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Autore: winter falls    04/04/2016    1 recensioni
[Itachi Uchiha/Bilbo Baggins]
Itachi Uchiha era cambiato, o forse era semplicemente potuto venire allo scoperto. Lo hobbit era il suo mondo, l’aria che respirava ogni giorno e l’amore che assorbiva e consumava ogni notte.
Bilbo si avvicinò, sporgendosi verso il figlio, sorridendo.
“Papà Itachi ti ama cosi tanto che non riesce a lasciarti, ma dopo io e te senza dirgli niente ci facciamo un’altra camminatina!”
Esordì, baciandogli il morbido naso. Aranel lo arricciò subito, gorgogliando una risata, muovendo le piccole gambe con entusiasmo.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Un'intera vita'
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“Sta per cadere!”

Lo hobbit sbatté le palpebre, notando di sfuggita il movimento fulmineo di Itachi, il quale era passato nel giro di un secondo dal sedere sul divano al trovarsi a meno di un metro da sé. Il marito teneva già in braccio il bambino, stringendolo come se fosse riuscito per miracolo a salvarlo da un grave pericolo. Posò lo sguardo sul viso di Itachi, schiudendo le labbra come per parlare, metabolizzando prima quanto ancora riuscisse a stupirsi di fronte alla velocità del ragazzo. Itachi era e restava un ninja, nel bene e nel male.

“Prego?”

Riuscì poi a dire, inumidendosi appena le labbra, cercando adesso di capire il motivo per cui era scattato così per prendere il figlio in braccio. Stava per cadere, aveva detto. Eppure era rimasto al suo fianco mentre il bambino stava camminando, osservandolo con occhi vigili pur gustandosi il classico momento dei primi passi. Itachi faceva lo stesso dal divano, ma con sguardo molto più preoccupato.

“Stava perdendo l’equilibrio, Bilbo!”

Esclamò Itachi, posando un bacio sulla fronte del piccolo, cullandolo come per farlo calmare. Loro figlio pero, Aranel, non aveva bisogno di essere calmato. Rideva gioioso, emettendo dei vispi gorgoglii, come a far intendere che gli piaceva sentirsi alto tra le braccia del padre.

“Itachi… non è così. Anzi, andava piuttosto bene per essere una delle prime volte. Ci sono io qui con lui, pensi che non sarei intervenuto nel caso?”

Il ragazzo, perché pur il trascorso passato restava sempre un ragazzo di quasi ventiquattro anni, guardò il marito con titubanza.

“Stava camminando per obliquo…”

“Amore, ha poco più di un anno. Sta imparando ora a camminare, è normale.”

“Si era spaventato!”

Bilbo inarcò un sopracciglio, osservando Aranel, vedendolo vispo e sorridente come sempre. Inclinò il viso, facendo un cenno verso il bambino, come a dirgli che era tutto tranne che spaventato. Itachi seguì il suo sguardo, mordendosi il labbro, rilasciando un sospiro.

“Non riesco a non preoccuparmi. È così piccolo… non possiamo continuare a tenerlo in braccio?”

 Chiese supplicante, accarezzando il figlio, donandogli altri baci.

“Itachi, so perfettamente quanto hai paura che possa succedergli qualcosa. Ma non gli accadrà niente. È il corso della vita.”

“Ma…”

“Niente ma. Sappiamo entrambi che ama stare in braccio, ma deve imparare a camminare come tutti. Quindi la prossima volta niente interventi, d’accordo?”

Itachi si morse ancora il labbro, annuendo piano, non dando alcun cenno di voler lasciare il figlio. Lo hobbit sospirò, facendo però un sorriso. Ormai erano quasi passati tre anni da quando aveva conosciuto Itachi e la sua vita aveva subito grandi cambiamenti. Alla fine aveva ritrovato la pace nella Contea, sposato quel ragazzo dal passato difficile e burrascoso, curato la sua malattia grazie all’aiuto di Legolas, e avuto un figlio con lui. Dopo l’avventura vissuta pensava di essere condannato a un’esistenza solitaria. Non che non vivesse da solo prima, ma dopo un anno passato a giro nella Terra di Mezzo aveva conosciuto tante persone e visitato posti indimenticabili. Era troppo pretendere di riuscire a vivere come aveva sempre fatto dopo che era arrivato qualcosa che ti aveva cambiato dentro, segnando la tua vita per sempre. Itachi era riuscito e riportare stabilità, nonostante il suo carattere fosse ormai rimasto in gran parte più Took che Baggins. Il ninja d’altro canto era tornato a vivere e non più a sopravvivere. Si era aperto per quanto un carattere come il suo lo permettesse, lasciato andare ai sentimenti ed era felice. La paura di perdere la famiglia che di nuovo aveva, un marito e un figlio, restava però forte e pungente nel suo cuore. Era protettivo al massimo verso il figlio, geloso di qualsiasi persona posasse gli occhi su Bilbo. Itachi Uchiha era cambiato, o forse era semplicemente potuto venire allo scoperto. Lo hobbit era il suo mondo, l’aria che respirava ogni giorno e l’amore che assorbiva e consumava ogni notte.

Bilbo si avvicinò, sporgendosi verso il figlio, sorridendo.

“Papà Itachi ti ama cosi tanto che non riesce a lasciarti, ma dopo io e te senza dirgli niente ci facciamo un’altra camminatina!”

Esordì, baciandogli il morbido naso. Aranel lo arricciò subito, gorgogliando una risata, muovendo le piccole gambe con entusiasmo.

Itachi sospirò, guardando il marito sconsolato.

“Oh, su.”

Disse Bilbo con tono premuroso, alzandosi poi in punta di piedi. Fece chinare il marito, dandogli un delicato bacio sulle labbra.

“Vuoi un altro figlio, ricordi? Preparati dunque a impazzire se con uno fai così.”

Disse con una risata, vedendo Itachi imbronciarsi. Si sentì mordere piano il labbro, avvertendo poi le sue labbra formare un sorriso contro le proprie.

Vogliamo un altro figlio, Signor Uchiha.”

“Baggins. Resto un Baggins di casa Baggins.”

Lo ammonì scherzosamente, scostandosi per poterlo guardare.

“Sei mio marito, questo fa di te un Uchiha.”

“Allora, Baggins-Uchiha. Con un pizzico abbondante di Took.”

Dichiarò lo hobbit, arricciando il naso, annuendo convinto.

Un gorgoglio acuto di Aranel li fece focalizzare su di lui, notando il bambino ancora più vispo, sentendolo iniziare a parlicchiare come ormai aveva imparato. Ripeteva i loro cognomi, elargendo poi delle frasi dolci che sentiva in primis verso di sé ogni giorno, allungandosi verso Bilbo, richiedendo un bacio.

Lo hobbit rise dolcemente, accarezzando il viso del figlio, baciandogli la guancia. Vide Itachi allora posargli Aranel tra le braccia, prendendolo con un sorriso, sbattendo le palpebre nel sentirsi prendere in braccio dal marito, scoppiando a ridere.

“Ora capisco perché mi hai sposato, formiamo una scala perfetta.”

Scherzò, tenendo il figlio al petto, vedendo Itachi ridere a sua volta. Si sentì baciare i capelli, pensando davvero che ormai gli piaceva molto essere preso in braccio dal marito.

“Solo con te, Bilbo. Sei il solo e l’unico.”

Lo hobbit sorrise, arricciando il naso con imbarazzo, stringendosi al marito. Aveva scritto un libro sulla sua avventura, pagine che sembravano raccontare una favola conclusa con un lieto fine. Era anche per quello, perché Thorin, Fili e Kili erano sopravvissuti che poteva rileggere il suo libro con un sorriso. E ora, osservando gli occhi neri del marito e quelli verdi del figlio, sentiva di poter scrivere ancora tanto.

Era indubbiamente giunto il momento di raccontare chi era diventato Bilbo Baggins all’età di cinquantatre anni.

 

 

 

 

 
Ebbene sì, Aranel è il figlio naturale di Bilbo e Itachi. Ricordo che in questa serie sto raggruppando storie che narrano di momenti che hanno vissuto nel corso nel tempo, dal primo incontro a un futuro che ancora è in corso. Siccome il tutto è nato come role e continua come role tra me (che ruolo Bilbo) e la mia partner di role (che ruola Itachi) da alcuni anni, chiunque non ci avesse mai seguito di sicuro potrebbe avere delle difficoltà a comprendere qualche tassello. Nel caso se siete interessati domandate pure per qualsiasi cosa. Vi ringrazio per la lettura! ^ ^

   
 
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