Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: REDkiller    05/04/2016    0 recensioni
Un mattino mi svegliai e non trovai più nessuno.
La quiete serrata, così anormale in una metropoli viva dove migliaia di storie si incrociavano e scontravano, mi faceva pensare ai boschi della mia infanzia, e mi struggevo in questi ricordi così lontani dove una fionda e un sassolino erano il mio mondo.
Questa lenta agonia sento che sta per finire, spero in qualcosa di meglio dopo anche se forse sarà peggio, non oso immaginare inferno come questo silenzio opprimente e totale che ti stritola tra i suoi tentacoli.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un mattino mi svegliai e non trovai più nessuno.
Potrebbe essere una buona trama di un romanzo se non fosse che questa storia è vera, proprio come l’odore sgradevole del dopobarba che mia moglie si ostinava a comprarmi.
Notai qualcosa di strano quando per la strada le auto erano abbandonate come se le persone fossero state inghiottine nei loro momenti di routine quotidiana.
E’ venuta forse l’apocalisse e io mi sono addormentato? Del resto tendevo sempre ad addormentarmi quando si andava al cinema a vedere il film che mia moglie sceglieva.
Ho iniziato un racconto di solitudine elencando due difetti di  mia moglie, adesso potete star tranquilli, ho perso la mia sanità mentale.
Mi misi a correre verso il centro della città ma più mi addentravo nel cuore della metropoli più mi rendevo conto che  solo come me non ce ne sono stati e mai ci saranno.
Alcuni negozi erano aperti, probabilmente nessuno era stato avvisato della sua imminente sparizione se non quando era sparito, cioè quando l’informazione ormai non gli  serviva più.
Mi aggirai per le strade desolate, dove i grattacieli si estendevano fin sopra le nuvole, come a volerle prendere.
La quiete serrata, così anormale in una metropoli viva dove migliaia di storie si incrociavano e scontravano, mi faceva pensare ai boschi della mia infanzia, e mi struggevo in questi ricordi così lontani dove una fionda e un sassolino erano il mio mondo.
Il primo giorno, a differenza di quanti possano pensare, non entrai nel panico, quasi come se fossi preparato a ciò.
La solitudine si fece sentire dal secondo giorno, quando mi svegliai e mi resi conto che non avrei sentito la voce di nessuno per il resto della vita restando isolato in uno spazio di silenzio grande quanto il mondo che mi circondava.
Rassegnato al mio destino mangiai, non ricordo cosa, e  ricomincia ad aggirarmi per le strade piene di niente avvolte in uno strato di nulla.
Adesso che scrivo senza sapere il perché mi accorgo che non ricordo quanto tempo sia passato dà quel giorno, forse sono passati anni, forse solo mesi, forse sto impazzendo.
Sto scrivendo per me stesso, questa è la verità, questi foglietti sono i miei figli e la penna è la madre di queste parole.
L’unica cosa che faccio durante il giorno e camminare; ormai i grattacieli si sono trasformati in montagne e i negozi in fiumi, banche in alberi e idranti in fiori; i miei piedi li trascino, sentendoli pesanti come incudini.
La barba mi arriva quasi alla pancia e il mio vestito da avvocato elegante ormai è logoro.
Cammino, cammino anche oggi verso il tramonto, verso altra solitudine e verso altre macchine abbandonate dà persone ignare di quanto siano state fortunate a non ricevere questa punizione, ormai è così che considero questa mia attesa eterna in questo enorme purgatorio.
Sono troppo codardo per suicidarmi e quindi la marcia graduale verso l’orizzonte è l’unico scopo della mia vita.
Questa lenta agonia sento che sta per finire, spero in qualcosa di meglio dopo anche se forse sarà peggio,  non oso immaginare inferno come questo silenzio opprimente e totale che ti stritola tra i suoi tentacoli.
Il sole cala e io lo seguo verso i sentieri che si accinge a mostrarmi, inciampo continuamente ma ormai questo non ha importanza.
Sono l’ultimo testimone di questo viaggio che chiamiamo vita.
Questo d’avanti ai mei occhi è l’ultimo tramonto dell’umanità e io sono l’unico che possa goderne, e quando mi addormenterò finalmente potrò sognare senza essere interrotto.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: REDkiller