Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: cristalskies    04/04/2016    3 recensioni
E se, dopo Rise, Beckett non si fosse più fatta sentire fino alla rapina in banca di Cops & Robbers?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sapeva già che Beckett non avrebbe preso bene le novità. 
Sapeva anche che non poteva fargliene una colpa se si fosse arrabbiata. Il caso di sua madre tendeva a risvegliare le sue ire sopite quindi considerò saggio continuare a darle le risposte che cercava.
-La telefonata è avvenuta solo pochi giorni fa e ci siamo incontrati la sera stessa. Ma non ho visto il Drago, solo l’amico di Roy. Purtroppo non è che una voce al telefono, un’ombra in un parcheggio, non sarei in grado nè di riconoscerlo nè di identificarlo.- Le disse.
-Come ti è venuto in mente di andare a quell’incontro da solo? Avresti dovuto chiamarmi, Castle!- Le rispose lei, mentre ancora manteneva le distanze da lui.
-Chiamarti, Kate?- Castle ebbe un moto d’orgoglio nel risponderle. -Quando tutti i miei tentativi venivano automaticamente deviati al centralino? O come quando ho scoperto che il mio nome era diventato off limits al distretto? Le cose erano diverse, Kate. Hai idea di come siano stati quei mesi senza poterti né vedere né sentire? Dopo le prime settimane tuo padre si è degnato di chiamarmi per farmi sapere che quantomeno eri viva, poi più nulla nemmeno da lui. Ho dovuto supplicare Esposito, Beckett, per avere anche solo uno straccio di notizie. Gli ho fatto talmente pena che almeno mi teneva aggiornato su come stavi. O su come avevi ripreso a lavorare. Mi perdonerai se prima di venire da te ho voluto controllare di persona cosa stesse accadendo, visto che era evidente tu non mi volessi vedere.-
Gli stava tornando la rabbia. Mesi e mesi a raccimolare le notizie in ogni modo possibile, mettendo in ballo la sua dignità. Compatito da tutte le persone che gli erano vicine e che cercavano di sollevargli il morale.

Beckett era rimasta paralizzata dalla sue risposte.
Ok. Era cosciente di non esser stata molto cortese nel gestire il suo allontanamento però c’era anche da dire che ogni qualvolta si immischiava nel caso di Johanna Beckett, Castle dimostrava la delicatezza di un elefante.
-Come siano stati quei mesi per te? Fidati, non avresti voluto voluto essere al mio posto.- Si lasciò sfuggire Kate. Nonostante fossero partiti con le migliori intenzioni, ora stavano entrambi alzando i toni. -E per quanto riguarda Esposito e mio padre, avrebbero dovuto farsi gli affari loro. Per quel che ne sapevamo avrebbe potuto esserci un cecchino che mi aspettava ad ogni angolo. perchè non hai potuto starne fuori Castle?- Concluse.
Cristo santo, lei era come una bomba ad orologeria e lui si era ostinato ad inseguirla.
Perfino suo padre ed Espo lo avevano aiutato nel farlo andando contro quello che lei aveva deciso fosse meglio. Non capivano che lei non poteva prendersi la responsabilità di averlo vicino? Lui aveva una figlia, una famiglia!
Chi era lei per fargli rischiare di morire? 
-Perchè ti amo, Kate. Per tutta l’estate ho sognato di potertelo dire in un momento migliore, ma sembra che tu comunque già lo sapessi.- Gli rispose tristemente lui -E perchè sono il tuo partner. Ti sbagli se pensi che non avrei preso il tuo posto. Se me ne avessi dato la possibilità sarei stato al tuo fianco dall’inizio alla fine. Sempre. Come ho continuato a prometterti negli ultimi anni. Ha mai contato qualcosa per te tutto questo?-
Era tutto sbagliato. Aveva sperato che quella fosse una sera di riconciliazioni ed invece erano finiti a gettarsi addosso i propri veleni esattamente come quel giorno, prima della morte di Montgomery. Erano anche nello stesso posto, quelle stesse mura avevano già vissuto una scena simile quattro mesi or sono e stavano ora vivendo una sorta di dejavù. 
Ora aveva bisogno di sapere cosa volesse lei. Non poteva più accettare di restare perennemente in un limbo di incomprensioni. -Ho sempre creduto ci fosse qualcosa fra di noi, Kate. Credevo che forse anche tu lo sentissi, ora ho bisogno di sapere se è vero. Non posso continuare a illudermi, se non è così. Non dopo questa sera.- 

Era giunta l’ora di prendere una decisione, per Kate. 
Da una parte non desiderava altro che assecondare quello che entrambi volevano. Stare insieme. Era pronta, aveva capito molto in quella mattinata concitata. Nulla di meglio di un buon vecchio pericolo di morte per farti capire che il tempo a disposizione non è infinito.
Dall’altra il dovere le imponeva di allontanarlo di nuovo, era ancora ossessionata dai suoi incubi e vedeva minacce ovunque. Una vocina nella sua testa le ripeteva però che avevano già superato pericoli peggiori insieme. Come voleva cedere a quella voce. Non era anche il lavoro che stava facendo con il dott. Burke quello di convincersi che la sua vita sarebbe stata lunga e felice? Con lui al suo fianco sarebbe stata almeno felice.
Di tutto quello che avrebbe potuto dire o fare, Kate non fece nulla. Rimase in silenzio a guardarlo per lunghi istanti finchè lui non le parlò di nuovo.

Dopo averla vista esitare per qualche secondo Castle lesse la situazione a suo modo.
Dire che fosse amareggiato era poco. Aveva davvero creduto che il bacio di poco prima avesse significato qualcosa. Si era sentito sicuro nel rivelarle quello che aveva appreso, credendo fossero in un buon punto verso quel “noi” che agognava da più di un anno e aveva giustamente preteso di sapere cosa provasse lei. Come spesso gli accadeva, la sua fantasia doveva aver superato la realtà e aveva letto la situazione in modo sbagliato.
E lei evidentemente non sapeva come rifiutarlo.
-Capisco. Non c’è bisogno di aggiungere altro, non ti importunerò più se non sarà necessario.- Disse, raccogliendo la giacca che si era tolto poco prima e avviandosi verso l’uscita.
Sentiva il bisogno immediato di andarsene per trovare un posto deve leccarsi le ferite. Doveva avere il tempo di accettare di non essere né ricambiato né voluto prima di poter decidere cosa fare.

In un certo senso lui aveva compreso bene le sue intenzioni. Lei credeva di non poterlo avere, anche se lo faceva per lui e di certo non per lei. Se fosse stata più egoista se lo sarebbe tenuta accanto dall’inizio, avrebbe preso tutto il conforto che gli poteva dare e lo avrebbe usato per guarire. Ma teneva troppo a lui per usarlo come scappatoia ai suoi problemi.
La sua immensa generosità era una delle doti che più apprezzava in lui, ma tutto aveva un limite. Soprattutto se la causa del suo sacrificio era lei. Si era quasi fatto ammazzare buttandosi davanti ad un proiettile e fortunatamente non era riuscito nel suo proposito per qualche millesimo di secondo.
Per lei.
Quell’incosciente non si rendeva conto di cosa avesse rischiato incontrandosi da solo con il misterioso Mr. Smith? Ad oggi, ancora non sapeva chi fosse la persona che lo aveva contattato e nonostante quello aveva deciso di procedere comunque. 
Sempre per lei.
E ora se ne stava andando credendo che lei lo considerasse un inutile disturbo. 
Anche se non si era sentita pronta per rivederlo fino a poche ore prima, non poteva più negare che averlo vicino la faceva sentire di nuovo bene, completa. E quel bacio… Non c’era nulla di paragonabile all’essere baciata da Castle. Lo sapeva bene già da un po’ ma si era sempre auto imposta di non pensarci.
Era accettabile che se ne andasse così, dopo quello che si erano detti? No. Non lo era.
-Aspetta, Castle.- Lo bloccò quando aveva già una mano sulla maniglia.
-Tutto...- Gli disse, rispondendo alla sua domanda di prima. -Sapere che mi amavi ha contato tutto.- 
Pensare ai momenti bui che aveva passato le ricordava anche come il pensiero di lui le avesse risollevato l’animo e le avesse permesso di andare avanti. 
-Durante la convalescenza non facevo che pensarti, anche se credevo di non essere pronta. Ho sempre pensato avremmo avuto tempo e oggi… Oggi ho creduto che non ci sarebbero state altre possibilità, per noi. E tutto perchè eri nel posto sbagliato al momento sbagliato…- Si interruppe con un mix tra un singhiozzo e un accenno di risata.
Forse se ne sarebbe pentita in seguito ma, persa com’era nei suoi occhi azzurri, fece quello che più aveva voglia di fare. Lui si era già esposto e aveva provato a darle tutto quello che poteva. Ora toccava a lei ricambiare. Fece i pochi metri che li dividevano con dei passi decisi e quando gli fu vicino appoggiò entrambe le mani sulle sue spalle, allungando poi la destra ad accarezzargli il viso. Erano gli stessi gesti che aveva fatto dopo l’esplosione della banca, le sensazioni erano le stesse però stavolta erano nel suo appartamento. Da soli.
Una serie di pensieri sciocchi le si affacciarono nella mente e si rese conto di quanto fosse strano essere a piedi scalzi, senza i tacchi vertiginosi che metteva tutti i giorni. Sembrava quasi cambiare la natura del loro rapporto e, nonostante si sentisse più indifesa, il calore che si irradiava dal corpo di lui la faceva sentire protetta.
Sentì Castle irrigidirsi quando gli si appoggiò contro, probabilmente a forza di seguire i suoi cambi d’umore non capiva più cosa stesse succedendo. Faticava a capirlo lei stessa.
L’unica cosa di cui era sicura, in quel momento, era che non poteva tollerare di perderlo di nuovo, dopo tutto quel tempo senza vederlo.
Lo guardò quasi chiedendogli il permesso e si sollevò in punta di piedi fino ad unire le labbra alle sue. Se non aveva le parole per sistemare tutto, poteva fare almeno questo per trasmettergli il turbine di emozioni che provava.
Fu bello. E intenso.
Nonostante lo smarrimento iniziale quando le si era stretta a lui, Castle era stato ben felice di ricambiare il bacio.
-Non sei mai stato un disturbo. Oddio, magari all’inizio si…- gli disse accennando un sorriso. -Ma ho cambiato idea dopo un po’.-
Ora erano abbracciati, con lui praticamente appoggiato alla porta. Stargli così vicino era intossicante, in senso buono. Il calore che le trasmetteva, misto al profumo della sua colonia, la mandava in estasi. Se poi si aggiungeva che la guardava con gli occhi più dolci e profondi che lei avesse mai visto il quadro era completo.
Era uno di quei pochi momenti perfetti che la vita può offrire ad una persona, così decise di renderlo ancora più completo.
-Ti amo, Rick- gli sussurrò.




Ecco finalmente l’aggiornamento! Scusate l’attesa!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: cristalskies