Un profondo inchino, fino a poggiare l'intero peso sulla punta di gesso. Alza il visto.
Persone rabbrividiscono a quello sguardo: puro ghiaccio che li colpisce con la sua fredda potenza. Si rialza percependo le prime note morire nell'aria, soffocate. Prende posizione ed esegue ogni passo con precisione.
Music was my first love... and it could be my last...
L'inno alla musica. Non sa più quello che sta facendo, avanza nella dimensione del non pensiero, quella dimensione di ricordi ed emozioni che nessun altro può rubarle, strapparle. Il corpo balla da sè, lasciandola libera di precipitare nell'immensità del mondo oltre il suono, di spiccare il salto per questo folle volo.
E si vede, con l'occhio della mente. Vede se stessa, poggiata alla sbarra tentando di sopraffare il dolore e resistere in equilibrio. Si vede accennare i passi, per ricordare la coreografia, a casa, da sola, la musica che aleggia e si dissolve, inascoltata nella stanza. Si vede girare, e girare, fare pirouette e ancora e ancora, fino a cadere e sbattere, tra le lacrime. Si vede, chiusa nella stanza, al buio, con la musica che dovrà ballare nelle orecchie, piangendo, sopraffatta dall'inadeguatezza.
Poi sente una voce, lontana. Qualcosa che le ridà vita. Solo balla. E ancora Pura energia. Grinta.
E torna alla realtà. Vede quei mille occhi seguirla, ed il suo sguardo si indurisce ancora. La musica cambia. Si strappa il vestito di dosso con violenza e resta vestita di sola seta rossa. Rosso, passione, grinta. Si strappa il bastoncino che teneva fermo lo chignon. I capelli volano, alcuni le restano impigliati tra le mani, non importa. Ora sta ballando. Ora che sente impetuosità e scorge la disperazione nascosta in quelle note che troppo a lungo aveva superficialmente udito. Ora che non è più costretta nel rigido schema della classicità, ma che sente la libera espressione della sua rabbia, emergere dal suo corpo, per ogni poro della sua pelle... ed il suo corpo tremare, tendersi esageratamente ad ogni movimento. Troppo. Si sente sopraffare dalla sua stessa intensità, si sente esaltata da una violenta aggressività. Quasi scoppia in pianto.
E poi arriva. Il momento che fino a quel momento aveva amato, ed atteso... ed ora temuto. La melodia si velocizza, frenetica, ed il corpo aumenta i movimenti, e la foga quasi la fa cadere. Si sbatte a destra, e a sinistra, e di nuovo a destra, sempre più veloce e piena di paura, e tristezza, ed eccitazione e desiderio, desiderio che tutto finisca. Salta, gira, senza controllo.
La musica ha potenza, controlla la sua mente, la può sconvolgere, far piangere e sorridere, ricordare... può annientarla.
E l'ha annientata. L'ha avvolta nel suo mantello
di perline, l'ha spinta nel buio, l'ha viziata con le dolci note delle canzoni
d'amore, poi massacrata, uccidendola, lasciandola affogare nel proprio dolore.
L'ha lasciata cadere nella spirale dei ricordi, fatta vorticare nelle sue stesse
emozioni, lasciata logorare dalla malinconia.
Ha ballato con lei, stringendo la mano debole, nella sua coperta da guanti di
pelle bianca. L'ha stretta a sé ed odorato il profumo dei suoi capelli.
L'ha contemplata e toccata, bramandola, seducendola.
Finalmente, l'ultima nota. La ballerina cade a
terra, priva di sensi, sopraffatta dal sadismo, il sadismo di quella Musica
che aveva preso vita e l'aveva trascinata con sè... il suo stesso sadismo,
che la portava ad autolenirsi, a graffiarsi...
Finalmente, perchè è un sollievo. La vita della ballerina è
oltre la realtà tangibile, è la vita dello spirito congiunto alla
melodia, sposato con l'alchimia perfetta di suono e dolore fisico... Ed è
perfetto quando giunge al culmine, e non c'è più freno alcuno
che possa fermare l'anima, neanche la razionalità del corpo. E l'unica
cosa che il mondo può fare è guardare la ballerina che prende
atto di quello che è, e muore nella perfezione che ha raggiunto. Il corpo
sente il freddo parquet, la durezza del legno, l'urlo del pubblico. L'essenza
della ballerina va oltre tutto questo, la sua anima ha spiccato quel famoso
volo, lontana dalla sua prigione materiale.
Il pubblico si alza, sconvolto. Guardarla li
ha tenuti inchiodati ai loro posti, senza avere voglia, senza poter smettere
di guardarla. L'hanno vista dentro, l'hanno vista uccidersi. L'hanno vista prendere
un pugnale e trafiggersi il cuore. Ed ora la guardano giacere a terra come un
fiore già colto. Non è accaduto sul serio, eppure ognuno di loro
giurerebbe di averla vista vorticare nella propria disperazione, persa nei suoi
movimenti, spinta dalle note. La musica ed i suoi movimenti hanno intrappolato
ogni fibra di quei corpi seduti, li hanno esaltati e portati su, sempre più
su, così vicini al piacere totale, quel piacere che chi guarda non può
avere, ma di cui chi balla gode. Quasi partecipi, ma sempre quasi.
Tutto per quel corpo che sembra essere solo carne, e che ora è steso
a terra, all'apparenza morto. Ma chi può dirlo? Chi può dire se
è davvero senza vita? E se lo è il corpo lo sarà anche
l'anima? O se il cuore ancora batte, può quell'essenza che li ha rapiti
tornare a mostrarsi, ancora una volta, rendendoli di nuovo fortunati spettatori?
Nell'ombra, dietro le quinte, un sorriso smagliante scintilla. Poi, un fruscio,
e l'unico bagliore che resta è quello sempre più lontano di perline
illuminate da riflettori ancora accesi.
:: Commento
Ho provato a scrivere qualcosa di lontanamente simile a Suicide, ma ovviamente riesco a fare qualcosa di lontanamente decente una volta sola ._." E' ispirata alla prima parte della canzone (bellissima) Music was my first love di John Miles.. conoscete? Credo proprio di sì ^__^/*
Grazie per averla letta ^^
Shikaeru