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Autore: invocations    05/04/2016    1 recensioni
Eiko va a trovare Vivi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eiko Carol, Vivi Orunitia
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy IX e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

THE KING OF JUMP ROPE AND THE ATHLETE QUEEN
scritta da invocations, tradotta da Alessia Heartilly

Una cosa che notò Eiko fu che i movimenti di Vivi stavano diventando più lenti. Era più ovvio quando le offriva una tazza di tè quando lei andava a trovarlo; il bollitore si scaldava sul fornello, sputando schiuma su tutto il fuoco, e tutto quello che lui riusciva a fare era sbrigarsi ad andarci, senza fretta e tranquillo. Lei era troppo allarmata e (vergognosamente) troppo curiosa per aiutare; invece lo guardava preparare lentamente le loro bevande con la grazia di cartapesta di un nonno. Poteva essere l'età? Non erano più così giovani - insomma, lei era alta quasi quanto Garnet ormai, anche se Zidane aveva detto che lei somigliava e cresceva come un'erbaccia (qualcuno gli aveva pestato la coda e gli era stata bene!) E Vivi - beh, i maghi crescevano? - la punta del suo cappello logoro arrivava a qualche spanna sopra di lei, quindi immaginava che se lei era cresciuta allora lo aveva fatto necessariamente anche lui. E lui aveva persino dei figli quindi doveva essere cresciuto in qualche modo, e questa conclusione la soddisfece. D'altra parte, se n'erano andati di casa il giorno prima che arrivasse lei, trascinandosi in tutto il mondo secondo gli ordini del padre.

Lei aveva detto nella casa ormai vuota, "ma hanno solo nove anni!" e lui aveva semplicemente posato la vampa serena dei suoi occhi su di lei, fermandole l'agitare delle mani e i precari sventolamenti della tazza da tè.

"Io avevo solo nove anni," le ricordò. Guardò le sue mani, posate ordinatamente in grembo. Lei chiuse la bocca, allora - non hanno molto tempo per vedere le cose, scema - e fu colpita dalla tristezza più peculiare. Ingoiò una torta dura come la roccia per riempire il silenzio che si allargava, e Vivi le versò con attenzione altro tè.

Passarono il pomeriggio a parlare, ma Vivi non rispose ai suoi scherzi e alle sue argomentazioni petulanti con lo stesso entusiasmo del passato. (Poteva essere l'età, una rigidezza degli adulti?) Si autoinvitò a rimanere quando le nuvole arrabbiate e la notte senza luce scivolarono nel cielo, adducendo la stanchezza e le pericolose condizioni di viaggio, inadatte a una signora. Lui concordò nel suo solito modo tranquillo (ma meno balbettante, meno nervoso), e quando uscì per prepararle un letto, il viso sorridente di lei si fece cupo all'idea dell'opportunità di Aspettare e Vedere.

Desiderò che ci fossero i bambini, perché non c'era niente di confortante in una casa troppo tranquilla in un villaggio già tranquillo. I bambini riempivano ogni stanza con le loro chiacchiere e le riflessioni a occhi spalancati, e cosa migliore di tutte, la chiamavano Zia e questo la rendeva orgogliosa. Ma ora c'era solo lei e il vento disordinato a fare tutto il rumore della casa. Certo, un'invocatrice quasi cresciuta non avrebbe dovuto spaventarsi e cose così, ma la casa scricchiolava insieme al vento, e Vivi si muoveva così lentamente che proprio non andava bene. Forse se avesse ascoltato abbastanza bene, avrebbe sentito scricchiolare anche le giunture di Vivi mentre si muoveva, come il lavorio interno di un orologio - si fermò lì, odiandosi per il paragone.

Fu inaspettatamente difficile cacciare via il pensiero infantile, quindi invocò ricordi di lui e lei che tracciavano una griglia per giocare a campana nella terra del suo vecchio villaggio, di lui che rideva mentre lei saltava la corda (uno! due! tre! quattro!) e il suo fiocco giallo canarino le cadeva sugli occhi, di lei che faceva il tifo mentre lui superava quel piccolo ippopotamo sciocco nella strada pavimentata di pietre. Fu su quest'ultima immagine (lo scintillare dei suoi occhi, le alte risate mentre riprendeva fiato, la polvere fulva della strada che si arricciava intorno ai loro piedi che ballavano) che meditò mentre dormicchiava.

*~*~*~*~*

I muri stavano ancora grugnendo nella notte, quando sentì una mano leggera svegliarla. "Eiko. Eiko, svegliati!" I suoi occhi incombevano, gialli nel buio, e lei strillò per la loro vicinanza. Lui continuò semplicemente a restare lì in piedi, quello stupido babbeo-

"Vivi, non lo sai che mi spaventi? Spaventare una signora è l'ultima cosa che dovresti fare!"

"Dispiace, mi dispiace." Lui si torse le mani (troppo lento) e anche mentre si strofinava gli occhi, lei seppe che qualcosa non andava. Fu la sua calma innaturale a spaventarla, perché svegliarsi nel mezzo della notte - soprattutto per lui - di solito implicava agitazione e panico, e notò che ce n'era molto poco di entrambi.

"Io... penso di stare per Fermarmi," disse. I suoi occhi sembravano grandi e spaventosamente luminosi, ma forse era la sua paura a brillare lì dentro, non quella di Vivi - oh, non lo sapeva più. "Il mio cuore -" Le prese la mano e se la portò al petto. Palpitava un battito funereo, nascosto (troppo lento) e strattonò via la mano.

"Non esiste che stai per fermarti! È troppo presto, e sei troppo giovane-"

"S-sono un poco più grande di te, in realtà." Sembrò più giovane, allora, nel modo in cui lo sembrano i bambini quando si gonfiano e annunciano la loro piccola età con voci importanti. Lui allungò una mano e le asciugò una lacrima dalla guancia.

"Ma non sei così più grande! Non puoi andare, hai amici, sai, e anche a me piaci un po', beh, forse molto, e i tuoi figli! Sono là fuori a essere felici e a vivere e torneranno qui per vederti, e, oh, e..." La sua voce era alta nella stanza, e le mani di Vivi si mossero lentamente intorno alle sue per fermarla. Tremavano, un avvertimento in divenire per dirle che c'erano cose che avrebbe dovuto notare, sentimenti che avrebbe dovuto cercare, ma i suoi strilli e i singhiozzi rumorosi non le permettevano di farlo bene, anche se le invocatrici quasi cresciute non dovevano piangere così tanto.

"Il nonno diceva..." La sua voce si affievoliva. "Il nonno diceva sempre..." E lei si chiese se era tutto quello che avrebbe detto, ripetendolo come qualcuno bloccato in un ricordo, come una persona piccola che cerca di far diventare vero qualcosa di grande. Lui le permise di afferrargli la giacca e di usarla come un enorme fazzoletto mentre la abbracciava al rallentatore. Forse anche lui stava piangendo, ma lei non ricordava di averlo mai visto piangere, nemmeno quando era ritornato dopo aver parlato con il signor 288 per l'ultima volta.

Alcuni minuti dopo lei si passò una mano sugli occhi e lo costrinse a guardarla. "Facciamo un gioco!" disse, con gli occhi luccicanti di tristezza e d'acciaio. Con le mani di Vivi fermamente nelle sue, lo trascinò fuori dove la notte non sembrava più così spaventosa, non nel modo che era importante, comunque. Era più difficile portarlo con sé adesso di quanto lo fosse quando erano grandi la metà, ma questo non significava niente, perché lei sarebbe stata grande quanto lui se solo si fosse tolto quello stupido cappello una volta ogni tanto-

Si chinò nella terra vicino alla porta d'ingresso e la lisciò con il palmo della mano. Aveva un sorriso feroce mentre cercava, brancolando, una pietra nel giardino.

(Lei ricordò: adesso, d-devi fare ogni q-q-quadrato abbastanza grande da saltarci dentro, vedi...)

(Lui ricordò: la cosa da buttare deve essere della misura giusta la prossima volta, prendila giusta sciocco!)

Lui la prese giusta; e spinse una pietra non troppo liscia, non troppo piccola nella mano in attesa di Eiko. E lei cercò di non piangere, perché lui aveva detto una volta, secoli prima, che questo tipo di cosa non era una cosa per cui essere tristi; e non può essere troppo spaventosa se l'ha detto l'uomo nero, giusto? Chini fianco a fianco, misero le dita sul terreno e lentamente, una griglia numerata cominciò a crescere.

*****
Nota della traduttrice: come sempre, ogni commento sarà tradotto e inviato all'autrice, così come ogni sua eventuale risposta sarà riportata come risposta alla recensione (nei siti che lo permettono) o comunque sul mio blog.
Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! Alessia Heartilly

   
 
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