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Autore: Moonshade    07/04/2016    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se fosse stato Pitch a vincere contro i Guardiani? Cosa sarebbe accaduto se fossero morti, sottomessi al suo potere?
Questa è una role scritta per un GDR che mi piaceva davvero tanto... Quindi ho pensato di condividerla, creandone una piccola oneshot.
Genere: Dark, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pitch
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se ti apposti sul tetto di un palazzo, puoi vedere tutta la città.
La gente che cammina frettolosamente per i marciapiedi, le macchine che intasano le strade, i loro automobilisti che gesticolano e urlano, infervorandosi contro il traffico. Tutto ti scorre davanti agli occhi, li vedi muovere come tante formichine, ignari della tua presenza ed è allora che ti senti potente. Tu sei più grande di loro, li puoi sottomettere ai tuoi voleri quando ti pare e piace.
Pitch, quella notte, si sentiva così. Si guardava intorno, assaporando il gusto della vittoria, sentendo il potere scorrergli nelle vene. Era più forte che mai.
Grazie ad esso, era riuscito a sconfiggere le forze del bene, aveva ucciso i cinque Guardiani uno dopo l'altro e ora gli era concesso di espandere il suo regno di terrore e miseria.
Le luci delle case si spensero ad una ad una, le famiglie si stavano preparando per andare a dormire, un raggio di Luna illuminò i contorni delle abitazioni con luce sinistra. Un ghigno gli si dipinse in volto
«È ora.» Disse svanendo e riapparendo nella stanza della sua prima vittima.
Charles, un bambino di dieci anni, stava dormendo placidamente nel suo letto. Il suo respiro pesante era l'unico rumore che disturbava il silenzio della camera.
Pitch cominciò a muoversi nella sua direzione, con passo felpato, facendo attenzione a non fare rumore per non farlo svegliare. La luce argentea, sottolineava i contorni degli oggetti intorno a lui: giocattoli, libri, vestiti. Evitò tutto con maestria, senza nemmeno guardare. Il suo sguardo era attirato dalla creaturina che giaceva sotto alla sua unica protezione.
Quando vi fu abbastanza vicino, si prese qualche attimo per studiarlo. Voleva ricordarsi ogni particolare, non voleva dimenticare l'inizio del suo regno e quindi cercò d'imprimersi nella memoria ogni dettaglio, dal volto pacifico e ignaro del bambino addormentato al colore della coperta. Prese un grosso respiro e quando fu pronto, alzò una mano. Sul suo palmo, si materializzò una manciata di sabbia nera. La soffiò in direzione di Charles e questa cominciò a modellarsi finché non assunse la forma di un bambino terrorizzato che fuggiva da un enorme drago.
«Sogni d'oro!» Sussurrò, facendosi sfuggire una risata.
Si voltò verso la finestra e cominciò ad allontanarsi, pronto per smaterializzarsi e riapparire da qualche altra parte, nella stanza di qualche altra facile preda.
Proprio mentre stava per svanire, sentì la porta scricchiolare e uno spicchio di luce irruppe nel buio della notte. Una bambina dai capelli biondi, sbucò da dietro l'entrata e corse verso il letto del fratello. Si arrampicò frettolosamente e cominciò a scuotere Charles con foga.
«Charlie! Posso dormire con te?» Chiese la sorellina.
«Ho paura!»
Presto si accorse che Charles non accennava a svegliarsi e cominciò a tremare. Alzò lo sguardo verso la finestra, dove la luce lunare era ostruita da una figura nera.
Trattenne il fiato e s'infilò sotto alle coperte, nascondendoci il volto. Pitch si voltò verso di lei lentamente.
«Chi sei?»
La voce della bambina tremava, Pitch rimase a fissarla per qualche attimo, interdetto. Si era dimenticato di quanto fosse bella quella sensazione, l'essere temuto. Non era più invisibile come una volta, ora potevano vederlo e tremare di paura di fronte a lui.
Scoppiò in una fragorosa risata, facendo spaventare ancora di più la bambina. Cominciò ad avvicinarsi a lei, a grandi passi.
«Chi sono io?» Chiese alzando il palmo della mano e facendo materializzare altra polvere nera che lentamente circondò figura gracile della bambina.
«Sono il tuo peggiore incubo.»
  
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