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Autore: LittleJess    05/04/2016    1 recensioni
Salve a tutti!
Sono Little Jess!
Questa è la mia prima Fanfiction riguardante TVD, in particolar modo il personaggio di Bonnie che io adoro letteralmente.
La storia è una sorta di mio "punto di vista" riguardo l'episiodio in cui la strega cerca di uccidersi, ormai sola nel 1994.
Fondamentalmente si tratta di una sorta di monologo. Spero vi piaccia!
XO XO
Little Jess
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie Bennett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jess'side
Buon salve a tutti! Sono Little Jess!
Però...sono nervosa, questa è la mia prima FF su TVD! (aUGURI BELLA DE ZIO!)
Comunque sia, leggette (se volete), recensite (sempre se volete) e...niente io vad- ah no! Un attimo!
Consiglio spassionato (SEMPRE E SOLO UN CONSIGLIO EH): se aprite i link con la musica entrerete al meglio nella storia. (Giuro, non mento io. u.u) 
Parlo sempre troppo...lo so. A tal proposito, ora vi saluto. 
xo xo
Gossip Girl 
Little Jess


https://www.youtube.com/watch?v=1HtCquBppTc

Bonnie era prigioniera nel 1994 da tempo ormai.
Da quando aveva permesso a Damon di scappare in modo tale da rivedere la sua amata Elena, era rimasta sola con Kai, il quale tuttavia, prendendola di sorpresa, era riuscito a scappare, lasciandola sola in quel posto.
L'aveva presa in giro, colpita alle spalle, torturata, senza dimostrare un minimo di pietà nei suoi confronti.
Eppure, vivere in quel mondo parallelo nel passato, adibito a prigione, si era rivelato essere, per Bonnie, un inferno quasi peggiore rispetto al tempo passato con quel "mostro".
Damon stesso le aveva giurato che avrebbe fatto di tutto pur di farla uscire da quel posto, e lei gli aveva creduto, come al solito.

Aveva messo nuovamente la vita degli altri davanti la propria, sacrificandosi per quello che, durante la loro prigionia, sembrava quasi essere diventato suo amico.
Ed ora eccola lì, sola, bloccata nella Mystic Falls del passato per un periodo di tempo ormai ignoto perfino a lei. Il suo unico conforto, così come la possibilità di ascoltare una voce diversa dalla propria, derivavano dai video girati con un vecchio videoregistratore, che ritraevano lei e Damon durante le loro giornate assieme, pregne di battibecchi tra i due. Riguardarli le procurava inizialmente un sentimento di speranza, secondo cui i suoi amici sarebbero venuti a riprenderla.
D'altro canto, però, con il passare dei giorni, delle settimane, forse mesi, quella speranza si tramutò in angoscia, disperazione e rassegnazione.

Cominciò a chiedersi se valesse davvero la pena essere buoni ed altruisti.
Tutte le volte era stata in grado di salvare gli altri, ma era sempre lei a rimetterci. A quel punto si domandò se ne valesse davvero la pena, fino a quando un giorno non si rese conto di stare impazzendo.
Tutta quella solitudine, quella monotonia, l'assenza totale di un qualsiasi contatto umano la stavano facendo andare fuori di testa, e la speranza che qualcuno si ricordasse ancora di lei andava scemando sempre di più.

A quel punto, conscia della sua situazione, decise di attuare una soluzione alquanto drastica.
Con un passo deciso si diresse all'interno di un garage, all'interno del quale vi era un'auto d'epoca.
Con movimenti quasi meccanici vi si chiuse dentro, accendendo il motore della macchina, il quale cominciò a sprigionare gas, metano e sostanze tossiche.
Bonnie aveva fatto in modo, chiudendo il portellone automatico, che non ci fossero prese d'aria. Dopotutto, era quello il suo scopo. Soffocare. Ormai era giunta alla conclusione che solo la morte avrebbe posto fine a questa agonia. Era convinta che il suicidio sarebbe stata l'unica via d'uscita. Si accasciò in terra, in maniera passiva, poggiando la schiena contro una ruota della macchina.

Non sapeva ancora il motivo, tuttavia aveva portato con se il videoregistratore. Probabilmente un messaggio d'addio non sarebbe servito a molto, ma arrivata a quel punto, nulla sembrava avere più importanza. Afferrò l'apparecchio e cominciò a registrare. La sua voce era piatta, annoiata, stanca, considerato che quei gas nocivi cominciavano ad entrarle nei polmoni, rendendo difficile la respirazione.

"Probabilmente è una perdita di tempo registrare questa cosa, ma Damon, Elena, chiunque sia, voi troverete questo registratore e riuscirete a farlo funzionare.
Per favore, dite agli altri che mi dispiace.
Dite loro che ci ho provato, ho davvero provato a far funzionare questa situazione.
Uhm...sapete, è che mi manca troppo.
Mi manca conoscere gente, ordinare la cena al ristorante, ridere con i miei amici.
Ma passare ogni giorno qui da sola senza qualcuno con cui parlare...passare settimane senza parlare...questa...solitudine...non riesco più a sopportarla...e conosco solo un modo per porre fine a tutto questo.
Mi dispiace.
Jeremy, spero che tu stia vivendo la tua vita senza rimpianti, rimanendo forte....questo era solita dire mia nonna.
Rimanere forte."

Bonnie cominciò a tossire, in maniera sempre più pesante.
Eppure quelle uniche due parole, il ricordo di sua nonna, fecero scattare qualcosa in lei. Doveva rimanere forte. Rinunciare così a vivere. Non poteva farlo.
Nonostante quell'enorme quantità di esalazioni nocive la stessero uccidendo, Bonnie avrebbe dovuto lottare. I suoi riflessi erano rallentati, la sua vista si era annebbiata, eppure la strega fece appello a tutte le sue ultime forze rimaste, arrancando con fatica verso il pulsante automatico che le avrebbe permesso di aprire il portellone di quel garage.


"Devo essere forte...non morirò in questo posto. Devo essere forte!"

Tutto sembrava essere perduto. Bonnie si accasciò in terra, quasi morente eppure qualcosa o qualcuno era riuscito ad aprire quel portellone.
Un respiro profondo di aria pulita che la salvó e la figura di Jeremy poco distante da lei.
L'aveva appena salvata. Jeremy l'aveva salvata.
Questo significava solo una cosa: nonostante tutto, i suoi amici non si erano arresi, erano venuti a cercarla per portarla via da quel posto.
  
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