di maglia emanava tenui bagliori, riflettendo la luce. Lo stemma reale spiccava, bianco, al centro del petto. Alla luce della luna, i suoi capelli sembravano bianchi e il suo volto pallido aveva i tratti contratti dalla tensione. La mano stringeva l’elsa della spada legata alla vita.
Stavo scappando dal buio, lì mi attendeva la luce. Contemplai la sua figura, rallegrandomi di poterla vedere ancora. Accelerai, per raggiungerlo e trascinarlo via, via da ciò che mi – che ci – stava inseguendo, da quel pericolo sconosciuto che aveva acceso in me la paura. Ma inciampai, cadendo a terra e scivolando ai suoi piedi. Lui abbassò lo sguardo perplesso su di me.
«Merlin…?» mormorò.
Io mi rialzai, afferrai il suo braccio, disteso al fianco e lo strattonai, cercando di riniziare a correre, il più lontano possibile.
«Scappate! Scappate!» gli intimai urlando, quando sentii che opponeva resistenza, che non si sarebbe mosso. Lui mi guardò di nuovo, il sopracciglio alzato deturpava la sua espressione altrimenti tesa.
«Da cosa?» domandò calmo, mentre il panico m’invadeva anche per lui.
«Scappate, Arthur, scappate!» lo implorai, non sapendo rispondere alla sua domanda, strattonando il più forte possibile il suo braccio e cercando di trascinarlo via.
Ma lui non si mosse, scansò il mio braccio e guardò verso il buio. Estrasse la spada dal fodero – il clangore del metallo riecheggiò nel corridoio vuoto, come un tuono nel silenzio della notte – e la puntò verso l’ignoto.
«Qualsiasi cosa ci minacci, io la affronterò.» disse in tono duro, senza guardarmi.
Lentamente, controvoglia, mi voltai anch’io e capii. Capii perché stavo scappando, perché non stavo usando la magia per combattere. Era inutile tentare di convincerlo ad andare via, non sarebbe mai scappato, lui l’avrebbe affrontata.
Ammiravo la sua figura illuminata dalla luna, come un salvatore pronto a sacrificare la sua vita, per me. Il terrore che s’impossessò del mio animo, non era per quello che avevamo di fronte, ma perché avrei potuto perderlo, per sempre. Non ero disposto a questo, non ero pronto. Ma più di tutto, non volevo. Non avrei saputo vivere senza di lui. Il mio destino era di stargli accanto, proteggerlo.
«Andiamocene, Arthur!» il mio sussurro sembrava più una preghiera che una qualche sorta di ordine, per quanto un servo potesse ordinare qualcosa al suo padrone.
Non mi ascoltò neanche, o semplicemente m’ignorò. Dovevo solo rassegnarmi, quindi, a perderlo. Ma come ci si rassegna a perdere l’unica persona che si abbia mai amato?
Sospirai e guardai avanti a me, verso il nostro avversario.
Incorporea stava dinanzi a noi un’ombra, non c’era altro modo per definirla, di cui si distinguevano soltanto i labili e tremolanti contorni.
Arthur era pronto, in guardia, vigile. Aspettava l’attacco che avrebbe scatenato il duello, ignaro di stare per affrontare la Morte. Lui l’avrebbe combattuta. E avrebbe perso.

Mi svegliai di soprassalto. Il terrore dell’incubo ancora parte di me, rendeva il mio respiro affannato e accelerato il battito del mio cuore. Impiegai diversi secondi prima di calmarmi e capire dove mi trovassi.
Per un breve istante mi rasserenai, ma poi mi resi conto di trovarmi nelle stanze di Arthur, seduto su una vecchia sedia di legno accanto al suo letto. Guardai verso di esso e lui era lì, sdraiato, febbricitante. Delirava parole incomprensibili, il volto impregnato di sudore, la fronte coperta da un panno ormai asciutto. Lo presi e lo bagnai nuovamente, per quanto ormai avessi capito che sarebbe stato inutile.
Arthur stava realmente combattendo la Morte. E avrebbe perso.
Quando, asciugando il suo volto, realizzai il pensiero, il mio principe, il mio padrone, spirò.





Note: Ho voluto rendere omaggio al telefilm intitolando la fic come l'ultima puntata della prima serie.
Questa fanfiction ha partecipato al contest Gimme Some indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight sicne 01.06.08 }. Avevo gli obblighi di inserire una citazione (quella all'inizio della fic) ed una parola (che era Morte).
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Ksanral