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Autore: Royce    06/04/2016    2 recensioni
Sfuggita per miracolo all'assalto dei Divoratori, in attesa dei soccorsi, Angelica Shepard decide di raccontare la propria carriera militare in un Audio-log.
Asserragliata in una caverna assieme ad un suo compagno in fin di vita, ripercorrerà la sua vita dagli anni dell'addestramento, fino alle prime missioni come marine dell'Alleanza.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Comandante Shepard Donna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Ai posteri

 

Colonia Umana di Akuze, Sistemi dell'Alleanza, 2177

 

- Ancora pochi passi. Resisti, Jack. Ci siamo quasi -
Due Marines dell'Alleanza si facevano strada stancamente tra l'aspro terreno roccioso di Akuze.
Uno dei due era in fin di vita, grondante di sangue ed incapace di reggersi in piedi.
L'altra cercava di trascinarlo come meglio poteva, mentre dietro di essi si consumava un massacro senza precedenti.
Un gruppo di Divoratori aveva sterminato l'intera squadra, radendo al suolo il loro campo base a poche centinaia di metri di distanza. Ormai in preda al panico, i pochi sopravvissuti hanno tentato disperatamente la fuga.
Tra questi vi era anche il Sergente Angelica Shepard.

Di fronti a quelle creature inarrestabili, lo scontro non poteva essere un'opzione. Anche lei, in preda al panico come i compagni d'armi, aveva cercato di abbandonare il campo militare, lasciandosi alle spalle le urla, il sangue e la morte. Ma di fronte a Jack Mitchell, suo compagno di mille battaglie, ferito al suolo, non poté che far prevalere la sua coscienza al terrore che provava. Lo aveva aiutato a sollevarsi, in mezzo alla confusione generala, ed insieme si erano allontanati lentamente dal resto della squadra, sperando di essere risparmiati dai Divoratori.

Un passo dopo l'altro, riuscirono finalmente a raggiungere una sorta di caverna, un rifugio naturale scavato all'interno di una parete rocciosa. Jack necessitava di immediate cure mediche e non sarebbe stato in grado di proseguire oltre. Dovevano fermarsi, nascondersi là dentro.
- Ce l'abbiamo fatta – Angelica tentò di rincuorare l'altro – Qui non possono trovarci. Resisti -
Ma Jack riusciva a stento a respirare.
- Lasciami... lasciami indietro – farneticò debolmente – Salvati finché puoi... Non ti preoccupare per me -
Queste parole, invece che far desistere la giovane, la incitarono ancora di più a salvare la vita del compagno. Angelica accelerò il passo, fino a raggiungere l'ingresso della grotta.

La luce giallastra dell'atmosfera illuminava debolmente l'entrata, ma non permetteva loro di vedere cosa ci fosse in profondità, né, tanto meno, di capire quanto si estendesse questa cavità naturale.

Angelica accompagnò delicatamente Jack fino alla parete rocciosa della grotta, per poi aiutarlo a sedersi. Il sangue aveva ormai ricoperto l'interezza della sua maglietta dell'alleanza, sporcando di un rosso scuro il simbolo della divisione. Il suo sguardo era spento, privo di vita. Doveva cercare in tutti i modi di tenerlo sveglio, di impedirgli di arrendersi, ma allo stesso tempo sapeva che le parole non sarebbero state sicuramente sufficienti. Jack necessitava di ingenti quantità di Medi-gel e di bende: nel panico generato dall'attacco, Shepard non aveva di certo pensato alle provviste mediche e non aveva niente con sé.
- Guardami negli occhi – gli urlò, schiaffeggiandolo – Resta sveglio. Andrà tutto bene -
Si tolse la felpa blu che indossava, restando con la maglietta di ordinanza. La avvolse attorno al torace di Jack, per bloccare la violenta fuoriuscita di sangue.
- Mi serve del gel... - bofonchiò lui, tossendo.
Shepard sospirò. Era vero. Senza cure mediche non sarebbe durato a lungo. Ma non poteva tornare indietro all'accampamento. Non in quel momento, almeno. Da lontano sentiva ancora le urla dei propri compagni e le spaventose vibrazioni del suolo provocate dagli spostamenti dei Divoratori.

No, non poteva proprio farlo.

Era un soldato, un Marine dell'Alleanza, un simbolo di lealtà e talento. Ma allo stesso tempo, era una persona come tutti. E di fronte alla morte certa, non aveva semplicemente il coraggio di rischiare tutto.
Forse Jack sarebbe sopravvissuto per un paio di giorni. Forse i Divoratori si sarebbero allontanati dalla zona. Solo allora sarebbe stata in grado di tornare all'accampamento. Non prima.
- Andrà tutto bene. Devi fidarti di me – ripeté lei, come se le sue parole potessero avere la stessa efficacia di una terapia medica intensiva.
Poco dopo, iniziò a controllare le tasche dei propri pantaloni, alla ricerca di un qualsiasi strumento utile. L'unico strumento che trovò fu un piccolo registratore vocale, vetusto, ma ancora funzionante.

Si sedette accanto a Jack, lasciandogli appoggiare la testa sulla sua spalla.
- Cosa è successo agli altri? - chiese lui, a bassa voce.
Angelica scosse la testa.
- Non lo so – ammise, passandosi nervosamente una mano tra i capelli – E' successo tutto così in fretta. Ho sentito urlare e sono corsa fuori dal laboratorio. Poi ho visto uno di quei... di quei cosi... un Divarotare. Era enorme. Tutti si sono messi a correre, ad urlare. L'ho visto divorare un paio di uomini. A quel punto, mi sono lasciata prendere dal panico. Sono scappata anch'io -
Si coprì il volto con una mano, vergognandosi di quanto aveva appena fatto. Aveva lasciato morire i propri compagni, senza curarsi della loro incolumità.
- Ho sbagliato – disse scuotendo la testa, mentre una lacrima scendeva lungo la sua guancia sinistra.
- Se sono ancora qui... - disse a fatica Jack – E' solo merito tuo -
Angelica lo fissò per un istante, riassumendo compostezza. Non poteva perdere la calma, non in quel momento. Doveva scavare a fondo, nelle memorie dell'addestramento. Era allenata a resistere s tutto, come ogni soldato dell'Alleanza che si rispetti.
Ma quella situazione era diversa. Lei non aveva mai visto la morte in faccia, non così vicino a lei. Uomini e donne con cui aveva condiviso diversi anni di vita, tutti spazzati via nel giro di minuti.
Jack la afferrò per il polso, riportandola nel mondo reale.
- Non temere, Jack – ripeté lei, senza ormai dar peso alle parole, con un tono al limite del robotico.
Prese in mano il registratore, rinvenuto poco prima.
- Cosa fai? - chiese l'altro, incuriosito.
Lei fissò per un istante lo strumento, cercando le parole per rispondere.
- Nel caso non riuscissimo a sopravvivere – spiegò lei, con voce sempre più flebile – Vorrei che restasse qualcosa di me, della mia storia -
- Verranno a salvarci – sussurrò lui, ormai allo stremo.
Lei non rispose neanche. Prese un lungo respiro, poi iniziò a parlare.

- Sono il soldato Angelica Shepard dell'Alleanza... -

   
 
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