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Autore: arcadialife    07/04/2016    0 recensioni
Dal testo:
"Ha bisogno di me.
Lei è stata l’unico nemico dalla quale mi sarei fatto cavare il cuore dal petto.
Anzi, per la sua salvezza, glielo avrei offerto io stesso a palmi aperti come ho fatto ogni giorno della nostra relazione.
In fin dei conti, è praticamente quello che è successo vista la ferita che mi squarcia il torace nonostante il suo profumo che ancora aleggia sulla mia pelle."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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E vabbè, non c’era da aspettarsi altro.

In fin dei conti, quella a cui stavano assistendo, non era propriamente una scena fuori dal comune e non c’era da stupirsi più di tanto per come fossero andate le cose.

Il loro capitano era fatto così: il significato delle parole “passare inosservato” era qualcosa di evidentemente indecifrabile.

Per meglio dire, non è che fosse un vero idiota come spesso e volentieri dava a vedere, ma sembrava piacergli l’idea di non programmare nulla nella sua vita e affrontarla così come veniva.

O forse se ne infischiava, semplicemente!

Tra l’altro, se uno si fermasse a pensare alle motivazioni di base dalle quali hanno origine questi degeneri, gli verrebbe anche da ridere e non ci farebbe tutti sti pensieri; non fosse che attorno a lui convergano ben altre otto esistenze costrette ad arrestare il loro cammino per le due idiozie.

Dato il carisma del ragazzo però, l’unico pensiero formulabile escludendo l’idea di abbandonarlo alle sue bambinate era “è fatto così”.

Non che non fosse anch’egli degno di elogi, anzi forse il più meritevole dell’intera ciurma era proprio lui, ma erano gli estremismi comportamentali che oscillavano da un polo all’altro della sua genuinità ad istillare il dubbio.

Va bene che erano pirati e tali marasma non facevano altro che innalzare il buon nome della categoria, ma a tutto c’è un limite.

Avevano ormeggiato la Sunny in quell’isola per la consueta esigenza di rifornire la stiva. Dovevano scendere, acquistare i viveri necessari e salpare subito dopo; questo era il piano…

Vi avevano trovato una bella città vivace e serena, ma Rufy aveva troppa fame.

Quella volta non si erano divisi e assistettero tutti all’espressione di pura gioia del loro capitano quando scoprì che per le vie principali erano allestiti numerosi banchetti e che molti di questi erano colmi di leccornie e prelibatezze.

Erano capitati (casualmente) proprio nel giorno di mercato e la folla di cittadini che riempiva le strade non aveva impedito al ragazzo di guizzare da una bancarella all’altra allungando, letteralmente, le mani su qualunque cosa capitasse a tiro del suo radar.

Ecco, già la cosa non è vista di buon occhio laddove sparpagliati ovunque ci siano guardie in servizio pronte ad acciuffare qualsiasi ladruncolo, se aggiungiamo le grida spaventate delle persone terrorizzate dall’assistere ad un arto allungabile, finiamo esattamente dove i Mugi si ritrovavano.




_ Qualcuno mi spiega perché ancora siamo con lui?_ esclamò uno sconsolato Usopp volgendo il palmo aperto ad evidenziare l’irrazionalità di ciò che stava facendo Rufy.

_ Yohohohohoho!! Cosa ti importa?! Goditi lo spettacolo._ gli rispose canterino Brook fingendo di strimpellare la sua sciabola come fosse una chitarra.

_ Spero non si facciano troppo male! _ piagnucolò un nasino blu abbassando preoccupato le orecchie.

_ Ma no, dottore! Il nostro capitano si sta solo divertendo un po’_ esordì Franky intento a scolarsi una bottiglia di cola.

Soffocando un risolino divertito, la bella archeologa si avvicinò alla renna e posò soave una mano sul suo cappello per rassicurarlo ed iniziò ad utilizzare il suo potere per acciuffare al volo i malcapitati che il moro lanciava per aria, così da ammortizzarne la caduta.

L’ingenuo Chopper levò il capo a guardarla con occhi mielosi e riconoscenti per quel gradito soccorso e sul suo musetto riaffiorò il caratteristico sorriso spensierato, per poi tornare a dedicarsi alla mela caramellata gelosamente custodita tra le zampette.

_ Se solo ci fosse Sanji! Lui è l’unico che abbia un po di giudizio capace di fermare Rufy! Perché la persona che rimane sulla nave si rivela sempre di una certa importanza per quelli che scendono a terra?_ continuò a lamentarsi il cecchino battendo un piede a terra spazientito.

A quelle parole, lo sghembo divertito di Zoro mutò in un lieve broncio di stizza _ Nessuno ha mai avuto bisogno di te, ora che ci penso!_ lo punzecchiò il verde insofferente a qualunque complimento verso il cuoco.

_ E con questo che vorresti dire scusa?! _ sbraitò Usopp puntellando le mani sui fianchi con sfida.

_ Che dovresti rimanere tu di guardia la prossima volta!_ ridacchiò lo spadaccino.

_ Preferisci Sanji a me?_ lo interrogò l’altro sapendo già di avere la vittoria in pugno.

Zoro schiuse la bocca pronto a rispondere, ma la serrò subito dopo e distolse lo sguardo ignorando il compagno e le sue risate sbellicate.

Percepì il sangue fluire caldo verso le guance e, prima ancora di permettere loro di imporporarsi, si prese le nocche fra le mani facendole scrocchiare e cambiando discorso: _Va bene, ci penso io… _

Avanzò di un passo verso la baruffa, già con quel tipico viso predatorio sui lineamenti, quando una fragorosa botta in testa lo spedì con la faccia a terra e le gambe per aria tanto forte da fargli mangiare la polvere.

_ Tu non ti muovi di qui per andare a cercare altri guai!!_ sbraitò Nami con ancora il pugno levato in aria.

Iroso, il ragazzo fece per alzarsi e sovrastarla con la sua mole da uomo digrignando i denti pronto ad affrontarla, ma la cartografa fu più lesta e lo prese per lo yukata sbatacchiandolo e sbraitandogli addosso: _NON CI PROVARE O TI STROZZO RORONOA!! _

Esattamente nell’istante in cui la ragazza lo liberò dalla presa per lasciarlo cadere stralunato con i glutei a terra, un corpo non del tutto definito gli arrivò addosso ad una velocità sovrumana colpendolo in mezzo alle spalle, per poi finire accolto dalle pronte braccia di Robin.

Il volto dello spadaccino rovinò nuovamente al suolo graffiandosi la pelle mentre Nami fu veloce a togliersi dalla traiettoria.

Scioccato ed incredulo, il resto dell’equipaggio volse lo sguardo verso il punto da cui era arrivato il colpo e videro Rufy intento a tenersi sottobraccio il collo di un soldato piagnucolante e ridere a crepapelle completamente assorbito da quel gioco.

_ Oooohy, ragazzi!! Venite a divertirvi, ce n’è per tutti!_ squillò il capitano sventolando un braccio per attirare la loro attenzione.

Come se di attenzione non ne avessero già abbastanza!

Erano rimasti tutti immobili neanche minimamente intenzionati a seguirlo quando il tutto aveva avuto inizio, figuriamoci ora!

Nonostante tutto, Rufy continuò a divertirsi con quei poveri soldati atti solo a compiere il loro sciagurato dovere facendosi forza e senza tirarsi indietro, ma la loro era una corsa spianata contro un solido muro di mattoni.

Il capitano li respingeva a suon di pugni e calci concedendosi imperterrito, tra un cazzotto e l’altro, di agguantare sempre più cibarie in giro mentre la folla urlava spaventata e correva a nascondersi.

Non fosse che proprio alcuni cittadini, visto l’invito del pirata caotico, presero a strepitare contro i Mugi rimasti in disparte e altri soldati in arrivo per dar manforte ai colleghi se ne accorsero cambiando repentinamente il loro bersaglio.

_ AAAAAAH!! Poveri noi, ci hanno visti!! _ latrò Usopp levando le braccia al cielo in segno di resa.

Franky getto la bottiglia vuota e si preparò allo scontro accompagnato dagli incitamenti del musicista scheletrico, ma nessuno di loro si rese conto di un’energia spaventosa, tetra e immensa, emanata da uno dei compagni.

Con gli occhi dardeggianti di insofferenza e la rabbia viva nelle vene, un’isterica Nami perse quel poco di autocontrollo e sfogò il tutto sul primo che gli capitò a tiro: Zoro.

_ Che diavolo fai ancora li per terra? TI SEMBRA QUESTA L’ORA DI DORMIRE?!_ così dicendo e ignorando il resto dei nakama tremanti di paura, acciuffò nuovamente il povero spadaccino ancora rintronato e lo tirò su di peso gettandolo con uno spintone contro gli avversari.

Prima ancora di riuscire a rendersi conto di cosa fosse quella misteriosa forza capace di rimetterlo in piedi, il giovane si ritrovò a schivare all’ultimo minuto un proiettile che sfrecciò accanto al suo orecchio scontrandosi con i pendagli e l’impatto gli fece fischiare il timpano.

Puramente istintivo, sguainò due katane e sminuzzò in un vortice tagliente tutte le armi da fuoco nelle vicinanze lasciando i nemici a bocca spalancata, immobili a fissarlo.

Perfino quelli intenti ad acciuffare Rufy si bloccarono dallo spavento!

Con un ringhio trattenuto nel petto, Zoro li sfidò in cagnesco con uno sguardo terrificante e il silenzio calò nella via.

_ Sparite, tutti quanti! _ sibilò a denti stretti.

I soldati non si mossero, non per qualche forma di coraggio, bensì per lo sgomento e continuarono ad osservarlo con occhi sgranati incapaci di contrarre un solo muscolo.

_ Ora!!_ ruggì il verde alzando le armi.

Come un quadro che prende vita, le guardie si arrovellarono a fuggire il più velocemente possibile abbandonando il loro arduo compito.

In fin dei conti si erano fatti onore, ma quelle pupille assetate di morte minarono irreparabilmente il loro senso del dovere e l’istinto di sopravvivenza prese il sopravvento.

_ Zoroooo… sei un guastafeste! _ piagnucolò Rufy sconsolato lasciando andare le ginocchia a terra dal dispiacere.

_ Finiscila e muoviti, torniamo alla Sunny. _ bofonchiò l’altro rinfoderando le lame e lanciando al capitano un’occhiataccia di blanda disapprovazione.

_Era ora! _ cinguettò la cartografa facendo strada verso il porto.

Il resto della ciurma le andò dietro e Usopp fu l’unico a preoccuparsi di non dimenticare il capitano andando a recuperarlo dai banchetti abbandonati.

Passando al fianco del vice, Nami gli diede un buffetto sulla spalla esclamando : _ Ben fatto!_ quando d’improvviso si sentì afferrare duramente per il polso.

Il rimanente dell’equipaggio li superò lasciandoli brevemente in disparte.

_ Tu dovresti decidere cosa vuoi! _ soffiò il giovane incarognito.

_ In che senso?! _ chiese spiegazioni lei.

Che stava succedendo?!

_ Prima non vuoi che mi intrometta e poi mi butti nella mischia?! Maltrattamenti a parte… _ cercò di spiegarsi Zoro, sempre più nervoso.

La ragazza sentì la presa dell’uomo sulla pelle farsi più stretta e tesa e indietreggiò d’un passo incredula: _ Mi stai facendo male… _

lo guardò dritto negli occhi e vide un qualcosa che spesso aveva dimorato in quelle pupille, ma solo per coloro che non erano suoi amici.

Come scosso da un incubo, lo spadaccino sembrò rendersi conto delle sue azioni solo in quel momento e la liberò dandole subito le spalle.

_ Scusa. _ fu l’unica cosa che sussurrò con un lieve cenno del capo prima di incamminarsi anch’egli.

Nami rimase sola per qualche minuto a fissare quell’uomo che per un fievole lasso di tempo non aveva più riconosciuto e giurò di intravedere una qualche invisibile ombra aleggiare su di lui.

L’unico pensiero fisso ad insinuarsi nel suo cervello fu una domanda del tutto spontanea.


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