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Autore: PuccaChan_Traduce    06/04/2016    1 recensioni
Toudou Jinpachi non ha rivali nei reparti ‘carisma’ e ‘aspetto fisico’, perciò il voler insegnare a questo ragazzino come si sorride è un semplice gesto di carità da parte sua. È probabile che sia una causa persa, ma Toudou è abbastanza convinto di poter compiere miracoli.
Disclaimer: questa fanfiction è una TRADUZIONE che viene effettuata con il permesso del legittimo autore. Tutti i personaggi citati appartengono ai rispettivi autori.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jinpachi Toudou, Sakamichi Onoda, Yuusuke Makishima
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AUTORE: Yellow (AO3)
FANDOM: Yowamushi Pedal
Coppia: Toudou/Makishima

~

Cinque

Makishima è ancora contrariato quando salta giù dal furgone di appoggio, prendendo con sè la bicicletta. Solleva due dita per salutare i ragazzi alla guida, mentre il furgone se ne va sputacchiando fumo dal motore. Piove ancora e Makishima sa che non c’è altra soluzione per la sua bici se non quella di comprare delle gomme nuove, perciò si avvia verso la stazione. I cerchi sfregano rumorosamente sull’asfalto e Makishima sospira, continuando a spingere la bici con attenzione. Ha appena superato l’ultimo assembramento di gazebo quando sente qualcuno schiarirsi rumorosamente la gola: si gira suo malgrado.
Toudou è appoggiato a un lampione, in una posa che senza dubbio deve ritenere gli doni molto. Makishima sbuffa divertito.
“E tu che ci fai ancora qua?”
“Mi assicuro che il mio rivale arrivi sano e salvo, ovviamente!” replica Toudou, lasciando perdere la posa per puntargli un dito contro.
Makishima si limita a passarsi una mano tra i capelli, scuotendo la testa.
“Cosa saranno passati, trenta minuti? Sei rimasto tutto il tempo sotto la pioggia?”
Ventinove minuti!” cinguetta Toudou, estraendo il telefono. “E non dire che non faccio mai niente per te, Maki-chan!”
“Io non l’ho mai detto,” borbotta Makishima, ma Toudou lo ignora come suo solito. Con un sospiro Makishima prende a grattarsi il neo che ha vicino alle labbra, riflettendo.
Alza lo sguardo, pronto a proporgli di accompagnarlo alla stazione, ma in quel momento Toudou parte come una freccia verso di lui e Makishima ha appena il tempo di prepararsi all’impatto così da non cadere con tutta la bicicletta; Toudou gli si schianta addosso, facendolo barcollare all’indietro prima di riuscire a ritrovare l’equilibrio. Gli getta le braccia al collo e lui, con una mano sulla sella, può solo stringere le dita dell’altra sulla sua maglia azzurra e bianca.
Sta quasi per domandargli cosa gli sia saltato in mente di fargli un placcaggio, ma poi si ricorda che l’altro è rimasto sotto la pioggia per trenta – no, ventinove minuti, e allora chiude la bocca.
Toudou affonda il viso nella sua maglia e Makishima pensa a quanto è sudato, e sta per protestare quando sente le mani dell’altro salirgli dalla schiena fino ai capelli; con un sospiro, stringe il rivale un pò più stretto.
Toudou mormora qualcosa contro il suo petto.
“Devi alzare la voce se vuoi che ti senta, Jinpachi.”
“Stavo dicendo che all’inizio sono rimasto un pò deluso,” replica Toudou, e Makishima si accorge che è passato al suo tono di voce più calmo e composto, quello che adopera sempre quando sono da soli.
“Ma poi, ho capito,” aggiunge Toudou facendosi un pò indietro ed esitando. Makishima si chiede se ha intenzione di abbracciarlo di nuovo, ma l’altro si tira indietro completamente battendogli una mano sulla spalla.
“L’InterHigh sarà lo scenario perfetto per il nostro incontro predestinato!” Toudou ride a crepapelle, e Makishima si domanda quanta di quell’ilarità sia reale. Poi si accorge che lo sta fissando con la coda nell’occhio, e allora capisce: è un modo non soltanto per far sentire meglio Makishima, ma Toudou stesso. Gli sorride, e il viso di Toudou si illumina.
“Già. È destino, dopotutto.”
“Maki-chan...!”
“Sì, sì.” Makishima sventola una mano in aria. “Beh, si sta facendo tardi, perciò...” e si gratta ancora la guancia.
“Stai andando alla stazione?”
Al suo cenno affermativo, Toudou balza in avanti e lo prende per mano. “Eccellente! Anch’io. Ti accompagno, mio povero rivale! Mi sembra soltanto giusto da parte mia.”
Makishima torna a casa un’ora più tardi con il petulante consiglio di Toudou di asciugarsi per bene i capelli che ancora gli risuona nelle orecchie. Per una volta, però, gli dà retta, anche se non aveva comunque intenzione di mettersi a letto con i capelli grondanti d’acqua. Spegne il phon e si passa una mano nella chioma, chiedendosi per un istante che sensazione possano dare al tatto i capelli di Toudou.

~

 
+ 1

In qualche modo, Makishima continua a pedalare e Toudou è proprio accanto a lui, abbastanza vicino da poterlo toccare per la prima volta dopo mesi, e forse è proprio quella la ragione per cui sono ancora così vicini – non che Makishima l’avrebbe mai ammesso.
Ed ecco finalmente Onoda, a trainare il resto della squadra, e Makishima riprende il proprio posto con un sospiro di contentezza; poco più in là, anche Toudou fa lo stesso. Sente Tadokorocchi che si congratula con lui, e poi anche Naruko, e si accorge di poter respirare di nuovo. Quindi si avvicina a Onoda battendogli una mano sulla schiena; il ragazzino sobbalza e arrossisce, ma Makishima si limita a guardare avanti e a tenere la mano lì finchè non lo sente rilassarsi.
“Grazie.”
Onoda rimane stupito per un minuto ma poi sorride, un sorriso che gli illumina tutto il volto.
“Sì! Il capitano me l’ha già detto! Sono contento di essere stato d’aiuto,” risponde con semplicità, e Makishima si accorge di dover tornare subito indietro o si metterà a piangere, e allora sì che sarebbe imbarazzante. Dà un’ultima strizzatina alla spalla di Onoda prima di arretrare, lasciando che gli altri gli facciano da barriera frangivento.
Non era così che sarebbero dovute andare le cose, eppure Makishima si sente felice. È davvero felice e adesso, nonostante i muscoli dolenti e la fronte grondante di sudore, vuole solo godersi quel momento insieme alla sua squadra.
Molte ore dopo, è finalmente da solo. Ha appena lasciato Kinjou e cerca di tenere a bada l’ansia che gli serra le viscere al pensiero di Tadokorocchi, cui hanno fatto una flebo di liquidi e che ora è tornato nella loro tenda, imprecando tra i denti.
Makishima si morde un labbro ma ha promesso di non dire nulla, e del resto la preoccupazione non cura un colpo di calore. Inoltre, ha qualcos’altro da fare stasera.
Si siede sulla sponda che delimita il loro accampamento e aspetta.
Il suo cellulare squilla e lui, una volta tanto, risponde.
“Maki-chan!”
“Jinpachi.”
Chiede a Toudou dove si trova e si rende conto di essere nervoso, pur non riuscendo a crederci. Dev’essere per il fatto che, ad ogni passo che muove verso di lui, si rammenta che questa è la loro ultima gara, l’ultima volta.
Riesce comunque a imbastire un ghigno e a sollevare due dita in segno di saluto quando scorge Toudou, che s’illumina.
“Maki-chan! Perchè non sei salito sul palco con me? Sai che non avrei mai vinto se non avessi gareggiato contro di te questo ultimo anno.”
Makishima sospira, commosso suo malgrado. “Congratulazioni. Hai finalmente fissato il punteggio a tuo favore,” dice. Toudou lo guarda in modo strano, come se anche lui sentisse il peso di quell’ultima gara. Con un altro sospiro, Makishima spalanca le braccia.
È un attimo prima che il sorriso di Toudou si spenga e si lanci addosso a lui. Makishima barcolla all’indietro, le sue gambe esauste lo sorreggono a malapena, ma le sue lunghe dita artigliano i capelli di Toudou, liberandoli del cerchietto.
“Penso ancora che questo affare sia stupido,” dice lasciandolo cadere a terra, e Toudou ride – una risata soffocata – contro la sua spalla.
“Credevo che non saresti venuto. Ti ho lasciato indietro.”
Makishima s’irrigidisce. Non è bravo a consolare le persone, neanche Toudou. Si concentra sulle sue mani, che lo stringono sulla maglietta e sui capelli.
“Dovevi andare, no? Ma ti ho ripreso.”
“È vero,” concorda piano Toudou. “Mi hai ripreso.”
Makishima lo sente sorridere sul suo petto, e finalmente si rilassa.
“Sai, se non avessi dovuto pedalare come un pazzo per riprenderti, probabilmente ti avrei sconfitto,” dice. Toudou fa un salto indietro, senza però mollargli la maglietta.
“Non essere cattivo, Maki-chan! Ti ho battuto lealmente, l’hai detto anche tu!”
Makishima ghigna. In realtà deve molto a Jinpachi, anche se non l’avrebbe mai ammesso. Resta lì per un minuto buono ad ascoltare Jinpachi disquisire su come la loro fosse una gara predestinata che lui non era autorizzato a mettere in dubbio, sul serio Maki-chan non essere ridicolo...
Più tardi Makishima avrebbe attribuito la strana energia che sentiva scorrergli nelle vene all’adrenalina residua della corsa; ma per il momento poggia le mani sulle spalle di Jinpachi per farlo stare fermo.
“Jinpachi.”
“Che c’è?” chiede lui; Makishima si china rapidamente in avanti e gli dà un bacio sulla guancia. Dura solo un secondo e le sue labbra non premono neanche del tutto sulla pelle del suo viso, ma Jinpachi smette di parlare all’istante e s’immobilizza, portandosi una mano alla guancia.
Makishima si sta già pentendo: non ha mai visto il rivale così immobile, lui voleva solo ringraziarlo e scuotersi di dosso quella strana sensazione, era solo un bacetto tra amici e adesso sta per mettersi a blaterare cose senza senso, oddio ho incasinato tutto...
E poi le mani di Toudou sono sulle sue spalle e c’è un certo luccichio nei suoi occhi.
“Sul serio, Maki-chan, devo fare tutto io in questa relazione?”
Un attimo dopo, le labbra di Toudou sono su quelle di Makishima.
Makishima sobbalza e cerca di farsi indietro, ma le mani di Toudou sulla sua nuca lo tengono fermo, e finalmente realizza: Jinpachi mi sta baciando.
Le sue labbra sono un po' scivolose di sudore e di burrocacao, ma a Makishima non importa perchè si tratta di Jinpachi, il ragazzo che probabilmente ha voluto baciare fin dalla prima volta in cui l’ha visto, nonostante la sua personalità esuberante. C’è qualcosa in lui che lo attira inesorabilmente, gli piaccia o no; Jinpachi non gli ha mai permesso di nascondersi dietro stentate competenze di altre persone o manierismi imbarazzanti.
A un certo punto riesce ad aprirgli la bocca con la lingua, e per poco Makishima non si lascia sfuggire un imbarazzante gemito di piacere. Jinpachi dal canto suo sta già gemendo nella sua bocca, era ovvio che tra i due sarebbe stato lui il più rumoroso, e il suo gemito sembra molto simile al nome di Makishima...
...Ed è troppo. Makishima si scosta mettendogli una mano sulla bocca e ansimando.
Jinpachi è raggiante, le sue labbra sono tutte rosse e stanno iniziando a gonfiarsi. Si sporge di nuovo verso di lui ma Makishima lo ferma: per un istante vede la sua fronte aggrottarsi, ma non oppone resistenza.
Makishima si raccoglie in sè stesso, preparandosi a una delusione perchè... farà meno male se è già preparato.
“Io... ti piaccio davvero?” gli chiede con una vocina terribilmente esile. Gli manca l’aria, ma deve saperlo. “Non è uno scherzo, o una specie di gioco?”
Jinpachi alza una mano e Makishima s’irrigidisce, ma l’altro gliela appoggia semplicemente su una guancia; poi gli parla con una voce terribilmente dolce, più dolce ancora di quanto Makishima abbia mai sentito da lui.
“Credevo che quello sveglio fossi tu, Maki-chan.”
Makishima freme e chiude gli occhi.
Certo che mi piaci, Maki-chan.”
E Makishima ripensa a un Jinpachi più giovane che lo dichiara suo rivale in una tenda svolazzante simile a quella alle loro spalle, ma certo, è ovvio, e apre gli occhi e vede che Jinpachi lo sta guardando come lo guarda andare in bici e fare le scalate. La sua bocca ha assunto la piega morbida che sempre prende dopo una gara, quando l’adrenalina incomincia a scemare, ed è troppo perchè Makishima possa resistere oltre.
Con un verso strozzato si sporge a baciarlo ancora, con passione, le labbra si aprono e le lingue s’intrecciano. Le mani di Jinpachi sono affondate nei suoi capelli; quando riemergono per riprendere fiato, Jinpachi ride.
“Sei bellissimo, Yuusuke.”
Makishima rimane gelato, perchè è la prima volta che Jinpachi lo chiama per nome, ma poi lui lo bacia di nuovo e finalmente si rilassa.
“Ho sempre pensato che ti stessero bene i capelli lunghi. Sei bellissimo.”
E Makishima non riesce più a parlare. Non ci si prova neppure, così ingoia il singhiozzo che sente nascergli in gola e bacia Jinpachi, ancora, e ancora.


~
 
Onoda viene a cercarlo un’ora dopo e lo trova vicino alla tenda, da solo.
“Senpai?”
Makishima ha lo sguardo perso nel vuoto, e Onoda si preoccupa.
“Senpai, è tutto ok? Ti senti bene?”
Makishima gli rivolge un ghigno e agita una mano per aria. “Sto bene. Gli altri ti hanno mandato a cercarmi?”
“S – sì!” esclama Onoda. Makishima gli arruffa i capelli facendolo arrossire.
“Su, torniamo indietro prima di addormentarci in piedi come i cavalli.”
“Sì!” esclama ancora Onoda seguendolo, quasi inciampando nei suoi stessi piedi. Non sa perchè il suo senpai si sia spinto fin lì o perchè sia così di buon umore, ma è contento di vederlo felice. Forse è per la scalata di oggi.
Il cellulare di Makishima prende a squillare e lui si fruga nelle tasche per prenderlo: quando però vede il numero del chiamante, sospira e lo ripone senza rispondere. Onoda lo osserva con gli occhi spalancati.
“Non avresti dovuto rispondere? E se era una chiamata importante?” gli chiede, pentendosene subito perchè Makishima continua a camminare davanti a lui.
Ma poi Makishima si volta e gli sorride, e Onoda si rilassa.
 “Nah. Può aspettare fino a domani.”
“Domani?”
Makishima scoppia a ridere e si ficca le mani in tasca. “Forza, torniamo dagli altri.”
“Giusto!” risponde Onoda, e continuano a camminare verso le loro tende. Onoda è pronto a fare un bagno caldo, rivedere rapidamente le strategie per la loro prima gara e andare a dormire. Non vede l’ora di essere di nuovo lì, con i suoi amici.
Makishima non è l’unico ad aspettare con ansia il giorno successivo.

~
 
Epilogo

Sta aspettando da trenta minuti, ma almeno stavolta non si trova sotto la pioggia.
Scorge il riverbero dei neon prima ancora di vedere i capelli di Makishima, ed è costretto a reprimere un singhiozzo. Vorrebbe gridarlo a tutte le persone che lo circondano, guardate, quello è il mio rivale, è il Ragno del Picco! – ma sa che Makishima non vorrebbe che facesse una scenata, e perciò tiene a freno la lingua.
Resta lì fermo mentre Makishima si fa strada lentamente tra la folla; Toudou è un tipo paziente, ma è passato veramente troppo tempo.
Non appena vede il viso di Makishima spicca una corsa, oltrepassando le persone e i bagagli; l’altro lo scorge giusto in tempo per prepararsi prima che Toudou impatti contro di lui. Sta già piangendo quando tocca il suo corpo e affonda le mani nei suoi capelli iridescenti.
Makishima ridacchia e gli tocca il cerchietto.
“Sto via un anno, torno, e tu porti ancora questo dannato affare.”
Toudou ride, quasi strozzandosi con le sue stesse lacrime. “Senti chi parla, i tuoi capelli sono più lunghi che mai. Maki-chan, ti sei preso abbastanza cura di te?”
“Mi hai chiamato quasi ogni giorno. Dovresti preoccuparti del conto del telefono più che della mia salute.”
“Mi sei mancato così tanto,” sussurra Toudou contro la spalla di Makishima.
Makishima lo abbraccia più stretto. Le sue dita toccano la catenina che porta al collo, e Toudou rabbrividisce.
Yuusuke,” mormora prima di baciarlo.
Makishima ricambia il suo bacio. Dopo quasi un minuto, sono entrambi in lacrime.
“Mi sei mancato molto anche tu,” riesce a dire Makishima; Toudou annuisce e lo bacia di nuovo. Le rispettive labbra indulgono le une sulle altre a lungo.
Quando si separano la bocca di Makishima è tutta rossa, e Toudou sa che la propria deve essere nelle stesse condizioni. Sorridendo, lo prende per mano.
“Andiamo a casa, Maki-chan.”
Makishima ricambia la sua stretta. Toudou lo guida fuori dell’aeroporto. Ci sono così tante cose che vuole dirgli, e sa che l’altro lo seguirà a ruota.
  
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