Nella notte mi aggiravo fra i vicoli di pietra impregnati di storia che ormai risale alla notte dei tempi. Un alito di vento mi fece rabbrividire, ed era come se quella flebile forza mi spingesse fra quegli imponenti edifici, così vicini tra di loro da togliermi il respiro.

Al termine del viaggio trovai un maestoso castello avvolto nel mantello di morfeo, le stelle erano l’unica fonte di luce e quello spettrale chiarore rendeva l’imponente maniero ancora più misterioso. Varcai il cancello e mi ritrovai a passeggiare per l’enorme labirinto come un’anima vagabonda.
Finii per percorrere una salita di ciottoli smussati dal tempo. Il rumore del vento mi guidava nel buio. Percorsi diversi vicoli mi ritrovai davanti a un colossale portale e lo varcai solo come una regina può fare.
Le stanze cupe e fredde ricordavano eventi ormai passati. Come un fantasma percorsi frettolosamente diverse stanze, fino a risalire verso il camminamento più alto. Quel corridoio infernale avrebbe portato qualsiasi persona a soffrire di claustrofobia, di fatto una volta giunta in fondo mi sentii sollevata.
Ammirai la splendida città addormentata e lasciai che lo sguardo si perdesse nel vuoto.
Respirai profondamente e urlai, una volta che la mia voce finì di riecheggiare, sopirai, nessuno mi avrebbe mai sentita, in fondo sono solo un fantasma.