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Autore: mymanga    10/04/2016    6 recensioni
Crescere comporta responsabilità.
Tra ricordi passati e speranze future, Pan ormai giovane donna, capisce che è giunto il momento di prendere decisioni veramente importanti, fondamentali per il proseguimento della sua vita.
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Dal 1° capitolo:
Se la fortuna decide di sorriderti, capisci che l'immenso amore che provi per il tuo compagno... così forte e resistente perché costruito sulle solide fondamenta di rispetto fiducia e collaborazione, ecco quell'amore non è UN punto d'arrivo, ma IL punto di partenza per nuovi progetti, nuove priorità...
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pan, Trunks | Coppie: Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Albero della Vita
CAPITOLO 3


 
Bulma salutò i ragazzi con affetto, Vegeta si limitò a degnarli di uno sguardo e ad alzare un sopracciglio, mantenendo la sua solita espressione seria e scontrosa, ma in fondo era già qualcosa, sempre meglio di niente. 
“Ciao ragazzi! Pan, cerchi Bra? Temo non sia ancora pronta, sai bisogna avere pazienza con lei…”  disse la turchina, mentre stava riordinando la cucina lasciando apparecchiato per la colazione della figlia.
“Sì, oggi è giorno di allenamento… se così lo vogliamo chiamare… Vado a svegliarla!” rispose leggermente delusa, ma per nulla rassegnata, in fondo se lo aspettava. 
A quelle parole Vegeta sorrise impercettibilmente e si ritrovò a pensare che, dopotutto, quella piccola mocciosa qualcosa di veramente utile per lui lo sapeva fare: convincere la figlia a fare un po’ di attività fisica, perché “allenamento” era decisamente un parolone, era davvero un'impresa degna di nota. 
Se ne andò verso la Gravity Room per continuare i suoi allenamenti, augurandole mentalmente una sorta di buona fortuna: con Bra non c'era da fidarsi, sapeva essere diabolicamente astuta per le questioni che la interessavano davvero.
Pan nel frattempo salì le scale, la strada ormai la conosceva più che bene: per lei quella era diventata una seconda casa a tutti gli effetti. 
Arrivò in camera e la vide beatamente sdraiata sul suo letto; ora bisognava svegliare la principessina e a tal proposito il suo viso s'illuminò, sul volto un sorrisetto di discutibile buona fede.

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“Allora Trunks? Di grazia mi spieghi cosa ci fai ancora praticamente in pigiama? A quest'ora dovremmo essere in ufficio, non devono arrivare i TUOI clienti che mi hai chiesto di seguire?” Goten arrivò subito al punto: cominciava ad arrabbiarsi per davvero e pretendeva una spiegazione più che adeguata. 
“Ecco, vedi… Ieri sera i clienti mi hanno avvisato che avrebbero tardato, così l'appuntamento è stato posticipato di un paio d'ore, arriveranno verso metà mattina” rispose pacatamente il glicine con lo sguardo  basso, certo della sfuriata che avrebbe preso da lì a subito.
“COSA? IERI SERA? MA PORCA PU… zzola” si corresse all'ultimo secondo avendo notato che Bulma li stava ascoltando interessata. Per natura era una brillante scienziata, ma col tempo era riuscita a  diventare anche un’abilissima donna d'affari e di certo non poteva ignorare quella conversazione: i ragazzi stavano discutendo di un cliente piuttosto impegnativo. 
“E COSA ASPETTAVI A DIRMELO? DUE ORE TRUNKS! DUE ORE! Avevo tutto il tempo per organizzarmi con calma, invece di fare tutto di fretta! Per niente poi!” attaccò il moro
“Sì hai ragione, scusami davvero tanto… mi sono… dimenticato” l'ultima parola era stata appena sussurrata, il figlio del Principe in quel momento avrebbe voluto davvero sprofondare nel terreno.
Si era dimenticato! Dimenticato di Goten!
Quella sincera ammissione di colpa pesava come un macigno, ma sapeva bene che le sue sentite scuse non sarebbero state sufficienti a calmarlo.
“NON ME NE FACCIO NIENTE DELLE TUE SCUSE! Si può sapere come hai fatto a DIMENTICARTI? È praticamente impossibile! Hai ereditato da tua madre e tuo padre una mente sfacciatamente ingegnosa, hai sempre tutto sotto controllo, un meccanismo perfetto che non sbaglia quasi mai, raramente perdi colpi, l’ho visto succedere solo con mia…” un Goten ringhioso più che mai si bloccò, trattenendo d’improvviso il respiro: la matematica non era certo un'opinione, e lui stava cominciando a fare da sé il famoso uno più uno.
Con un vero e proprio sforzo fisico, quindi, cercò di calmarsi: sul serio, se le sue supposizioni erano fondate, la questione andava chiarita subito. Un conto erano le scoccianti faccende di lavoro, che nascevano e morivano in ufficio, ben altro era la vita sentimentale del suo migliore amico… se mischiata a quella di sua nipote!
Da qualche mese a quella parte, i momenti passati assieme da soli che i due erano riusciti a collezionare, erano sempre maggiori, volontari o casuali che fossero.
Fatto sta che ormai era un dato di fatto che tra i due ci fosse del tenero e la loro reciproca attrazione era palese a chiunque li conoscesse.  
E nonostante tutto ci giravano attorno senza arrivare ad una conclusione! Nessuno dei due aveva avuto il coraggio di prendere l’iniziativa: eppure era così evidente l’affinità che li legava… Dannati innamorati!
Ne era certo, Trunks e Pan dovevano assolutamente chiarire la loro situazione sentimentale, a suo avviso inutilmente ingarbugliata, una volta per tutte; per loro stessi in primis, ma a quanto pare anche per suo interesse personale. Questo giro ci aveva rimesso solo un paio di preziosissime ore di sonno, ma al prossimo?
Decise di provare ad affrontare l’argomento, così con tono più tranquillo proseguì:
“Trunks… Devi dirmi qualcosa?” in modo comunque serio e deciso. 

Il glicine deglutì il nulla: sapeva perfettamente a cosa si stava riferendo Goten, che attraverso le sue allusioni, ovviamente, aveva centrato in pieno la situazione.
In realtà, ad essere sinceri, non aveva assolutamente voglia di arrampicarsi sugli specchi, anzi: si ritrovò a pensare che forse una spalla d'aiuto gli sarebbe proprio servita.
“Ieri sera eravate a cena da noi, ricordi? Poi io e Pan siamo andati in terrazza… Il cielo era spettacolare, bombardato dai lampi di un silenzioso temporale lontano, in direzione dei vostri monti, meglio dei fuochi d'artificio! Credimi, ne siamo rimasti letteralmente affascinati, tanto che non abbiamo detto nemmeno una parola, non serviva… Poi è arrivato il loro messaggio e mi ero davvero ripromesso di avvisarti, ma…” adesso come glielo spiegava che si era scordato di lui, completamente rapito dalla notte ma soprattutto dalla bella saiyan.
Teneva davvero a lei, per quella ragazzina aveva cambiato completamente il suo stile di vita, ma non avevano mai affrontato l'argomento, c'erano tutto e niente allo stesso tempo.
“Ma hai preferito godere della compagnia di mia nipote e ti sei perso via, vero? Vi siete persino addormentati su uno sdraio, abbracciati come due piccioncini” terminò la frase il moro, con un sorrisino divertito e canzonatorio. 
L'imbarazzo del lilla era evidente, decisamente colpito e affondato.
“Senti Trunks, dei clienti non m’importa proprio niente, m'interessa molto di più quel che c’è tra voi due. Tengo molto ad entrambi e se vuoi il mio modestissimo parere, l'affinità che vi lega è… evidente” si fermò un attimo per guardarlo dritto negli occhi:
“Solo una cosa: amala con tutto te stesso e… non farla mai soffrire! Dico sul serio, Trunks, non mettermi MAI in condizione di dover scegliere tra la tua amicizia e la mia famiglia! Lei è giovane, non per legarsi a te, ma per capire determinate situazioni, giocati bene le tue carte. Se necessario ti aiuterò come posso, ma ricordati che se la farai star male, tu rischi la pelle, non tanto da parte mia, anche se fidati, di certo verrei a cercarti per suonartele di santa ragione, ma Gohan lo conosci bene! Lei è tutta la sua vita”
Quelle parole rimbombarono nella mente di Trunks in modo forte e potente.
Si rese conto che crogiolarsi da solo nei suoi stessi dubbi, era pure peggio che affrontare direttamente la situazione e prendere una decisione. Era la prima volta che ne parlava apertamente con qualcuno e fu davvero felice che questo qualcuno fosse proprio Goten. Gli aveva parlato da amico, migliore amico, e nelle sue parole di assoluta verità ci aveva letto consenso. Non era il preoccuparsi di cosa potessero pensare le altre persone che lo bloccava, ma non poteva negare che l'opinione dei suoi famigliari, visto che i Son li considerava come tali, fosse davvero importante. 
“Tu… tu approvi quindi?” chiese, il battito del suo cuore aveva già cominciato ad accelerare speranzoso.
“Perché non dovrei? Spero di conoscere la persona che ora ho di fronte… Penso che dovreste chiarire per davvero, l'insicurezza è una cattiva consigliera. E poi mia madre direbbe che l'amore non si misura con l’età! A proposito, oltre a Gohan vedi di non fare infuriare proprio lei!” un brivido percorse l’intera spina dorsale del Son al solo pensiero di questa ipotetica catastrofe.
“Non ti deluderò, vedrai! Le parlerò al più presto” Trunks aveva preso la sua decisione, almeno il suo conflitto interiore lo aveva chiarito e per questo si sentiva già molto meglio.
Gli mise un braccio attorno al collo in una specie di presa benevola e gli sussurrò all'orecchio un sincero “GRAZIE AMICO!”
Goten annuì sorridendo.

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La loro attenzione venne catturata proprio dalla poco aggraziata moretta che scese le scale con la principessina Brief in spalla, stile sacco di patate. 
“Lasciami andare Pan! Come osi! Ti sembra il modo di trattarmi? Mettimi subito giù! Sei peggio di uno scaricatore di porto!” la giovane turchina era altamente inviperita per il pessimo risveglio ricevuto.
“Oh, come desidera Madame…” detto questo si fermò e facendo leva sulle graziose gambe dell’ostaggio, la lasciò cadere sul primo comodo divano disponibile. 
Atterraggio perfetto, tanto era sul morbido.
“Ti è andato di volta il cervello? Sono modi questi? Potevo anche farmi male!” le ringhiò contro.
“Oh sì, certo, in effetti potevi anche lasciarci le penne! È risaputo che per un saiyan un volo di ben 40 centimetri da terra può essere fatale!” scoppiò a riderle in faccia la corvina, alludendo all’altezza della seduta del divano sul quale l'aveva appena scaricata, per poi proseguire:
“certo che se vai avanti così, tu rischi davvero… Il divano potrebbe diventare un avversario davvero temibile, e contro di te avrebbe pure buone possibilità di vincere!” continuò divertita la più giovane.
“Cosa intendi dire?” rispose indispettita Bra, che nel frattempo si era seduta a gambe e braccia incrociate con un buffo broncio in viso.
“Dico che devi cominciare ad allenarti seriamente, non come hai fatto quest'estate, un po’ di corsa e qualche esercizio base non possono lontanamente definirsi allenamento… Poi a quest'ora avresti dovuto essere già pronta!” 
“Come sarebbe a dire che non mi alleno seriamente, hai mai misurato le decine di chilometri che percorriamo ogni volta e le ore, non minuti, passati a combattere assieme?” tentò di difendersi, ma sapeva bene che il carico di lavoro che l'amica poteva sostenere era ad anni luce dal suo: quando era particolarmente in forma, la mora riusciva addirittura a mettere alle strette uno qualsiasi degli altri saiyan. 
Non furono necessarie altre parole, Pan l'aveva incenerita con lo sguardo.
Bra sbuffò vistosamente, alzò gli occhi al cielo e scosse la testa in un segno negativo.
Era la sua migliore amica, le voleva davvero un bene dell'anima e per lei avrebbe fatto di tutto, ma era obbiettivamente assodato che avevano interessi diametralmente opposti. 
Sì quel giorno avrebbe dovuto passarlo con lei ad “allenarsi”, ma proprio non poteva: come avrebbe fatto ora a dirglielo senza scatenare un putiferio? Doveva assolutamente prepararsi per il giorno seguente, ci sarebbe stato il matrimonio di un cliente importante. Tutta la famiglia Brief avrebbe dovuto presenziare.
Lo sguardo le cadde sul biglietto appoggiato al tavolino vicino, la relativa partecipazione.

E… Un'illuminazione divina, o diabolica, dipende dai punti di vista, la folgorò! 

Ricordò le parole al suo interno: era un invito per lei ed un accompagnatore a libera scelta.
La sua mente brillò all’istante e le sue labbra si incurvarono in un sorriso soddisfatto: un piano a dir poco geniale nella sua perfezione.
Sfruttò l'occasione al volo! Aveva deciso: Pan sarebbe stata la sua accompagnatrice e quel giorno, anziché allenarsi, l'avrebbe sfruttato per renderla presentabile e soprattutto “signorile”.
Guardò l’amica con quei capelli davvero ribelli… c'era veramente molto lavoro da fare, ma il suo cuore stava già viaggiando a mille, carico di eccitazione e non trascurabile desiderio di rivincita.
Avrebbero passato una giornata intera fra negozi di ogni genere, estetista, parrucchiera e chissà cos'altro ancora! Insomma la sua giornata ideale… e un vero incubo per la piccola Son! 
Bisognava solo convincerla.
Tempo un secondo ed il suo spiccato ingegno aveva già elaborato un piano discretamente affidabile. 
L'amica era un osso duro, ci volevano le maniere decisamente forti, bisognava disorientarla subito.
“Ehm… Pan, a proposito di oggi… C’è un piccolo cambiamento di programma…” cominciò in tono gentile.

Cambiamento di programma?
Una fastidiosa sensazione s'impadronì della mora, uno stato di inquietudine.
“Guai a te… se mi hai fatto venire fin qua… per niente!” la voce era atona, ma pronunciata con quella marcata lentezza risultava estremamente minacciosa; il turbinio di sentimenti che in quel momento si stavano concentrando, era degno di un’onda energetica in caricamento.
Il momento era arrivato, Bra doveva dare il meglio di sé nella sua innata dote di attrice; ma in fondo non avrebbe dovuto mentire completamente, le sue parole sarebbero state fondamentalmente veritiere:
“No infatti! Anzi, sei la mia ancora di salvezza! Vedi domani siamo tutti invitati al matrimonio di un cliente importante e posso portare un… un'amica! Ti prego dimmi di sì, così non me ne starò sola e triste tutto il giorno! La mamma e Trunks saranno impegnati con le loro public relations di lavoro, papà non ne parliamo; almeno tu mi farai compagnia e vedrai che ci divertiremo tanto!” il tono e le parole perfettamente calibrate erano un micidiale mix di supplica, speranza ed entusiasmo, sapientemente convogliati affinché l'amica non potesse rifiutare senza un certo senso di colpa.
Pan sgranò gli occhi, un accenno di groppo alla gola: era a dir poco allibita!
Per un attimo sperò di essersi solo immaginata tutta la scena, ma la vocina e soprattutto quei tremendi occhioni azzurri così languidi e imploranti puntati addosso, le confermarono che era pura realtà.
“Ti prego, ti prego, ti prego…” rincarò la dose l'azzurra, per poi assestare un colpo davvero basso “Fallo per me!”
Dopo infiniti attimi di puro smarrimento, Pan si riprese:
“Se… se questo matrimonio è domani, e non ti assicuro niente, perché dovrebbero cambiare i programmi di oggi?”
A quelle parole la figlia di Bulma si stupì non poco: si chiese infatti come fosse possibile che nell’amica albergassero contemporaneamente ingenuità ed astuzia.
La prima perché era decisamente un maschiaccio mancato intrappolato nel corpo di una bellissima ragazza, se non aveva minimamente valutato l’idea di prepararsi per l'evento mondano. 
La seconda perché, per assurdo, con quella sua domanda si era dimostrata piuttosto brava a ribattere, passando all'argomento più difficile senza aver risposto all'invito iniziale.
“Come perché? Oggi ci dedichiamo a farci belle, è un matrimonio importante! Ti renderò splendida, fidati di me!” era diventata una questione di principio, doveva vincere a tutti i costi!
“Ovviamente poi è tutto spesato, offro io personalmente!” se fosse stato necessario, probabilmente sarebbe persino arrivata a vendere la sua stessa anima al diavolo, pur di riuscire nel suo intento. 
Degna figlia di suo padre.

Una reale goccia di sudore freddo scivolò lungo tutta la spina dorsale della povera moretta.
Ecco, ora ne era certa, si era materializzato il motivo della sua iniziale preoccupazione.
Già l'idea di partecipare ad un matrimonio di perfetti sconosciuti non era affatto allettante, ma il vero problema era un altro: se avesse accettato in nome della loro amicizia, per quell’interminabile giorno lei sarebbe stata la sua cavia personale in quell’infernale laboratorio chiamato shopping e compagnia bella. 

Una tigre in gabbia, ecco come si sentiva.
Simile ad un profondo ruggito, il suo istinto, nel tentativo di liberarsi da quella scomoda situazione, richiamò alla mente le meravigliose immagini di poco prima; poi Pan reagì:
“BRA! Hai visto che splendida giornata c’è oggi, là FUORI? Un sole caldo, un cielo immacolato,  colori splendidi e TU pensi di rinchiudermi in CELLA per chissà quanti e quali negozi? Assolutamente NO! LA LIBERTA’ NON HA PREZZO!” urlò con tutto il fiato a sua disposizione.

---

Nel frattempo la rinomata scienziata e i due mezzi saiyan avevano assistito a questo scontro titanico fra le due ragazze, così diverse da sembrare il giorno e la notte, con reazioni decisamente contrastanti.
Per Bulma era tutto perfettamente nella norma, un classico litigio fra le due; qualcosa però le diceva che quel matrimonio non era l'occasione adatta per far relazionare la piccola Son con il loro mondo lavorativo, d’istinto si girò verso il figlio.
Lo trovò a dir poco sconvolto, letteralmente sbiancato per tutta la scena.
Solo allora Goten si ricordò che anche lui era stato invitato, aveva completamente rimosso questo impegno, così rivolgendosi all'amico gli chiese maggiori informazioni: in fin dei conti per quanto scarsamente entusiasta di partecipare, doveva essere un minimo preparato  
“Trunks, tutto bene? Scusa la domanda, rinfrescami la memoria, ma di preciso chi si sposa domani?”
Il giovane presidente si passò una mano sul volto, davvero turbato. Dopo aver mentalmente imprecato contro una lista personale di personaggi e soprattutto contro sé stesso, rispose sospirando forte:
“Mr. Hamster e consorte” 
“E la consorte ce l’avrà un nome?”
Il glicine annuì a labbra strette “Miss V. Russell”
“A-Aspetta un attimo, quella donna è la futura sposa? Ma non è anche uno degli amministratori della loro Compagnia? È lei che tiene le trattative commerciali con noi! Sono senza parole, ha puntato dritto alla proprietà! E da quanto stanno assieme?”
“Ah non ne ho la più pallida idea, io l'ho scoperto il giorno stesso che mi ha consegnato l'invito a nozze!” rispose aspro ricordando quella donna, i patti erano chiari e lei li aveva deliberatamente infranti, fregandosene altamente. 
Fuori dall'ufficio gli capitava di intrattenersi con le sue clienti, ma questo genere di incontri, fini a se stessi, si basavano comunque su una regola precisa: il rispetto.
Il rispetto per il lavoro reciproco, prima si concludevano gli affari con la dovuta professionalità e poi il rispetto morale fra persone adulte, consenzienti e soprattutto libere da impegni sentimentali.
Quell'arrivista di una donna aveva mentito spudoratamente, con lui e peggio ancora con il suo futuro marito.
“Ma gli inviti risalgono solo a qualche mese fa, quando ha firmato l'ultimo contratto! In effetti è stata l'ultima volta che l'ho vista, se non sbaglio era tarda primavera. Sì, ora ricordo, quella sera poi avevamo festeggiato il compleanno di…” a Goten mancò il respiro, nuovamente, conosceva il gioco e le sue regole:
“Trunks, non dirmi che…” ora anche il viso del Son stava impallidendo a vista d'occhio.
Il presidente annuì un'altra volta, un'espressione mista fra rancore e profondo senso di colpa.
“Dannazione Trunks! Quella donna è una stronza di prima categoria, sarebbe capace di creare enormi casini solo per il gusto di farlo! Immagino non ti abbia mai detto niente, ovvio. E pensare che il futuro sposo è una persona così perbene. Che disastro! Prega tutti i KahioShin dell'universo che Pan non lo venga mai a sapere, questo deve essere un segreto che ti devi portare nella tomba!” il tono di voce gli era uscito più alto di quanto avesse voluto: istintivamente si affrettò a tapparsi la bocca con una mano, nella speranza che nessun’altro lo avesse sentito.
Per sua fortuna le due piccole iene erano ancora molto impegnate a distruggersi i timpani a vicenda; poteva considerarsi salvo o almeno se lo augurava.




Angolo Autrice:
Ciao a tutti!
Per prima cosa ringrazio tutti voi lettori per aver seguito questa terza “puntata” della storia.
Questo capitolo, ancora più che il precedente, ha il compito di inquadrare meglio situazione e personaggi.
Spero che vi abbia fatto un po’ di compagnia e che sia risultato piacevole da leggere.

Un’ultima cosa, per chi se lo stesse chiedendo il nome V. Russell fa riferimento ad uno dei serpenti più pericolosi e velenosi del pianeta: la Vipera di Russell.
Non avrei mai detto di arrivare ad inserire delle piccolissime note divulgative, ma in effetti così rende meglio l’idea… Ringrazio il mio piccolo Grillo Parlante per avermelo fatto notare (tanto lo sai che sto parlando di te!)

Alla prossima
CIAO    

 
   
 
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