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Autore: Ipernovae    04/04/2016    2 recensioni
Non fu un bacio lento e dolce, ma irruento e bisognoso del contatto carnale e fisico che entrambi bramavano. Forse era questo che li rendeva perfetti l'uno per l'altro: il desiderarsi così tanto da essere completi solo quando l'uno aveva l'altro. Si completavano in quel modo irruento e sconnesso, come i loro baci e i loro animi ancora acerbi, alla ricerca dei sentimenti che l'altro provava.
[Originariamente nata per l'Iwakawa day, ma per troppa pigrizia rimandata ad oggi.]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Impresso nella pelle


Non c'era mai stato niente di più e niente di meno che il sesso e la pallavolo, per loro. Niente in realtà era stato semplice, fin da bambini, tra di loro. Iwaizumi detestava l'insistenza, l'esuberanza e la popolarità di Oikawa. Detestava chi lo fissava, chi gli parlava pretendendo di conoscerlo e detestava che permettesse ad altri di appropriarsi di questo diritto che solo lui poteva ostentare. Dal canto suo, Oikawa detestava il muso che Iwaizumi teneva sempre sul suo bel viso e odiava che fosse così impassibile di fronte a tutte quelle persone che si appropriavano dell'idea di conoscerlo meglio di chiunque altro.
C'era sempre stato un silenzio tra i due su questi argomenti e né l'uno né l'altro si sentiva in dovere di tirare fuori qualcosa che avrebbe rovinato la già precaria relazione che avevano. Da parecchio, ormai, non condividevano un momento insieme di quelli che permetteva loro di toccarsi ed esplorare i corpi morbidi e che ormai conoscevano a memoria. Gli allenamenti erano stati troppo intensi per entrambi e a fine giornata si ritrovavano stremati tanto che persino Oikawa si asteneva dal gridare ogni tre secondi "Iwa-chan" per attirare la sua attenzione. Anche se lo stesso Iwaizumi risentiva di quella che ormai era divenuta una fastidiosa abitudine, non si lamentò mai con Oikawa di questo, anzi. Godette di quel silenzio quasi avidamente, anche se non si lasciava sfuggire le reazioni del compagno nemmeno per un istante. La sconfitta contro la Shiratorizawa aveva lasciato la squadra a terra e il morale si era andato ad abbassare, per quel motivo gli allenamenti erano diventati più pesanti e frequenti, lunghi ed estenuanti. Hajime aveva notato quanto fosse diventato silenzioso Tooru, dopo quella sconfitta e niente era riuscito a tirarlo su abbastanza dal portare quel suo solito sorrisetto sghembo da ebete che aveva di solito.
Nemmeno i suoi insulti, erano riusciti a smuovere Oikawa, che si limitava a mettere su un broncio falso e velato di quella sua classica depressione che lo coglieva ad ogni partita persa, ogni sconfitta che accusava. Hajime stava fissando ancora Oikawa, che delicatamente si massaggiava il ginocchio infortunato, tenuto saldamente fermo da quel sottile tutore bianco. Lo sguardo era serio, perso davanti a sé, probabilmente seguiva la palla che i loro compagni di squadra si scambiavano in passaggi rapidi e ben studiati. Le dita seguivano il profilo del ginocchio, mentre l'espressione sembrava totalmente assente, come se fosse con la testa da un'altra parte e Iwaizumi sapeva bene dove fosse. Si avvicinò, lanciando la palla che andò a colpire la testa di Oikawa che sbatté la fronte contro il ginocchio piegato contro al petto.
-Ehi, shittykawa, che diavolo stai facendo? Dovresti allenarti.- la voce con cui parlò trasmetteva tutto il rimprovero di cui disponeva, anche se non era riuscito a metterci la cattiveria che era solito metterci. Tooru alzò lo sguardo e lanciò un'occhiataccia al compagno che non fu minimamente toccato da essa, anzi, continuò a guardarlo con indifferenza. -Alza il culo.- gli intimò ancora una volta Hajime, notando che la voglia di fare qualsiasi cosa, in Oikawa era seriamente sparita vista la sua assenza di reazione. -Iwa-chan è così cattivo.- disse d'un tratto, quando Iwaizumi gli diede le spalle per tornare a tirare delle leggere schiacciate contro al muro per allenarsi nella ricezione.
-Perché non mi inviti a casa tua?- Hajime a quelle parole si voltò, irritato e indispettito. La prima frase l'aveva ignorata, ma quella domanda che era seguita lo aveva lasciato stupito, anche se si premurò di celare quell'emozione dietro la sua solita espressione impassibile. -Sono stanco, Shittykawa.- commentò solamente, abbandonando la palla dentro al cesto insieme alle altre, pronto ad andare nello spogliatoio per farsi una bella e rinfrescante doccia che probabilmente non avrebbe lavato via le sensazioni che guardare Tooru in quelle condizioni venivano fuori. Ancora una volta, Oikawa fissò l'amico e Hajime si sentì perforare da quegli occhi, che da sempre riuscivano a farlo cedere e a creare in lui delle emozioni contrastanti, e questa era un'altra delle cose che odiava di Oikawa: il modo in cui riusciva a mandare le sue emozioni nel più completo guazzabuglio, rendendolo ridicolo ai suoi stessi occhi.
Si ritrovò fin troppo osservato, quasi studiato da quelle iridi marroni che in quel momento, lo leggeva chiaramente, erano velate da qualcosa che ancora, nonostante i lunghi anni passati a riconoscere ogni emozione che passava in essi, non riusciva a comprendere. Oikawa, dal canto suo, non riusciva proprio a staccare gli occhi da Hajime e, quando lo vide distogliere lo sguardo, si ritrovò a fare un sorriso triste e fu grato che l'altro non potesse vederglielo.
Si alzò, quindi, tenendo le lunghe braccia a penzoloni per qualche breve istante mentre con lo sguardo andava di nuovo a rincorrere la palla che rimbalzava tra le mani dei suoi compagni di squadra e sentiva che le sue dita la bramavano. Senza voltarsi verso Iwaizumi, Oikawa si fermò qualche passo più avanti rispetto al compagno e con tono basso, così che potesse sentirlo solo lui, pronunciò le parole che Hajime non avrebbe mai voluto sentire.
-Sto pensando di andare alla Shiratorizawa, Iwa-chan. Ushijima mi ha di nuovo scritto e chiesto di vederci.- senza aspettare che gli rispondesse, si incamminò e rientrò nel cerchio insieme ai suoi compagni e con tranquillità prese a scambiarsi alcuni palleggi.
Il respiro di Iwaizumi si era fermato, come se improvvisamente delle mani invisibili gli avessero stretto i polmoni così tanto da impedire all'ossigeno di circolare nel suo corpo, rendendolo incapace di fare qualsiasi cosa.
Non aveva mai espresso le sue emozioni, Hajime. Aveva lasciato che Oikawa fosse l'unico ad intravedere qualche spiraglio di se stesso ma mai gli aveva permesso di scavare a fondo. Eppure, quelle parole, Iwaizumi ne era certo, Oikawa le aveva studiate appositamente per colpire in un punto delicato che aveva sempre tentato di celare ad ogni occhio.
Perché, come poteva negare, arrivato a quel punto, di tenere a quell'idiota?
Nemmeno si era accorto di Matsukawa che gli si era avvicinato con aria visibilmente preoccupata per lo stato in cui versava. Da quando aveva il respiro corto, da quando provava quel tipo di emozioni di fronte agli altri?
-Iwaizumi-san, stai bene?- non solo il suo sguardo e il suo atteggiamento mostravano preoccupazione, ma anche il suo tono era velato di un'apprensione che mai aveva sentito nella sua voce e rendersi conto di una cosa del genere, faceva intendere ad Iwaizumi quanto fosse caduto in basso a rendersi così vulnerabile.
-Sì. Devo solo sciacquarmi il viso.- non gli diede tempo di aggiungere altro, scattò con la rapidità di una lepre verso gli spogliatoi e poi raggiunse il bagno.
Si aggrappò con le dita forti e callose, per via di tutti quegli anni passati a schiacciare la palla, al bordo di un lavandino. Passò gli istanti successivi a rimettere insieme la sua sanità mentale, sparita per via delle parole che Oikawa gli aveva snocciolato senza troppe remore come se fossero un niente. Un niente che ora infiammava il petto di Hajime tanto da farlo stringere.
Aprì il rubinetto dell'acqua fredda e aspettò che diventasse abbastanza fredda, praticamente ghiacciata, per potersi bagnare il volto e in qualche modo riprendersi. Non ricevette il minimo sollievo, anzi, si provocò dei brividi lungo la spina dorsale quando dal viso, ebbe la ben poca saggia idea di bagnarsi anche i capelli. Le gocce ghiacciate, una volta rialzata la testa, presero a scivolargli lungo la spina dorsale e impiegò tutta la sua forza di volontà per non asciugarsi e porre così fine a quella fastidiosa sensazione. Eppure, qualsiasi cosa facesse, faceva meno male delle parole di Oikawa.
Nonostante i sentimenti che provava, Hajime indossò la sua espressione più indifferente e tornò in palestra; sfilò accanto a Tooru che, nel frattempo, sembrava aver ripreso tutto il suo buon umore e gli corse incontro, cominciando a lagnarsi di quanto fosse stato cattivo Takahiro poco prima.
Lo ignorò platealmente, forse con più freddezza del solito, ritrovandosi a fare i conti con il broncio che l'amico di infanzia sfoggiava ogni qual volta Hajime tentava di liberarsi -con ben poco successo- di lui.
-Iwa-chan, sei troppo sexy così.- lo sentì soffiare all'orecchio, una volta che furono entrambi abbastanza distanti da orecchie indiscrete e curiose, come quelle di Matsukawa e Takahiro. La mano di Oikawa si era andata a posare con finta innocenza sulla spalla dell'amico, e il suo sguardo era velato di malizia, come se le parole dette prima non fossero mai esistite. Per sfortuna di Tooru, però, Hajime ricordava fin troppo bene e non era il tipo a cui le ferite si rimarginavano in fretta. Era il suo più completo opposto.
Con una spallata poco gentile, si disfò della mano di Oikawa e, senza guardarlo proprio come aveva fatto lui prima, alzò le spalle in un segno incurante e distaccato.
-Vai a scocciare Ushijima con questi tentativi di rimorchio, Oikawa.- nessun insulto, il tono freddo e distante, come se si trovassero l'uno ad un capo del mondo rispetto all'altro. Il cuore di Tooru sussultò e capì che, forse, aveva esagerato. Ma la sua mente era troppo presa dalle frivolezze e l'unica cosa che percepì fu la latente gelosia che Hajime si era permesso di mostrare, nella speranza che l'amico capisse quanto le sue parole avessero lasciato una ferita la cui cicatrice sarebbe rimasta ben visibile.
-Sei geloso, Iwa-chan?- soffiò contro al suo orecchio, provocando dei brividi di pura rabbia in ogni singola cellula del corpo di Iwaizumi, che non riuscì più a trattenersi. Si voltò verso di lui e mostrò ad Oikawa quello che mai avrebbe voluto fargli vedere. Tooru si scontrò con lo sguardo di Hajime e gli venne naturale dischiudere le labbra nel più completo stupore. Leggeva la rabbia, il dolore e ne fu completamente spaventato. Si chiese se era stato lui a ridurlo così e come formulò quella domanda, la risposta gli arrivò svelta e chiara.
Fece per parlare, ma le mani di Hajime furono svelte e andarono a stringergli il viso nel gesto che tutti ormai conoscevano, il presagio dell'imminente testata che Oikawa avrebbe ricevuto.
-Non toccarmi. Mai più.- la testata non arrivò mai e le mani di Hajime abbandonarono il viso di Tooru che, con labbra schiuse e occhi sbarrati, capiva di aver fatto la cazzata più grande di tutta la sua vita.

- - -

L'aria nella palestra era pesante. La tensione alle stelle. Ogni istante che passavano uno vicino all'altro, rendeva il tutto più pericolo per ogni singolo individuo si trovasse poco distante da loro.
Hajime e Tooru non si parlavano da una settimana e la situazione era andata a peggiorare man mano che i giorni si susseguivano. Oikawa sbagliava le alzate, i passaggi, le battute. Iawizumi aveva i riflessi lenti, completamente distratto, non riceveva bene e ogni passaggio sembrava costargli uno sforzo immane, quasi dovesse alzare un masso pesante svariate tonnellate.
Non passò molto, prima che l'allenatore li costringesse alla panchina. Durante gli allenamenti. E per entrambi fu talmente degradante che pensarono, per svariati istanti, di picchiarlo. Poi, quando si ritrovarono seduti a meno di mezzo metro l'uno dall'altro, la situazione fu insostenibile e, di sua spontanea volontà, Hajime si alzò e raggiunse a grandi e spedite falcate lo spogliatoio. Aveva bisogno di una doccia, possibilmente ghiacciata. Forse la rabbia sarebbe sparita e avrebbe lasciato spazio alla sensazione di vuoto che desiderava e bramava con ogni fibra di se stesso.
Si disfò con ben poca grazia della divisa, abbandonandola sopra una delle panche poste di fronte agli armadietti e, recuperato un asciugamano, andò direttamente sotto la doccia. L'acqua fredda lo investì e i brividi lo attanagliarono con prepotenza, eppure, amava quella sensazione. Scacciava via ogni cosa.
Non provava niente. Non sentiva niente. Per quel motivo, perso nella sensazione di fresco che l'acqua gli donava, non si rese minimamente conto di colui che entrava nella stessa doccia dove lui era ormai preda all'oblio della sua mente. Proprio da questo fu bruscamente strappato via quando due braccia gli circondarono la vita e labbra calde e morbide presero a baciargli il retro del collo senza alcun preavviso.
Spalancò gli occhi con fare quasi terrorizzato, ma capì ben presto di chi si trattava.
-Ti avevo detto di non toccarmi mai più.- ricordò ad Oikawa che, senza accennare a togliersi, aveva preso a premere le dita contro gli addominali ben definiti di Hajime che, dal canto suo e senza rendersene conto, nemmeno tentava di allontanarlo nella più totale contraddizione di se stesso.
-Tu non mi togli... Mi sei mancato, Iwa-chan. Non litighiamo più... facciamo l'amore...- ed eccolo, il tono di voce con cui Tooru riusciva sempre a farlo cedere, a rendere malleabile ogni sua cellula, ogni suo pensiero. Hajime odiava quel tono esattamente come odiava l'amico. Un odio che sapeva fin troppo di amore non espresso e che Oikawa sapeva che l'altro provava. Lo sapeva bene.
-Pensavo preferissi andare alla Shiratorizawa. Ushijima ti ha chiesto di andare...- commentò con tono irritato, mentre le labbra di Tooru non accennavano a staccarsi dal collo di Hajime, che finalmente tentava di toglierselo di dosso, proprio quando sentì le sue mani andarsi a posare sul basso ventre per metà risvegliato viste le attenzioni che il suo corpo stava ricevendo. E poco importava che avessero litigato, il corpo di Hajime reagiva a quello di Oikawa senza che riuscisse ad impedirlo.
-Iwa-chan, sei geloso... Questo mi fa amare Iwa-chan ancora di più...- soffiò quelle parole dritte nel suo orecchio, con una malizia volutamente esplicita e che Oikawa sapeva far cedere l'amico con estrema facilità.
-Zitto, Shittykawa. Osa dire che vuoi andartene ancora una volta e tutto il tuo amore puoi buttarlo nel cesso. E tu lo seguirai.- commentò sibillino Hajime che, ancora una volta, si ritrovò prigioniero delle braccia di Tooru, intente a stringerlo mentre le mani lo toccavano fin dove riusciva ad arrivare.
Le dita tastavano ogni parte della pelle di Iwaizumi che con tutto se stesso, cercava di mantenere quella freddezza che per tutta la settimana aveva mantenuto nei suoi confronti. Non poteva dargliela vinta così, non dopo le sue parole. Non dopo il male che aveva sentito.
Si voltò e mentre cercava il suo sguardo per fucilarlo con il proprio, si ritrovò a fissare gli occhi lucidi, non solo di piacere, dell'amico.
-Non me ne andrò mai, Iwa-chan. Ti amo. Non lasciarmi.- ed ecco il rovescio della medaglia. L'Oikawa che Hajime odiava vedere. Quello triste e che lo implorava di non lasciarlo con il terrore puro riflesso nelle iridi marroni.
Quel ragazzo sapeva sempre come prenderlo e rigirarselo tra le mani.
Le dita di Hajime andarono e circondare il bacino di Tooru che, con le braccia si aggrappò al suo collo. I loro bacini si scontrarono e dei mugolii abbandonarono le labbra di entrambi, sconnessi e affannosi come i loro respiri che andarono ad unirsi quando le labbra di Oikawa accorciarono la distanza che le divideva.
Non fu un bacio lento e dolce, ma irruento e bisognoso del contatto carnale e fisico che entrambi bramavano. Forse era questo che li rendeva perfetti l'uno per l'altro: il desiderarsi così tanto da essere completi solo quando l'uno aveva l'altro. Si completavano in quel modo irruento e sconnesso, come i loro baci e i loro animi ancora acerbi, alla ricerca dei sentimenti che l'altro provava.
Hajime non ci mise molto a penetrare Oikawa, senza prepararlo, senza dedicargli quelle attenzioni che, alla loro prima volta, si era costretto a dargli per non fargli male.
Oikawa represse un grido di dolore e si premette contro Hajime. L'acqua ancora scrosciava e attutiva i loro gemiti che si rincorrevano, così come il rumore dei loro bacini che si incontravano e scontravano in movimenti sempre più rapidi, più bramosi e consapevoli di quanto quella mancanza fosse stata deleteria per entrambi.
-Iwa-chan...- ansimò Oikawa contro l'orecchio del compagno che, si faceva un'ultima volta largo nel suo corpo, rilasciando il suo piacere dentro al corpo dell'amico un attimo prima che anche l'altro venisse.
-Non vado da nessuna parte, Oikawa. Non posso lasciarti, farebbe troppo male.- con tono affannoso, alla ricerca di più aria, Hajime parlò e senza replicare, Oikawa premette le labbra sulle sue in un tacito ringraziamento, carico di ogni sentimento che entrambi provavano.



   
 
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