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Autore: Rynarf    10/04/2016    0 recensioni
Se solo qualcuno riuscisse a capire quanto sono importanti per te questi mocciosi! Quanto riescono a deliziare il tuo essere, a soddisfare una sete che prosciuga la gola e corrode l’animo, un tabù troppo essenziale e goloso da bandire.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Clapis.'
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Giugno – 1997



L’ordine che hai effettuato nel mese di marzo ha finalmente raggiunto la sua scadenza, il che fa traboccare il tuo animo d’euforia e d’impazienza. La collezione si rifornisce, finalmente! Ripensi ai due annetti passati con crescente apatia data dalla routine; le solite faccette piangenti a lungo andare riuscivano a nausearti, e l’entusiasmo dei primi mesi passati con loro, svaniva pateticamente nella piattezza dell’animo. 
Per allietare maggiormente l’aria hai deciso di metter su uno di quei vecchi dischi in vinile che tanto ami ascoltare durante lo svolgimento dei tuoi coloriti hobby.
L’antico grammofono fa echeggiare l’infantile canto di “Patience and Prudence ; Tonight you Belong to me” presso tutta la vasta abitazione. Sei così felice che al suono del campanello, proveniente dalla porta d’ingresso, inizi a saltellare come fanno i mocciosi il giorno di Natale. 
Il tuo nome è Marie, e stai scrutando con sguardo truce il fagottino lasciato sull’uscio dell’infisso dal corriere anonimo. 
Non ti spieghi come questo schifo possa essere capitato proprio a te! 
Avevi esplicitamente richiesto un infante di otto anni, non un inutile pupo! 
Quale strazio, oddio. Il volto crucciato dall’odio non ha intenzione di distendersi mentre poggi il corpicino minuto sul tavolino posto all’ingresso. 
“ Cosa me ne faccio?
Povera me. “ 
Pensi afflitta intanto che vai ad imbracciare il cucciolo d’uomo, spostandoti presso il bagno padronale, munito di vasca. Ecco, ti stai accingendo a riempire quest’ultima tramite un forte getto di acqua bollente, sentendo fremere in te irritazione e la stizza causate da quel disastroso inconveniente. Non è un problema di danaro, ma chissà adesso quanto ancora dovrai aspettare per ottenere un nuovo bambino da seviziare. Fissi le iridi blu in quelle nocciola dell’altro, sperando riesca a percepire tutta la seccatura che ti sta procurando in quel momento. 
L’acqua è talmente rovente da poterci cuocere un’aragosta. È il metodo più sbrigativo e silenzioso per sbarazzarsi dell’esserino petulante. 
Se solo qualcuno riuscisse a capire quanto sono importanti per te questi mocciosi! Quanto riescono a deliziare il tuo essere, a soddisfare una sete che prosciuga la gola e corrode l’animo, un tabù troppo essenziale e goloso da bandire. 
Qualcuno… sì.
In quel momento il fiotto d’acqua proveniente dal rubinetto fu serrato. Con placida calma avvolgesti il pupo tra le corpulenti braccia, stringendolo appena come si fa con un oggetto fragile, pronto a rompersi da un momento all’altro. Per l’appunto, una stretta ghiacciata, distante, dedicata ad un qualcosa d’inanimato.
Un sorriso poco lucido prese spazio sul tuo volto ben truccato, stai scrutando i tratti minuti del tuo nuovo giocattolo, un balocco che sarebbe divenuto speciale. Lo sguardo non era quello di una madre verso il proprio figlio, la luce nascente all’interno di esso era straripante di malattia e lercio, idee malsane che non avresti accennato ad evitare. 

“ Ti chiamerò … 
Clapis. “
  
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