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Autore: lapoetastra    09/04/2016    0 recensioni
È un attimo.
Non è più nel presente, non è più in un vicolo cieco, buio e puzzolente.
È in un luogo chiuso, angusto, che sembra tanto essere un bunker.
C’è la ragazza, con lui.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Michael
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando la sente gridare, Michael non può che iniziare a correre.
Corre, nella direzione di quell’urlo di ragazza stridulo di paura.
Corre, e la vede.
V’è una donna, schiacciata contro il muro del viale inghiottito dalla notte.
V’è un uomo, premuto sul suo gracile corpo, un uomo che la palpa con lussuria, un uomo che non ha più nulla di umano negli occhi vogliosi e lucidi.
Michael non è mai stato un eroe.
Pavido e timido, ha sempre preferito scappare di fronte al pericolo, piuttosto che affrontarlo.
Ed infatti il suo cervello gli sta ferocemente urlando di fuggire, adesso, di correre lontano.
Ma il suo cuore, per chissà quale strano e nuovo motivo, gli si oppone, e la sua volontà istintiva è più forte della razionalità della mente, e Michael è trascinato in avanti da un filo invisibile.
Quando è di fronte all’aggressore, che grazie al buio non si è ancora accorto di lui, non sa cosa fare.
Potrebbe essere armato, quell’uomo, potrebbe ucciderlo in un secondo per essersi messo in mezzo.
Potrebbe.
Ma se non facesse nulla, allora il criminale sicuramente violenterebbe la ragazza, che continua a piangere leggermente ed a tentare di divincolarsi alla sua ferrea presa.
Michael allora fa l’unica cosa che gli viene in mente.
Urla.
Urla come un pazzo, scagliandosi contro l’aggressore, che a vederlo bene non è poi così tanto alto e muscoloso, come aveva suggerito il gioco d’ombre, e non è nulla di più che un ragazzo.
Michael legge sul suo volto imberbe la paura, il terrore, che ha preso il posto della lussuria contraendogli ugualmente il viso in una maschera grottesca.
È un attimo, poi il giovane scappa, dopo essersi divincolato da Michael. Fugge via, e rapidamente come un pensiero viene avvolto dalla notte imperante.
Michael ha il respiro corto.
Rimane per lunghi attimi a fissare il luogo nel quale l’aggressore è scomparso, fino a che gli occhi non gli bruciano.
Abbassa lo sguardo, e la vede.
La ragazza è ancora a terra, rannicchiata su se stessa.
Michael le si inginocchia a terra con delicatezza, e fa attenzione a non sfiorarla nemmeno con un dito, perché magari potrebbe ottenere l’indesiderato effetto di spaventarla ancora di più.
Semplicemente, la guarda.
Nota che non è la paura che domina il suo viso, bensì la rabbia, per non essere riuscita a sottrarsi autonomamente alla stretta del suo aggressore, e l’orgoglio ferito.
Michael prova un’innata simpatia per quella piccola guerriera, ed addirittura gli sembra di scorgere qualcosa di familiare il lei.
I suoi occhi, scuri come la notte ed ora completamente privi di lacrime, si posano nei propri, e Michael sostiene lo sguardo con un tremito che gli insinua sotto la pelle.
Lei sorride, un sorriso sincero che scalda Michael e lo costringe a rispondere con uno medesimo.
Allunga la mano per aiutarla ad alzarsi, allora, e le sfiora delicatamente la pelle del braccio.
È un attimo.
Non è più nel presente, non è più in un vicolo cieco, buio e puzzolente.
È in un luogo chiuso, angusto, che sembra tanto essere un bunker.
C’è la ragazza, con lui.
Michael ricorda che sono amici, loro due.
O almeno, lo sono in quell’universo parallelo che si sottrae alle leggi dello spazio e del tempo.
Sono amici, ma lui le ha sparato.
Si vede con una pistola in mano, e la giovane è di fronte a lui, con un foro che le distrugge il ventre ed un’espressione di dolore sul volto.
Le ha sparato, ma non capisce perché.
Per far scappare Ben.
Per salvare Walt.
Ricordi improvvisi di una vita che non ha vissuto gli sovvengono alla mente, facendolo barcollare a causa della loro intensità travolgente.
Nel mentre, la ragazza si accascia, e muore, e lui l’ha uccisa nel proprio interesse.
La visione sparisce, come un sogno si dissolve alle prime luci dell’alba.
Michael è di nuovo nel presente, adesso.
Guarda la giovane donna che è ancora a pochi passi da lui, pallida e tremante.
< Michael >, mormora lei.
Lo ha riconosciuto.
< Ana-Lucia >, risponde allora Michael, con lo stesso tono rauco.
L’ha uccisa, sull’isola, in un passato di cui non capisce l’origine.
L’ha uccisa, e sa che anche lei se ne è ricordata, adesso.
Non la biasimerebbe di certo se lo odiasse, se ora lo assalisse con la forza che alberga innatamente nel suo corpo esile ma scattante.
Ma Ana sorride.
Semplicemente.
< Grazie, Michael >, sussurra.
Ed anche Michael sorride, allora.
L’ha uccisa, una volta. Forse.
Ma ora, ora l’ha salvata.
Ed è solo questo che in fondo conta.
 
 
 
   
 
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