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Autore: RainbowChia    08/04/2016    0 recensioni
[Mumford & Sons]
-Ti confesso una cosa, mh?- mormorò Marcus, chiudendo gli occhi.
-Dimmi- Ben gli baciò la punta del naso.
Il cantante sospirò. -Anche io sono tremendamente geloso.-
-Di chi?-
-Di chiunque osi anche solo guardarti.-
(One Shot ispirata al film The Big Easy Express, che segue il tour dei Mumford ed altre band. Coppia: Ben Lovett x Marcus Mumford)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"It's called jealousy, Benji."

 

Le ultime note di "This train is bound for Glory", accompagnate dagli applausi e dalle urla entusiaste dei fans, riecheggiarono per tutto il parco. I musicisti si abbracciarono a vicenda, battendo le mani, sorridenti e soddisfatti per quell'ennesimo concerto riuscito alla grande. Lasciarono il palco, mentre le luci si spengevano e i tecnici si affrettavano a recuperare gli strumenti per rimetterli a posto.

Ted e Winston, insieme ai componenti degli Edward Sharpe ridevano e scherzavano, mentre si riavviavano tutti insieme al treno. Marcus e Ketch erano dietro di loro: Marcus teneva in mano una bottiglia di birra, mentre Ketch gli aveva passato un braccio dietro la schiena; entrambi stavano continuando a canticchiare allegramente.

Saliti sul treno, la voglia di festeggiare non era del tutto scemata. Tutti i musicisti, infatti, si erano riuniti nel vagone principale, e avevano ripreso in mano i loro strumenti, ricominciando a suonare qualche canzone improvvisata.

Marcus sorrise, guardandosi intorno. L'atmosfera che si respirava ogni giorno in quel treno era semplicemente meravigliosa; la musica era l'unica cosa che importava oltre a stare tutti insieme, come una grande famiglia, e non pensare ad altro se non ai propri strumenti.

Si passò una mano sulla fronte ancora sudata a causa del concerto appena tenuto, e si scompigliò i capelli corvini.

Era esausto, non riusciva a capacitarsi di come tutti gli altri facessero a non stancarsi e ad avere ancora le forze di suonare.

Ketch gli si avvicinò di nuovo, il violino in mano. -Ti unisci a noi, Marcus?-

Marcus scosse la testa. -Stavolta passo, sono stravolto.-

L'altro parve deluso, ma poi gli sorrise e gli dette una pacca sulla spalla prima di raggiungere Willie e ricominciare a cantare.

Gli occhi di Marcus percorsero tutta la cabina, in cerca dell'unica persona con la quale aveva voglia di passare gli ultimi attimi di quella faticosissima giornata.

Quando si rese conto che però non era presente, il sorriso gli morì sulle labbra, lasciando posto ad un'espressione delusa e perplessa.

-Winston!- Marcus chiamò l'amico, che nel frattempo si era riappropriato del suo banjo e aveva iniziato strimpellare con Ted. -Hai per caso visto Ben?-

Winston scosse la testa. -L'ho perso di vista, dopo il concerto. Credevo fosse con te, dato che ve ne state sempre appiccicati.-

-Credo sia andato direttamente alla nostra carrozza.- intervenne Ted. -L'ho visto precipitarsi giù dal palco e avviarsi di filato sul treno. Mi sembrava un po' innervosito, sinceramente...-

-Innervosito?- Marcus iniziò a preoccuparsi. Non era un buon segno.

Ted annuì. -Magari era solo una mia impressione...-

Marcus sospirò, chiedendosi cosa diavolo fosse successo, prima di ringraziare Ted e avviarsi verso l'uscita del vagone, facendosi largo tra tutti i musicisti e i loro strumenti.

Attraversò velocemente le carrozze degli Edward Sharpe e degli Old Crow Medicine, giungendo poi alla loro.

-Ben?- chiamò, una volta entrato.

Non ricevendo alcuna risposta, tentò di nuovo: -Benji, sei qui?- alzò la voce, mentre percorreva la zona soggiorno e si avviava verso le cuccette.

Finalmente il tastierista fece capolino dalla sua, e Marcus tirò un respiro di sollievo. -Santo cielo, iniziavo a temere che ti avessimo lasciato fuori.-

-Perchè, ti sarebbe importato?- rispose acido, Ben. Indossava solamente un paio di pantaloni blu della tuta, i capelli erano bagnati e un po' scompigliati, il suo sguardo era severo.

Subito dopo il concerto, infatti, Ben se ne era tornato di corsa al suo vagone, arrabbiato e irritato per il comportamento di Marcus, e si era fatto la doccia, nell'inutile tentativo di calmarsi.

Marcus lo guardò, stranito e perplesso. -Ma che cosa stai dicendo?-

Ben alzò le spalle. -Nulla, lascia perdere.- puntando gli occhi verso il divano.

Il cantante gli si avvicinò, cercando poi il suo sguardo. -Hey... cosa c'è che non va?-

-Non c'è niente che non va- fece Ben, sbrigativo, sperando che l'altro capisse che doveva lasciarlo in pace. Erano distanti pochi centimetri l'uno dall'altro e questo iniziava a metterlo a disagio: l'ultima cosa che voleva in quel momento era stare così vicino all'amico. Sapeva che non avrebbe resistito più di tanto a quegli occhioni verdi che lo fissavano.

-Benji?- lo richiamò la voce calda di Marcus.

-No, smettila, non dire "Benji" con quel tono!- scattò Ben, allontanandosi da lui. -Se proprio vuoi saperlo, c'è che tu sei un maledetto idiota!- esclamò, cogliendo letteralmente di sopresa Marcus.

-Okay.- il tono di Marcus era interrogativo; non capiva assolutamente quale fosse il problema e iniziava a sentirsi un emerito stupido per questo. Cos'aveva fatto di sbagliato nelle ultime ore?

-Perchè non mi spieghi?-

Ben sbuffò. -Senti, lasciamo perdere, sono stanco e non voglio discutere.-

-Strano, a me sembrava proprio il contrario.- ribattè Marcus, che iniziava ad innervosirsi a sua volta. -Non puoi darmi dell'idiota e pretendere che io non te ne chieda il motivo.-

-Perchè non te ne vai, eh?- lo interruppe Ben, facendogli un cenno con la mano. -Tornatene da Ketch, o da Alex o da chiunque altro! Scommetto che staranno già sentendo la tua mancanza!-

Improvvisamente Marcus comprese e si sentì uno stupido per non essersene reso conto prima.

-Ben...- iniziò. Marcus doveva assolutamente scusarsi, realizzando quanto male si fosse comportato con l'amico quella sera.

Ripensando al concerto da poco tenuto, comprese perfettamente il motivo per cui Ben era furioso: non lo aveva minimamente considerato e aveva passato l'intera durata dell'ultima canzone appiccicato a Ketch, spargendo baci e abbracci a destra e a manca... tranne che a lui.

-No, Marcus.- lo bloccò subito Ben. -Io provo, davvero, a non farci caso, ma non ci riesco. So che sei fatto così, che devi dimostrare il tuo affetto a tutti, ma a volte esageri. Mancava poco e tu e Ketch vi baciavate in bocca, stasera!- Ben si stava infuriando di nuovo a quel pensiero.

Marcus arrossì, ricordando quanto lui e il cantante degli Old Crow fossero stati vicini mentre cantavano.

-Dio, sembrava che tu non ti rendessi nemmeno conto che c'ero anch'io! Non dico di venire a pomiciare con me mentre siamo sul palco, ma un minimo di considerazione o, che ne so, di rispetto!- le guance di Ben s'imporporivano a mano a mano che continuava nella sua sfuriata.

Marcus non potè fare a meno di pensare che fosse adorabile, e per un attimo gli si dipinse un sorrisetto beota sulle labbra. Ben aveva sempre avuto la capacità di farlo apparire un emerito babbeo. Si affrettò a riacquisire un'espressione più seria, per evitare di far arrabbiare l'amico ancora di più.

-Credevo che io e te stessimo insieme.- quell'ultima frase venne pronunciata da Ben con più calma e una certa stanchezza.

-E' così, infatti!- ribattè immediatamente Marcus. -Io non voglio certo stare con Ketch, nè tantomeno farci chissà cosa!-

-Lui sì però. Ho visto come si avvicinava a te. Sembrava un avvoltoio.- Ben mise il muso. -E tu gli davi spago.- incrociò le braccia al petto. -Lo fai sempre, ad ogni fottuto concerto, e io mi sono stufato, Marcus. E' stupido ed infantile, lo so. Ma non posso farci niente.- si sedette sul divano, sospirando.

Marcus si tolse il gilet nero, posandolo poi sul tavolino e lo raggiunse.-Si chiama gelosia, Benji, è normale.- disse, dandogli una pacca sulla spalla.

Ben sgranò gli occhi, l' espressione quasi offesa: -Io non sono geloso. Perchè dovrei esserlo?-

-Beh...- iniziò Marcus, sorridendo. -Per quello che mi hai detto circa tre secondi fa. Sai, la storia di Ketch...-

-Non vuol dire che sono geloso.-

-Si, Ben. Vuol dire esattamente questo.-

Trascorse qualche attimo di silenzio in cui Ben fissava il pavimento, irritato per tutta quella situazione: non avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbe ridotto in quelle condizioni a causa dell'amico.

Marcus d'altra parte osservava il compagno, non potendo fare a meno di pensare a quanto fosse tenero il fatto che gli importasse così tanto di lui.

Non che il sentimento non fosse ricambiato, anzi. Marcus teneva a Ben più che a chiunque altro, era sempre stato così. Ma di solito era sempre lui a dimostrarlo, Ben era quello più timido dei due, che raramente ammetteva ciò che provava.

-D'accordo, allora credo proprio che me ne tornerò da Ketch a suonare.- Marcus volle mettere alla prova Ben e fece per alzarsi dal divano, ma quello lo afferrò prontamente per un braccio, riportandolo a sedere.

-Provaci e ti ammazzo.-

Il cantante sorrise. -Visto? Sei geloso.- gli picchiettò sul naso.

-Fanculo- sussurrò Ben, prima di portare a contatto le loro labbra.

Marcus accolse più che volentieri la lingua di Ben nella sua bocca, le sue braccia cinsero la schiena nuda dell'amico che fece più pressione contro il suo corpo. Il cantante emise un mugolìo sommesso, prima di abbandonarsi all'indietro, sdraiandosi sul divano. Ben gli stava sopra, ed era passato a lambire con le labbra il suo collo; la pelle di Marcus era leggermente salata, poichè imperlata ancora del sudore post-concerto. Nonostante questo, il tastierista non riusciva ad impedirsi di baciarne ogni centimetro.

-Io non sono geloso- gli mormorò all'orecchio, prima di mordergli il lobo.

Marcus, che stava iniziando a perdere ogni capacità di intendere e di volere, cercò di mantenere un minimo di lucidità per ribattere: -Sì, che lo sei. E anche tanto.-

In tutta risposta, come se fosse una punizione, Ben gli morse uno zigomo.

-No, non lo sono.-

Marcus sospirò, cercando disperatamente di mantenersi calmo. Non poteva perdere il controllo, non lì; chiunque sarebbe potuto entrare e vederli.

Nel frattempo Ben aveva iniziato a sbottonargli la camicia bianca; lo sbottonava e subito baciava la sua pelle, che iniziava a farsi sempre più calda.

Marcus si passò una mano tra i capelli. -Oddio, Ben-

Ben sorrise e si fermò, la camicia del compagno ormai completamente sbottonata. Fissò gli occhi nocciola in quelli verdi di Marcus, portando a contatto le loro fronti. Poteva avvertire il battito del cuore del cantante battere all'impazzata, e fu compiaciuto nell'accorgersi che era arrossito.

-Ti confesso una cosa, mh?- mormorò Marcus, chiudendo gli occhi.

-Dimmi- Ben gli baciò la punta del naso.

Il cantante sospirò. -Anche io sono tremendamente geloso.-

-Di chi?-

-Di chiunque osi anche solo guardarti.-

Le guance di Ben si fecero ancora più rosse, mentre un sorriso gli si dipinse sul volto. La mano di Marcus si spostò dalla schiena di Ben ai suoi capelli, ricominciando ad accarezzarli dolcemente. -Vedi? Non mi faccio problemi ad ammetterlo, quindi anche tu puoi tranquillamente dirlo.-

Ben parve pensarci su un attimo, ma poi scosse la testa. -Scordatelo, ho già detto abbastanza.- La mano di Ben s'insinuò velocemente sotto i pantaloni di Marcus, provocandogli un fremito. -Io non sono geloso- sillabò.

-D'accordo, d'accordo- la voce di Marcus era quasi strozzata. -Non sei geloso, non sei geloso, non sei geloso...- iniziò a ripetere, un sorriso stampato sulle labbra.

-Ecco, bravo...- Ben chiuse gli occhi e baciò di nuovo Marcus. Inizialmente il contatto fu dolce, le loro labbra si assaporarono lentamente; quando la mano di Ben si mosse sotto i boxer di Marcus, quest'ultimo si lasciò scappare un gemito e aprì la bocca; nel giro di pochi secondi avvertì la lingua calda di Ben passare prima sopra i suoi denti, per andare poi ad incontrarsi con la sua. Marcus afferrò i capelli di Ben con una mano, mentre fece scendere l'altra sui suoi fianchi.

Si staccarono solo quando avvertirono che il bisogno di ossigeno era inevitabile.

I volti di entrambi erano arrossati, il fiato era corto.

Nel momento in cui Ben cominciò a muovere di nuovo la mano sulla lunghezza di Marcus, a quello sfuggì un gemito strozzato e s'impossessò di nuovo delle labbra del compagno. Le loro lingue si cercavano fameliche, i denti di Marcus mordevano le labbra di Ben, i loro fianchi andavano l'uno incontro all'altro, come a chiedere di più. Le mani del cantante vagavano lungo la schiena di Ben, si aggrappavano ai suoi capelli e poi di nuovo scendevano, fino ai fianchi. D'altro canto, Ben continuava a toccare Marcus, stando però attento a non fargli raggiungere il limite.

Quando Ben inaspettatamente si fermò, Marcus stentava a crederci.

Rimasero qualche istante in silenzio a fissarsi, mentre i loro battiti rallentavano. Ben ritrasse la mano da sotto i pantaloni dell'altro, che emise un debole lamento di disappunto. Stava giusto per iniziare a polemizzare, ma l'altro parlò per primo:

-Promettimi che non farai più il cretino con Ketch e gli altri.-

Marcus fu sorpreso da come l'amico fosse riuscito a tornare serio sull'argomento di quelli che gli erano parsi secoli prima e a ricomporsi del tutto. Lui sentiva ancora il sangue pulsare nelle sue vene, la voglia di continuare immediatamente quello che avevano iniziato era implacabile.

Cercò disperatamente di riordinare le idee per riuscire a dargli una risposta più rassicurante possibile.

-Te lo prometto, Benji.- gli sorrise, scostandogli una ciocca di capelli dalla fronte.

A quel punto anche Ben ricambiò il sorriso, i suoi grandi occhi nocciola s'illuminarono. -Molto bene.- detto questo, si alzò dal divano, lasciando Marcus con un palmo dal muso.

-Ma cosa...?-

Ben lo guardò, interrogativo. -Si?-

-Te ne vai?- il tono di Marcus sembrava quello di un bambino a cui avevano appena proibito una caramella.

Ben alzò le spalle. -Certo. Che c'è, credevi che lo avremmo fatto su questo divano? Win e Ted potrebbero tornare da un momento all'altro.-

-Ma... ma tu... io pensavo che noi...- iniziò a borbottare Marcus, deluso e ancora troppo eccitato per quello che Ben gli aveva fatto provare poco prima.

-Tra l'altro è anche tardi, domani sarà un'altra giornata estenuante.- detto questo, Ben si avviò al suo vagone.

Marcus si mise a sedere sul divano, indeciso se riabbottonarsi la camicia o no. Abbassò lo sguardo, sentendosi un emerito idiota. Era stato così stupido pensare che avrebbero potuto farlo lì, in quel preciso momento? Cristo, Ben gli aveva infilato una mano sotto i pantaloni, cos'altro avrebbe dovuto pensare?

-Oh mio Dio, Marcus, stavo scherzando!- la voce di Ben proveniente dalla sua cabina lo ridestò. -E' ovvio che lo voglio fare! Però ti conviene muoverti, prima che mi addormenti sul serio!-

Ben non aveva ancora finito la frase che Marcus scattò su dal divano come una molla e, alla velocità della luce, lo raggiunse a letto.


 


 


 


 


 


 

  
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