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Autore: Ederson50    08/04/2016    0 recensioni
Una nazione molto particolare.
Con le sue certezze e i suoi dubbi.
Con un mondo di idee e di innovazioni da scoprire e ammirare.
Ma con molti difetti che si celano ancora al suo interno.
Questo ed altro sono le: 50 sfumature di Serbia!
Genere: Mistero, Science-fiction, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Albania. Nemico?
 
Si odiano da sempre.
 
Sin da quando l’Albania aveva rifiutato di unirsi nella Jugoslavia in maniera pacifica.
 
Ma quella Serbia non è la Serbia che conosciamo oggi ovvero: pacifica, tecnologicamente avanzata, dove arrivano investimenti da grandi paesi, gente lavoratrice e cordiale, e chi più ne ha più ne metta.
 
La storia che vi andrò a raccontare è una storia d’amore particolarmente toccante, perché si tratta di storie di uomini e di mostri.
 
 
 
 
 
La Jugoslavia esisteva ancora, e aveva forti rivalità con l’Albania, anche se era nella sua stessa fazione; è in quella situazione che ci furono due studenti universitari che studiavano entrambi nella stessa università, quella di Pogdoriça che appunto era vicina al confine albanese e pericolosamente soggetta a tensioni.
 
Gli studenti erano un serbo -che di nome faceva Jakub Darakia- e una ragazza albanese che si chiamava Elain Giuffat.
 
Erano molto amici tra loro, e studiavano spesso insieme, non importava se erano così diversi; ed era come se si focalizzassero su quanto fossero simili.
 
Nella Jugoslavia gli albanesi non erano proprio visti di buon occhio, ma si imparava a sopportarsi.
 
Ma c’erano alcuni razzisti che volevano far ricadere la colpa di tutto quello che succedeva di brutto nella Jugoslavia all’Albania.
 
Uno di questi era Milo Lucanovska, che andava a scuola con Jakub ed Elain e si divertiva sempre a prenderli in giro alle loro spalle insieme alla sua compagnia.
 
Si, perché aveva sempre quei 4 amiconi che gli stavano incollato come se fosse una specie di capo.
 
Gli altri 4 erano tutti rigorosamente serbi: Julian Kassimov, Delan Malukovza, Ian Makuvia e Debren Makuvia.
 
I Makuvia erano fratelli, ma non si direbbe dato il loro carattere; infatti Ian era molto più aggressivo e presuntuoso di Debren, che in segreto cercò di dare una mano a Jakub ed Elain.
 
Qualche volta veniva a casa da loro a dargli una mano con lo studio dato che prendeva voti molto alti.
 
Ian non sapeva di questo e molto altro, come il fatto che aveva tanti ricordi della madre in dei cassetti nascosti; infatti la madre era stata uccisa dal suo stesso marito per via del fatto che non odiava il “diverso” dalla loro immagine di “umano ideale”, come una specie di nazismo in ambito familiare, e così assieme ad Ian, cercarono di indottrinare Debren al loro credo, ma lui non ci stava perché la madre -Katalina- diceva che: “La diversità è una ricchezza che il Signore ci ha donato, sta a te sfruttarla al meglio; chi dice che il diverso è il male vuol dire che non è cristiano, ne tanto meno sarà rispettato dagli altri. Tuo padre sta organizzando cose brutte assieme a tuo fratello che scoprirai crescendo, e quando sarai grande devi reindirizzarli verso la retta via. Promettimi che lo farai. Promettimelo!”
 
E Debren, che ogni notte sentì come un eco quella frase sussurrò:- Te lo prometto mamma, te lo prometto.
 
In questo momento vi chiederete: cosa c’entra questa spiegazione con questa storia? Eccovi spiegato.
 
Era una bella giornata di fine aprile del 1991, tutto sembrava iniziare come al solito: solite lezioni, solito intervallo, solita routine insomma.
 
Ma quando stavano tornando in aula, Debren vide suo padre -Kamil- fuori dal cancello del campus; lì per lì si chiese: “Cosa ci farà qui? Probabilmente per prendere mio fratello? Per attendere qualcuno e poi pestarlo? Mi vorrà dire sempre le solite cose tipo:- Non perdere tempo con questi pezzenti! Sei ancora in tempo per unirti a noi! … Mah, non lo so.
 
Ian andò dal padre e gli chiese:- Sei qui per me, vero?
 
Ma lui rispose:- No, non stavolta. Sono venuto per Debren. Fallo venire da me.
 
Ian chiamò Debren che venne subito dal padre:- Cosa c’è stavolta?
 
E Kamil:- Cosa c’è stavolta? Cosa c’è stavolta? Dimmi una cosa: cos’è questo?
 
E gli fece vedere una delle foto della madre.
 
Debren rispose come poteva:- Non so cosa siano, perché me lo chiedi?
 
Ed Ian gli rispose:- Sono le foto di nostra madre, ecco cosa sono! Perché le tenevi in dei cassetti nascosti, eh?
 
Debren allora disse:- Come vi permettete di infiltrarvi nelle cose personali? Non vi hanno insegnato che “chi fa la spia non è figlio di Maria?”
 
Kamil si infuriò:- Ci permettiamo perché siamo la tua famiglia, nel bene e nel male. Ora con questo possiamo permetterci di fare una cosa: o ti arruoli a noi tra i “Puri Serbi” o stracciamo la foto assieme alla tua vita!
 
L’associazione Puri Serbi voleva reinstaurare un regime dittatoriale (più di quello di Tito) dove i serbi erano la “razza superiore”; erano dotati di un arsenale avveniristico, come ad esempio dei mini-droni che indebolivano le persone tramite infrarossi (gli stessi dei cellulari), granate al plasma sperimentali, detonatori termici, pistole e fucili d’assalto a fascio atomico in grado di distruggere un’abitazione con pochi colpi, etc…
 
Ma a tutto questo Debren rifiutò di nuovo, e si vide stracciare la foto, dopodiché disse a Ian dandogli una pistola a fascio atomico:- E il tuo momento. Uccidi questo traditore!
 
Ma Ian si fece perplesso:- Ma è mio fratello! Non posso!
 
E Kamil lo incitò:- Si che puoi! Ha tradito la nostra famiglia, il nostro credo, e anche il nostro passato! Per un po’ gli abbiamo dato corda, ma poi basta! Finiamola qui ora!
 
Ian allora rispose:- Va bene, lo faccio per te papà!
 
Ma arrivarono Jakub ed Elain che disarmarono Ian ed affrontarono Kamil, ma questo li mise al tappeto.
 
Però non aveva fatto i conti con le abilità nelle arti marziali di Debren:- Tu hai picchiato i miei migliori amici, che io considero la mia famiglia, meglio di questa. Ora la paghi!
 
E Debren si mosse con una leggerezza che non aveva eguali, e stese con una rapidità sorprendente Kamil.
 
Ma poi arrivarono tutti gli altri di Pura Serbia, che accerchiarono Jakub, Elain e Debren, che vennero minacciati di morte se non si arrendessero.
 
E quando sembrava fosse finita, la polizia serba assieme a quella albanese accerchiarono a loro volta gli scagnozzi di Pura Serbia, tra loro c’erano anche i tirapiedi di Ian, che provarono a menare Elain, ma Jakub li respinse con l’aiuto di Debren.
 
Alla fine le forze di polizia arrestarono tutti, ma Debren ora avrà bisogno di qualcuno che lo ospiti, perché tutto quello che era rimasto della famiglia è andato a pezzi.
 
Jakub ed Elain così trovarono l’amore, così come due nazioni che si odiarono da sempre, ma l’unione fa la forza, e quando le forze si uniscono non c’è modo di arrestarle.
 
 
 
Spero che anche il nostro futuro, ora che siamo nel 2022, continui con la collaborazione e l’unione pacifica di nazioni;
 
 
 
Credendo in un futuro migliore
Jovak Marusza, direttore dell’orchestra nazionale serba.
 
 
 
NOTA DELL’AUTORE: Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, recensite la storia così vedo cosa va bene e cosa c’è da aggiustare, e ci vediamo alla prossima! 
   
 
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