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Autore: KenseiLancelot    05/04/2016    0 recensioni
Parla di una ragazza bloccata nel 20 Agosto in un loop continuo, aiutata da amici e nemici potrà far luce sul perchè è bloccata proprio a quel giorno e nel frattempo dovrà risolvere un caso per le mani.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ciao mi chiamo Alexis Blade e questo e’ il giorno più sfigato di sempre …   (ooh se ve lo state chiedendo, non e’ venerdì 17)
siamo nella Londra vittoriana del 1800,no scherzo vi prendo in giro! Una deve pur scherzare sulle sue disgrazie no?
Oggi e’ il 20 agosto 2015,domani apre la segreteria degli studenti, dove dovrò portare dei documenti per la scuola ma il domani non arriverà mai; perchè dico questo? Perchè e’ la seconda volta che rivivo la serata del 20 agosto e ancora non ci credo. Forse sono pazza, penso sia l’unica soluzione logica, diventerò Harley Quinn e inizierò a girare con una mazza insanguinata per tutta Sladetown (un nome un programma, lo so lo so). Siamo nella lontana America, io sono appena tornata, fortunatamente, da un viaggio in Giappone e giustamente la sera della riunione degli alunni del liceo, io devo iniziare a vivere in un loop … logico no? Succede a tutti, ci sono le crisi di mezz’età, l’adolescenza e la pubertà ma nessuno parla di quella fase successiva che e’ quella del “loop-post adolescenziale”; certo nessuno lo sa, solo all’area 51 ne sono informati.
Sto davvero impazzendo … aiuto!!
Abito a Sladetown da quasi 16 anni ormai, mio padre e’ proprietario di una nuova avanguardistica azienda di videogiochi, mia madre fa banalmente l’insegnante di scienze alle superiori; ironico no? Ma comunque e’ un lavoro fantastico pure il suo, se non avesse insegnato alla mia classe ai tempi del liceo … un yee di sottofondo per incoraggiamento please? (grazie) ovviamente andavo bene nella sua materia; ne approfittavo e’ ovvio. Comunque alla Desla High (sembra l’abbreviazione di desolazione ma va bene),c’era mezzo mio quartiere che studiava lì. Essendo mio padre benestante,si e’ concesso il lusso di una casa bella e confortevole per tutti noi,cioè me,lui e la mamma;abitiamo in un borgo residenziale assieme ad altre famiglie,una più snob dell’altra tra cui i Wade, i Dellawer e i Jones … famiglie con figli purtroppo … e della mia età; per fortuna non tutte sono snob, i Lancelot sono molto simpatici e cordiali,gente con i piedi per terra nonostante il successo dell’imprenditore e candidato  sindaco Killian Lancelot, nonché padre del mio migliore amico, compagno di videogiocate e di scuola, Armin. per la precisione io ho 21 anni e ora dovrei essere al college a studiare archeologia antica ma, ricordate i documenti che avrei dovuto portare domani?? Erano per andare alla scuola d’arte per imparare a disegnare meglio. Un cambio di college dell’ultimo secondo e di questo passo non andrò mai.
Ma torniamo all’inizio inizio,prima di spiegarvi il mio loop vi spiego bene chi sono io e chi è la mia famiglia. Sono una ragazza bassina, con capelli nero corvino e occhiali da vista neri a macchie rosse (sono cieca come una talpa ahimè),occhi castani,indosso spesso felpe e maglie con stampe dei miei eroi preferiti,tifo Marvel ovviamente; cerco di stare attenta alle nuove tendenze mantenendo il mio stile comodo ed eccentrico. Sono una persona molto razionale,buona nel profondo ma estremamente cattiva se serve; ho un ottimo autocontrollo per fortuna,sono sempre nervosa come Hulk e ora sono molto più timida di un tempo ma questo importa poco;adoro disegnare,la musica,i videogiochi e la storia antica e rinascimentale,magia e fantasmi. Vado molto d’accordo con i maschi e infatti sono molto attaccata ad Armin : Alto, splendidi occhi azzurri e magnifici capelli neri,e un nerd pazzesco … Ho una leggera cotta per lui ma siamo migliori amici. Ci siamo conosciuti 5 anni fa,ci hanno messo allo stesso banco e tra noi si è creato un legame molto profondo, i miei lo adorano ma dettagli. Abita nella casa affianco alla mia, davanti a me invece ci sono i Wade: Melina, Monica, Virgin e Derek, rispettivamente madre, figlia, figlio e marito. Schifosamente ricchi perché il padre è stato senatore della California e ha guadagnato molto;snob fino al midollo … tsk! Monica, il cui soprannome è Monky (non so perchè, ma è ridicolo),è una ragazza alta,troppo alta,e dai capelli rossi che si diverte a tormentare le povere anime che lei ritiene diversamente degne; ha abiti firmati e borse griffate. Lo so che è il solito clichè ma purtroppo le persone sono così per cui,che ci posso fare? Sta attualmente insieme all’insegnante di matematica del liceo dove andavamo noi,nonché vincitore del premio di ragazzo dell’anno 2012. Questo insegnante che non ha nulla in comune con Monica, apparentemente, si chiama Griffin ed è l’insegnante del fratello di Armin, Alex; la sua perfidia è risaputa ormai da tutti,e si capisce perché stia con Monica,oltre che per interesse riguardo alla carriera politica del padre,ovvio.  Suo fratello Virgin è un giocatore scansafatiche di golf,la sua unica passione; passa le giornate a ridere come un ebete per ciò che la sorella gli racconta sulle povere sfortunate che tormenta al college. All’apparenza sembrano gemelli,anche se di età diverse,ma ciò che vedo io è la versione più stupida di scemo e più scemo. Le reali gemelle Dellawer, Miranda e Broke, sono amiche di Monky ma non escono molto insieme perché tra le loro famiglie c’è una tacita rivalità per colpa di un albero dei Wade, un olmo, che sporge nel giardino dei Dellawer infestandolo di uccelli e corvi. Adoro i corvi,tenetelo a mente e le volpi anche <3.
Ma torniamo a noi. I Jones  non escono molto,li vedi pochissimo in giro e il figlio Mark è iscritto ad una scuola privata fuori città,una specie di collegio *coughPENITENZIARIOcough* in cui lui rimane dal lunedì al sabato mattina. I suoi genitori Alyssa e Jason sono parecchio strani e furtivi,ma nessuno sa cosa facciano o altro. Parecchio sospettoso ma se non mi impiccio è meglio.
Questo è il mio quartiere,ora pensiamo alla mia giornata,a com’è iniziata. Ho la sveglia alle 10,30 del mattino solitamente,si lamentano che io sia una pigra cronica e hanno ragione,ma è da giorni che mando mail per informarmi sul college di arte e mi merito del buon riposo dato che già dormo male di mio; comunque alle 9,15 il mio “adorato” migliore amico suona il mio campanello per chiedermi se avevo visto il nuovo trailer di un film horror … ma seriamente Armin??!! Sono scesa di corsa pensando fosse un emergenza e mi dice questo tutto gasato,al che lo guardo malissimo,gli sbatto la porta in faccia e torno a dormire finchè la sveglia non suona. Mi preparo per essere comodamente presentabile e scrivo al mio amico di passare da me per mostrarmi questo trailer,ora che sono più lucida. Dovete sapere che io adoro gli horror ma difficilmente mi spavento per un film, così con Armin cerchiamo sempre nuovi film per vedere se riescono a farci qualche effetto,manco fosse chissà quale droga. Arrivati nel mio covo criminale,ovvero la mia camera-soffitta,si mette a ridere e mi dice quanto fossi carina mezza addormentata e incazzata stamattina,così gli tiro addosso il cuscino di Iron Man e cade a terra dal mio poof blu, ben gli sta! Finito con Armin, prima di pranzo sono andata a farmi un giro con la mia bici rosa,purtroppo rosa. incrocio nel vialetto proprio Mark,gli vado addosso e mi scuso imbarazzatissima per l’accaduto,non mi calcola nemmeno per un secondo e corre a casa. Manco avesse visto un fantasma o gli fosse piombata addosso una cisterna,mamma mia! Mi ero dimenticata che fosse sabato e che di solito uscivo verso le 11,30 da casa per il mio giro,ma oggi abbiamo fatto più tardi con Armin e sono uscita mezz’ora dopo rispetto al normale. A quell’ora arriva sempre Mark a casa con il suo autista. È strano come un giro in bicicletta e buona musica possano rilassarti a tal punto,certo gli insetti in bocca sono una scocciatura ma ne vale la pena dai. Tornata a casa ho pranzato con calma e alle 15 mi arriva un invito su un social network … a me?? Non ero molto popolare,chi mai poteva essere?
L’invito dice :
“siete tutti invitati alunni dell’a.a. 2008/2013,alla riunione dei vecchi alunni del liceo. È tradizione della Desla high, riunire le vecchie matricole delle  classi,due anni dopo il diploma. Non è elettrizzante? (proprio no avrei voluto rispondere,ma andiamo avanti) Il tema della festa sarà ,dovrete indossare una collana con una pietra e spiegare all’ingresso che potere dovrebbe avere e potrete entrare. L’invito arriva a tutti coloro che sono sulla lista,mi raccomando venite numerosi. Vi aspettiamo alle 21 al vecchio capannone sulla lincol street.
Magica giornata,Monica“
Per favore … magica riunione! Stavolta si è proprio superata in idiozia, bleah! Subito Armin mi scrive la stessa mia esclamazione di disgusto a lettere cubitali sul telefono e capisco perché sono tanto legata a quel pazzo amico. Informo la mia migliore amica,Alice,dell’invito; lei è come una sorella per me, abita in Inghilterra; l’ho conosciuta quando avevo 5 anni ed ero in viaggio con i miei a Londra, ci siamo legate subito e ci siamo sempre più sentite, diventando parte della mia famiglia. Lei a sentire della riunione si è messa a ridere e c’era da aspettarselo, una cosa così ridicola che sia io che Armin avevamo deciso di non partecipare e Alice era d’accordo con me. I miei tornavano tardi da lavoro così ho avuto tutto il pomeriggio libero per disegnare, il mio amico era a casa a prendersi cura del fratello e le snob del quartiere a scegliersi gioielli preziosi per la festa che ci sarebbe stata di lì a poche ore. Erano ormai le 16 del pomeriggio e avevo deciso che alle 17,30 sarei uscita per un giro per negozi, per comprare una nuova felpa di Harley Quinn appena uscita; chiesi ad Armin di accompagnarmi e acconsentì. Ci fiondammo in fumetteria e poi mi fermai nel negozio in cui di solito osservo le pietre, è un negozio molto bello e particolare e lì ho già comprato diverse pietre. Ho al collo un ametista, della dea Atena si presume, ma questa me l’ha regalata proprio il mio migliore amico. Dall’altro lato della strada, le monky’s (le ho rinominate così), le seguaci di Monky, se ne vanno dai negozi di vestiti per prepararsi alla festa, così armin mi propone di entrare e provarmi qualche abito per gioco. Adoro provare le cose, ma finchè sono scarpe da ginnastica o felpe ok,ma vestiti eleganti ehm …
Però appena entriamo lo vedo, l’abito più bello che potessi avvistare. Senza maniche, color celeste, stretto, corto e con una cerniera all’altezza della vita che permette ai due pezzi sovrapposti della gonna di aprirsi un po’ di più. Molto elegante e molto eccentrico allo stesso tempo. Bellissimo davvero, lo provo e ne rimango estasiata,una linea perfetta che mi sta a pennello; esco per farmi vedere e ad Armin cade la mandibola, letteralmente. Avete presente l’ululato dei lupi nel cuore della notte alla luna? Ecco immaginatelo più forte, carico di meno tristezza e immaginate la bava e la lingua fuori. Esattamente cosi, un lupo famelico che ha trovato un cosciotto di qualche animale di cui si vuole cibare. Divertente ma imbarazzante, perché lui non mi ha mai vista così e data la reazione è stato doppiamente imbarazzante. Mi corre ad abbracciare e mi sussurra all’orecchio due parole ma dette talmente dolcemente, che manco io ci credetti fino a poche ore più tardi. Mi disse : “sei bellissima”. Se non divenni rossa,non so che smorfia abbia assunto la mia faccia, ma sono corsa a cambiarmi mentre Armin teneva un sorriso intrigantemente compiaciuto in viso. Farfugliavo solo “ehm … ehm …” uscita dal camerino; il vestito non lo comprai ovviamente. Guardai l’ora ed erano già le 18,30,a breve dovevo mangiare e riuscire di nuovo con lui per un giro in zona. Mi propose di avvisare i miei per dirgli che mangiavamo fuori ed era meglio, perché così eravamo meno di corsa e potevo ritrovare il mio agio con lui, dopo quelle parole. E da qui iniziano i guai grossi …
Credo si fosse pianificato il pomeriggio, perché era parecchio strano a cena, era ansioso come se aspettasse qualcosa, e quel qualcosa capì presto cos’era. Andai a prendere le patatine che erano finalmente pronte e Alex entrò dalla porta con una busta, che porse al fratello; mi avviai verso il nostro tavolo mentre Armin lo ringraziava. Mi fece alzare, appena arrivata al tavolo; lui era tipo 10 cm più alto di me ed era comico perché sembravamo l’articolo IL, buffo davvero. Era sempre bello qualsiasi cosa indossasse, mi piaceva tanto e non mi era mai passata, ma rovinare un amicizia così era rischioso per me perché lui non mi ha mai dimostrato niente in 5 anni, per cui ho dovuto reprimere tutto e farmela passare; quell’anno, il primo in cui ci siamo conosciuti, è stato davvero duro per me, averlo a fianco e non potergli dire quanto fossi presa da lui è stato snervante, specie perché sapevo che Monica era ed è segretamente innamorata di lui, ma non potevano mettersi assieme per non scalfire l’immagine di lei. Scansai quel pensiero, quei sentimenti e notai che mi porgeva la busta. Rimasi a bocca aperta, c’era il vestito celeste provato il pomeriggio con un biglietto con scritto “vuoi venire alla magica riunione con me?” Rimasi perplessa perché pensavo che non volesse andarci e non era vestito elegante per la festa, ma capì ciò che stavo pensando e si aprì la felpa … scoprendo una t-shirt con finta cravatta e smoking disegnato, epico decisamente. I jeans vanno sempre bene e le converse erano perfettamente pulite, poi mi accorsi che non avevamo le pietre; io avevo l’ametista ma non l’avrebbero mai accettata perché già vista, ma ecco che mr. Muscolo aveva tutto sotto controllo,tiro fuori dalla busta una collana con un Turchese incastrato e per lui la Giada. Esclamai solo quanto fosse organizzato, visto che tra i due ero sempre stata io fino a quel momento. Ci dirigemmo al capannone e durante il tragitto gli chiesi come mai questo cambio di idea, la sua risposta mi sorprese … e iniziò un lungo dialogo tra noi :
Ar: “ti ho vista al negozio con quel vestito addosso ed eri stupenda,entusiasta finalmente di essere un pochino femminile. Ti lamenti che non hai mai occasioni per mettere abiti del genere,cosi ho deciso di cogliere l’occasione,ho chiamato i miei e chiesto aiuto e hanno preso il vestito e me lo hanno consegnato”
” … non era necessario, pensavo non volessi andarci, e sapevi che io non volevo. Sai quanto odio queste festicciole ridicole” dissi.
 “lo so,ma ricordi? Io e te contro il mondo, o Monica se preferisci” mi rispose.
mi sorrise e sprofondai nella confusione. Perché si stava comportando così ora? Non lo capivo più.
Riprese a parlare.
“ti ho sconvolta? Hei, ho fatto solo una gentilezza, niente di che, d’accordo?” cercava di essere convincente.
 “se lo dici tu, ma non mi convinci … ti conosco ormai da troppo tempo” qualcosa non andava, lo sentivo.
“ok forse hai ragione, nascondo qualcosa ma non volevo dirtelo qui … proprio fuori dal capannone. Volevo aspettare dopo un ballo e un po’ di patatine.” Disse
“che vuoi dire? Che succede?” chiesi preoccupata.
Eravamo arrivati già da 20 minuti ma rimanemmo lì a parlare ancora, la festa sarebbe iniziata solo dopo l’arrivo di Monica per cui, anche se erano già le 21, la festa non sarebbe cominciata senza la sua protagonista. Riprese a parlare, dopo una pausa durata troppo.
“ sono innamorato di te dal primo giorno in cui ti ho guardata negli occhi e ho guardato la tua maglietta di Wolverine … ecco tutto.” Disse sollevato
Lo disse con le lacrime agli occhi dalla gioia, e io iniziai a piangere dalla rabbia. Per tutto quel tempo mi aveva nascosto il suo amore per me facendo finta di nulla, mentre io soffrivo in silenzio perché pensavo che non ci sarebbe mai stato niente fra noi, e ora, mi dice questo dopo 5 anni che io reprimo i miei sentimenti??? Dove siamo finiti?
“TU NON CAPISCI NIENTE!!! Scordati il ballo, torna a casa e non chiamarmi mai più” più furiosa che mai risposi così.
Corsi via, più lontano possibile dalle mie lacrime e dalle sue, dalla sua confessione perché se fossi rimasta lì lo avrei preso a pugni fino a cadergli tra le braccia per baciarlo dopo 5 anni che aspettavo,aspettavamo,quel momento. Mi sento idiota a correre via dai problemi, a fare l’offesa in questo modo, del resto potevamo stare assieme ora, no? Perché scappavo? Si era fatto in 4 per me quella sera e io gli avevo dato pesci in faccia. Arrivata al vialetto di casa mi fermai, e mi sedetti sulla panchina blu del nostro giardino, vestito alla mano e lacrime amare giù dagli occhi. La vita era triste e io ero sfigata fino alla fine. Monica mi avvistò, erano più o meno le 22,e mi prese in giro per l’eyeliner sbavato sugli occhi, puntò poi il mio vestito che era sicuramente meglio del suo verde vomito con del pizzo sulle spalle, e una gonna che arrivava alle ginocchia. Non avevo le forze per ribattere, né per impedirle di rubarmi il vestito. Poi urlò alle Dellawer che aveva ricevuto in quell’istante un messaggio inaspettato.
“sentite qua! ” rise come una gallina.
“oh mamma ha ceduto alla fine!! Come la metti con Griffin?” le gemelle erano le sue leccapiedi, non avevo più dubbi.
“ovvio che ha ceduto, nessuno si sottrae a me! Certo lei non può competere con me, non si è mai nemmeno accorta che lui è innamorato di lei, figuriamoci! Armin ci ha rinunciato e ha scelto me, ovvio. Per Griffin non c’è problema, è fuori città e non ci sarà; io posso far passare come azione caritatevole il fatto che abbia permesso ad Armin di accompagnarmi, e inoltre mi invidieranno tutti ancora di più perché vado con quel belloccio palestrato e … nerd. Addio cara piagnona” tornò a ridere.
L’avrei uccisa, letteralmente. Ci sono mille torture medievali possibili che potevano farla soffrire, ma ora sotto tortura c’era solo io. Una tortura impossibile da far smettere. Tornai lentamente al capannone ripensando alle parole di Monica e al fatto che lei aveva capito che io piacessi ad Armin. Ero davvero così cieca? Da casa mia al capannone ci voleva mezz’ora, eravamo arrivati con lui alle 20,40 prima della sfuriata, poi sono corsa via e tra Monica e tutto erano già quasi le 23, x fortuna arrivai giusta mezz’oretta dopo per vedere il lento. X fortuna,si come no … avvinghiata ad Armin c’era Monky, la scimmia decelebrata, che rabbia! Il ballo finì 20 minuti dopo,un po’ più lungo no?! Io ero lì fuori ad osservare il ragazzo di cui ero innamorata, ormai l’avevo ammesso a me stessa, che stava baciando la mia nemica in assoluto. Decisi di entrare a riprendermi il mio migliore amico, a dichiararmi e baciarlo sotto gli occhi di quell’arpia … sentì la campana suonare mezzanotte e io mi ritrovai nel mio letto alle 9,15 del mattino del 20 agosto 2015. 
Il campanello suonò e io non ci potei credere, era mattina ma sul mio cellulare la data era ancora 20 agosto 2015. Urlai che era impossibile, il mio telefono aveva qualche problema e dalla finestra entrò improvvisamente Armin tutto sudato che mi chiese se stavo bene.
“ cosa ci fai qui? Eri al capannone ieri sera, ed eri con Monica!! Ti stava baciando farabutto, perché mi fai questo Armin??” dissi sorpresa
“ ehm ti calmi e mi spieghi prima di darmi del farabutto? Non ti avevo mai nemmeno sentito dire sta parola,sei buffa. Che capannone? Monica?? Ma sei pazza?? Hai bevuto per caso? Overdose di bibite gassate?” disse e una goccia di sudore gli scese sul viso
“ che giorno è oggi?” chiesi tesa
“20 agosto perché?” rispose
Sbiancai e svenni. Mi risvegliai 10 minuti dopo tra le braccia calde del mio amico, non mi ero mai resa conto che i risultati del lavoro in palestra si vedevano eccome! Diventai rossa come un pomodoro, e mi rialzai talmente veloce che caddi di nuovo tra le sue braccia. Stavolta agì d’istinto e lo baciai. Un bacio, non il primo per nessuno dei due, ma intenso e così pieno di emozioni che ho i brividi al pensiero. Mi staccai piano da lui, volevo stare attaccata ancora a quelle labbra, ma dovetti, perché sicuramente l’avevo messo a disagio o in imbarazzo e invece mi stupì la sua reazione; sognante e stupito allo stesso tempo.
“ era ora testolina che te ne accorgessi!! Sei una streghetta un po’ lenta a captare i segnali eh?” mi sorrise
Si mise a ridere e io rimasi interdetta. Voleva che io facessi la mossa per prima? Ma ieri non sembrava, forse è solo sollevato che io abbia fatto la mia mossa. Forse il karma mi sta concedendo un’altra possibilità proprio per riprendermi il mio principe o forse sono ancora più pazza di prima? Non avevo risposte ma se le mie supposizioni erano giuste, sistemavo le cose con Armin e sarei arrivata finalmente al 21 agosto che tanto aspettavo. O almeno lo speravo …
“stanotte ho sognato che Monica ti invitava ad un ballo, un lento per la precisione, e vi baciavate mentre io vi guardavo da fuori in lacrime e furiosa. E sai come sono quando sono furiosa.” Dissi presa dai ricordi del giorno prima
Lui rise e mi rassicurò, non con le parole, ma con ciò che di più giusto ci poteva stare in quel momento : un bacio. Un dolce bacio accompagnato da parole che mi avrebbero reso sua schiava per sempre : “ti amo streghetta, da sempre”. Volevo svenire, ma non sono una ragazza così debole; quelle parole mi colpirono però, tanto da lasciarmi senza fiato. Mi guardò interrogativo, per una volta non aveva capito che stavo pensando, non aveva capito che ringraziavo chiunque mi avesse concesso questa possibilità per prendermi Armin, chiunque mi avesse concesso una felicità che non pensavo di poter avere. Risposi anche io con quanta più dolcezza potessi trasmettere e mi baciò sulla guancia stavolta. Seguendo la mia teoria, rimasi tutto il giorno a casa con Armin. Dato che sapevo preventivamente che doveva fare da balia ad Alex, gli proposi di farlo venire a pranzo da me e poi di piazzarlo davanti alla tv per stare più tranquilli. Nulla di meglio no? Eh già niente di meglio, poi arrivò l’invito e al mio ragazzo, ormai ragazzo, arrivò la notifica sul cellulare seguito da un sms. Erano già le 15 precise quando arrivò l’invito, proprio come il primo 20 agosto. Tutto si ripeteva in modo preciso tranne per le piccole cose che potevo attivamente cambiare. Il bacio, Armin ed io, Alex alla tv, tutto stava assumendo un senso e la mia teoria della chance per prendermelo, sembrava sempre più fondata. Ma l’sms … non ricordavo alcun sms,perché? Poi lampo, io non ero con lui “ieri” perché guardava Alex, ma avendo cambiato le cose potevo vedere da un’altra prospettiva ora. Chiesi del messaggio e lui schivò l’argomento, lasciandomi con un amara risposta;
“è solo Monica che mi chiede se ho ricevuto l’invito nulla di grave.” Mi rispose.
Ma sapevo che non era così perché quella serpe mi aveva letto la sua risposta a chiara voce quella sera, cioè non oggi, ma di ieri, ieri nel senso sempre 20 agosto … aaaargh che casino enorme! Le cose comunque ora erano cambiate e io sarei andata con lui al ballo e non lei, e avrei riso alla facciaccia sua! Poi pensai al vestito ed ebbi un fremito nella voce. Presi per mano Armin e corsi al negozio di abiti, ma non avevo calcolato l’ora … ovvio! Brava te Alexis testolina! Mi trovai le Monky’s al negozio, accidenti! Cercai di essere più furtiva che mai, cavolo ero alta 1,57,potevo essere meglio di un ninja! Ma lui … lui, l’unico ragazzo furtivo come un ippopotamo … e non feci in tempo ad afferrare l’abito e correre a pagare, che le gemelle mi placcarono. Grazie Karma! Alzai gli occhi al cielo e ci salutammo, inventai una scusa per svignarmela, che una certa Monica Wade, rossa e perfida, mi salutò piazzandosi tra me e Armin e staccandoci le mani. In quel momento però pensavo all’abito, lei non doveva averlo perché senno io sarei sprofondata. L’altra sera me lo aveva rubato e stavolta non doveva accadere. Quello era un simbolo per me dopo ieri, simbolo del suo amore per me, ma se avesse visto che lo volevo, me lo avrebbe fregato all’istante; non potevo permetterlo. Ma poi iniziò a parlare e la sua voce mi irritò a dir poco ora, ora che sapevo che gioco stava facendo con Armin. Chissene frega del vestito, vado anche in costume da bagno se serve, ma lui è mio e resterà tale per un bel pezzo.
“ciao Armin, in giro a fare compere con la tua amichetta nerd?” chiese sprezzante
“la mia ragazza in realtà” rispose calmo e compiaciuto
Mi baciò davanti a lei e poi sbiancò di brutto. VENDETTA urlava il criceto nella mia testa. E vendetta era ciò che volevo; per troppo tempo mi aveva preso di mira, dopo aver stretto amicizia con Armin ancora di più, adesso basta però. Lui mi sorrise e uscimmo dal negozio, senza abito, senza nulla, solo lui ed io mano nella mano. Erano le 17,30 e uscirono anche loro dal negozio, Monica con tanto di lacrime agli occhi, coperta da Miranda che cercava di consolarla. VENDETTA ENORME!! Ma poi Armin mi stupì chiedendomi come mai volessi comprarmi un vestito elegante, la mia risposta fu logica : volevo a tutti i costi andare alla riunione per vendicarmi del colpo basso che mi aveva fatto e nulla me lo avrebbe impedito! Tranne il mio ragazzo, che annoiato e riluttante mi disse che dopo la scena al negozio, messa in scena da lui solo per precisare, era meglio non partecipare perché la scimmia si sarebbe accanita su di me. Cosa mai poteva succedermi?! Che mi lanciava qualche frecciatina, una rissa? Beh la rissa non era male in teoria, ma non poteva accadermi nulla che non fosse sopportabile; perché non voleva? Perché? Troppi dubbi in testa al momento, l’sms di Monica, la scena di sprezzante coraggio al negozio e ora faceva il coniglio pauroso? Qualcosa non tornava e iniziai a preoccuparmi,così presi coraggio e chiesi spiegazioni.
“perché non vuoi andare? E non tirare fuori la storia della scena o il fatto che non sopporto queste feste idiote. Dimmi solo perché, una motivazione valida e ben spiegabile e non andremo” chiesi di nuovo un po’ tesa
Ci penso su un attimo ed ebbi l’impressione che iniziò a sudare sempre di più. Ok si, mi nascondeva qualcosa di sicuro.
“fuori il rospo nerd!” così avevamo iniziato la sera prima e così oggi.
“ok ok va bene,ma promettimi che non ti arrabbierai” disse deluso
Pessimo segno ragazzi, quando uno vi dice così, è tassativo che voi vi arrabbierete a morte.
“promesso, ora dimmi”
“ricordi l’estate dell’anno scorso in cui sei andata a Londra per stare un mese con Alice? Ecco diciamo che in quel mese, Monica ha iniziato a scrivermi, ma io non le rispondevo; così un giorno i suoi genitori mi hanno invitato a casa loro per merenda, e dopo poco se ne sono andati via lasciandoci da soli. Abbiamo iniziato a parlare di come mi trovassi qui, poi ho iniziato a parlare di te con talmente tanto entusiasmo che credo che lei se la sia presa e mi ha baciato … più di una volta. Il grave ti sembrerà questo, ma c’è di peggio … il fatto è che quei baci mi sono piaciuti e cominciai ad andare più spesso da lei e iniziammo una frequentazione che durò fino al tuo ritorno, quando poi io troncai tutto perché tu eri tornata”
Lui … lui e Monica. Lui. Aveva contribuito ad alimentare i suoi sentimenti, ed ecco il motivo del suo messaggio quel pomeriggio. Io ero tornata proprio il 20 agosto del 2014 da Londra ed ero partita giusto a metà luglio.  Forse nel ricordo di quella separazione improvvisa per causa mia, lei aveva escogitato il tranello della riunione solo per farsi vedere, e per riavere quel “dopo” che io le ho rubato tornando dal mio viaggio. E allora perché il loop? Perché farmi tornare al 20 agosto se il mio obiettivo non era stare con Armin? Per quale motivo dovevo vivere in quel giorno,dove accadevano cose sempre più brutte? Non ne potevo più davvero.
Rimanemmo fino alle 18,15 lì davanti, piantati senza muovere un muscolo; né una lacrima, una risata o uno sguardo tra noi; com’era iniziata quella mattina, così finiva quello stesso pomeriggio, con un bacio … l’ultimo che gli diedi prima di prendere il sentiero per il lago. Sladetown era un paese non molto grande, ma nemmeno piccolo. Era provvisto di tutto, superiori, medie, elementari, negozi di ogni tipo, medico, veterinario, chiesa etc … aveva anche un piccolo lago artificiale e le acque, al chiarore della luna, erano di un blu tempestato da argentei bagliori, che quasi mozzava il fiato. Era sempre pieno di gente e per questo aggiunsero nel corso degli anni più panchine, ma io ne adoravo una in particolare; era sotto un bellissimo ciliegio che d’estate era sempre in fiore, inoltre lì stanziava sempre un corvo divino, molto piccolo e molto silenzioso stranamente. Mi piaceva stare lì quando ero turbata, perché la calma mi trasmette serenità, e in quel momento mi serviva proprio. Dal centro della città dove si trovava il negozio di abiti da cerimonia al lago ci voleva un’oretta a piedi, e alle 19,20 arrivai e mi sedetti. Il corvo arrivò subito dopo ed era così carino che decisi che doveva avere un nome e lo chiamai J. Un po’ banale per un uccello, ma non sapendo di che sesso poteva essere, era la cosa migliore; così Jade se era femmina e Jasper o Jack o chissà che, se era maschio. L’abbreviazione sarebbe stata J in ogni caso, quindi un modo funzionale e pratico. Mi misi a pensare a queste due giornate, ormai stava finendo anche la seconda e chissà se avrei mai visto l’alba del 21 agosto. Sulle acque del lago iniziarono a palesarsi dei bagliori rossicci, guardai il cielo e iniziò a stagliarsi all’orizzonte il più bel tramonto che potessi mai vedere. Dovevo guardarlo più spesso perché era davvero spettacolare. Guardai l’ora e come sospettavo erano già le 20,40 … a quell’ora ieri, iniziava la mia sfuriata con Armin. E tornai triste. Mi aveva nascosto questo fatto, pensavo di essere la sua confidente, poteva dirmelo cos’era successo … me la sarei presa ma di certo non avrebbe cambiato ciò che provavo per lui e nemmeno ora i miei sentimenti sono cambiati, mi chiedo solo cos’altro possa nascondermi …
Ad un certo punto sentì un odore fortissimo di fumo, proveniva dal vecchio mulino abbandonato a pochi isolati da dove ero io. L’odore era così forte che i miei vestiti lo assorbirono. Corsi a vedere ma quando arrivai, una ventina di minuti dopo, ero a 10 metri dal mulino e questo esplose sotto i miei occhi. Non potevo crederci, che era successo? Poi scorsi nascosto dietro un albero, uno dei tanti della boscaglia che circondava il vecchio rudere, correre via una figura, troppo scura e lontana per distinguere qualsiasi indumento o dettaglio utile. Si era fatto tardi ed era ora di tornare a casa, ma dato che erano le 22 e a quell’ora Monica e scagnozze uscivano dalle loro case per dirigersi alla festa, tornai al lago a salutare J che era ancora lì, appollaiato sull’albero, nonostante l’esplosione. Il mulino si trovava in uno spazio aperto in mezzo a ettari di bosco; la via più corta per arrivarci era proprio passare dal lago, li avevano costruiti vicini apposta per permettere ai turisti di visitarli entrambi nel giro di una giornata, così poi da concentrarsi sulla città. Lago e mulino si trovavano poco fuori, un ora a piedi dal centro non è molto. Chissà quanti avevano sentito il trambusto dell’esplosione, forse nessuno perché impegnati nella riunione della scuola o in quella che si teneva al municipio per il discorso dell’attuale sindaco uscente. Mi incamminai verso il vialetto di casa e quando arrivai, le Monky’s già erano andate via per fortuna, nessuna traccia del mio ormai ex-ragazzo ma poco importava. Ora la mia concentrazione volgeva sulla figura che avevo visto al lato destro del bosco, passando dal sinistro sbucavi al lago, ma nessuno si era mai avvicinato all’estremità opposta. Era stato tutto troppo strano,se fosse stato un film horror, lui sarebbe stato il perfido serial killer con la casa all’interno del bosco dove attirava le sue vittime grazie al bagliore di in un incendio, e poi queste incuriosite dalla sua figura, si sarebbero erroneamente avventurate al suo interno inconsapevoli che la morte li aspettava di lì a poco … ma non essendo un film horror, ma solo la mia sfigata esistenza, non c’era di che preoccuparsi. Entrai in casa, salutai i miei e distesa sul mio letto ascoltai la musica fino allo scoccare della mezzanotte, consapevole a sto punto, che ci sarebbe stato un altro 20 agosto. E ancora grazie Karma!   
Stavolta mi svegliai prima del campanello e sgattaiolai dal retro per correre al mulino, dovevo capire cos’era successo quella sera e se sarebbe successo di nuovo. Avevo poco tempo per preoccuparmi di un ennesimo giorno uguale, e di una relazione inesistente che chissà come sarebbe andata stavolta. Ero così gasata per quella svolta nella serata che volevo indagare, non alla Conan, ma quasi. I miei tanto partivano presto per andare a lavoro per cui nessuno poteva dirmi nulla, né chiedermi dove andassi, tanto meglio per me. Arrivai al lago e vidi Alyssa Jones seduta sulla mia panchina che parlava da sola, ok che erano strani, ma parlare da soli mi sembra esagerato persino per lei. Poi mi accorsi dell’auricolare all’orecchio destro. Che idiota ero stata, il comportamento strano e furtivo e la poca vita sociale, non presupponevano per forza che fossero pazzi schizzati. Pensandoci bene, era la prima volta che la vedevo in giro lontano dalla sua porta di casa, a che ora era uscita per andare al lago? Supposi prima del suono del mio campanello, ciò voleva dire prima delle 9,15. Che mattiniera la signora Jones! Mi misi ad origliare, so che non si fa, ma parlava di alcuni composti chimici di cui doveva sbarazzarsi. Stupidamente pensai ai composti chimici usati dalla Oscorp nel cartone di Spiderman, ed ero già felicemente sognante sui poteri che potevo acquisire … sono una nerd purtroppo. Ad un certo punto sembrò girarsi verso il cespuglio in cui ero nascosta, ma non so se mi abbia notato o visto, ma comunque prese le sue cose e se ne andò; fu solo dopo che lei si diresse verso il centro che io mi accorsi della macchia di sangue sulla panchina dove lei stava. Le cose si erano complicate, nessuno sapeva cosa loro facessero di lavoro o come si fossero arricchiti, ma la storia dei composti chimici mi fece pensare a degli scienziati. Facevano ricerche a casa? Per questo stavano sempre rinchiusi e non si vedevano mai? E su cosa lavoravano e per chi? Troppe domane. Quella macchia di sangue poi?
Notai che il sangue era solo una piccola goccia e nel lato opposto della panchina rispetto a dove lei era seduta, magari qualcuno si era punto con qualcosa e gli era caduta una goccia. Dai non poteva esserci nulla di losco,perché mai dovevo pensare male di chiunque ora? Volevo dire quello che avevo scoperto su Alyssa,ma non volevo ancora sentire Armin e quindi mi tenni tutto il divertimento per me. Arrivai al mulino,ma nulla di strano. Tutto calmo,uccelli cinguettanti e nulla di sospetto. L’euforia passò piano piano quando dopo un ora più o meno non successe nulla,così me ne andai. Erano quasi le 11 ormai e me ne tornai a casa,passando per il centro città; mi fermai al negozio di videogiochi e vidi Alex con la sua amica,nonché ragazza che gli piace. Lo prendevamo sempre in giro per questo,aveva 17 anni ed era alla sua prima cotta seria,era sempre così imbarazzato e buffo con lei. Mi vide anche lui e corse a salutarmi,mi disse che il fratello mi cercava da stamattina e al cellulare non rispondevo … giusto!! Il cellulare era rimasto a casa nella fretta di uscire,glielo spiegai e mentì sul luogo in cui ero stata. Inventai una scusa e tornai a casa,nel vialetto mi aspettavano i miei e Armin … voilà mi aspetta il terzo grado grazie a quella testa di ragazzo.
“DOVE SEI FINITA??? HAI DIMENTICATO IL TELEFONO A CASA,ARMIN ERA COSì PREOCCUPATO CHE CI HA TELEFONATO D’URGENZA DICENDO CHE ERI SPARITA!! SI Può SAPERE CHE COMBINI OGGI???!!!” urlò mia madre
Ok mamma hai finito ora? Non lo dissi,ma ad ogni sfuriata genitoriale questa è sempre la nostra risposta. Finito il monologo,entrai in casa e mangiai come se nulla fosse accaduto,lasciandoli lì fuori a chiedersi se avessi ascoltato una sola parola di quel che mi avevano detto. I miei tornarono a lavoro infuriati e penso un filo preoccupati per la mia reazione indifferente, e quanto ad Armin, mi congedai da lui dicendo che ero stanca e mi concedevo un meritato pisolino,senza se e senza ma gli chiusi la porta in faccia. Dormì davvero dopo pranzo,ero talmente stanca che mi svegliai alle 16,30 dal mio torpore.  Vidi le notifiche delle 8 chiamate di Armin,5 dei miei genitori e una di Alex e poi l’invito della riunione degli studenti. Inoltre i miei mi avevano invitato sui social all’evento che si teneva al municipio quella sera stessa alle 21. A settembre ci sarebbero state le elezioni per eleggere il nuovo sindaco, il padre di Armin era candidato ma nessuno conosceva il suo rivale ancora. Si sapeva solo che era della città ed abitava qui da più di vent’anni,informazioni inutili perché molti vivevano lì già da molto tempo. Decisi che sarei andata poi a sentire cosa il nostro sindaco uscente avesse da dire, non mi intendo molto di politica ma tanto valeva. L’esplosione c’è stata dopo le 20,40 quindi potevo perlustrare la zone prima dell’incendio per vedere se trovavo qualche stranezza in giro,poi andare in municipio,sarei arrivata tardi,ma poco importava. In ogni caso il mulino sarebbe esploso e non essendo un vigile del fuoco,non avrei potuto farci nulla per impedirlo ed ero certa che non avrei trovato nulla quella sera da farmi sospettare. E infatti fu così,stetti tutto il pomeriggio in casa a disegnare poi alle 19,30 arrivai al lago e via verso il mulino. Girai attorno al rudere ma nulla,provai ad aprire la porta ma nulla anche lì. Che cavolo! Ma poi sentì dei passi dietro di me,ero indifesa con solo mani e gambe a proteggermi da mascalzoni,non proprio un buon piano il mio; qualcuno alle mie spalle mi afferrò e mi girò,era Alex! Come mai lì a quell’ora? Di solito loro mangiavano a quell’orario lì tra le 19,30 e le 20.
“ tu che ci fai qui alex?” ero interdetta nel vederlo lì
“potrei farti la stessa domanda. Perché ti aggiri nei pressi del mulino?” mi disse il fratello di Armin
“ti aggiri? Stai insinuando qualcosa per caso? Non dovresti essere a casa a cenare con i tuoi e Armin?” a quel punto divenni sospettosa
“ho mangiato fuori con Diana,le ho chiesto di stare assieme e ora è la mia ragazza!” disse sorridendo
Sembrava felice,certo chi non lo sarebbe a stare con la persona che gli piace,ma nella sua voce si capiva la voglia di cambiare argomento in fretta sul perché fosse li ora. Eppure ieri non l’ho visto passare per il parco,può essere forse lui la figura scura vista al lato opposto durante l’esplosione del mulino? Perché addentrarsi in quel lato del bosco? Così piccolo e inesperto,ma anche tanto stupido da addentrarsi lì?
“ vai già a casa o puoi aspettarmi?” chiese
“ che devi fare?”
“mio padre terrà un discorso stasera al municipio e mi ha chiesto di piazzare dei fuochi d’artificio nel vecchio mulino per renderli più suggestivi,e tenerli a debita distanza dalla città e popolazione in modo da farli ben vedere. Servono alla sua elezione,così dice almeno. Li metto e poi torno ad azionarli più tardi verso le 22 o giù di lì,quando ricevo il segnale d’attacco.” Disse fiero di suo padre.
Ooooh forse tutto assumeva un senso ora,ma la porta è chiusa e l’incendio proveniva da dentro il mulino ieri non da fuori. La chiave della porta la possedeva solo il sindaco e il signor Lancelot non era ancora sindaco e non aveva tale accesso. Decisi di aspettare Alex,mise i fuochi davanti alla porta e tornammo a casa. Alle 21,10 ero davanti al mio vialetto, Alex ed Armin erano appena usciti da casa col padre per avviarsi verso il municipio. Alex mi passo di fianco e vidi attaccata ad un moschettone viola una chiave,vecchia e impolverata; sembrava aprisse una serratura vecchio stampo,ma di cos’era? Che io sappia casa Lancelot ha rifatto le serrature di tutta la casa molto tempo fa e sono tutte nuove. Che strano! Non diedi molto peso a questo fatto ed entrai in casa per prepararmi. Uscì dal mio quartiere attorno alle 21,30,ormai il mulino era esploso già da mezz’ora e i miei sospetti su Alex svanirono,perché lo vidi uscire di casa proprio all’ora dell’esplosione;quella chiave però non mi convinceva e avevo bisogno di prove,ciò voleva dire che avevo bisogno di quella chiave. Come potevo prendergliela? E poi,se lui andava verso le 22 al mulino per accendere i fuochi,potrebbe aver visto qualcosa di utile o comunque il rudere completamente distrutto,no? E chi ha fatto esplodere il mulino? Che siano stati i fuochi stessi,dopo essere stati manomessi,a far scoppiare il grosso incendio? La testa mi scoppiava da morire. Andai al municipio e alle 21,50 quando arrivai,ci volevano venti minuti da casa mia a lì,vidi il padre dei due finire il discorso di apertura,ma di Alex nessuna traccia; Armin mi vide e si sedette vicino a me in fondo alla sala. Gli chiesi di suo fratello,ma non seppe rispondermi,mi insospettì ancora di più. Perché non dire a lui del progetto dei fuochi,quando era stata una cosa voluta dal padre? Perché questa segretezza tra loro per dei semplici fuochi artificiali? Avrei riso,se la cosa non mi preoccupasse così tanto. Avevo deciso che il giorno dopo sarei andata più tardi al mulino la sera e sarei rimasta lì fino a che non avessi scoperto qualcosa,qualsiasi cosa. La riunione finì alle 23 e tutti tornarono a casa. Appena arrivati io decisi di rimanere fuori ancora un po’ per aspettare la mezzanotte sotto le stelle,mi sedetti sulla panchina e aspettai. Alle 23,45 mi disturbò un rumore metallico di bidoni che venivano spostati,mi guardai attorno e non ci potei credere … Alyssa stava trascinando un bidone fluorescente fuori dalla porta di casa. All’improvviso rividi la strana figura scura che avevo visto giorni fa al lato destro del bosco,guidava un camioncino e prese il bidone della signora Jones che lei aveva adagiato fuori dall’uscio e rientrò subito in casa,senza fare cenni né altro. Che fosse lo smaltimento di rifiuti chimici che diceva stamane al lago? E la figura scura dove li smaltiva? Era la stessa ne ero certa,ma ora potevo osservarla meglio grazie alla luce dell’ultimo lampione da cui doveva per forza passare per uscire dal nostro quartiere. Mi stropicciai bene gli occhi e vidi un’ustione sulla mano sinistra,che teneva fuori dal finestrino e quindi ben visibile. Scattò poi la mezzanotte e mi ritrovai a letto,il campanello suonò di nuovo. Non avevo più voglia di sentire giorno dopo giorno sto maledetto campanello suonare,era un suono orribile come quei clacson delle bici da bambino e mi stava dando sui nervi sempre di più. nuovamente 20 agosto, stavo piano piano impazzendo me lo sentivo,ma tanto valeva. Ero già fuori di testa di mio, uno stupido loop non so quanto poteva peggiorare già la mia situazione. Fatto sta che stavolta volevo risolvere con Armin, non potevo essere in due posti contemporaneamente e mi serviva un partner per tenere d’occhio la signora Jones,dopo la scena di ieri notte era chiaro che nascondesse qualcosa che non poteva essere visto alla luce del sole. Lo feci entrare in casa e si sorprese per la mia poca pigrizia quella mattina,e aveva ragione,ma nel quartiere e in città stava accadendo qualcosa al di là della mia comprensione e il paese noioso che credevo,si stava mostrando finalmente più interessante. Era il quarto o quinto giorno di loop? Avevo perso il conto ma poco importava,dovevo decidere se parlargli o meno di cosa mi stava accadendo,ma dubito ci avrebbe creduto; si che guardava Doctor Who, ma era una serie tv,nulla a che vedere con la nostra realtà,decisi così di tacere. Mi vide assorta e mi chiese se ero in coma,ma gli misi in chiaro da subito che sarebbe stata una giornata intensa e che mi sarebbe servito il suo aiuto per delle faccende top secret e che una di queste era suo fratello;avevo finalmente escogitato un piano per prendere la chiave e Armin era ciò di cui avevo bisogno per avvicinarlo. Inoltre mentre io ero al mulino,lui avrebbe sorvegliato il quartiere e suo fratello e mi avrebbe avvisato se fosse accaduto qualcosa. Gli spiegai che lui mi piaceva e io sapevo di piacere a lui,che Alex si sarebbe messo a breve con Diana e che sapevo della breve storia tra lui e Monica. Rimase a bocca aperta,ma avevamo poco tempo per parlare approfonditamente di come sapessi tutto ciò, bisognava sbrigarsi,io dovevo sbrigarmi! Avevo visto Alyssa verso le 9,40 e poi alle 10 era andata via perché si era sentita osservata; ora erano già le 9,30 e considerando il fatto che ci volevano 40 minuti da casa mia al lago,ero già fuori tempo e avevo perso l’occasione. Così aspettai di vederla tornare a casa dopo il lago,ma supponendo di non sentirsi osservata,è probabile che fosse rimasta ancora lì. Dissi al mio amico di tornare a casa sua e avvisarmi se avvistasse la signora Jones. Io avevo la visuale migliore su casa Jones,essendo l’ultima casa dal fianco sinistro del quartiere,ma dovendo tenere d’occhio Alex,tornare da lui era l’unica soluzione possibile. Il mio quartiere era quasi circolare,invece che chiudere perfettamente il cerchio però,rimaneva aperto per permettere l’accesso alle varie case. Rispettivamente dal lato sinistro c’eravamo noi Blade e i Lancelot, nostri vicini; di fronte a noi, al lato opposto, i Wade e i Dellawer e i Jones in mezzo. Presi la bicicletta per fare più in fretta e imboccando il sentiero del lago arrivai alle 10,30,ci misi 20 minuti perché la salita che c’è,è sempre troppo dura per me da fare. Mi misi poco distante dalla mia panchina,stavolta mi nascosi meglio e origliai; per fortuna era ancora lì a godersi la discrezione del lago,che di sabato era sempre vuoto.
“come posso fare? Passi tu stanotte a prelevare il bidone,io non saprei dove smaltirlo e sai che il mio quartiere è piccolo e trasportandolo da sola,nella notte,qualcuno potrebbe vedermi e rischierei che il nostro progetto venga scoperto. I giornali poi parlerebbero subito,lo sai meglio di me Isaac.” Disse la signora Jones.
Chi era Isaac? Il marito sicuro no,ma allora chi? Non conoscevo tutti in città,ma un certo Isaac non mi sarebbe di certo sfuggito no? Lei riprese a parlare.
“ok allora senti mentre tutti sono impegnati all’evento del sindaco passi per prendere il primo bidone,poi 40 minuti dopo vieni per il secondo ok?”
Due bidoni?? Ma certo,io sono arrivata con i miei alle 23,20 ieri e quindi doveva già aver portato via il primo,e gli altri giorni lo stesso. Ero a casa sempre presto e poi il primo giorno ripartivo per il capannone,quindi avendomi visto partire,ha aspettato che me ne andassi per prendere il carico. Ma certo! Però chissà cosa contenevano. Rifiuti chimici,ma di che tipo? Tossici? O era solo una maschera per nascondere altro nei bidoni? Ora si che avevo ragione,lei era losca e intricata in chissà quale complotto strano. E il marito in tutto questo centrava qualcosa? E il figlio Mark? Lo avevano mandato lì proprio perché non vedesse gli affari dei genitori? Sapevamo così poco su di loro,che feci una mossa azzardata. Finsi di arrivare tranquilla dal sentiero e appena mi intravide,chiuse la chiamata. Mi sedetti accanto a lei e la salutai gentilmente,poche volte ero cortese con le persone,ma stavolta dovetti provarci per ingraziarmela un po’ e trovare informazioni utili.
“salve signora Jones! Anche lei approfitta della calma del lago per rilassarsi? A me piace molto stare qui perché mi rilassa i nervi,non trova?” dissi.
“oh si … salve,ehm Alexis,vero? Si la pace di un lago mi aiuta molto anche a me per riflettere”
“si ha azzeccato! Dicono che il colore blu di per sé trasmetta tranquillità,è d’accordo?”
Poco dopo arrivò J e lo salutai mentre lei stava per rispondere; si girò di scatto impaurita,pensando ci fosse altra gente con cui intrattenersi in una conversazione. Con me stava resistendo e si stava rivelando una persona simpatica.
“non si spaventi,è solo il corvo che si appoggia a quel ramo ogni volta che vengo qui. È innocuo,gli ho dato pure un nome,pensi lei.” Dissi e mi misi a sorridere.
Lei sembrò tranquillizzarsi e mi sorrise. Aveva dei denti perfetti e bianchi,non l’avevo mai vista bene e così a lungo. Aveva una chioma color paglia che alla luce del sole sembrava avessero riflessi dorati; era splendida, senza trucco e con degli occhi color ghiaccio,che trasmettevano una freddezza d’animo che però non dimostrava per nulla. Indossava una canotta arancione tenue e dei pantaloni beige con dei sandali bianchi. Io in confronto con la mia felpa nera,la canotta del pigiama che avevo scordato di togliermi e degli shorts blu,ero penosa,per non parlare delle mie converse blu lerce da morire.
“hai dato un nome a un corvo? Ti piace come animale per caso? Sai prima di venire qui,abitavo con i miei vicino ad un lago. Andavo sempre lì a giocare con Jason da bambini. Era molto divertente,poi siamo cresciuti,ci siamo sposati ed è arrivato Mark. Siamo arrivati qui proprio per migliorare la vita a mio figlio,dove vivevamo noi,non c’era molta gente e non si sarebbe fatto molti amici,qui può adattarsi meglio e trovare ragazzi della sua età con cui parlare.” Disse.
Era malinconica quando cominciò a parlare del figlio,ancora di più del vecchio lago dove abitava prima,come se questa vita le stesse stretta. Teneva molto alla sua famiglia si capiva e mi dispiaceva perché tutti meritano serenità nella vita. Il detto che banalmente mi viene in mente è che se la vita ti dà limoni,allora fai una limonata … ma non sempre va come si vorrebbe. Volevo rassicurarla e consolarla,ma ero poco pratica in ste cose.
“sa la vita è difficile viverla quando il ruolo che abbiamo non ci piace o ci mette in difficoltà. Le persone accanto a noi magari alimentano il nostro stress,ma è proprio dentro di noi che troviamo la forza di andare avanti e cambiare ciò che non ci piace. Ad esempio io ho fatto archeologia per due anni,ma ora cambio e vado al college di arte. Magari non sarà la scelta migliore per me,ma cambiare mi ha dato una vitalità in più. Ha presente Armin Lancelot? Ecco io sono innamorata di lui, e ho scoperto che sono ricambiata ma ora non sono pronta per stare con lui,perché so che accumulerei ansia che mi butterebbe giù un’altra volta. Se vuole cambiare qualcosa della sua vita,prenda in mano le redini e la cavalchi con tutta sicurezza” le dissi.
La sua reazione mi spiazzò; era in lacrime davanti a me e mi abbracciò. Ero così stranita ma anche contenta di averla fatta stare un po’ meglio,almeno era ciò che speravo.
“oh scusami,ti ho bagnato la felpa. Appena puoi vieni da me e te la lavo ok? Mi dispiace anche per l’abbraccio,ma le tue parole sono state davvero dolcissime; sai io faccio la biochimica,studio i cambiamenti dell’ambiente e degli esseri viventi dovuti a materiali radioattivi,che il comune mi fornisce. È un lavoro che non volevo proprio fare,ma mi fa guadagnare bene e mi permette di dare a Mark ciò di cui ha bisogno. Vorrei tanto smettere,ma non posso. Il comune pretende dei risultati entro due settimane,per un progetto che ha in ballo da più di due mesi e lavoro giorno e notte per ricevere e smaltire i composti che mi mandano,perché fino ad ora non hanno sortito nessun cambiamento sul piccolo germoglio di laboratorio che uso da cavia. È così difficile cambiare,lo capirai presto. Quando si è piccoli,si vede tutto rosa e fiori,ma quando si diviene adulti,tutto assume un senso diverso. È difficile scappare dalla propria realtà!”
Ora sembrava arrabbiata con se stessa e questo era un male,si stava aprendo e mi stava rivelando ciò che volevo sapere; ma volevo sapere anche chi fosse la figura che smaltiva i suoi composti ieri,ma chiederglielo direttamente era un rischio troppo grosso,così optai per un’altra strategia : infiltrazione.
“senta,posso usufruire della sua offerta del lavaggio adesso? I miei tornano tardi e io non so come si aziona la lavatrice di casa,non vorrei allagare la mia dimora”. Sorrisi di nuovo e cambiare argomento sembrò funzionare. Mi portò a casa sua.
Erano già le 12! Dopo tutta quella conversazione finalmente ci incamminammo,arrivammo davanti a casa sua e c’era Mark sull’uscio ad attendere la madre. Io ero dietro di lei e appena sbucai fuori,lui rimase a bocca aperta. Nemmeno io mi aspettavo che quella mattina sarei entrata a casa Jones, ma vabbè sono cose che possono capitare prima o poi no? Anche avere ospiti a casa. Entrai e subito notai la poca luce,Alyssa si scusò dicendo che per la carenza di ospiti negli ultimi anni,le finestre si aprivano poco. Non era un problema perché subito le aprì con il telecomando che azionava tutta la casa,e fui folgorata alla vista accecante del sole. L’arredamento era molto vintage. Subito dopo entrati si apriva una specie di piccolo ingresso dove in mezzo c’erano delle scale verdissime che portavano al piano di sopra; a sinistra avevamo la sala da pranzo,con splendida carta da parati rossa stile rinascimentale,tavolo di legno con 4 sedie e grosso lampadario di cristallo,ne morì alla vista. A destra invece il salotto con tanto di tv al plasma da 48 pollici,vedere film su quello schermo sarebbe stato epico. In fondo oltre la scala c’era un bagno,dove Mark si precipitò subito. Lei mi portò al piano di sopra dove sempre a sinistra avevamo tre stanze : studio e le camere da letto della famiglia; al centro appena saliti c’era l’ennesimo bagno e poi una stanza da cui non proveniva alcuna luce,ma solo freddo. La sorpassò e mi portò nella stanza adibita a lavanderia. Mi guardai indietro per capire cosa fosse e sorridendo mi disse che era una camera frigorifera dove teneva i composti che le mandavano. Il seminterrato era un enorme sala hobby e capì come mai doveva tenerli al piano superiore. Era già l’una e mezza quasi e dopo aver messo la mia felpa a lavare mi propose di rimanere a pranzo ed accettai. Mark intanto aveva posato la sua roba in camera sua e guardava beato la tv,la madre lo guardò dalla sala da pranzo e tornò malinconica.
“vedi? Tornato dal collegio,si guarda la tv e così rimane fino a che  non va a dormire. Non so come fare,non ha amici e non esce mai,la sua vita non se la gode. Posso chiederti una favore? So che non ci conosciamo ed è la prima volta che ci parliamo,mi sono aperta molto con te come non ho mai fatto con altri. Vorrei mi aiutassi.” Disse.
“non si preoccupi,se posso la aiuto volentieri.”
“ fai amicizia con mio figlio e fallo uscire,se puoi.”
What??? Io amica di Mark??? Ok questo va oltre i miei poteri,ma in qualche modo dovevo stare ancora lì e dovevo avere la scusa per poter tornare in quella casa se avessi sospettato altro. Quella stanza frigo non mi convinceva,le radiazioni si espandono e non credo che una madre rischierebbe la salute del figlio,anche se per brevi giorni,in questo modo. Accettai e mi diressi alla sala hobby dove ora Mark era sceso. Una cosa strana che notai era il fatto che il signor Jones non era a casa e, le foto di lui che lo ritraevano,era di quando era giovane,presumo vent’enne. Nessuna foto con il figlio lungo tutta la discesa,solo fotografie di madre e Mark vicino ad un lago mentre pescano, giocano a palla; ma nulla su Jason e lui. Zero foto degli uomini di casa assieme. Magari il signor Jones voleva ricordare e sfoggiare i bei vecchi tempi in cui era ancora un bell’uomo e tenere per sé le foto con il figlio. Nelle foto aveva folti capelli castani,era alto poco più di me e indossava abiti orrendi,jeans in velluto arancione e una camicia hawaiana.
Salutai Mark e non mi calcolò di nuovo,ero un po’ stanca di questa sua indifferenza nei miei confronti. Mi avvicinai,gli presi la mano e mi presentai. Rimase di stucco,ma almeno avevo la sua attenzione ora.
“ciao sono Alexis! Abito qui nel quartiere come te,abito nella casa blu e verde. So che sono piombata qui all’improvviso e disturbo e quindi ti chiedo scusa”
“… … … hei, ciao … … … so chi sei,non disturbi tranquilla,anzi scusami per le facce stupite che ho fatto. Non abbiamo mai ospiti e vedere che mia madre arriva con una mia coetanea e abitante del nostro quartiere mi stupisce a dir poco,specie appena tornato dal collegio.”
“sono contenta che non ti dia fastidio,a che giochi? Io adoro i videogiochi,vuoi tentare la sorte e sfidarmi?” dissi,provocandolo giusto un po’.
Tutto andava bene, finchè non ci chiamò la madre per avvisarci che il pranzo era pronto. Di solito non pranzo alle 14,ma avevo così fame che avrei mangiato anche le sedie. Tornammo su ridendo del fatto che si era scampato un’umiliazione da parte mia e che sarebbe stato brutto farsi battere da una ragazza. Si mise a ridere e notai che manteneva sempre il contatto visivo con l’interlocutore,mentre io abbassavo gli occhi di tanto in tanto. Aveva dei capelli biondissimi,occhi azzurri e occhiali da vista rossi. Gli piaceva proprio il rosso eh! Carta da parati rossa ovunque,occhiali rossi e pantaloni rossi. Un po’ fissati. Ci sedemmo a mangiare e stupidamente chiesi del marito,maledizione che pessima mossa! Ecco mi ero giocata tutto,con quella domanda. Mi rispose velocemente dicendo che era fuori per lavoro e cambiò argomento chiedendomi di Armin e degli altri ragazzi del quartiere. Gli spiegai il giusto che sapevo e quando arrivai a Monica,forse rincarai un po’ troppo la dose,ma lei era il male e tutti dovevano saperlo specie i novellini Jones. Si misero a ridere entrambi perché a quanto pare ero talmente rossa,che sembravo un pomodoro dalle guance gonfie. Ero buffa insomma. Ci congedammo da Alyssa e andammo nella stanza di Mark, dava proprio sul retro della casa e vidi che c’era una grossa serra fuori; mai notata dalla mia casa, era ben ben nascosta e a quanto pare,a detta di Mark lei passava lì interi weekend. Allora lei lavorava lì! Ma i composti li teneva in casa,come faceva a trasportarli? Non aveva monta scale o altro per portarli giù al piano sotto; inoltre l’unica porta per uscire alla serra si trovava dietro le scale,di fianco al bagno ed essendo recintata la serra per uscire si doveva passare per forza dentro l’abitazione. Ecco spiegato perché li doveva posare davanti all’uscio di casa. Continuai ad osservare la stanza del ragazzo e nemmeno qui foto del padre. Come mai non ne aveva? Esisteva davvero Jason Jones? E poi quella stanza,se per caso ci fosse qualche altro segreto? Poi Mark mi disse qualcosa che attirò la mia attenzione …
“si la serra presumo sia molto bella,so che è molto spaziosa ma non ci posso entrare perché lì tiene i composti chimici con cui lavora. Ovviamente il suo bambino non deve prendere radiazioni,sai come sono le madri no?” mi disse.
La madre tiene lì i composti? Mi ha mentito! Cosa diavolo c’è nella stanza gelida allora?? E il figlio cosa sa del lavoro della madre? Glielo avrei chiesto più avanti. Ora mi limitai a rispondere normalmente,cercando di non trasmettere la mia preoccupazione.
“sisi so bene come sono le madri,pensa che l’altro giorno ho ricevuto una strigliata dalla mia perché non avevo avvisato dov’ero. Cioè ero a mezz’ora da casa,nulla di grave. Ti capisco bene”
“ti va quella partita ai videogiochi? È il vecchio Tekken, quindi c’è da divertirsi sicuro!”
Mi squillò il cellulare ed era Armin che mi chiamava, erano quasi le 17 e io non avevo dato notizie. Finsi che era mia madre che mi chiedeva se ero a casa perché doveva passare una sua collega a portarle dei documenti, ci credette e gli chiesi di accompagnarmi dalla madre per salutarla e congedarmi da loro. Salutai tutti e due e andai dritta a casa. A quel punto risposi ad Armin e parlammo dell’accaduto per vedere se avevamo notizie. Anche lui ne aveva.
“mi fai saltare la copertura se mi telefoni così però!” gli dissi.
“che cosa? Copertura? Che hai fatto? Senti io sto seguendo Alex. Fino ad ora non ha fatto molto di interessante,l’unico posto un po’ sospetto in cui è andato,è stato il municipio. Ora sta tornando a casa e io mi sto fiondando per arrivare prima di lui,così da essere insospettabile.”
“ascoltami,so che non ci crederai ma sono entrata in casa Jones. Alyssa mi ha detto che lavoro fa e che lavora per il comune. Utilizza composti radioattivi per un progetto,non ho capito benissimo. Del padre di Mark nemmeno l’ombra e ho un po’ paura. Inoltre a casa hanno una stanza frigorifera che è molto sospetta. Sono diventata amica con lui e domani penso tornerò da lui con una scusa per avere ancora altri indizi ok? Alex era al municipio?? Dimmi se è tornato a casa con qualcosa e fammi sapere subito!!”
Il municipio,il municipio … ma certo!! La chiave,maledizione! Ecco dove l’ha potuta prendere,ma lui e il sindaco non si conoscono,perché darla ad un minorenne? E cosa apriva? La porta del mulino? O cosa? Altri edifici con porte vecchie non penso c’è ne siano e farmi un giro della città intera è fuori discussione! Ok Alexis,una cosa alla volta. Rimasi un ora e mezza con Armin spiegandoli cosa fosse successo a casa Jones,in attesa che Alex tornasse a casa per sapere finalmente se aveva la chiave,vista la sera prima. Alex non arrivò ancora a casa. Decidemmo di agire diversamente e così ci trovammo da me per elaborare un piano. Erano quasi le 19 quando lui arrivò da me e mi disse che il fratello era con Diana,dopo essere andato da un fantomatico amico, cioè il municipio,per questo era rientrato giusto giusto per la cena. Nessuna chiave,ma avrebbe poi guardato bene più tardi quando,fingendosi malato,sarebbe rimasto a casa mentre la famiglia andava al municipio per il discorso. Ok perfetto,per beccare Alex  il piano c’era; ora io dovevo solo dirigermi al mulino e aspettare qualcosa. Il giorno prima il fratello del mio amico arrivò più o meno alle 20-20,10 al mulino per piazzare i fuochi e tornammo poi a casa insieme,per poi vederlo uscire di nuovo con suo padre e Armin alle 21,10. Ora se i miei conti sono giusti,volendoci 40 minuti a passo normale per arrivare al lago e poi una ventina di minuti per il mulino,sarebbe dovuto partire più o meno alle 19,10,per arrivare poi alle 20-20,10 al mulino. Ora erano le 19 e Alex era rientrato a casa, a detta di Armin, alle 18,50. Conoscendo i due pozzi senza fondo,sapevo che iniziavano a mangiare attorno alle 19,30 e ci mettevano dieci minuti per mangiare,perché io ero sempre l’ultima a finire; i conti non tornavano però perché non c’è l’avrebbe fatta ad arrivare per le 20. Che fosse uno degli eventi che potevano cambiare? E a quanto pare no. Mentre io scrivevo e riportavo orari di ognuno,il mio amico mi intimò di sbrigarmi ad arrivare alla finestra della mia soffitta per vedere una cosa. Alex era appena uscito di casa e si dirigeva verso il sentiero del lago. Cavolo,eravamo in ritardo! Dovevamo beccarlo in quel frangente per vedere se senza nessuno intorno,potesse fare qualcosa di diverso,visto che l’ultima volta io avevo distorto il loop stando lì. Prendemmo giacca,torcia,bici e ci dirigemmo al mulino,arrivammo alle 20,30. Posammo le biciclette alla mia panchina e rimanemmo nascosti dietro un albero a 20 metri dal mulino. Alex era lì ancora,sistemava dei sacchi dentro il rudere,dove all’interno c’era un forno. Un mini centro di smaltimento di rifiuti? il mulino alto una quindicina di metri era diroccato da anni,ma la base e le fondamenta avevano resistito ed erano intatte,nessuno sapeva come mai,ma era bellissimo vedere che dopo 5 metri,iniziava ad avere crepe ed enormi buchi. La porta era di un bellissimo legno di cedro e ora era aperta e scopriva un forno per lo smaltimento dei rifiuti. la chiave apriva sia la porta del mulino,che il portellone del forno a quanto pare. Dentro quei rifiuti cosa c’era di così importante da doverlo bruciare al limitare della città? I fuochi erano al lato sinistro del muro,appoggiati e pronti per scoppiare poi più tardi. Finito di bruciare i sacchi,chiuse la baracca e se ne andò. Finì alle 20,40. Tra breve ci sarebbe stata l’esplosione,ora era il momento della verità. Alex sparì e inizio a divampare l’incendio, com’era possibile dannazione? Mentre lui stava per chiudere il forno, io e Armin ci girammo a guardarci,questione di secondi ma perdemmo un pezzo. Lasciò il portellone del forno aperto e una scintilla andò a bruciare la porta,poi tutti i rampicanti cresciuti attorno alla base del mulino e infine ai fuochi d’artificio che però non fecero nessun colorato gioco di luci in aria,solo una grossa esplosione che ci lasciò a bocca aperta. Come poteva dimenticarsi di chiudere il forno? O lo aveva fatto apposta? E di nuovo alle 21,all’estremità opposta alla nostra,la stessa figura scura vista giorni prima. Era Isaac,ne ero certa. Coperta dal fumo mi avvicinai più possibile e mi nascosi di nuovo; mi misi a gridare il suo nome; le parole giunsero all’orecchio della figura che si girò di scatto. Bingo!!! Avevo la prova che erano la stessa persona. Il netturbino dei composti radioattivi,era lo stesso che osservava il mulino bruciare. Ora che lo sapevo però cosa me ne facevo di questo indizio,se non sapevo manco chi fosse questo Isaac?
Bell’affare Alexis. Il fratello di Armin era un possibile piromane,il netturbino era una persona a me ignota e quella stanza a casa Jones nascondeva qualcosa. Risolto il mistero della chiave,mi sorse un dubbio; il giorno prima come aveva fatto ad esplodere il mulino,se Alex era tornato a casa con me mentre ci sarebbe dovuta essere l’esplosione?  
Cercai di ricordare il giorno in cui lo beccai alle mie spalle,ricordai tutti i gesti per vedere se non mi fosse sfuggito qualcosa. Le parole,i fuochi,la porta … i fuochi li mise davanti alla porta,mentre oggi a sinistra della porta; questa era chiusa quando io provai ad aprirla la sera,non poteva averla aperta mentre ero lì,non era così furtivo. Armin mi aspettava sul viale di casa quella mattina e Alex era in giro con Diana in centro,mi vide però arrivare dal sentiero del lago … che per caso non abbia deciso di seguirmi o chiedere al fratello dove potessi andare di così importante che non mi permetteva di avvisare nessuno? Armin sapeva bene quanto io adorassi il lago e quanto mi incantassi guardando quello specchio d’acqua,e sapeva che adorando l’arte,anche il mulino mi interessava parecchio, ma ci andavo poco, prima del loop. Probabilmente Alex sentendo una risposta simile dal fratello,si sia precipitato fuori casa,approfittando del mio pisolino e sia andato a prendere la chiave per verificare che tutto fosse a posto e bruciare i sacchi prima. Pensando che sarei tornata di lì a breve,ha atteso che io effettivamente arrivassi,così da destare meno sospetti se fosse arrivato anche lui dopo,perché aveva la scusa dell’uscita con Diana,inoltre avendo la scusa dei fuochi d’artificio da piazzare poteva essere più plausibile che fosse lì. Però ho controllato che la porta fosse chiusa prima che arrivasse,e allora com’è possibile che sia esploso? Oggi ha piazzato i fuochi al lato sinistro,ieri davanti alla porta,che magari non ne abbia manomesso uno preventivamente per far saltare in aria il rudere lo stesso? Del resto la porta di legno e i rampicanti permettono la propagazione del fuoco più facilmente di altro. era l’unica soluzione possibile. Ora bisogna capire chi l’aveva incaricato e perché,e chi era Isaac.
Mentre formulavo teorie, Armin era ancora scosso da ciò che il fratello aveva appena commesso. Non seppi cosa fare,né come consolarlo perché se anche io vedessi mio fratello fare una cosa simile,sarei turbata. Tornai alla mia postazione iniziale vicino a lui e si risvegliò. Mi diede un bacio sulla guancia e mi abbracciò,cercai di confortarlo ma non so quanto funzionò. Ci incamminammo verso casa,ormai 21 passate,e il mio amico finalmente riuscì bene a riprendersi e mi parlò.
“non posso credere che Alex abbia fatto ciò! Pensi che qualcuno lo abbia ingaggiato? E perché? Mio fratello è un delinquente e io non me ne sono reso conto”
Si mise a piangere,voleva essere sempre un modello da seguire per suo fratello,ma a quanto pare non quanto sperasse. Questo lo buttò molto giù. Decisi allora di raccontargli del loop, volevo distrarlo e raccontargli la mia storia e forse sarei riuscita a strappargli una risata data l’assurdità di quel che mi stava accadendo. Inizia il racconto di questi quattro giorni interminabili e rimase in silenzio sbigottito ad ascoltare. Finito tutto mi fece una domanda strana,ma forse lecita.
“vuoi dire che qualsiasi cosa faccio oggi con te,tu la ricorderai ma io no?”
“si esatto,perché?”
Mi prese tra le sue braccia e mi baciò. Ci staccammo dopo 5 minuti.
“lo sai che questo è già successo,ma con parti invertite?”
“si ma potremmo fare qualcosa di nuovo,che nessuno dei due ha mai fatto prima. Tanto io lo dimentico,ma tu lo ricorderai.”
Cioè scusami,quello che mi stava proponendo era proprio ciò che avevo capito???!!! Se questo era il suo modo di smaltire l’accaduto,beh era un pessimo modo.
“allora?” mi disse ancora.
“ehm no grazie,ma se lo chiedi a Monica forse lei te la concede più di me.”
Ben ti sta traditore! Mi era piaciuto il bacio,ma si era giocato qualche chance ancora per qualche giorno, per cui nada amico.
Non disse una parola e finalmente arrivammo a casa alle 22,30. Nel trambusto non mi ero preoccupata né della riunione,né del municipio. Poi chiesi ad armin se si poteva avere accesso ai registri di nascita e morte della città e rispose che serviva un permesso firmato da un membro del consiglio comunale. Maledizione! Io non conoscevo … oh ma aspetta,io si che lo conoscevo un membro del consiglio! Piano geniale!! Ne conoscevo due in realtà,una casalinga snob di nome Robin Dellawer, e un ex senatore dedito sempre alla carriera politica e membro di spicco del consiglio comunale, Derek Wade. Decidemmo di agire su due fronti: dato che ero una ragazza,potevo avere più successo con Robin, mentre Armin si sacrificava per il team e andava dai Wade; del resto aveva il favore della figlia, e con Griffin fuori città tutto sarebbe andato liscio. Avremmo scoperto di Isaac,avremmo pedinato Alex per vedere da chi riceveva la chiave e potevo risolvere i miei punti in sospeso. Ci salutammo con un bacio sulla guancia alle 23,entrambi aspettando la mezzanotte,io più combattiva che mai e lui felice perché avrebbe dimenticato dell’accaduto.
Campanello! Classico,maledetto campanello. Se scopro come spegnerlo,avrò la mia rivincita. Di nuovo solita solfa,gli spiego del piano e lui riluttante e poco convinto acconsente;anche se non volesse farlo,lo costringerei a calci quindi non avrebbe scelta. Mi disse che il fratello era uscito con Diana quella mattina e stavolta era vero perché lei era passata da loro a prelevarlo. Non sapendo a che ora tornava o a che ora sarebbe andato al municipio,ci preparammo ad ottenere i permessi. Lui per primo. Lo spiai dalla finestra,suonò il campanello e appena Monica lo vide alla porta,la sua espressione cambiò di colpo. Idiota. Lui era buffo e impacciato. Era tenero e io lo avevo mandato tra le fauci del lupo,ma ben gli stava e ribadisco che era per il team. Forza Armin, siamo tutti con te!
Iniziarono a parlare del perché fosse li.
“ho bisogno di un favore da tuo padre,puoi cercare di farmelo avere?”
Noi eravamo in contatto tramite telefonata,ci eravamo chiamati poco prima di suonare,poi aveva bloccato la tastiera e io ascoltavo passivamente e senza farmi sentire; se scoppiavo a ridere,dovevo correre al bagno. Casa loro,ci ero stata da piccola,aveva tre piani. Un grosso salone con divani in pelle bianca all’ingresso,sala da pranzo,cucina e salotto in un’unica grande stanza. Al piano di sopra due bagni,studio,camera da letto dei genitori e sala hobby,al terzo piano invece il bagno di Monica,camera sua e di suo fratello e del suo gatto Dred. Non so perché si chiamasse così,ma era un gatto bellissimo,tutto nero ma con un cerchio bianco attorno all’occhio destro. Loro erano sul divano ora,e il padre era nella studio al piano sopra a studiare delle carte proprio per il comune,che riguardavano la costruzione di una piscina comunale proprio al lato opposto della città.
Monica prese a parlare con voce tutta ammaliante.
“tutto quello che vuoi zuccherino,è da un po’ che non vieni più da me. Quando è tornata quella nerd fissata dal suo viaggio,non mi hai più considerata eppure io ti ho detto quello che provo per te …”
A quel punto Armin chiuse la chiamata. Giorni fa me la sarei presa a morte,ma sapevo della loro tresca,ora però non avevo tempo per lui. Avevo bisogno di quel permesso.
“… e tu anche mi hai confessato che provi qualcosa per me,o mi stavi solo prendendo in giro?” disse lei.
Lui riaccese la telefonata proprio in questo istante,ma sbagliò decisamente momento; il suo telefono componeva le chiamate sempre con un minuto di ritardo,ma stavolta non accadde e io sentì tutto dall’altro lato. Questa parte ovviamente non la sapevo.
“ne riparliamo poi ok? Ora davvero,potresti chiamare tuo padre per quel piccolo favore?” disse Armin.
Lei si mise ad urlare il nome del padre,spaccandomi il timpano tramite telefonata. Il padre arrivo e Armin spiegò di cosa avesse bisogno.
“se te lo firmo,poi te ne va e mi lasci lavorare? Devo occuparmi di carte importanti da portare al comune oggi stesso,ho già poco tempo per farmi ancora distrarre dalla nuova fiamma di mia figlia”
“si signore,tanto mi serve per andare oggi a verificare il registro dell’anagrafe. Ho tutto il pomeriggio libero per cui. Mi serve solo un permesso con tanto di firma” disse il mio amico.
Il signor Wade a quelle parole, cambiò atteggiamento e, tutto gentile,firmò il permesso e chiese al perdigiorno Armin, di portargli le carte per conto suo al sindaco Young. Voilà! Incastrato. Almeno riuscì a filarsela in fretta. Sull’uscio di casa Wade però, Monica diede libero sfogo a tutta la sua cattiveria.
“aspetta! Volevo organizzare una festa questa sera,una riunione degli alunni,ci verresti con me? Quella sciocca ti dirà di no tanto e lo sai. “ disse la scimmia.
Posò la mano dentro la tasca di Armin, gli prese il cellulare e lì mi salì il panico. Non era così stupida in fondo quando voleva. Poi parlo direttamente a me.
“scusa cara,ma da adesso,la conversazione diventa privata”
La telefonata s’interruppe e io rimasi lì alla finestra,ad osservare la scena.
“sai sei l’unica persona che abbia dimostrato un minimo di reale interessamento per me. Le gemelle non sono mie vere amiche,io sarò anche popolare ma ho pochi amici,un ragazzo che mi serve solo per facciata e avvicina me,per avvicinare mio padre. E lui poi sta sempre a pensare al lavoro e non bada ai suoi figli se non possono fare nulla per lui. Ti ripeto la domanda di prima,se organizzo una festa,tu ci vieni con me?” disse,con un enorme tristezza addosso.
“mi dispiace per te Monica; ok va bene accetto di venire se ci sarà una festa.” Rispose Armin.
“ sono così contenta,allora passi a prendermi,mi concedi un ballo e un bacio e finisce la serata ok? Va bene grazie,ciao!” sentenziò e tornò la stessa di sempre.
Ovviamente io seppi tutto,ma non mi importava,cioè di lei mi dispiaceva molto perché alla fine tanto dura e snob fuori,ma in fondo aveva solo bisogno di veri amici che la migliorassero come persona. Mi diede il permesso ed era fatta. A sto punto non era necessario disturbare la signora Dellawer, perché un permesso bastava. Inoltre Armin aveva ottenuto delle carte per addentrarsi all’interno del municipio senza bisogno di permesso,e poteva sgattaiolare dalla parte dei registri e raggiungermi.
Dopo pranzo saremmo andati e avremmo rovistato. Alex tornò dal suo giro per pranzo e io consigliai ad Armin, di mangiare a casa sua per sapere cosa avrebbe fatto il fratello quel pomeriggio. Dovevo sapere a che ora andava a prendere la chiave al municipio,perché era chiaro l’avesse ottenuta lì. Ottenemmo le informazioni su Alex; alle 15 usciva con Diana,poi passava da un suo amico e infine tornava in tempo per la cena.
Ok dopo il messaggio del mio amico che mi avvisava del programma di Alex,mangiai,feci le mie cose e mi preparai. Alle 15,20 partimmo dal nostro quartiere e ci avviammo verso il centro città. Il municipio stava nella piazza principale, dopo la Walk Street, dove c’erano i negozi, si apriva l’enorme piazza rettangolare ,i cui quattro lati si dividevano in altrettante strade : una portava al lago,una al lato opposto della città dove forse sarebbe sorta la piscina,una al capannone delle riunione e l’ultima portava dalla zona cittadina delle scuole,ospedale etc.  
Andammo dritti al municipio e chi con una cosa,chi con un’altra,ci dividemmo. Io andai ai registri,erano scaffali e scaffali metallici impolverati che registravano nascite e morti di tutti. Anche chi si trasferiva da altri stati doveva dare le proprie generalità,che venivano conservate qui. So che sembra stupido e infantile,e non avevo nemmeno il tempo per scherzare,ma cercai il fascicolo della mia famiglia e di Armin. Eravamo catalogati nella sezione G6,quadrante 45. Wow! C’erano tanti quartieri molto più grandi del mio,dislocati attorno al centro città. A quanto pareva era formata a cerchi concentrici : centro,zone abitative,periferia,lago e bosco. Davvero bello,era logicamente organizzata come paese,non me lo sarei mai aspettato. I nostri documenti erano racchiusi in una cartellina blu navy, che chic! C’era tutto il quartiere,così mi impicciai un po’ degli affari degli altri. Io ero nata il 20 novembre del ’94,i miei nel ’67 e nel ’64; Armin invece 18 dicembre ’93,Alex 14 luglio ’98 e i suoi erano più vecchi dei miei; Monica era nata il 25 luglio ’94,suo padre invece aveva già 70 anni! Wow non me lo aspettavo. Nella sorpresa del momento,mi caddero due fogli. Erano della famiglia Jones : Alyssa aveva 45 anni e facendo due conti,doveva aver avuto Mark a 24 anni; e il signor Jones … c’era sicuramente un errore,non poteva essere! Sul foglio sottostante,c’era scritto che … Jason Jones era nato il 2 febbraio 1969,ed era morto a 23 anni,in seguito ad un incidente con dei composti radioattivi in una fabbrica dove lavorava. Infortunio sul lavoro. Una piccola nota diceva che la cartella clinica era reperibile all’ospedale. Ero peggio di un camaleonte,cambiavo colore di faccia ogni tre secondi. Non volevo pronunciare quello che stavo formulando nella mia testa,ma dovetti; Alyssa lavora con i composti radioattivi,Jason lo stesso. Capisco perché non lo volesse fare questo lavoro,guadagna bene per il figlio,ma le ricorda il marito. Volevo pensare che nella stanza,in quella stanza ci fosse qualche ricordo importante del marito o magari proprio il composto che l’ha ucciso. Ero sconvolta,ecco perché pochi ospiti,perché il collegio per il figlio, perchè poca vita sociale. Crescere un figlio da sola,dovendo anche badare economicamente a lui. Cambiare luogo deve averle fatto proprio bene,ma purtroppo è stata una felicità breve,dato il lavoro che ha trovato e svolge. Mi dispiaceva moltissimo. Dovetti farmi forza però,ero lì per cercare altro. immaginando le migliaia di Isaac che potessi trovare nei registri che partivano proprio dall’800,optai per ricerca computerizzata. feci la ricerca per nome sul computer messo a disposizione,purtroppo conteneva i registri dal 1990 al 2015 quindi non mi servì a molto. Se conosceva Alyssa,doveva avere più o meno la sua età e non poteva avere meno di 30 anni sicuro. Uscì delusa e amareggiata quando Armin, quel genio, mi cadde addosso tutto affannato. Mi raccontò che quando arrivò all’ufficio del sindaco,la segretaria lo fece aspettare fuori poiché era impegnato  con altre persone. Appena la porta dell’ufficio si aprì,vide Alex e Diana uscirne. Suo fratello aveva la chiave in mano e gliela aveva data proprio il sindaco. Young disse sottovoce ad Alex che i sacchi li avrebbe visti sul retro stasera,poi si salutarono e scoprì che Diana e Ben young, erano fratello e sorella. Non aveva mai saputo fino ad allora il cognome della ragazza,e saperlo fu uno shock per me e per lui. Alex appena lo vide,abbassò lo sguardo e se ne andò. Ora sapevamo molte più cose,ma non tutte quelle di cui avevamo bisogno. Molte si stavano chiarendo e altre si complicavano di più. I fogli furono consegnati e fine del lavoro.
Alex aveva ricevuto l’ingaggio probabilmente tramite Diana,non si sa per quale motivo. Di Isaac manco l’ombra nei registri e il signor Jones non esisteva più da vent’anni ormai. Alyssa mi aveva di nuovo mentito. Poi io spiegai ad Armin delle mie scoperte e rimase a bocca aperta e fece un’osservazione a cui io,non avevo ancora pensato e fatto caso.
Mark aveva 21 anni,la mamma 45 e il padre era morto a 23; ma se il figlio ha 21anni,Alyssa lo ha partorito per forza a 24,quindi Mark non era figlio di Jason Jones. In effetti la somiglianza non c’era,biondo lui,castano il padre … le cose non tornavano in teoria. Poi ci avrei pensato ai Jones,ma adesso Isaac. Come lo potevo rintracciare?
Brillante intuizione! Il netturbino aveva un’ustione sulla mano sinistra,se era andato all’ospedale per farsi medicare potevo avere nome,cognome e data di nascita e controllare di nuovo nei registri per vedere dove poterlo trovare e pedinarlo. Inoltre all’ospedale c’era la cartella clinica del signor Jones e potevamo scoprire dove lavorava e come fosse morto. Spiegai ad Armin il piano, erano già le 18,30 ma dovevamo assolutamente avere risposte. Avvisammo i rispettivi genitori che saremo rimasti fuori a cena,così da levarci il problema tempo. E se tutto fosse andato bene,sarebbe arrivato in tempo per uscire con Monica alla riunione,ero riluttante al pensiero di loro abbracciati,dato che la scena vista la prima sera era da voltastomaco. Ora direzione ospedale! Arrivammo lì in dieci minuti,era abbastanza vicino per fortuna. Entrammo dentro. Avevo un parente che poteva aiutarmi; mio zio infatti,era il primario di cardiologia e dato che andavamo d’accordo e lo aiutavo ad avere i videogiochi migliori prima che uscissero,potevo chiedergli un piccolo favore. Me lo doveva del resto.
Chiesi ad un’infermiera dove potessi trovare Nick Sharp,mia madre si chiamava Simone Sharp e mio padre Joseph Blade. Mi indicò l ‘ufficio numero 567 al sesto piano. Io e Armin eravamo pigri entrambi, così prendemmo l’ascensore. Trovammo la stanza e bussai. Dopo poco,mio zio uscì e rimase sorpreso di vedermi lì.
“ciao zio! Come va?” dissi.
“tu scricciolo che ci fai qui? Non è posto per te,a meno che tu non stia male ovviamente” rispose.
“ecco,vedi … ti ricordi che io sono l’unica nipote che hai,nonché la tua preferita vero?” iniziai a fare la mia faccia da cucciolo,quando avevo 10 anni funzionava,ora forse non più.
“ ah no! Non posso aiutarti qualsiasi cosa tu voglia,la risposta è no!” disse
“è una cosa veloce promesso! Ho bisogno di avere accesso alle cartelle cliniche di un paziente e di alcune vecchie magari. Ti prego,ti prego. Non ti caccio nei guai,non ci facciamo vedere,ok?”
“mmm, va bene! Senti all’ultimo piano trovi gli archivi delle cartelle cliniche,ti do l’altro mio badge così puoi entrare. Ci sono solo due infermiere a quel piano,ma oggi c’è poca gente in ospedale,per cui se vai adesso,le trovi in pausa caffè e puoi tranquillamente entrare. Mi raccomando state attenti. A dopo scricciolo” mi disse. Mi diede il badge.
Di nuovo ascensore e su all’ultimo piano. Ci accovacciammo e perlustrammo l’atrio,le risate di due donne erano troppo lontane per cui avevamo via libera per almeno 5 metri. La porta degli archivi era a 2 metri dall’uscita dell’ascensore ed entrammo. La porta si richiudeva da sola,così dovetti fiondarmi per tenerla bene in modo che non sbattesse. Devo fare tutto io,che inutilità. Iniziammo a cercare la cartella di Jason,la trovammo dopo mezz’ora perché tra polvere e ragni,ci volle troppo per trattenerci e non urlare o starnutire. Io sono allergica alla polvere e sia io che Armin abbiamo paura dei ragni,quindi vedete un po’ voi.
Jason Jones era morto cadendo in una cisterna di composto radioattivo c40,un composto sperimentale che sviluppavano alla General Corp.
“cerca General Corp su internet per piacere” dissi al mio amico.
“ General Corp : compagnia fondata da Jonathan Young nel 1970; produceva e sperimentava composti radioattivi utilizzabili nel campo delle scienze e della biochimica avanzata. Inseguito ad un incidente avvenuto nel gennaio del ’92,l’azienda dovette chiudere lasciando milioni di famiglie senza mezzi di sostentamento; i dipendenti denunciarono il signor Young e presero di mira sua moglie Beth e suo figlio Ben,che allora aveva solo 18 anni. Il caso finì in tribunale dove la vedova Alyssa Jones testimoniò a favore di suo marito,morto proprio nella compagnia facendola chiudere,per le condizioni di degrado che erano presenti al suo interno; a supporto di questa testimonianza,il fratello di Jason,Isaac Jones,che lavorava con lui al momento della sua morte,affermò che si era ustionato la mano sinistra proprio nel tentativo di salvare il fratello dalla sua fine. “ mi lesse tutto per filo e per segno.
Eravamo bianchi in faccia,peggio di fantasmi. Isaac … Isaac era il fratello,ecco il perché anche della mano ustionata. Come poteva permettere alla cognata di lavorare ancora con composti simili dopo la morte del fratello? E a suo nipote non ci pensava?
Continuai a leggere la cartella. Non c’era scritto molto altro,solo una piccola nota alla fine,con su scritto che il lotto 34 era sparito dall’obitorio venti giorni dopo l’accaduto. Il corpo dell’uomo era stato trafugato. Panico. Panico enorme.
Rimanemmo in silenzio per venti minuti, poi Armin mi chiese che volevo fare. Erano le 19,50 ormai e io non avevo un piano. Uscì dall’ospedale senza manco accorgermene,lui mi seguì senza dire una parola. Dopo un ora mi ritrovai al lago,senza sapere come fossi arrivata lì. Anche il mio amico si interrogava come mai ero lì. L’incendio stava divampando al mulino,rimasi a guardare il fumo fino a che non ci fu l’esplosione. Poi come uno zombie, mi diressi verso il mulino,ma all’ultimo girai verso il lato destro del bosco. Armin non mi seguì, rimase davanti al mulino a fissarmi lontano mentre io imboccavo la strada proibita. Ad un certo punto, svennì. Ero appena entrata ed avevo percorso nemmeno due metri di bosco,quando qualcuno mi soccorse. Mi svegliai in una casa giallo limone,che odorava di cannella. Pensai di essere nella casa di marzapane,tra breve la strega mi avrebbe messo in forno e mangiato; e invece no. Quando mi svegliai vidi un uomo seduto su una seggiolina rosa accanto al letto. Mi stropicciai gli occhi per mettere meglio a fuoco; capelli castani,occhi dello stesso colore,occhiali da lettura neri,camicia con dei fenicotteri rosa e dei bermuda beige. Media corporatura e forse poco più alto di Armin; la mano sinistra ustionata … appena la vidi cercai di mantenere la calma,per ora mi aveva aiutato no? Se avesse voluto farmi del male,l’avrebbe già fatto.
“mi … mi dispiace di averle arrecato disturbo. Non so nemmeno perché mi sia avventurata in questa zona. Ho visto il mulino esplodere e poi non so più.” Dissi con voce tremante.
“ quel ragazzo con te vicino al mulino,è il fratello di quello che ha fatto esplodere il rudere vero?” chiese
“si signore,glielo ha ordinato il sindaco suppongo. Ancora non so il perché però”
“io forse si però” mi disse
“ so chi è lei e anche io cerco la verità in questo giorno infernale,potrebbe aiutarmi a capire?” ero disperata. Per ogni cosa che trovavo,un’altra mi rimaneva oscura. Non ne potevo più. Quelle giornate mi avevano reso diversa ormai,ma dovevo lo stesso arrivare in fondo. Ora o mai più.
“cosa ti sfugge ragazzina? Hai tutti i tasselli quasi,potresti arrivarci. Se sapessi ancora di più potresti impazzire” disse. Era inquietante.
“voglio rischiare” risposi
Quelle parole lo colpirono.
“sai quelle furono le parole che disse mio fratello prima di salire sul ponte che stava sopra la cisterna del composto c40. Ci avevano chiamato per un lavoro di manutenzione al suo recipiente. Eravamo scienziati prima di tutto,ma lì eravamo solo schiavi da sfruttare. Non ci fornivano tute abbastanza spesse,ne altre attrezzature per tutelare la nostra vita. La fabbrica,perché questo era,l’avevano costruita in un anno,ma il signor Young ha voluto risparmiare sui costi,per massimizzare i profitti dell’azienda. Così i ponti si reggevano a malapena e le fondamenta non erano solide abbastanza per sopportare litri e litri di composti. Sarebbe crollato da un momento all’altro. Per fortuna ci aiutavamo l’un l’altro,e mentre andavamo al college per studiare la natura dei composti organici e non,il pomeriggio andavamo al lavoro in quel tugurio. Quel giorno tutti rifiutarono di fare quel lavoro,ma lui accettò e mi disse che voleva rischiare. La paga era doppia e lui si era appena sposato da due anni quasi, e doveva mantenere la famiglia. Mia cognata studiava letteratura a quel tempo ed era incinta del loro primo figlio; erano così felici,ma poi il ponte si ribaltò. Si aggrappò con tutte le sue forze,poi quando arrivai,riuscì a prenderlo per una mano,ma i suoi strumenti caddero nell’acido; questi emisero degli schizzi che ci ustionarono le mani. Lasciai la presa e lui cadde nella cisterna. Non auguro a nessuno quello che ho passato,forse solo al signor Young.” Aveva le lacrime,era un fiume in piena,ricolmo di amarezza e rabbia.
Mi guardò negli occhi.
“capisci piccola perché potresti impazzire. Salva il fratello del tuo ragazzo,perché a fare affari con i Young,prima o poi si rimane ustionati e feriti.” E finì così.
Alla porta suonò qualcuno. Sperai in Armin, ma quando vidi correre su per le scale Alyssa,sapevo che i guai erano appena iniziati.
“tu,tu cosa ci fai qui??” mi chiese tutta preoccupata
“senta posso spiegarle …” dissi
Poi Isaac mi interruppe.
“sa già molte cose,e io gliene ho raccontate altre. Inutile che ti scaldi,è curiosa e ha capito ciò che gli ho detto. Alex Lancelot è il piromane del mulino ed è stato ingaggiato da Ben. Lei l’ha visto e ha le prove.”
“avete delle teorie? Delle informazioni che possano esserci d’aiuto? So che sono l’ultima persona con cui vorreste collaborare,ma ho fatto troppe ricerche e troppe scoperte per fermarmi qui. Vi prego. “ gli implorai.
Di Armin nessuna traccia, me la sarei dovuta cavare da sola,del resto probabilmente era tornato a casa per andare alla festa con Monica,la scimmia insoddisfatta,ma adesso povevo arrivare al dunque finalmente.
Continuai a parlare,mentre loro due si scambiavano sguardi interrogativi sul da farsi.
“sentite ho visto che il corpo del signor Jones è stato trafugato,Mark non è suo figlio e Ben Young nasconde qualcosa. Mi potete dire che succede? So che lei Alyssa,lavora per il comune per un progetto in ballo da due mesi e che suo cognato trasporta e smaltisce i suo rifiuti chimici dalle 23 in poi. Spiegatemi che succede”
Finalmente si decisero e la signora Jones prese la parola.
“dopo il processo contro la General Corp, io cambiai college e andai a quello di mio marito per studiare ciò che lui adorava. Era  una forma di ricordo per me e un modo per averlo ancora con me. Il processo si tenne un mese dopo l’accaduto e il corpo di mio marito scomparve 20 giorni prima dell’autopsia,così la difesa usò questo come prova per invalidare il fatto che,non avendo l’autopsia del corpo,né il corpo,non si potesse procedere. In quel mese l’ospedale era pieno ogni giorno di morti per incidenti stradali,dovuti all’ondata di freddo glaciale che durò fino a febbraio. Così le autopsie si facevano dopo tempi molto lunghi. Patteggiamo e ottenemmo la chiusura della fabbrica,ma non il risarcimento richiesto. Quando entrai al college ero una matricola. Conobbi Ben Young,eravamo compagni di corso e con altri componenti della classe ci riunivamo per studiare tutti insieme. Io e Ben ci avvicinammo molto,io ero ancora molto arrabbiata per ciò che suo padre aveva fatto a mio marito e a mio figlio. Un figlio che purtroppo persi tre mesi dopo,prima dell’inizio nel nuovo college. Ben era diverso dal padre,era dolce e rassicurante e mi consolò moltissimo  in quel periodo tanto che … ecco …” si fermò e Isaac finì la frase per lei.
“tanto che nacque Mark. Il figlio è del nostro attuale sindaco” disse.
In effetti Mark li somigliava,alto,biondo e stesso timbro di voce.
“quando lui seppe che ero incinta,mi lasciò e si trasferì qui con la sorella adottiva Diana. Io finì gli studi e partorì Mark. Poi mi trasferì anche io qui,con l’aiuto di Isaac e la sua famiglia.” Continuò
Ma della famiglia dell’uomo manco l’ombra,poi ebbi la risposta.
“ben non ha mai finito gli studi,per intraprendere la carriera politica; era fatto per manipolare le persone proprio come il padre. Così divenne sindaco a soli 27 anni,oggi ne ha 41 e guarda come riesce a farsi sempre eleggere di nuovo. Quando arrivai,andai al municipio per fare un scenata davanti a tutto il consiglio,ma lui mi prese e mi portò nel suo ufficio dove mi offrì l’opportunità di un lavoro nel mio campo di studi,una casa in un quartiere ricco e tranquillo e un lavoro ad Isaac. Accettammo,ma a malincuore e molto amareggiati.” Disse.
Poi Isaac prese la parola
“mia moglie Cerise e mia figlia Lacy morirono a causa di Robert Dellawer. Era stato assegnato al reparto di Neonatologia di questo ospedale. Io e Cerise abitavamo qui già da 3 anni,quando Alyssa ci raggiunse. Il sindaco aveva concesso a Robert di operare all’ospedale con falsa laurea in medicina e mia moglie finì sotto i suoi ferri, come anche Lacy, che morì pochi giorni dopo. “
tornarono le lacrime e si abbracciarono. A quel punto la situazione era chiara,ma perché il sindaco non fu perseguito per una scelta simile? Mentre stavo per porgli la domanda,il mio cellulare suonò; era la sveglia che avevo messo per mezzanotte,e mi ritrovai nel mio letto di mattina presto. Il campanello suonò ma non ci feci caso,ieri era stata una giornata davvero devastante. Non sapevo del progetto del sindaco,non sapevo perché aveva ingaggiato Alex,ma sapevo dei Jones. Loro più di chiunque altro meritavano la pace. Dovevo sapere del progetto che il comune aveva in mente,ma non sapevo dove reperire le informazioni. Il padre di Armin era candidato per prenderne il posto in quel comune che chissà quante migliaia di cose nascondesse,sempre se non avesse vinto il suo misterioso rivale. Al municipio avrei trovato le risposte? Non lo sapevo,non sapevo nulla in realtà. Andai dall’altra parte della città,dove doveva sorgere la piscina c’era un enorme area incolta. Niente verde,niente alberi. Nulla. C’era un povero cagnolino bianco e nero, un bellissimo cavalier king; adoravo quei cani,così decisi di dargli dell’acqua e di portarlo con me a casa. Dopo due ore in giro,tornai a casa. Il cagnolino cominciò a farmi le feste e gli diedi da mangiare,non avevo crocchette o altro e optai per degli avanzi della cena sperando gli piacessero. Aveva un collare ma nessun nome o recapito del padrone. Se nessuno sarebbe venuto a reclamarlo,l’avrei tenuto sicuro. Passò tutto il pomeriggio e io non feci nulla di produttivo se non giocare con il cane,poi all’improvviso il campanello suonò.
Erano le 19 e mi parve strano una visita di qualcuno a quell’ora. I miei sarebbero andati a cena fuori dopo il lavoro quindi non erano loro,e poi avevano le chiavi. Armin non era e nemmeno Alex. Era il sindaco. Alla mia porta? Ora sì che dico grazie Karma!
“salve,un ragazzo del suo quartiere,amico di mia sorella,mi ha detto che lei è tornata a casa con un cavalier king nero e bianco, possibile?” mi disse
Il cane venne alla porta e appena vide il padrone corse via. Avrei fatto di tutto per non darglielo. Era terrorizzato povero cucciolo e lui lo rivoleva. Ma manco morta glielo avrei restituito!!
“oh eccolo,era proprio lui!”
Mise un piede dentro e io lo bloccai.
“senta scusi,ma io non l ‘ho invitata ad entrare dentro e non ho risposto alla sua domanda. E comunque,no,non sono tornata con nessun cane. È stato male informato mi dispiace. Arrivederci.” Dissi
Iniziò ad arrabbiarsi,ma quel cucciolo era mio ormai vista la sua reazione.
“mi scusi l’intrusione,ma il cane che è appena scappato al piano di sopra è il mio e me lo dovrebbe restituire,grazie. Sarò costretto a provvedere in altri modi sennò … “ disse
“può tenersi le minacce e può comprarsi un altro cane,penso che lui non sia così affezionato a lei,se appena l’ha vista è scappato. Non crede? È un sindaco dovrebbe dare il buon esempio,e consentire che una famiglia più amorevole se ne prenda cura.” Risposi.
Lui aveva fatto del male a delle persone e suo padre prima di lui. Non ero amica di Alyssa in quel giorno,ma ci eravamo parlate e io sapevo di lei e della sua storia e me l’ero presa a cuore. Gli sbattei la porta in faccia e chiusi tutto a chiave. Giocai con il cane per rassicurarlo e dal collare uscì una micro sd. La misi nel mio computer e finalmente ebbi le risposte che volevo. Le prove di tutto.  In una piccola scheda nel collare di un cane.
C’erano varie cartelle. Aprì quella con scritto “operazione X”,modificata nel ‘97. C’era un video della telecamera di sorveglianza dell’obitorio in cui si vedeva che un corpo veniva prelevato. Video datato proprio nel giorno della scomparsa del corpo del signor Jones.
Un’altra conteneva il progetto della costruzione del mulino e del forno,firmata da tutto il consiglio.
Una terza conteneva il famoso progetto, chiamato “genesys”; in pratica Alyssa sperimentava composti chimici simili al c40,senza saperlo. Conosceva i composti,eppure il sindaco gliene dava di modificati in modo che sembrassero innocui e riconoscibili in composti radioattivi normali,pericolosi ma normali. Il progetto prevedeva la rinascita della General Corp, utilizzando di nuovo il c40 modificato con le nuove tecnologie moderne per ottenere risultati maggiori ed efficaci. Tutto questo per creare una bomba chimica da vendere al mercato nero. E ritrovare prestigio in campo aziendale,famigliare e commerciale.
Nell’ultima cartella denominata “the end”,un altro video. Stavolta un video-diario di Ben Young,che ubriaco parla della sua fine come uomo.
“ il progetto non va avanti,non riesce a raggiungere dei risultati concreti con quel maledetto composto! Non è possibile,le ho dato tutto! Un lavoro,un figlio e nulla … non permette di realizzare l’uomo che sono,avevo ragione a non fidarmi; ma lei doveva fare la sua scenata e rovinare la messa in costruzione del forno!! Dovevo farla tacere per permettere la riuscita del mio piano,per permettermi di sbarazzarmi del corpo di suo marito,ma lei no! Ha dovuto pretendere. Dopo anni da sindaco,qualcuno vuole surclassarmi ma non accadrà perché io ho le carte per candidarmi ed essere eletto di nuovo. Nessuno sa o sospetta nulla dei miei affari. “ sentì nel video.
Scoppiò in una pseudo risata malvagia e io bloccai il video. Fine del video. Lui era il misterioso sfidante,e lo avrebbe rivelato durante il dibattito faccia a faccia a settembre.
Poi un altro video di pochi minuti.
“ciao sorella,ti posso aiutare? Papà chiede quando aprirai la nuova azienda di famiglia. So che questo ti stressa,ma calmati ok? Io riferisco solo ciò che mi chiede.” Disse Diana
“sono stressato ultimamente,devo sbarazzarmi dei documenti di Genesys e falsificarli con altri che tengano il consiglio buono. Loro pensano che stia cercando un aiuto alla medicina sperimentale con dei composti biochimici,ma non sanno che lavoro con il c40,sarebbe il ritorno della polemica. Non ho più bisogno dell’attenzione improvvisa dei media. Ricordi l’incidente Dellawer? Per fortuna che aveva licenza falsa in casa e gli misi della droga nella valigetta,sennò mi avrebbero addossato ancora di più la colpa. Troverò una soluzione,promesso” disse il sindaco preoccupato e con il fiatone.
“fratello,io posso aiutarti con lo smaltimento. Conosco il figlio minore del tuo avversario che vorrebbe guadagnare qualche soldo per fare un regalo al padre per la candidatura. Potresti pagarlo per smaltire i documenti. Dici il minimo indispensabile e lo paghi in contanti e hai risolto. Che dici? Si chiama Alex. “ Diana era astuta quanto quell’idiota di sindaco.  
Lui acconsentì e una settimana dopo ci fu l’incontro e il pagamento. E tutto sarebbe avvenuto stasera per approfittare dell’evento al municipio stesso. l’esplosione del mulino era per nascondere le tracce. Niente mulino,niente resti del corpo o di altro,quindi tanto meglio liberarsene.
Tutto aveva senso ora. Ero arrivata al nocciolo.
Duplicai tutto e poi presi il collare di Argo,ora si chiamava così,e lo portai al municipio poco prima che la riunione finisse. Aspettai il sindaco e gli consegnai il collare.
“qualsiasi cosa ci sia in quell’sd non ne voglio sapere nulla. Io mi tengo il cane e le ridò ciò che voleva,ma stia bene attento all’uso che fa di questa memoria. Le bugie hanno le gambe corte,lo tenga a mente. “ gli dissi.
Me ne tornai a casa. Ora che sapevo tutto,volevo rimediare le cose in meglio perché per troppo tempo,nel mio quartiere la vita era stata rovinata da silenzi e segreti. Nel mio letto caldo,aspettai la mezzanotte ed ecco i rintocchi.
Mi svegliai a mezzogiorno,strano. Il campanello aveva ascoltato la mia minaccia e si era disattivato da solo?
Sulla parete bianca di fronte a me,l’orologio segnava quell’ora lì … aspetta! Io non ho pareti bianche!! Dove cavolo ero????? Aiuto,panico! Aiuto!!! Ero all’ospedale,mio zio entrò dalla stanza e fu felice di vedermi sveglia.
“sei sveglia finalmente! Ne sono felice!” disse
“che è successo?” ero in agitazione
Dall’altra parte del letto in cui stavo, Armin si svegliò perché strinsi troppo la sua mano,che teneva nella mia.
“aia!! Che?! … … … … sei sveglia! Mi hai fatto preoccupare così tanto!” mi abbracciò talmente forte,che non riuscì a respirare quasi.
“mi potete spiegare?” dissi
“dopo la mezzanotte,ti sei messa ad urlare per un forte dolore al petto,arrivata all’ospedale il tuo cuore si è fermato e abbiamo provato a rianimarti,ma nulla da fare. Ha ripreso a battere solo dopo venti minuti,eri praticamente morta. Stavamo per dichiarare il decesso quando ti sei risvegliata e poi sei crollata dal sonno. Eri stabile,ma miracolosamente ancora in vita.” Disse mio zio.
Ero sbigottita e feci una domanda fondamentale per me.
“che giorno è oggi?”
“21 agosto perche?”
Subito dopo quella risposta iniziai a pensare. Se era finalmente sorta l’alba del nuovo giorno,ciò voleva dire che io potevo cambiare le cose e che quello che era successo ieri,era finalmente passato e non si sarebbe ripetuto. Oh aspetta!!
“dov’è Argo??!!” chiesi preoccupata.
“chi?” chiese mio zio
“il tuo bel cagnolino è al sicuro a casa tua,i tuoi se ne stanno prendendo cura ora.” Mi rassicurò Armin
Sia ringraziato il Karma. Volevo quel cane,era così dolce e affettuoso. Scoprì che dovetti rimanere fino alle 17 lì in ospedale. Mangiai e mi misi a dormire con il mio amico ancora lì ad osservarmi,appena ripresa dal mio pisolino. Lo guardai e si vedeva la stanchezza negli occhi,era rimasto così a lungo per me. Mi dispiaceva.
“vai a casa a riposare,io esco tra mezz’ora,non è il caso che resti ancora. I miei verranno sicuramente a prelevarmi.” Dissi
“non posso lasciarti. Ti ho sentito urlare da casa mia,ero così preoccupato e triste perché non ero lì quando tu avevi bisogno. Poi quando il tuo cuore ha smesso di battere,sono crollato. La mia migliore amica … non c’era più,non ci sarebbe stata più e io ero stato così stupido da mentirle e fingere per 5 anni. Non le avevo detto … delle cose,e ora era tardi.” Singhiozzava
“hei senti, so della tua tresca con Monica,so che sei innamorato di me; sappi che ti amo anche io,ma dobbiamo recuperare molto noi due. Questi cinque giorni sono stati tremendi per me,ho visto il lato peggiore di ognuno,me compresa.” Dissi
Gli spiegai del loop, delle mie scoperte, di suo fratello, di Diana e il resto. Rimase di stucco,ma anche pensieroso. A quanto pare si era accorto che il fratello era strano ieri e si era insospettito,giustamente. Gli chiesi di aiutarmi a far quadrare le cose,smascherare i farabutti e diventare eroi per un giorno. Salvare il nostro quartiere era un compito difficile,ma eravamo eroi e glielo dovevamo. Io glielo dovevo. Poi chissà, magari con Armin si sarebbe sistemato tutto …
Era ora di andare via,salutai mio zio e con i miei e Armin ci dirigemmo a casa. Ora dovevo farmi venire in mente un piano e agire. Il mulino era esploso,la signora Jones aveva smaltito già i suoi rifiuti e Isaac li aveva prelevati. Ma certo! Isaac era il primo,lui poteva raccontare la storia e con i file della micro SD,avremmo smascherato Young.
Chiesi ad Armin di chiamare Alex e gli parlai.
“so del tuo accordo con il sindaco,la tua ragazza ti sta solo usando per aiutare il fratello e io ho le prove se non mi credi. Ti corrompe con dei soldi,che tu vuoi usare a fin di bene. Quel che non sai,è che lui è l’avversario di tuo padre alle elezioni quindi se vuoi prenderti una rivincita,devi sputare il rospo sull’accordo e su cosa smaltivi. E lo dovrai dire in un video. Ci stai?” dissi,la mia voce era ferma.
L’idea del video era una cavolata,ma era l’unico modo. A breve ci sarebbero state le elezioni e io dovevo agire prima che il sindaco venisse rieletto.
Alex accetto e iniziammo con il file #1
“sono Alex Lancelot, figlio minore del candidato a sindaco Killian Lancelot; oggi vi parlo di come sono stato fregato dal sindaco Young in cambio di una somma di denaro,per smaltire dei sacchi al vecchio mulino.” Disse.
Era dispiaciuto e si sentiva così stupido,si capiva,ma era necessario. Si doveva sapere chi reggeva davvero la città e come la governava. L’accordo prevedeva che avrebbe smaltito 6 sacchi,4 pieni dei fogli del progetto Genesys e due più pesanti,a cui il sindaco non aveva risposto in merito al contenuto. A detta di Alex erano più pesanti,e Diana gli aveva detto che non doveva spaventarsi poiché all’interno c’era materiale organico vecchio di anni. Nulla di preoccupante. Il video finiva con il ragazzo che mostrava alla telecamera del mio cellulare l’assegno da 300 dollari,con la firma del sindaco. Il ragazzo durante il loop aveva smaltito i sacchi in diverse ore del giorno per non farsi scoprire, inoltre con la scusa dei fuochi artificiali poteva avvicinarsi una seconda volta al mulino per verificare che tutto fosse a posto.
Step 1,fatto! Il secondo passo era entrare in casa del mio nemico per avere alcune conferme.
Bussai alla porta di casa Wade, Armin e Alex dietro di me. Monica mi aprì sorpresa e furiosa.
“che vuoi?” disse
“devo parlare con tuo padre riguardo delle questioni comunali. Volevo chiedere del … “ il signor Wade mi interruppe.
“cos’è questo baccano?” disse
“salve signor Wade, volevo porle delle domande in quanto membro di spicco del consiglio comunale. Posso? Ci vorrà solo qualche minuto,sono molto affascinata dalla sua brillante carriera politica e mi piacerebbe sapere come fa.” Ingraziarsi le persone fa sempre bene.
Tutto contento mi portò nel suo studio e iniziai con le domande. Lo so che non sono nessuno per poter fare indagini,interviste ma il fine era nobile,almeno speravo lo fosse e che tutti fossero più collaborativi possibile.
“ieri il mulino è esploso lo sa? Il vecchio mulino decadente al limitare del bosco. Sapeva del forno al suo interno?” chiesi
“forno? Nel mulino? Non c’è nessun forno nel mulino! Signorina lei mi sta prendendo in giro e io non sopporto chi si prende gioco di me,è chiaro?” era arrabbiato
“mi scusi se le ho fatto perdere tempo signore,ma davvero mi stupisce la sua carriera politica. Grazie del suo tempo”
Scesi al piano di sotto ed era quasi stato tutto inutile,optai per una mossa drastica. Parlai a Monica.
“senti io e te non ci piacciamo lo so questo,non abbiamo neanche mai avuto una vera conversazione noi due,non so perché e non so nemmeno se saremmo potute diventare amiche,ma mi devi aiutare. Non solo me, anche Armin ha bisogno del tuo aiuto. So della vostra frequentazione,sono arrabbiata ma nemmeno più di tanto,credimi. Mi dispiace aver interrotto il vostro approccio e puoi riprendertelo se pensi che riuscirai a farlo felice,ma ora aiutaci. Che ne dici?”
Ero arrivata così in basso,no ma lei meritava che qualcuno le dicesse le cose in faccia,come farebbe un’amica,anche se non lo eravamo.
“cosa ti serve?” mi disse,era stizzita,ma compiaciuta per il mio discorso
“sai dell’esistenza del mulino oltre il lago vero? Sai che c’è un forno all’interno? Per caso tuo padre ti ha parlato del progetto firmato quando è avvenuta la convalida? Ha detto mai qualcosa al riguardo?” chiesi,era urgente
“un forno?? Nel mulino? Mio padre e tutto il consiglio ha firmato una lunga lista di 26 punti sulle varie opere monumentali da costruire,tra questa il mulino e il lago appunto. Ma nessun forno. Né prima di questa convalida,né dopo. Ho sentito la mamma delle gemelle discutere con mio padre,tre giorni dopo la firma,riguardo ad un ventisettesimo punto rimasto vuoto che c’era sul foglio dei progetti. Tutti hanno pensato ad una svista del sindaco e la cosa è finita lì. Ma ti conviene chiedere di più ai Dellawer, non so altro purtroppo.” Mi disse,era pensierosa,poi continuò
“pensi che il sindaco sia un tipo losco? Lo pensi anche tu?” disse
“che vuoi dire? Che anche tu non ti fidi di lui? Mi sorprendi davvero!” ero stupefatta
“credi sia stupida?” mi chiese
“no anzi! Mi hai appena dimostrato nuovamente di non esserlo!” dissi
“oh … beh … grazie!” disse imbarazzata e ancora disse
“per fortuna te ne sei accorta nerd! … … … … … … e grazie per la sincerità prima,non volevo essere cattiva con te,ma tra la gelosia e l’invidia,credo di avere esagerato con te. Non ti chiederò scusa,questo basta e avanza”
Gli porsi la mano e ce la stringemmo,come due buone vicine; non ancora amiche,ma nutrivo delle speranze.
“ora vado,scusami. E grazie moltissimo! Sei stata preziosa!” dissi e andai fuori dove i due fratelli mi aspettavano.
Feci cenno con lo sguardo ad Armin per intimargli di parlare con Monica. Le doveva delle spiegazioni. Io mi diressi con Alex verso Robin Dellawer. Da sempre era considerata una chiacchierona e da lei potevo avere conferme e informazioni utili. Immaginate una pin up anni 50 con fazzoletto rosso attorno a capelli nero corvino,acconciatura cotonata,jeans a vita alta e una camicia gialla arrotolata al fondo. Ok,vi ho descritto Robin Dellawer. Voilà ragazzi. Era fuori a tagliare l’erba e stavolta finsi di dover scrivere un articolo per un giornale di scuola,tanto che ne sapeva lei? Decisi anche di filmare,così lei con l’aggiunta delle telecamere,sarebbe diventata più loquace.
Iniziai a chiedere che cosa pensasse della corruzione e quanto contasse la fiducia del consiglio nei confronti del proprio sindaco,dato che senza il loro consenso non si poteva procedere a nessun progetto o legge. Le chiesi se si fosse mai trovata in situazioni simili e se avesse esempi da illustrare.
“oh ci sono moltissimi esempi che potrei elencare. A cominciare dall’episodio del mio ex-marito. Lui è un medico di pronto soccorso,ha la licenza e la laurea in medicina; la falsa che teneva in casa era perché aveva paura che quella vera si potesse distruggere o addirittura essere rubata. Ci aveva lavorato tanto per arrivare dov’era a quel tempo e tutto sfumò per colpa di Ben Young; a quel tempo il giovane sindaco era stato eletto per il secondo mandato,io ero appena entrata di diritto nel consiglio,iniziavamo a farci un certo prestigio e mio marito era così bravo al pronto soccorso. Ma quando il sindaco decise di tagliare fondi all’ospedale,le cose peggiorarono. I macchinari si ridussero e anche i medici andarono via perché sottostimati e senza mezzi per poter fare il loro lavoro. Robert si trovò in grave difficoltà quando si vide promosso a primario di neonatologia,per carità un grande incarico che lui accettò,ma sapeva di non esserne in grado; decise che avrebbe chiesto l’aiuto di una sua ex professoressa in pensione,che era stata ostetrica per 25 anni. Lei lo faceva a titolo gratuito e fino a che il sindaco non lo scoprì,tutto andò bene. Poi si seppe in giro di questa bravissima ostetrica venuta da fuori,e le fu intimato di andarsene. Mai fosse successo,il giorno seguente mio marito fece partorire una donna, Cerise Jones; ci furono delle complicazioni,riuscì a fare il possibile,ma il macchinario che le avrebbe salvato la vita era occupato da un altro paziente in condizioni più critiche della sua,e lei morì senza poter essere salvata. La figlia nacque,ma morì poco dopo per lo stesso motivo. Fu incastrato da chi gli aveva dato l’incarico,la finta laurea e una dose di droga che gli fu trovata,lo incriminarono. Il sindaco se ne lavò le mani e su di noi cadde la vergogna. Poi tutti dimenticarono e tornò tutto normale più o meno”
ero sbigottita,quello che Isaac raccontava era giusto e anche sbagliato,pensava che la colpa fosse di Robert,invece era di nuovo di Ben Young. Era davvero bravo.  
 Chiesi il consenso alla pubblicazione del video e la signora acconsentì. Tornai da Armin, che aveva finalmente chiarito con Monica,e discutemmo di quanto scoperto. Mancavano solo due persone,anzi tre … anche Mark doveva sapere che stava succedendo. Avrei rovinato la loro famiglia,ero pronta a correre questo rischio? Ero pronta a buttarmi in questo piano assurdo che stava venendo fuori? Non lo sapevo,ma raccogliere informazioni non arrecava danno a nessuno ancora. Il giorno dopo saremmo andati da Isaac,tutti e tre e ne avremmo parlato con gli ultimi due più importanti di tutto l’accaduto per avere il quadro completo e le loro testimonianze dirette.
Alex tornò a casa, io e Armin ci sedemmo sulla mia panchina blu nel giardino. Nessuno di noi mangiò quella sera.
“ma ci credi a tutto quello che il sindaco sta facendo alle nostre spalle? Noi siamo giovani,pensa che potrebbe fare a noi se venisse rieletto. Tutto quello che ha fatto ad Alyssa e Isaac,a Mark e ai Dellawer. Per cosa? Investimenti? Commercio? Potere? Non lo capisco. “ dissi.
Ero così amareggiata. Lo strapotere acceca più di ogni altra cosa.
“risolveremo tutto,ma ora non pensare agli altri.” Disse
“a cosa dovrei pensare? Ho vissuto in un loop per 5 giorni, uno più brutto dell’altro. ora devo fare qualcosa,non posso non pensarci”
Volevo il mio cane adesso,avevo bisogno di affetto e di qualcuno che mi dicesse che facevo bene ad intestardirmi così tanto.
“potresti pensare a noi due” mi suggerì il mio amico
“Armin … te l’ho detto all’ospedale. Io ti amo,ma in questi giorni mi ha mentito,nascosto delle cose e so che provi qualcosa per Monica. Lei lo ha detto,o meglio ricordato,a te. La tua reazione di chiudermi la telefonata è stato un chiaro segnale. Non dirmi altre bugie per favore. Rimaniamo amici, non è meglio?”
Non sapevo cosa volessi da lui,lo ammetto. Non ero più certa di nulla. Averlo nella mia vita bastava, non volevo altri drammi, ne bugie.
“Monica mi ha detto che lei è innamorata di me,ma che non potrebbe mai rendermi felice come potrebbe fare qualcun altro. quei sentimenti che provavo per lei erano frutto di una cotta che è finita mesi dopo che tu sei tornata. Mi sono sentito con lei fino a due mesi dopo il tuo ritorno e discutevo spesso con lei perché non eravamo mai d’accordo su nulla. Era un mezzo per dimenticarti. A Londra alcuni ti facevano il filo,ed eri così entusiasta che mi sono buttato su chi poteva darmi l’affetto che non potevo ricevere da te in quel mese. Io ti amo e voglio stare con te e non starò qui a continuare a parlare, finchè non saprò cosa vuoi farne di noi” disse
Era così deciso e fermo sulla sua posizione. Non mi voleva parlare finchè non avessi detto qualcosa su noi,beh allora poteva stare lì ancora un po’,no? Feci per alzarmi e per andare via,che con uno scatto si piazzò davanti a me e mi bloccò la strada. Non feci nulla,rimasi immobile in piedi. Uscì la luna più piena che mai,era bellissima. All’improvviso,con il viso all’insù per guardare la luna,sentì delle labbra sfiorarmi,scesi il capo e mi trovai coinvolta in un bacio,sotto la luna piena.
“mi devi dei regali per farti perdonare i tre giorni in cui mi hai mentito,preso in giro e ignorata. Considerati incastrato da domani” dissi provocatoria.
“è mezzanotte cara,sono già incastrato suppongo” mi fece l’occhiolino.
“buonanotte mia fidanzata” disse
Ci congedammo per andare entrambi a dormire. Avevo di nuovo un ragazzo,mi misi a ridere e poi sprofondai a letto.
Dopo pranzo saremmo andati da Isaac e gli avremmo mostrato il materiale,a lui e Alyssa. Poi avremmo deciso su cosa fare con Mark e con il sindaco marcio fino al midollo.
Ci trovammo al lago tutti e tre: io e i fratelli Lancelot. Ci incamminammo nella parte proibita del bosco,dove ero già stata. Bussai alla porta dell’unica casa in quella fitta rete di alberi. L’odore di cannella era inconfondibile.
“come avete fatto a … ?” disse Isaac
Non fece manco in tempo a finire la frase che io lo interruppi.
“senta io so la sua storia e quella di sua cognata,ora se mi fa entrare,le posso mostrare le prove per incastrare Ben Young. Posso?” dissi
La porta si spalancò,avevo detto abracadabra? No ma Ben Young erano due parole altrettanto magiche. Chiesi di chiamare Alyssa Jones,e appena arrivò,ovviamente sbalordita,le intimai di sedersi e ascoltare. Spiegai tutto,Alex mi diede supporto con le sue parole e feci visionare i video dei vicini e della sd.
“voi non lo ricordate,ma mi avete raccontato la vostra storia,mi sono dispiaciuta assieme a voi. Le ho parlato al lago,ci siamo abbracciate e ho parlato con Mark a casa sua. Vi ho chiesto di aiutarmi e lo avete fatto,ora tocca a me. Abbiamo le prove per incastrare quel criminale,e so  già quando mostrarle. Dovete solo allertare la polizia e fornire questo materiale,ma dirgli di agire solo in un determinato momento. Abbiamo bisogno che la gente sappia chi ha eletto,prima che lo elegga di nuovo. Per questo mostreremo il girato e tutto durante il discorso di Young. Tramite Alex abbiamo scoperto che farà una presentazione power point dopo la sua entrata trionfale,inoltre so che Mark è un ottimo hacker e si potrebbe infiltrare nel suo pc durante la presentazione, ma dovrà dirgli che è suo padre o lo verrà a scoprire dal filmato.” Esposi il piano.
Alyssa acconsentì e anche il cognato. Lei corse a casa a dire al figlio che stava per succedere e tutta la verità,poi io avrei dovuto incassare il colpo,parlandogli subito dopo la vicenda per spiegare il piano anche a lui.
Mark uscì da casa e io lo aspettai nel vialetto di casa mia. Non disse niente.
“so che ti ho rovinato la vita,sono l’ultima persona con cui vuoi parlare,ma ho bisogno di te,ti prego.” Dissi
Mi abbracciò e  mi prese proprio alla sprovvista,ma ero felice di quell’abbraccio, potevamo essere amici con lui,ne ero certa e ora non doveva nascondersi o altro.
“grazie per aver dato una speranza a mia madre,non le vedevo quella luce di felicità negli occhi da tempo ormai. Farò ciò che vuoi”
“devi hackerare il pc di tuo padre … scusa,ehm del sindaco.” Ero proprio stupida,facevo un passo avanti e due indietro. Non sapevo parlare.
“va tutto bene,non preoccuparti. Va bene così. Contaci,ti farò da hacker!” disse
“ tra una settimana si terrà il discorso, il pc sarà dietro l’impalcatura. Diana farà partire il tutto,ma poi Alex la distrarrà facendole mettere la riproduzione automatica; a quel punto tiri fuori la chiavetta e riproduci tutti i video ok? Il discorso è alle 17 nella piazza davanti il municipio,ok?” dissi
“ci andiamo insieme? Cioè mi accompagni?” chiese imbarazzato
“ma certo Mark! E grazie mille,per qualsiasi cosa,sono qui  ok? La mia porta è qui per te, solo non suonare il campanello … l’ho staccato perché era fastidioso. Ti do il mio numero e mi chiami o scrivi quando sei sotto casa mia o hai bisogno.”
Gli diedi un bacio sulla guancia e ci salutammo.  
Prima di andarsene però mi disse che la madre lo aveva fatto avvicinare alla stanza frigo che avevano al piano di sopra e che dentro conservava il composto che uccise suo padre,non quello vero,ma quello che sicuramente gli avrebbe dato più attenzioni e amore. Inoltre il composto aveva un decadimento veloce e per questo non era così pericoloso per la loro salute da dover essere messo nella serra assieme agli altri. A quanto pare Alyssa,tornata a casa osservò attentamente i composti dati dal comune con quello del c40 e per un millesimo di materiali,combaciavano alla perfezione; lei non se n’era mai accorta prima perché presa dall’abitudine,dalla rabbia e dal fatto che erano camuffati bene. Del resto non faceva aggiornamenti da 5-6 anni e come poteva sapere le nuove tecniche per nascondere certe sostanze.
Tutto quadrava,ora mancava l’atto finale. Armin venne a salutarmi subito dopo che Mark era andato via. Si salutarono appena si videro,che dolci.
“Hei tesoro, problemi?” mi chiese
“oltre a tutti quelli che ho?”
Ridemmo in maniera incontrollata,eravamo pieni di problemi,io almeno lo ero; uno in più non credo avrebbe cambiato qualcosa nella mia vita.
“sono venuto a vedere come stavi,piccola. Sai,tra breve bisogna agire. Mio padre è in fermento ormai,mancano 5 giorni. Ci riusciremo secondo te?” era preoccupato
“sai che i miei piani funzionano,magari stavolta non è un piano proprio perfetto,ma farò di tutto per farlo andare. Lui deve sparire … sai quando ho trovato Argo,è venuto a casa e mi ha minacciato; vedessi la rabbia nei suoi occhi perché non facevo ciò che mi aveva chiesto.” Dissi
Fino ad ora non ci avevo mai pensato a quanto avessi rischiato quella sera,se l’avessi lasciato entrare … chissà che sarebbe successo. Mi passò un brivido addosso. Non ero pronta ad un loop certo, ma alla morte o peggio, proprio no.
“senti,visto che stiamo insieme già da due giorni,che ne dici di un appuntamento,prima del trambusto?” mi chiese Armin
“tu vuoi un appuntamento adesso? Il tempismo di una lumaca tu,eh?” dissi,ma accettai
“ci vediamo domani sera a cena a casa mia ok? E devi indossare questo.”
Mi porse una busta e mi fece l’occhiolino. Non gliel’avevo manco notata. Dentro c’era il vestito blu del primo 20 agosto. Ma davvero? Era stupido,ma almeno ascoltava ciò che gli raccontavo.
“devo indossare questo? Come hai fatto?” chiesi
“ascolto poco,ma se mi dici di un abito sexy che non ti ho mai visto addosso,e che è un abito … beh le mie orecchie sono tutte tue” di nuovo l ‘occhiolino
“sei un maschilista pervertito lo sai,vero?” dissi
“già si,ma sono il tuo pervertito no? Poi chissà che non accada nulla a fine serata che possa farti apprezzare di più il mio gesto romantico. “
“da me otterrai solo rutti e pugni,magari un bacetto se sarai carino. Nient’altro tesoro.”
Poteva scordarsi qualsiasi atto sessuale da parte mia in quel frangente anche se la situazione lo avrebbe richiesto. Le ragazze vogliono baci e carezze, non io precisiamo, ma i maschi vogliono avere cose che soddisfino i loro bisogni primari. Cibo,acqua,tetto sulla testa,vestiti e sesso. Per noi ragazze è diverso perché richiediamo anche il cervello tra questi bisogni.
Lo salutai con un bacio sulla guancia e filai a cenare e poi a nanna con Argo accoccolato al bordo del letto.
Ero davvero preoccupata, i miei piani funzionano, ma finchè è gente facilmente manovrabile ok posso farcela,ma con adulti che non siano i miei genitori … beh è difficile ottenere ciò che si vuole o si pianifica. Certo io ho sempre un piano B ma se stavolta non mi fosse venuto, avrei messo a rischio tutti,e non me lo potevo permettere. Non stavolta perché non avevo nessun loop che mi aiutasse a sistemare le cose. Crollai e mi risvegliai la mattina dopo.
Mancavano 4 giorni ormai, era il 23 agosto. Le elezioni erano a settembre,ma il discorso dei due candidati era il 27agosto. Così da permettere a tutti di poter scegliere al meglio. Passai il pomeriggio a disegnare,fino all’ora in cui non dovetti vestirmi per andare da Armin. Portai anche Argo con me,i miei non c’erano e non mi andava di lasciarlo da solo, cucciolo.
Di solito ci metto dai 10 ai 15 minuti per prepararmi,anche meno,ma stavolta era un appuntamento ed ero in ansia. Eyeliner e vestito non bastavano più,niente converse,ma scarpe con il tacco … mi sarei uccisa i piedi,ma ne valeva la pena per vederlo sbavare. Borsa e collare ed ero pronta. Bussai alla sua porta. Era vestito proprio come il primo 20 agosto! Mi ascolta davvero!
“volevo riprodurre l’appuntamento andato male la prima volta,originale no?” disse felice
Poi notò il mio abbigliamento … ricordate il lupo alla luna? Stessa reazione,stavolta però tentò di saltarmi addosso. Eh no bello mio.
“hei hei hei! Calma stallone,dov’è la cena?” dissi
Si si ero lusingata per l’apprezzamento,ma avevo fame dannazione. io mangio come un maiale,sono una ragazza poco fine,per mia fortuna non ingrasso tanto e così posso ingozzarmi quanto voglio. Quello che pochi sanno è che se sto tanto senza cibo divento irritabile,molto irritabile. Mangiammo hamburger e pasta,che accoppiata no? Eravamo strani anche nel cibo. Finita la cena,guardammo un horror; Argo si era talmente ingozzato di cibo per cani che crollò sulla sua cuccia. Noi guardammo il film e ci stancammo presto talmente era noioso. Così giocammo alla play,lo battei a Fifa 2014,ovvio. Ci mettemmo sul divano grosso a parlare. Mi chiese della scuola,del piano,di noi. Pessimi argomenti insomma. Cedo facilmente al panico,e lui mi ci aveva fatto sprofondare. Con tutto il trambusto non avevo portato i fogli alla segreteria per il cambio,io avevo appreso così tante cose in quel periodo,che tornai a vagliare tutte le possibilità. Mi ero fissata con l’insegnamento,poi con la psicologia,poi ancora arte e poi la confusione. E’ difficile scegliere quando sei una persona indecisa e non hai le idee chiare. Per il piano pure peggio perché i dubbi di questa mattina sarebbero stati presenti fino al 27 agosto,ciò voleva dire incubi a gogò. L’argomento noi poi era pure peggio.  Ho avuto degli ex e non è andata bene. Quando confondi i sentimenti è difficile capire cosa si prova per una persona,quando poi ci provi e ti abitui ad averla sempre accanto diventa ancora più difficile capire le cose e i dubbi ti assalgono; ci sono quei momenti di rivelazione in cui dici “ok lo amo”,ma poi la tua testa torna normale e la lampadina si spegne.
“hei va tutto bene? Sei troppo pensierosa. Pessime domande?” chiese
“… … … eh si,no,scusami. Mi sono messa a pensare e non è una buona cosa quando lo faccio così intensamente. Ho un gran mal di testa scusami.” Dissi
Era vero,tutto mi stava stressando. Non so come sarei riuscita a finire quell’appuntamento date le mie condizioni,psicologiche e non.
Poi lui mi baciò e mi disse di andare a casa se volevo,ma così avrei rovinato tutto. L’avevo già rovinato in realtà. Di nuovo pensierosa.
“senti so che sei preoccupata,scegliere la scuola è difficile e prendere una decisione definitiva dopo due anni di archeologia può essere grave,ma se fai con calma troverai la soluzione. Il piano andrà bene,hai detto a tutti cosa fare e sono pronti ad agire a loro rischio e pericolo. Tu non hai nessuna responsabilità,ti sei data così tanto da fare che tirarsi indietro ora sarebbe da stupidi. … … … per quanto riguarda noi,non ho buoni consigli. So come sei,ma per quanto tu possa dubitare dei tuoi sentimenti,quei momenti di lucidità in cui sei così dolce e provocatoria verso di me,dovrebbero darti dei segnali più che lampanti. Monica non mi piace e mai vorrò stare con lei. Ok? Se succederà il tracollo del nostro rapporto,beh vedremo cosa fare. Magari riusciamo a salvarci in qualche modo o ad arrecarci il minor danno possibile. Che ne dici?” disse rassicurante.
“mmmm ok. Ti dispiace se vado a casa? Mi scoppia la testa.”
Annuì,presi Argo e tornai a casa. Mi misi a letto,un bacio al mio cane e crollai dal sonno.
I giorni passavano in fretta, 24, 25 agosto ed ecco il trauma. Il 25 agosto alle 15 del pomeriggio il mio campanello suonò, alla porta Mark, disperato, mi chiese di andare a casa sua perché sua madre stava male e si era accasciata a terra. Cosa potevo fare io? Non sono un medico e di certo da quel che ho imparato di primo soccorso a scuola guida, qui non poteva essere utile. Corsi con lui a casa sua, Alyssa era blu in faccia, non blu puffo, ma aveva il viso terrorizzato e stava lentamente andando in ipotermia. Chiesi a Mark cosa fosse successo alla madre e lui mi rispose che era tornato a casa da scuola e l’aveva trovata già così. La prima cosa che mi venne in mente fu di chiamare mio zio, lavorava all’ospedale, magari non era competente ma avrebbe saputo cosa fare; ho avuto culo quel giorno, perché era a riposo e abita per fortuna a 10 minuti di macchina da me, così corse e si precipitò da noi. La sua faccia alla vista della scena rendeva l’idea della gravità dei fatti. Ci ordino di alzare il termostato almeno a 35 gradi per permetterle di riscaldarsi e la piazzammo davanti al camino per aiutare ancora di più. Non morì per fortuna, ma per riprendersi ci sarebbero volute giorni, o addirittura settimane. Ovviamente qualcosa va sempre storto in un piano contro un malvagio, ma il mio villain della situazione stavolta non c’entrava, eppure non capivo come mai si fosse quasi congelata e fosse così terrorizzata. Non avevo tempo per indagare purtroppo, era troppo tardi ed ero senza un testimone chiave. Lei era cruciale insieme al cognato per chiamare la polizia, avrebbero ascoltato dei grandi, specie lei che lavora per il sindaco stesso. Nessuno ascolta dei ragazzini, anche se hai delle prove schiaccianti. Sei comunque irrilevante. Non sapevo che fare. Mark e gli altri erano ancora dalla mia parte, ma io ero persa negli eventi e in tutto quello che stava accadendo.  Sapete quando nei film c’è una forza che non devi risvegliare, ma puntualmente la risvegli? Ecco stava succedendo questo. Era la sera del 25 agosto, io avevo lasciato casa Jones alle 18 per addentrarmi nei miei pensieri a casa mia, dove non potessi fare del male a nessuno con i miei assurdi piani complottistici. Armin era andato da Mark per assicurarsi che mio zio, lui e Alyssa mangiassero qualcosa. Stavano diventando sempre di più amici ormai, il merito era anche mio, ma era la brutta situazione che li aveva resi tali, non io. Poi un messaggio.
“devi venire qui, subito. Sappiamo cosa è successo ad Alyssa, Isaac sta controllando la casa e ha degli indizi.
Armin”
Ero troppo depressa per alzarmi, ma lo dovevo alla signora Jones per averla coinvolta in questa folle impresa. Bussai e Mark mi aprì, una faccia scura e determinata in viso.
“ciao che è successo dunque?” chiesi
“vuoi sapere cos’è successo?? Vuoi saperl…”
Una mano interruppe Mark, che furioso iniziò a borbottare con Armin che non capiva ciò che diceva.
“figliolo calmati, questo non aiuterà tua mamma a rimettersi ok? Ragazzo accompagnalo nel seminterrato per piacere, devo parlare con la signorina Blade.” Disse Isaac e mi fissò con fermezza negli occhi. Quelli erano bellissimi, quel castano scuro mi ricordava gli alberi che vidi nella foto di Jason Jones con gli abiti orrendi. Quando distolsi lo sguardo per guardare il salone dove Alyssa era sdraiata da ore, lui mi fece cenno di non farlo.
“non guardarla o ti sentirai ancora più in colpa mia cara.” Mi disse a bassa voce
“come…?” chiesi
“come faccio? So cosa ti affligge piccoletta, ci sono passato. E’ come essere in guerra, sei in prima linea per la missione suicida, ma più soldati del tuo plotone cadono per proteggere te, più tu ti sentirai presa dalla sconforto perché nessuno gli ha ordinato di cadere al posto tuo, ma lo fanno lo stesso perché sanno che tu puoi fare la differenza nella battaglia finale per vincere finalmente la guerra. Per questo siamo tutti qui ancora, e pronti per qualsiasi mossa vorrai intraprendere perché siamo stanchi e abbiamo bisogno che tu ci guidi perché conosci più di noi.” Mi disse
Mi misi a piangere, io non volevo essere in guerra sono solo una bambina impicciona che non sa farsi gli affari suoi e che rischia di perdere tutto ciò che ha guadagnato  fino ad ora con una singola mossa sbagliata. Il tracollo è già iniziato con Alyssa, chi altro dovrà cadere per mano mia? Mark e Armin tornarono su e mi videro piangere tra le braccia di Isaac. Mi tolsi e Mark mi abbracciò e mi disse all’orecchio parole che mi diedero una scossa.
“e’ grazie a te se mia madre è più felice, mio zio esce dal bosco dove è stato per anni, se sono tuo amico e se mi fido ciecamente di quello che stai facendo per tutti noi. Sono fiero di te, ma ora non devi tirarti indietro, mia madre non vorrebbe questo ora che siamo ad un passo dall’ottenere ciò che Sladetown ha bisogno; coerenza e onestà. Ti prego non cedere Alexis.”
Una lacrima scese dal suo viso e io non potevo vedere altri piangere al di fuori di me, non potevo permetterlo. Eravamo una squadra e io potevo piangere, ma altri no. Era mio compito tenere alto il morale di tutti e aiutarli perché loro avevano aiutato me, mi avevano cambiato e reso più combattiva. Ero la versione migliore di me stessa.
Mentalmente sana e reattiva, mi feci dire cosa avevano scoperto in casa, e quello che mi dissero era un atto da farabutti che indovinate un po’ chi poteva averlo messo in atto? Salve signor sindaco! Nella serra doveva Alyssa teneva i composti, c’era una fuga di materiale chimico, questo perché i barili avevano la chiusura automatizzata con un comando di controllo remoto, che ovviamente aveva anche il sindaco. Alyssa spaventata si è rifugiata in casa e di preciso nella cella frigorifera perché impediva le fughe ed eventuali entrate di radiazioni, credendosi al sicuro. Qualcuno ha forzato la porta della cella per entrare a prendere la signora Jones, ma non riuscendoci, ha bloccato la porta impedendole di uscire. Sentendo movimento all’interno del quartiere il presunto intruso sarà fuggito lasciando perdere le sue tracce. L’unica domanda che rimaneva sospesa era chi fosse l’intruso. Provammo ognuno di noi ad aprire la cella dall’esterno, tutti ci riuscirono tranne me. Mio zio disse che la forza di una donna è inferiore a quella di un uomo della sua stessa età. A me non piace sentire queste cose, perché le donne non saranno forti, ma riescono a piegare un uomo al suo volere senza bisogno della forza; l’uso dell’intelligenza e delle nostre doti sono armi più che sufficienti non credete?
Ebbi una malata idea e telefonai ad Alex.
“pronto? Ciao Alex senti per caso sei a casa? tuo fratello ha il telefono scarico e vorrebbe sapere se c’è qualcuno a casa per passare a prendere il carica batterie.”
“hei ciao! Sisi ora si, a pranzo eravamo io e Diana a casa, poi alle 14 sono andato in centro a prendere un regalo, poi alle 17 Diana era davanti a casa mia che mi aspettava da 10 minuti per passare la serata assieme. Ci sono, passate pure” disse
La telefonata era in vivavoce, e se anche voi capite perché ho telefonato a lui, allora siete degli ottimi impiccioni quanto noi. La conclusione era chiara. La dolce Diana, che di dolce non aveva nulla, aveva aiutato il fratello per sbarazzarsi delle prove e di Alyssa, ma gli è andata male o quasi almeno visto che l’aveva messa temporaneamente fuori gioco. La colpa era anche mia, non avrei dovuto dire al sindaco che avevo trovato l’sd nel collare e questo lo avrà fatto insospettire talmente tanto che alla prima occasione ha cercato di sbarazzarsi di parte delle prove e testimoni scomodi. Ora avevamo ancora di più le luci puntate sul nostro quartiere con una Diana sempre più in mezzo alle scatole. Ma la storia tra lei e Alex non poteva finire così di botto o avrebbe insospettito tutti e dovevamo fare in modo di fare le cose alla luce del sole, ma non troppo per non destare sospetti. Ricordate che io sono un ninja, vero? Bene, gli altri 4 no. E’ come avere quattro ippopotami e un altro animale qualsiasi caruccio e silenzioso, una fregatura in pratica. Mangiammo cena tutti insieme alle 22,pazzesco cosa tutto era successo in 7 ore, ma alla fine riuscimmo a ridere e scherzare davanti a un piatto di spaghetti al pomodoro. Poi tornammo tutti a casa, tranne io che su richiesta di Mark, rimasi a dormire a casa sua. Sapete la gelosia in un rapporto a volte va bene, è il sale della relazione, così dicono, e invece no ragazzi; non siate eccessivamente gelosi con le vostre ragazze, se beccate una come me che a dimostrazioni di affetto, ti amo etc si scansa, beh un eccesso di gelosia lo prende molto male.  Avete già intuito che quel genio di Armin ha fatto una scenata a Mark sul perchè fosse richiesta la mia presenza lì senza la supervisione di adulto, cioè lui.  Ma Mark che è un grande gli ha risposto semplicemente che ha bisogno di qualcuno di amico per aiutarlo con la madre e niente di più. E dato che tra donne ci si capisce, ha preferito chiedere a me. Ooooh bravo Mark. Andati tutti via, ci mettemmo con dei sacchi a pelo vicino al divano dove Alyssa stava con kg di coperte. Piano piano il blu svaniva, e per fortuna era riuscita ad addormentarsi. Mio zio le aveva dato un rilassante muscolare per la rigidità dovuta al quasi congelamento.
E come per magia Mark perse i punti guadagnati con una sola domanda.
“come va tra te e Armin?”
La mia faccia diceva tutto, peccato fosse troppo buio per vederla. Così dovetti rispondere.
“beh sai per ora mi sto concentrando su altro, non è una mia priorità ora, quando tutto sarà finito allora vedrò di scegliere la scuola e la mia situazione sentimentale. Ora non ho la testa. Mi è dispiaciuto talmente tanto per tua madre, che se avessi un fidanzato non sarei più così concentrata da guardare le cose con lucidità. Ci sono stati dei baci e delle provocazioni riguardo l’essere incastrati l’uno con l’altro, ma è lontana la definizione di fidanzati. Durante i primi giorni di loop pensavo che il mio obiettivo fosse proprio Armin, ma poi ho visto il mulino esplodere, tuo zio, tua mamma al lago e tutto ha assunto un senso più grande, troppo grande per le mie spalle, ma anche se è stata scelta la persona sbagliata per risolvere il problema, ormai ci siamo dentro e devo andare fino in fondo. Quindi per rispondere alla tua domanda, non lo so manco io.”
Fu così che arrivò il 26 agosto. La mattina era calda, troppo calda per i miei gusti. Dopo esserci addormentati brutalmente nei nostri sacchi a pelo, ci svegliammo con goccioline di sudore lungo tutto il corpo; capisco i 35 gradi e il camino acceso, ma così era esagerato… era come se la casa intera stesse andando a fuoco. Aspetta un attimo!
“Mark muoviti!! La casa sta andando a fuoco, vogliono farci saltare in aria con i composti, svelto!!” dissi
Non avevamo tempo per chiedere aiuto, prendemmo i sacchi a pelo e aiutammo Alyssa a fare piccoli passi per avvicinarsi più possibile alla porta d’ingresso per uscire di lì, non potevo pretendere molto da lei, ma ce la mise comunque tutta e dopo mezz’ora uscimmo dalla casa, le fiamme erano altissime nella serra e si stavano propagando per tutto il primo piano. Addio prove del barile, della cella frigo, nulla più sarebbe rimasto. Erano le 6 del mattino e io chiamai i pompieri che arrivarono troppo tardi quando ormai tutto, beh quel tutto, non c’era più. Nuovamente senza lacrime da versare, chiesi ai Jones se stavano bene. Alyssa rispose piano con la voce rotta e i segni del quasi congelamento ancora sul corpo. Si stava riprendendo, ora molto di più visto il calore che ci aveva quasi uccisi. Riusciva a camminare meglio di quando la trovammo, però faticava ancora. Il viso era completamente ripreso e tornato più roseo. Sul corpo aveva ancora delle zone blu e viola. Mark invece era furioso, ma stava bene. Si fiondò verso la madre per aiutarla ad alzarsi e chiamò lo zio al posto suo. Decisero che sarebbero stati da lui temporaneamente, ma il figlio di Alyssa mi chiese se poteva stare da me fino a dopo le elezioni.
“servono occhi vigili e lucidi per sorvegliare il quartiere no? Posso stare da te? Ti prego” mi chiese
“non so se tu possa essere lucido in questo momento Mark, però se vuoi puoi restare quanto vuoi. Ai miei non darai fastidio e nemmeno ad Argo se non invadi la sua cuccia” dissi
Lui mi sorrise, ma era un sorriso amaro. Tutti i vicini erano fuori a guardare l’accaduto. Monica si avvicinò a me.
“cosa hai fatto?” chiese
“io?? Scusami, sei appena scesa dal letto di cristallo, non sai cosa sia successo e pensi che sia io la colpevole??” ero arrabbiata, con me stessa; era davvero colpa mia.
“E’ da giorni che si aggira per il quartiere una berlina blu, oggi l ‘incendio. C’è qualcosa che non va!” mi disse
“come scusa? Una berlina? Non ho visto nessuna macchina io, eppure sono abbastanza attenta.”
“non abbastanza tesoro se non ti accorgi che quella piccola ragazzetta firmata da capo a piedi, si fa scaricare davanti casa Lancelot ogni giorno e il suo autista continua a girare per il quartiere finchè lei non fa cenno di riprenderla!”
Monica aveva occhio cavolo! Per gli abiti firmati, però era stata utile. Mark non aveva sentito, così gli riferì tutto e decidemmo di dirlo agli altri dopo che Alyssa se ne sarebbe andata. Avremmo poi aspettato Isaac e avremmo fatto una riunione per definire gli sviluppi, stavolta serviva anche Alex. La signora Jones ormai doveva solo riposare, non potevo farla rischiare ancora; stavano cercando di ucciderla e non sarebbe più stata al sicuro se non avessi chiuso con il caro sindaco Young.
“penso che sia ancora viva … diciamo che è messa male, ma non è completamente fuori gioco come volevi tu fratellino. Mi spiace” disse la piccola Diana
“mi devo sempre occupare io delle cose per farle per bene, non è vero??” un Ben Young arrabbiato infuriava nell’ufficio del sindaco
“se non avessi lasciato che il tuo cane approdasse nelle braccia di quella fastidiosa ragazza, forse non avresti avuto bisogno di questi metodi!!” Diana sbottò.
“allora è arrivato il momento sorella! Siamo a rischio e stiamo deviando dai nostri piani iniziali. Prenderemo questa signorina Blade con le buone o con le cattive. Chiama Doc.” il sorriso malefico sulla faccia del sindaco non prometteva nulla di buono ,ma noi ancora non eravamo consapevoli di quello che sarebbe accaduto.
Al quartier generale intanto ci consultavamo per capire il da farsi. Alyssa ancora dal cognato e Mark e Armin a casa mia; eravamo 3 ragazzini alle prese con un piano per incastrare un criminale, un piano che doveva essere totalmente rivisto e modificato.
“allora siamo senza tua madre. Solo tuo zio dalla polizia, pensate che possano credergli? È stato nell’ombra per tanto tempo dopo l’accaduto con il sindaco e la general corp. Se fossi un poliziotto avrei enormi dubbi e sospetti, diciamo che tuo zio non è la persona che visivamente rassicura le persone. “ dissi
“Alex sta arrivando e ha da dirci delle cose su Diana” disse Armin
Eravamo turbati, davvero tanto. Poi suonò il campanello. Alex entrò e ci disse che Diana ieri sera al telefono era molto strana.
“faceva domande su di te e su che tipo di rapporto avessi con la nostra famiglia. Non gli ho detto che tu e Armin state insieme, ma solo che siete amici ed eravate compagni di scuola. Quando gli ho chiesto come mai queste domande, mi ha risposto che suo fratello si era incuriosito riguardo la ragazza che aveva trovato il suo cane, poi una voce di sottofondo mi colpì…” Alex si fermò e con voce tremante riprese…
“non ho capito bene che diceva, ma poi ci fu una risata e lei cercò di camuffarla ridendo a sua volta, ma l’ho registrata…”
Ce la fece sentire e io la riconobbi, non avrei mai dimenticato quella risata. Malvagia quanto il suo nome, Ben Young. Il giorno dopo ci sarebbe stato il discorso, ma Isaac da solo non poteva avvisare la polizia, Alyssa doveva stare nascosta per evitare altre ripercussioni, così Armin si offrì per accompagnarlo con una copia delle prove. Noi altri servivamo come distrazione. Deciso che il piano sarebbe rimasto lo stesso con quelle poche modifiche di scambio di persona, andammo a letto nelle rispettive case consapevoli che domani sarebbe stato il 27 agosto, il grande giorno era arrivato. Non riuscendo a dormire, decisi di scendere giù nella mia panchina blu, le stelle mi calmano poi un rumore di ali destò il mio viso all’insù.
“J?? Che ci fai qui bellissimo corvo porta guai??”
ero felice perché il bel corvo era arrivato fin lì, voleva dire che magari gli ero simpatica. Dicono che i corvi portino sfiga e che seminino morte sul  loro cammino, ma lui era così carino e tenerello. Si appollaiò sul bracciolo della panchina, poi una berlina blu si piazzò davanti al mio vialetto e da lì sentì il mio corpo sollevarsi e sprofondai nel sonno.
Mi risvegliai all’alba con un bernoccolo e un gran mal di testa. Legata ad un palo, non potevo muovere le braccia, ero seduta su della specie di terriccio giallo, come se fosse terreno incolto o morto da mesi. Davanti a me un’autista in uniforme stava seduto su una sedia in ferro guardandomi con aria perplessa.
“chi sei?” chiesi spaventata
“ciao sono Doc, attendo degli ordini non possiamo parlare. Per favore taci o sarò costretto a farti stare zitta cara” era talmente calmo e felice
Il “cara” non era utile in quella circostanza, se fosse stato un sms ci avrebbe messo sicuramente lo smile sorridente, come se tutto questo fosse una specie di scherzo. Suppongo non fosse la prima volta che faceva  un rapimento. Poi lui si girò verso una figura più scura dietro di lui, alta e possente. Ero terrorizzata.
“Signorina Blade che onore rivederla senza una porta ad ostacolare la nostra conversazione!” mi disse il sindaco
“sono davvero davvero contrariato, mi ha fatto sprecare tanto di quel tempo con le sue indagini e i ficcanaso che ha reclutato, tra cui mio figlio ho notato. Mi trovo a dover prendere provvedimenti io stesso e odio sporcarmi le mani personalmente sa?” si girò di schiena mentre mi parlava
Forse fu azzardato, quasi quanto rapirmi, ma mi mossi per far uscire dalla tasca il cellulare. Negli ultimi giorni avevo messo il registratore vocale nei widget del mio telefono così che, in momenti di necessità con un solo gesto potessi registrare qualsiasi cosa, ma sono stupida a quanto pare perché il sindaco si girò nel momento sbagliato e a pochi centimetri da me, prese il telefono, lo smontò, gli tolse la sim buttandola a terra e lo schiacciò. Non avrei più avuto modo di contattare nessuno, se mai fossi riuscita a liberarmi. Magari ero fuori città e non sarei arrivata in tempo per il discorso e non potevo avvisarli che ero salva e che potevano dare inizio al piano senza di me.
“la vedo pensierosa signorina. Vede ora, contro ogni mia previsione, mi vedo costretto ad ucciderla. Sa troppo e so che agirete in qualche modo, suppongo che cercherete di smascherarmi davanti alla popolazione. E questo non posso permetterlo. La signora Alyssa dopo che il piano fallirà ritornerà sulla retta via e mi dirà i risultati che spero, e finalmente avrò di nuovo la mia azienda e un mucchio di soldi, anche più di mio padre. Si è fatto fregare da una stupida pedina, un operaio… tsk! Io non sono così sciocco, e sarò ben preparato eliminando chi tutto mi ostacola a cominciare da lei. Negli anni mi sono sempre occupato dei problemi di mio padre, il cadavere del povero Jason; i suoi resti e tutto quello che lo riguarda e mi riguarda, sono sepolti sotto di lei mia cara e presto anche tu con loro. “ la sua risata malefica rieccheggiava ed ebbi ancora di più i brividi.
“ora mi scuserai, ma devo andare a presenziare ad un discorso tra dieci ore e mi devo preparare a sembrare perfetto come sempre. Uccidila e non fallire.” Disse a Doc
Il suo autista era un wrestler, un armadio da almeno 100-150 kg; un essere di solo muscoli e letteralmente niente cervello. Voleva uccidermi seppellendomi viva, il che è la morte peggiore che possa capitare ad un essere umano. Non sapevo se parlargli potesse essere d’aiuto alla  mia condizione già precaria, ma ci provai.
“scusami! Buon uomo, Doc giusto? Senti è necessario questo omicidio che devi compiere nei miei confronti? Del resto l’educazione implica almeno una conoscenza prima di qualsiasi azione no? Che questa sia carina o meno. Sei d’accordo?” avevo la voce più coccolosamente tremante del mondo ed ho tirato la prima balla possibile immaginabile per salvarmi un po’ il deretano.
A quanto pare funzionò perché attirai la sua attenzione. Ma mi depositò comunque nella fossa che era stata accuratamente scavata mentre io dormivo svenuta, prima di parlarmi.
“mia mamma diceva sempre che l’educazione è alla base di ogni relazione personale. Così ho conosciuto il mio amico Ben.” disse
Era molto felice di quell’amicizia e di quanto tenesse alla madre, talmente tanto che presumo fosse la sua faccia quella tatuata sulla sua chiappa sinistra. Tornò a parlare.
“vede signorina, io devo eseguire gli ordini del mio amico, ma è anche giusto che io sia educato con lei e quindi le concedo un’ora di dialogo prima di ucciderla, le va? Forse anche due se lei vorrà conoscere la mia.” Mi chiese
Per tutta risposta volevo solo infilargli la pala nella zona dove la madre potesse avere una buona prospettiva, giusto per dare uno spettacolo diverso dalle solite evacuazioni corporee che vedeva quel povero tatuaggio. Ma ovviamente non ero nessuno per fare in modo che il mio desiderio si avverasse. Così cominciai a dirgli tutto quello che avevo passato fino ad oggi, prima di essere rapita e forse seppellita viva.
Nel frattempo alle 8 del mattino Argo si alzò dalla sua cuccia e mi cercò per svegliarmi con la sua leccata facciale mattutina, ma non trovandomi iniziò a guaire svegliando Mark.
“che c’è Argo? Ale che ha il tuo cane? Voglio dormire dai, cuccia bello.” La voce assonnata
“ale? Oh mi prendi in giro?? Come fai a dormire così profondamente con sto chiasso di pianto?” disse
La sua mano toccò il mio letto vuoto e si destò tutto d’un colpo.
“ale dove sei?? Ale???? Miseriaccia dov’è finita?” la voce tremante
Telefonò ad Armin per chiedere se fossi lì, ma alla risposta negativa di uno, partì l’ansia dell’altro e del secondo messi insieme. Si videro poi mezz’ora dopo per chiedere se mi avessero vista nel vicinato, telefonarono ad Isaac e Alyssa ma niente. Io ero in ostaggio dalla tarda notte del giorno precedente e nessuno si era accorto di nulla. Nella paura sempre più lampante di un possibile rapimento, il mio gruppo si mise alla mia ricerca, tanto che nella fretta la porta di casa fu lasciata inavvertitamente aperta e Argo scappò fuori, annusando delle tracce. Vedete i cani sentono il pericolo, e così Argo sentendo che ero in pericolo e lontano dai soliti posti in cui mi aveva visto i giorni in cui eravamo insieme, si mise a rincorrere Mark che si era separato da Armin. Uno era al lago, l ‘altro in centro città.
 “ecco vede questa è la mia storia. Potrebbe non credere al loop e lo capisco, vede che quando le dico che sono sfortunata è la verità. “ disse a Doc
“mi… mi dispiace così tanto di tutto quello che ha dovuto passare… ma purtroppo vede io sono costretto a darle questa ennesima sfortuna e questo mi rattrista molto signorina.” Aveva le lacrime agli occhi
Raccontare la mia storia era stato veloce, del resto avevo solo 21 anni, dovevo guadagnare ancora tempo e magari la sua fiducia e forse avrei avuto una chance. Il mio carceriere mi disse che erano le 9,ci avevo messo un’ora esatta per tutta la mia vita, speravo valesse molto più tempo. Poi gli chiesi della sua di vita, di sua madre e di Ben. Vi risparmio la melensa storia di dolcezze e carinerie che una madre fece a suo figlio e di quanto Ben Young all’epoca del loro primo incontro fosse così cordiale e un modello da seguire, sappiamo tutti come il sindaco è ora e cosa pretende che il suo amico faccia, inoltre sto per morire quindi abbiate pietà se non me ne frega nulla di lui. Sono grata che, dati i suoi 43 anni, ci volesse più tempo per raccontare la sua storia. Iniziai a cercare con lo sguardo eventuali appigli appuntiti dove sfregare la corda o qualsiasi cosa che mi permettesse di slegarmi, ma nulla. Che capannone in costruzione era se non c’erano nè lamine o metalli appuntiti? Eddai! Le ditte serie non esistono più.
Quello che successe dopo non me lo spiegai nemmeno io. Il mio carceriere stava per arrivare al racconto di come avesse preso il morbillo, ci aveva messo un’ora per raccontare tutte le malattie che aveva preso fino ai 10 anni, quando dal capannone entrò il sindaco con Mark al seguito legato anche lui e con il labbro rotto, presumo da un pugno o chissà che.
“signore qualche altro membro della comitiva da uccidere?” chiese preoccupato
“no! Lui è mio figlio idiota. Non gli torcerai un capello o ne pagherai le conseguenze capito? Perché non hai ancora ucciso la signorina??” chiese irritato.
Legò Mark al mio palo e poi Ben si chinò e mi diede un bacio sulla guancia. Sapete cos’è il bacio della morte? Giuda diede un bacio sulla guancia a Gesù prima che lui venne catturato e crocifisso. Lo stesso ricevetti io dal caro sindaco.
“credo che il suo cane sia in giro signorina. Libero, da solo e impaurito senza la sua padroncina. L’accalappiacani sarà lieto di prenderlo in custodia fino al suo ritorno. Se resuscita dalla tomba, mi faccia un fischio” ridendo uscì fuori dal capannone.
“che ci fai qui?” chiesi sottovoce a Mark
“ehm sono stupido, credo sia la risposta migliore che io possa darti” disse
Lo guardai con aria interrogativa, quando all’improvviso venni tolta dalla mia tomba e rilegata al palo assieme al mio amico. Speravo già di aver rabbonito il caro Doc invece stava scavando la fossa, per farla più profonda.
“né io né Armin ti trovavamo così ci siamo divisi. Lui è andato al lago, io in centro. Sapevamo che dietro c’era mio padre, ma non pensavo volesse ucciderti… mi dispiace così tanto Alexis. Quando sono arrivato in centro sono andato al municipio e Argo mi ha raggiunto e cercava di dirmi qualcosa mordendomi i pantaloni, ma non gli ho dato retta era troppo accecato dalla rabbia e dalla preoccupazione; ho affrontato il sindaco, mi sono messo ad urlare chiedendo dove fossi e lui mi ha tirato un pugno. Poi mi ha trascinato qui.” Era amareggiato
Il sangue si mischiò ad una lacrima che gli scese sul viso. Voleva aiutarmi, ma le cose non erano andate come si aspettava, ma ora eravamo comunque in due e avrebbe fatto la differenza contro Doc. potevamo avere una chance. La cosa che mi dispiaceva di più era per Argo, in giro tutto solo… avevo tradito la sua fiducia, speravo che non si sarebbe fatto prendere o che qualcuno di amico lo trovasse e si prendesse cura di lui fino al mio ritorno, se avessi fatto ritorno. Lo speravo tanto.
“scusami! Tu sei amico di mio padre giusto? Posso chiederti un favore?” chiese Mark
Non capivo cosa volesse fare, ma sembrava sicuro così decisi di lasciarlo fare, più ritardavamo l’inevitabile meglio era.
“in effetti gli assomigli molto. Dimmi caro” disse Doc
“so che siete tanto amici, oggi è un gran giorno per lui, non vorresti assistere alla sua rielezione? Del resto gli amici si vedono nel momento del bisogno e penso che abbia bisogno del suo fidato amico per aiutarlo nella campagna, non credi?”
Rimase perplesso e combattuto. Chissà cosa tutto passava nella mente di Doc l’ammazzatestimoni.
“non sono mai andato a vedere una sua campagna, servivo sempre altrove, sono sempre un po’ triste quando non mi chiama per dirmi queste cose, le so sempre dalla televisione. Vorrei tanto, ma se non uccido la signorina Blade prima delle 13, mi beccherò una strigliata e non mi piace quando lui si arrabbia con me.” Disse rattristandosi
“beh non ha tempo per venire a controllare se hai fatto o meno il tuo dovere. A lui serve solo che lei rimanga bloccata qui fino a dopo le 17, sei d’accordo? Puoi andare alla cerimonia, sentire il suo discorso poi tornare qui per ucciderla dopo, no? Prima che lui venga a controllare.” Disse sprezzante Mark
Era un genio!! Il ragionamento era perfetto, se avesse abboccato, avremmo avuto del tempo per escogitare un piano o farci salvare da qualche malcapitato che passava di lì.
Il caro Doc abboccò, erano le 12,45 quando sentenziò che sarebbe andato a comprarsi un vestito elegante e dei fiori per il discorso del suo amico.
“tornerò appena il mio amico avrà finito.” Poi uscì saltellando fuori dal capannone
Aspettammo che la sua figura scomparisse dal nostro radar visivo e cominciammo a tirare fuori qualche idea.
“sei stato grandioso! Come ti è venuto in mente?” chiesi
“a scuola ho sempre a che fare con imbecilli del genere, seguono un leader ciecamente ed è facile giocare con le loro menti. Sono contento di averti salvato dalla morte.” Mi disse
“beh è stato fantastico, tu sei fantastico Mark! Ora come usciamo da qui? Non ci sono oggetti appuntiti con cui slegarci e il mio cellulare è stato disintegrato.” Dissi poi lampo di genio
“hai un cellulare??” chiesi euforica
“si è nella tasca sinistra, riesci a tirarlo fuori?” mi chiese
Mi tolsi le scarpe e iniziai a frugare con i piedi nella sua tasca, mi misi sopra di lui, la mia schiena contro il suo petto e il mio sedere… beh avete capito. Era piuttosto imbarazzante. Con il piedi tirai fuori il telefono e lo spinsi dietro le sue mani. Chiamammo Armin.
“si pronto?” chiese
“Armin sono io Ale! Ci hanno rapito, io e Mark siamo alla piscina comunale, vieni con un coltello e porta rinforzi nel caso il nostro aguzzino dovesse tornare. Sbrigati presto!!” urlai
Mi stupì della ricezione del segnale in quella parte di città, poi mi accorsi di un’antenna sopra di noi. Ovvio! Mi chiesi come sarebbe andata, che faceva Alex, Isaac, come stava Alyssa. Sarebbe andato tutto bene quel pomeriggio? C’è l’avremo fatta davvero a smascherare Young quel giorno?
Sentimmo abbaiare fuori dalla porta e da uno spiraglio entrò Argo. Ero così sollevata di vederlo e dietro di lui la porta si aprì e Armin e altri 3 varcarono la soglia.
“Argo!! Vieni cucciolo bello di mamma. Sei spaventato, vero? Sono qui e non ti lascio più capito?”
Prese a leccarmi poi vidi bene chi erano i 3 moschettieri compagni di Armin. Alex, Isaac e Monica. Ok l’ultima non so cosa ci faccia, ma se mi aiuta va bene uguale.
“vuoi che ti lecchi la faccia anche io o preferisci che ti liberi?” disse Armin sarcastico
“il tuo sarcasmo te lo puoi risparmiare tesoro. Muoviti ora, non vorrei che il caro tornasse.” Ero felice ma spaventata
Per tutto quel tempo mi sentivo spacciata, terrorizzata da colui contro cui mi ero messa, quando arrivo Mark ero ulteriormente preoccupata perché la stessa fine poteva farla anche lui, e io non avevo brillanti idee per tirarci fuori. Il suo piano aveva funzionato, ma per quanto? Non volevo essere lì se per caso, in preda ai sensi di colpa, fosse tornato per finire il suo compito.
Appena liberati, provai ad alzarmi in piedi ma caddi a terra sfinita e con del sangue che usciva da una ferita sulla testa. Svenni. Mi svegliai in camera mia in pigiama, vicino a me mio zio e una sua collega mi mettevano dei punti in testa, 3 per la precisione; li sentivo blaterare di commozione cerebrale, ma che nel complesso a parte lividi e altro stavo bene per così dire. Erano tutti preoccupati per la mia ripresa a livello psicologico di questa faccenda.
“ha subito un grosso trauma. E questi ultimi giorni sono stati devastanti. Non fatela affaticare e vi consiglierei di non coinvolgerla più nel piano. Avete le sue direttive, eseguitele e tenetela lontana dal sindaco.” Disse mio zio
Erano tutti fuori dalla mia stanza ad ascoltare quello che aveva da dire, pensavano dormissi ancora, ma ero più sveglia di loro. Non mi sarei mai ripresa è vero, ma quel casino era colpa mia e io dovevo stare in prima linea. Entrarono tutti insieme per consolarmi e vedere come stavo reagendo a tutto, mi sentivo come una malata di mente, un consiglio di miei pari mi giudicava tacitamente e si interrogava sul da farsi. Ma io non ero malata. Ero psicologicamente instabile? Forse, ma avrei provato a mantenere la lucidità necessaria per il piano. Erano già le 14,30, non potevamo temporeggiare a causa mia.
“sentite non trattatemi da pazza, non ho nessun disturbo post traumatico ok? Posso farcela, io devo esserci e vi aiuterò che lo vogliate o meno. Spero di essere stata chiara.” Dissi ferma nella mia posizione
“non vogliamo che tu corra altri rischi Ale. Hai rischiato più di noi e già due volte hai rischiato di morire. È il momento che guardi da dietro le quinte.” Disse Armin preoccupato
“abbiamo tutti imparato a volerti bene, tranne lei forse, ma vogliamo solo il meglio per te ora. Non ci importa del piano, ci importa di te.” Disse Mark
Monica stava sul ciglio della porta impassibile, poi chiese 5 minuti da sola con me.
“non siamo amiche e forse mai lo saremo. Io amo ancora Armin, ma per quanto tu sia odiosa, non posso negare che sia preoccupata anche io per te. Hai gli occhi spenti, si vede che non ce la faresti mai ad accumulare altra pressione addosso. Ma se tu ora mi convinci che puoi farcela, allora convincerò gli altri per te.” Mi disse Monica
 Tutto sommato era cattiva, ma più o meno sensibile nei confronti di chi le teneva testa. Questo era un gran bel passo avanti. Dovevo convincerla e avrei messo a tacere tutti. Mi alzai e decisi di vestirmi, ogni tanto le ginocchia cedevano, la testa girava, ma ce la misi tutta per stare in equilibrio e finalmente mi vestì. Poi la guardai negli occhi, ed entrambe uscimmo dalla mia stanza. Tutti ci guardarono sbigottiti, ma nessuno emise un suono. Con Monica al seguito, un’ora dopo ci dirigemmo a casa di Isaac dove avevamo depositato il duplicato del materiale. Mark aveva la chiavetta con i video e le testimonianze dell’SD trovata nel collare ed eravamo pronti a partire. Alyssa stava molto meglio, faceva un caldo da morire in casa, ma riusciva di nuovo a muoversi e parlare. Gli raccontammo l’accaduto e Isaac mi diede della stupida. Grazie! Alyssa sgridò Mark e tutti e due ci guardammo per darci conforto. Quelle ore insieme al capannone ci avevano molto legato, e quelli sguardi non piacquero ad Armin, ma la gelosia non mi preoccupava ora. Il tempo stringeva così prendemmo tutto e ci dividemmo. I nostri compiti erano assegnati. Per rendere tutto più credibile, Alex doveva chiedere a Diana se mi avesse visto e poi distrarla. Armin e Isaac si diressero in polizia con le prove. Io e Mark eravamo nascosti dietro dei cespugli dietro il palco dove avevamo la visuale perfetta su Alex, Diana e il pc.
Intanto alla polizia non ci furono stranamente troppi problemi.
“stavate già indagando su di lui?” chiese Armin
“troppe cose non quadrano nel suo operato e già in due ci sono venuti a chiedere spiegazioni sul sindaco, una di queste forse la conoscete è Robin Dellawer.” Disse l’ufficiale di polizia
A quanto pare il sindaco chiamato a dare spiegazioni aveva dato la sua versione portando prove, false, della sua innocenza e messo a tacere la signora Robin. Ma gli ufficiali non si sono fatti fregare e hanno tenuto aperto il fascicolo a sua insaputa. Quella donna era davvero una chiaccherona, ma facendo così ci aveva aperto la strada e ci aveva fatto ottenere maggiore credibilità e fiducia. Diedero tutto il materiale compresi dei residui di terriccio del mio vecchio pigiama, indossato durante il rapimento. Era tutto fatto. La polizia avrebbe dato ordini a degli agenti in borghese che pattugliavano la zona della piazza e avrebbe mandati rinforzi appena il sindaco si fosse mostrato. Poi noi dal pc avremmo dato il colpo di grazia. Erano le 17 e tutto stava per cominciare.
“signori e signore benvenuti al dibattito elettorale tra i due candidati. Discorso che renderà più chiare le vostre idee in vista delle elezioni. Inoltre scopriremo chi è il misterioso sfidante del signore Killian Lancelot. Un applauso prego” disse il presentatore
Il padre dei fratelli Lancelot salì sul palco, la folla era tantissima. Tutti erano accorsi per questo dibattito. Era tutto magnifico, coccarde, un palco sontuoso e tantissimi agenti della polizia locale. Poi l’annuncio dello sfidante e l’entrata trionfale del sindaco Young. Fu un esplosione di applausi, con tutto quel clamore e benevolenza nei suoi confronti, avrebbero creduto ai filmati e alle prove o il popolo è davvero un gregge di pecore facilmente comandabile ? tutto quell’applaudirlo era sconcertante, lo tenevano sul piedistallo come fosse Dio sceso in terra. Iniziò a fare una piccola introduzione.
“scusate tutto il mistero, ma era necessario che nessuno sapesse che volevo ricandidarmi o la mia vittoria sarebbe stata scontata; senza offesa collega. Ora quello che voglio illustrarvi prima del dibattito con il mio avversario voglio mostrarvi dei video riguardo quello che la nostra splendida città ha raggiunto in questi anni. Diana fai partire grazie” disse Ben
Il discorso del sindaco uscente è sempre in programma in questo tipo di sfide tra candidati e questo era il momento buono per agire.
“diana hai visto Alexis per caso oggi? Non la troviamo da nessuna parte e siamo molto preoccupati.” Chiese Alex
“no sai? Che strano, non è da lei, no? Mi sembra molto pigra quella ragazza per sparire così” si mise a ridere
“ahahah hai ragione. Oh tuo fratello ti ha dato l’ordine, fai partire. Devi restare qui tutto il tempo sui video o puoi venire con me a prendere un gelato? Offro io amore” chiese Alex ammaliante
“no tanto non deve stopparlo, per cui il video dura 9 minuti, andiamo a torniamo. Io voglio il frappè però” scherzò Diana
Mise la riproduzione automatica, aspettammo che sparissero e ci buttammo. Inserimmo la chiavetta e scrissi un sms ad Armin con scritto di far intervenire la polizia alla fine del video e dar loro il segnale per arrestarlo. I video partirono e nella piazza si levò un mormorio di stupore e ribrezzo. Una Monica scatenata in mezzo alla folla esclamò che quello era il sindaco Young e iniziarono i fischi di scherno. Poi il sindaco preso da un attimo di panico, riprese la lucidità e parlò al pubblico.
“signori calmi. È ovviamente un montaggio fatto dal mio avversario per screditarmi. Come sapete abbiamo avuto enormi profitti ed entrate per opere pubbliche volute da voi e messe in cantiere da me. Abbiamo raggiunto grandi risultati, non ce disoccupazione, e la mortalità infantile si è ridotta a zero negli ultimi anni. E allora perché preoccuparsi di montaggi fatti a regola d’arte, quando la verità è qui intorno a voi?” disse
Il mormorio finì e tornarono gli applausi mentre i nostri video passavano. Non potevo permettere altro, e mi buttai sul palco con un microfono.
“sono Alexis Blade e stanotte sono stata rapita dal sindaco Young e dal suo tirapiedi Doc, seduto nel pubblico, con l’intenzione di uccidermi perché conosco la verità. Conosco quello il sindaco ha fatto in questi anni per coprire le sue azioni losche. Quello che tanto applaudite come il vostro eroe vi ha ingannato da quando si è insediato in questa città. I video dimostrano che ha corrotto un minorenne per far esplodere il nostro amato mulino, al cui interno c’era un forno dove bruciava le prove cartacee di ciò che faceva firmare all’inconsapevole consiglio comunale; come abbia ingannato una comunità a rivoltarsi contro un dottore laureato in medicina, che vedendosi ridotto macchinari e personale, ha dovuto fare una scelta sui pazienti che avevano più bisogno lasciandone morire altri. Come abbia trafugato un corpo per impedire che il padre dovesse risarcire  soldi a dei poveri operai sfruttati, che sono morti lasciando famiglie senza padri e mezzi di sostentamento e come abbia quasi tentato di bruciare viva la sua ex dalla quale ha avuto anche un figlio, lo stesso che è stato catturato assieme a me nel tentativo di salvarmi. Questo è colui che volete votare e che probabilmente vi ucciderebbe tutti se potesse. Ora io non sono nessuno per dirvi cosa fare, ma se un minimo tenete al futuro dei vostri figli, come io tengo al mio, mi ringrazierete dopo questo gesto. È tutto vostro ragazzi.” Dissi in lacrime
La polizia lo prelevò e io tornai da Mark. I video si fermarono e chiunque avesse aiutato Ben Young di sua spontanea volontà fu incriminato. Diana finì in riformatorio, Doc in una casa di cura dove gli venne concesso di adottare un animale, ora suo nuovo migliore amico. Dell’ex sindaco si sa solo che sconterà 30 anni di carcere nella prigione della contea e che i suoi compagni di cella sono ex operai della General Corp. Killian divenne il nuovo sindaco e il consiglio fu ridimensionato. Ora insieme ai vecchi membri altri due se ne erano aggiunti. Alyssa e Isaac, incaricati di preservare le aree periferiche della città; niente più composti chimici. Lei riprese l’università e finì letteratura, Isaac trovò una nuova compagna, con cui ebbe una piccola batuffola di nome Cerise. Mark andò all’università pubblica e ora studia psicologia. Ci vediamo spessissimo nei weekend assieme ad Armin. Io ho deciso di fare psicologia criminale, sto facendo domanda alla prigione della contea per un tirocinio lì, forse me lo accetteranno e avrò piacere di vedere il signor Young nella sua veste arancione. Io e Armin, beh stiamo assieme, ma le cose vanno molto con calma tra noi. Monica che ci crediate o no sta facendo la giornalista presso il giornale locale, ha lasciato Griffin e passa più tempo con la sua famiglia ora che il padre è in pensione. C’è del feeling tra lei e Mark, ma staremo a vedere. Alex ha finito le superiori e ora ambisce alla carica di vice sindaco, nel frattempo si è iscritto per l’esame d’ammissione ad architettura come il fratello.
Tutto è finito bene per così dire, ma Sladetown è una città imprevedibile e quando arriva un nuovo cittadino in un piccolo paese come il nostro, c’è sempre da stare attenti.
 
fine
  
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